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Odoardo Tabacchi

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Tabacchi ritratto da Angelo Pietrasanta

Odoardo Tabacchi (Valganna, 19 dicembre 1831Milano, 23 marzo 1905) è stato uno scultore italiano.

Monumento ad Arnaldo da Brescia, Brescia

Nacque casualmente a Ganna, frazione di Valganna, da una famiglia residente ad Ardena.[1] Fu allievo dell'Accademia di belle arti di Brera a partire dal 1845, quindi impegnato presso gli studi di altri artisti a Milano e successivamente a Roma (dove vinse nel 1851 un concorso per il pensionato triennale), a Firenze e a Napoli. A Milano ebbe uno studio proprio dal 1860 al 1868 e concentrò la propria attività soprattutto sulla scultura monumentale.

Sono sue opere, tra le altre, il monumento a Cavour a Milano (con Antonio Tantardini), il monumento ad Arnaldo da Brescia a Brescia, fuso a Roma presso la Fonderia Romana di Alessandro Nelli[2], e le tombe Cuzzetti e Sedaboni al cimitero Vantiniano a Brescia, al Paleocapa e a Garibaldi a Torino, al Foscolo e il monumento equestre a Umberto I, ad Asti in piazza Cairoli.

Dal 1867 tenne la cattedra di scultura presso l'Accademia Albertina di Torino, su sollecitazione del suo predecessore e maestro Vincenzo Vela. In questo periodo la sua produzione si orientò piuttosto sulle figure di genere, specialmente statuette femminili di facile impostazione e fattura, che gli valsero una larga popolarità e vennero ampiamente replicate.

Le sue opere sono caratterizzate da un tocco personale nell'insistita e minuta descrizione delle materie raffigurate, una ricerca mimetica derivata dal naturalismo della sua formazione, portato spesso ad esiti accentuati. Più temperato nell'espressione quando si tratta di monumenti celebrativi, nelle opere di genere rivela un'estetica tesa alla facile comprensione, alla vivace e diretta comunicazione del messaggio. Questo contribuì alla popolarità dell'artista, che espose nelle principali mostre italiane e anche a Parigi e Vienna.

Tra i suoi allievi più fedeli sono annoverati: Giacomo Ginotti (1845-1897), Pietro Canonica (1869-1959), Davide Calandra (1856-1915), Edoardo Rubino (1871-1954)[3], Giuseppe Sartorio (1854 - 1922), Giuseppe Realini, il celebre Leonardo Bistolfi (1859-1933) e Luigi Contratti (1868-1923).

  1. ^ valganna.info. URL consultato il 26 giugno 2014.
  2. ^ Paolo Coen, Il recupero del Rinascimento. Arte, politica e mercato nei primi decenni di Roma capitale (1870-1911), Silvana, 2020.
  3. ^ Giulia Ajmone Marsan, All'ombra di notabili ed eroi. Giuseppe Lavini (1857-1928), Centro Studi Piemontesi, 2014, ISBN 978-88-8262-212-1, nota n. 112 a pag. 24.
  • Jane Turner (a cura di), The Dictionary of Art. 30, p. 215. New York, Grove, 1996. ISBN 1-884446-00-0
  • Alfonso Panzetta, Nuovo dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento: da Antonio Canova ad Arturo Martini, AdArte, Torino 2003.
  • Beatrice Bolandrini, Artisti della "val di Lugano" a Torino. Un primo repertorio dei ticinesi nell'Ottocento, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Torino nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal Cinquecento ad oggi, «Arte&Storia», anno 11, numero 52, ottobre 2011, Edizioni Ticino Management, Lugano 2011.
  • Vincenzo Vicario, La scultura bresciana dell'Ottocento e del primo Novecento, Grafica GM ed. 1995

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