Terzo viaggio di Cristoforo Colombo
Terzo viaggio di Cristoforo Colombo | |
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Parte di | Colonizzazione spagnola delle Americhe |
Obiettivo | Esplorare le terre più a sud delle spedizioni precedenti |
Data di partenza | 30 maggio 1498 |
Luogo di partenza | Sanlúcar de Barrameda |
Tappe principali | Golfo di Paria e Venezuela |
Data di ritorno | 25 novembre 1500 |
Luogo di ritorno | Cadice |
Esito |
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Conseguenze | Colombo rilasciato e privato di titoli reali |
Equipaggiamento | |
Comandanti | Cristoforo Colombo |
Uomini | 300 |
Uomini celebri | Pedro Alonso Niño |
Mezzi | 6 navi |
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Segue il dettaglio del terzo viaggio di Cristoforo Colombo
Preparazione
[modifica | modifica wikitesto]Dopo due anni trascorsi in Castiglia, dove viveva con padre Bernaldez, diventò amico di padre Gorricho, incontrò a Burgos i re spagnoli,[1] e cercò di distrarre i reali del mancato profitto promesso dell'oro con gli schiavi offerti, argomento assai discusso.[2] In suo aiuto giunse il cartografo Jaume Ferrer de Blanes, preoccupato del destino del possibile continente ancora da scoprire: se fosse stato a sud delle terre sinora scoperte poteva toccare al Portogallo. Quindi, convinti i reali della necessità di una nuova spedizione e a reperire la somma necessaria per il viaggio, Colombo riuscì ad armare sei navi, con un equipaggio di circa 300 marinai.
Il viaggio
[modifica | modifica wikitesto]La flotta, partita il 30 maggio 1498, si diresse verso Gomera, dove le sei navi si divisero, tre proseguirono con Colombo, altre tre verso le rotte ormai consolidate,[3] verso Dominica. L'ammiraglio proseguì con la flotta ridotta verso le isole di Capo Verde da dove raggiunse Trinidad, il 31 luglio 1498.
Nell'agosto dello stesso anno Colombo esplorò il Golfo di Paria[4][5] ed il delta dell'Orinoco, nell'attuale Venezuela, non accorgendosi che si trattava di un continente e non di piccole isole. Decise di non sbarcare, ma inviò dei marinai che incontrarono terre ricche di perle. Il golfo era pieno d'acqua dolce per via del fiume; in una nota del 14 agosto del diario, trascritto da Las Casas si legge che il dubbio che fosse un nuovo continente era affiorato nella mente di Colombo.[6]
Giunse ad Hispaniola l'11 agosto del 1498, cercò la nuova città fondata dal fratello Bartolomeo Colombo, Santo Domingo. Vi giunse alla fine del mese, e vi trovò un altro fratello, Giacomo.
Francisco Roldán, l'alcade di Isabela, nel 1499, con molti uomini al seguito si ribellò[7] ai tre fratelli. Bartolomeo inutilmente cercò una tregua, così Roldàn e i disertori lasciarono Santo Domingo per Xaraguà.
I sovrani cattolici, avvertiti dai reduci dei disordini sull'isola, e leggendo delle strane pretese avanzate da Colombo nella sua missiva, inviarono nel 1500, Francisco de Bobadilla, in risposta in parte alle sue richieste[8] per far luce sull'accaduto. Questi, appena giunto vide il cadavere di due spagnoli. Intanto Adrian de Muxica, uno dei secondi di Roldàn venne ucciso.[9]
Bobadilla, resosi conto della situazione, arrestò prima Diego, l'unico rimasto in città, poi Colombo[10] e Bartolomeo, e li ricondusse in patria nel mese di ottobre 1500, sulla Gorda, una caravella. Giunsero nello stesso mese a Cadice. All'arrivo, Colombo ancora incatenato consegnò una lettera ad un ufficiale che doveva consegnare a Donna Juana,[11] sorella di Antonio de Torres, confidente della regina. Saputo delle condizioni dell'ammiraglio i reali si arrabbiarono con Bobadilla, e Colombo venne liberato, ma dovette rinunciare al titolo di viceré.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Taviani, I viaggi di Colombo: la grande scoperta, vol. 1, p. 174.
- ^ Per Ferdinando erano semplici nemici catturati in battaglia, mentre Isabella era contraria al commercio degli esseri umani (Granzotto, pp. 279-280)
- ^ Taviani, I viaggi di Colombo: la grande scoperta, vol. 2, p. 234.
- ^ Storia del Venezuela, 1ª Parte, su venezuelatuya.com. URL consultato il 16 agosto 2011.
- ^ Che battezzò "Golfo de la Ballena".
- ^ Ufficialmente credette che era giunto vicino al Paradiso terrestre. Lettera di Colombo ai re cattolici della Spagna, maggio-agosto 1498, pag 154-155. In Giovanni Bossi, Immaginario di viaggio e immaginario utopico: dal sogno del paradiso in terra al mito del buon selvaggio, p. 234, Mimesis Edizioni, 2003, ISBN 978-88-8483-159-0.
- ^ Martini, p. 612.
- ^ Granzotto, pp. 292-293.
- ^ Catturato dopo un tentativo di rivolta doveva essere impiccato, si attese per lungo tempo il ritorno di un frate per dei peccati che dimenticò[non chiaro]; Colombo lo fece gettare in mare da un dirupo. Per la storia si veda anche Consuelo Varela, La caída de Cristóbal Colón: el juicio de Bobadilla, pp 127-128, Marcial Pons Historia, 2006, ISBN 978-84-96467-28-6.
- ^ Opponendosi all'arresto fu incatenato dal proprio cuoco (Granzotto, p. 295)
- ^ Martini, p. 409 e 415.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Marino Ruggero, L'uomo che superò i confini del mondo, Sperling & Kupfer, 1995, ISBN 978-88-200-4912-6.
- Gianni Granzotto, Cristoforo Colombo, Ugo Mursia Editore, 2010, ISBN 978-88-425-4493-7.
- Paolo Emilio Taviani, I viaggi di Colombo: la grande scoperta, Istituto geografico De Agostini, 1984.
- Paolo Emilio Taviani, Cristoforo Colombo: la genesi della grande scoperta, Istituto geografico De Agostini, 1982.
- Cesare De Lollis, Vita di Cristoforo Colombo, Fratelli Treves, 1895.
- Francesco Tarducci, Vita di Cristoforo Colombo, Fratelli Treves, 1892.
- Dario G. Martini, Cristoforo Colombo tra ragione e fantasia, seconda edizione, ECIG, 1987, ISBN 88-7545-203-2.
- Arthur Helps, Vita di Cristoforo Colombo, G. Barbèra Editore, 1870.
- (EN) Miles H. Davidson, Columbus then and now: a life reexamined, University of Oklahoma Press, 1997, ISBN 978-0-8061-2934-1.
- Bernard Vincent, S. Vacca e Pier Luigi Crovetto, Perché l'Europa ha scoperto l'America, EDT srl, 1992, ISBN 978-88-7063-151-7.