Therese Brandl
Therese Brandl | |
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Nascita | Staudach-Egerndach, 1º febbraio 1902 |
Morte | Cracovia, 28 gennaio 1948 |
Cause della morte | impiccagione |
Dati militari | |
Paese servito | Germania nazista |
Forza armata | Schutzstaffel |
Specialità | Guardia femminile |
Unità | Campo di concentramento di Auschwitz |
Anni di servizio | 1942 - 1945 |
Grado | Rapportaufseherin |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
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Therese Brandl (Staudach-Egerndach, 1º febbraio 1902 – Cracovia, 28 gennaio 1948) è stata una militare tedesca, guardia femminile delle SS nel campo di concentramento di Auschwitz I dal mese di marzo 1942. I suoi compiti inclusero la sorveglianza delle donne nei capannoni di smistamento in qualità di SS-Rapportaufseherin.[1] Nell'ottobre 1942, fu trasferita al campo di sterminio di Auschwitz II appena aperto, a Birkenau. Fu condannata per crimini contro l'umanità dopo la guerra durante il processo di Auschwitz a Cracovia e giustiziata[2][3].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Staudach-Egerndach, in Baviera, fu inviata nel campo di concentramento di Ravensbrück nel marzo 1940 per iniziare il suo addestramento sotto la SS-Oberaufseherin Johanna Langefeld. Inviata nel campo di Auschwitz I nel marzo 1942, Brandl fu impiegata nella lavanderia e presto fece carriera, fu promossa Erstaufseherin direttamente sotto il comando di Margot Dreschel e Maria Mandl. Nell'estate del 1943 ricevette una medaglia dal Reich per la sua "buona condotta" nei campi.
Prese parte alla selezione di donne e bambini da assassinare nelle camere a gas e abusò fisicamente dei prigionieri, compresi i bambini, come ricordò Andreas Larinciakos, un bambino di nove anni di Cles:"Mentre nel campo, il dottor Mengele mi ha prelevato il sangue molte volte. Nel novembre 1944 tutti i bambini furono trasferiti al campo A, il campo nomadi. Quando ci contarono, uno risultò disperso, così Mandl, la direttrice del campo femminile e la sua assistente, Brandl, ci portarono in macchina in strada all'una del mattino e ci fecero stare là al gelo fino al mezzogiorno del giorno dopo».[4]
Nel novembre 1944, con l'avanzata dell'esercito sovietico, fu assegnata al sottocampo della foresta di Mühldorf nei pressi di Dachau insieme a Mandl e fu retrocessa ad Aufseherin. Sono emersi pochi rapporti sul comportamento di Brandl a Mühldorf. Alla fine fuggì da Mühldorf il 27 aprile 1945, alcune settimane prima dell'arrivo dell'esercito degli Stati Uniti.
Il 29 agosto 1945, l'esercito americano la arrestò sulle montagne bavaresi in Germania e la mandò in un campo di detenzione in attesa di essere interrogata. Nel novembre 1947 fu processata dalle autorità polacche insieme a Mandl, Luise Danz, Hildegard Lächert e Alice Orlowski nel processo di Auschwitz a Cracovia. Il 22 dicembre 1947, Brandl fu condannata per aver partecipato alla selezione dei detenuti da assassinare, fu impiccata in prigione il 28 gennaio 1948, quattro giorni prima del suo 46º compleanno.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Donald L. Niewyk, Fresh Wounds: Early Narratives of Holocaust Survival, The University of North Carolina Press, 1998, p. 432, ISBN 0-8078-2393-7.
- ^ a b Hermann Langbein, Auschwitz Trials (Cracow), su jewishvirtuallibrary.org, Jewish Virtual Library/Encyclopaedia Judaica, 2013. URL consultato il 21 ottobre 2013.«Source: Encyclopaedia Judaica. Bibliography: Naumann, Auschwitz (Eng., 1966); H. Langbein, Der Auschwitz-Prozess: eine Documentation, 2 vols. (1965); Brand, Yad Vashem Bulletin, 15 (1964), pp. 43–117.»
- ^ (PL) Paweł Brojek, Pierwszy proces oświęcimski (The First Auschwitz Trial), su prawy.pl, 24 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2013).
- ^ Bloch, Anne L., Fox, Patricia Lowe, McClernan, Frances, Poznanski, Gitel, Radin, Max and Wasserman, Ursula, The Black Book (New York: Duell, Sloan and Pearce, 1945) pp. 246–247. The Child-Survivor erroneously refers to “Branded” (Brandl) as the chief and “Manded” (Mandl) as her assistant.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (ES) Mónica G. Álvarez, Guardianas Nazis. El lado femenino del mal, Madrid, Grupo Edaf, 2012, ISBN 978-84-414-3240-6.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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