Vai al contenuto

Spilosoma scita

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Spilosoma scita
Immagine di Spilosoma scita mancante
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumProtostomia
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
CoorteEndopterygota
SuperordineOligoneoptera
SezionePanorpoidea
OrdineLepidoptera
SottordineGlossata
InfraordineHeteroneura
DivisioneDitrysia
SuperfamigliaNoctuoidea
FamigliaErebidae
SottofamigliaArctiinae
TribùArctiini
SottotribùSpilosomina
GenereSpilosoma
SpecieS. scita
Nomenclatura binomiale
Spilosoma scita
(Walker, [1865])
Sinonimi

Antheua scita
Walker, 1865
Diacrisia scita
Hampson, 1901

Spilosoma scita (Walker, [1865]), è un lepidottero appartenente alla famiglia Erebidae, diffuso in Africa meridionale.

L'ala anteriore ha una colorazione arancione sulla pagina superiore[1]; l'ala posteriore è essa pure arancione, ma leggermente più chiara dell'anteriore. Gli spazi tra le nervature mostrano una campitura grigiastra, via via più ampia mano a mano che ci si avvicina al margine esterno.
I palpi sono nerastri nella parte superiore, e arancioni in quella inferiore. La parte inferiore della fronte e le antenne sono grigio-brune; queste ultime appaiono filiformi e non uncinate alle estremità.
Il vertice del torace è grigio-bruno e le zampe sono striate di nero. Le tegulae ed i patagia sono grigio-brunastri, orlati di arancione.
L'addome mostra invece, a livello dorsale, una serie di piccole bande nere trasversali, ed una fila laterale di macchie scure.
L'apertura alare è di 40–44 mm.[1].

Le uova sono verdi, quasi sferiche, e vengono deposte in piccoli gruppi formati da file ordinate.

I bruchi sono cilindrici e, specie negli stadi finali dello sviluppo, ricoperti da una fitta peluria scura. Possono avere comportamento gregario, per lo meno durante le prime fasi di vita.

La crisalide è marroncina, liscia e alquanto tozza.

Distribuzione e habitat

[modifica | modifica wikitesto]
La regione sudafricana del Natal, locus typicus della specie

L'areale della specie comprende l'Africa meridionale, e più in dettaglio la parte compresa tra il Sudafrica (locus typicus: Natal) e lo Zambia[1][2][3]).

L'habitat preferenziale è rappresentato da giardini, boschi e macchie a vegetazione mista[1].

Alimentazione

[modifica | modifica wikitesto]

I bruchi sono polifagi, benché in modo meno accentuato rispetto ad altre specie congeneri, e si alimentano su foglie di vari generi e specie vegetali, tra cui[3]:

Fiori e foglie di Acacia mearnsii
Senna multiglandulosa

Non sono state descritte sottospecie[2].

Fiori di Tagetes erecta

Sono stati riportati due sinonimi:

  • Antheua scita Walker, 1865 - List Spec. Lepid. Insects Colln Br. Mus. 31: 298 – Locus typicus: Natal[2]
  • Diacrisia scita Hampson, 1901Cat. Lepid. Phalaenae Br. Mus. 3 : 296, pl. 45, f. 15[1]
  1. ^ a b c d e Hampson, George, Catalogue of the Arctiadae (Arctianae) and Agaristidae in the collection of the British Museum (Nat. Hist.) Cat. Lepid. Phalaenae Br. Mus. 3 : i-xix, 1-690, pl. 36-54, 1901.
  2. ^ a b c Walker, Francis, List of the Specimens of Lepidopterous Insects in the Collection of the British Museum List Spec. Lepid. Insects Colln Br. Mus. 31: 298, [1865].
  3. ^ a b Goodger, David T., Watson, Allan, The Afrotropical tiger-moths: an illustrated catalogue, with generic diagnoses and species distribution of the Afrotropical Arctiinae (Lepidoptera, Arctiidae), Apollo Books, 1995, p. 65, ISBN 87-88757-32-3.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • (EN) Funet.fi URL consultato 1l 24 maggio 2011, su ftp.funet.fi.
  • (EN) ITIS Catalogue of Life 2011 [collegamento interrotto], su catalogueoflife.org. URL consultato il 24 maggio 2011.
  • (EN) National History Museum [collegamento interrotto], su nhm.ac.uk. URL consultato il 24 maggio 2011.
  • (EN) Tree of Life Web Project, su tolweb.org. URL consultato il 24 maggio 2011.