Virus della febbre emoragica delle scimmie
Virus della febbre emoragica delle scimmie | |
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Classificazione dei virus | |
Dominio | Acytota |
Gruppo | Gruppo IV (virus a ssRNA+) |
Regno | Riboviria |
Sottoregno | Orthornavirae |
Phylum | Pisuviricota |
Classe | Pisoniviricetes |
Ordine | Nidovirales |
Famiglia | Arteriviridae |
Genere | Deltaarterivirus |
Sottogenere | Hedartevirus |
Specie | Deltaarterivirus hemfev |
Sinonimi | |
Deltaarterivirus hemfev, |
Virus della febbre emoragica delle scimmie o SHFV è un virus patogeno altamente contagioso delle scimmie. È un virus a polarità RNA positiva classificato nella famiglia dei Arteriviridae e l'unica specie appartenente al sottogenere dei Hedartevirus.
Ospiti
[modifica | modifica wikitesto]L'eritrocebo Erythrocebus patas è l'ospite naturale del virus poiché circa il 50% degli eritrocebi hanno anticorpi contro questo virus, mentre in altre specie di scimmie come il cercopiteco verde ed i babbuini questi anticorpi sono presenti in percentuali molto minori. È da menzionare che nei macachi l'infezione di questo virus può dar luogo ad una acuta e grave infezione con un alto tasso di mortalità. Recentemente si è scoperto che colobi rossi e cercopitechi nasobianco del Congo sono ospiti naturali del SHFV.
Sintomi
[modifica | modifica wikitesto]Sono state osservate infezioni asintomatiche di questo virus nei eritrocebi, cercopitechi verdi e nei babbuini, anche se sono osservate principalmente nei eritrocebi. L'infezione ha un rapido inizio con l'animale che sviluppa una febbre elevata, un edema facciale, cianosi, anoressia, melena, e possono iniziare emorragie a livello cutaneo e sottocutaneo e retrobulbare. Subito dopo compare la piastrinopenia. La morte sopravviene generalmente entro 10–15 giorni dopo l'apparizione dei sintomi.
Potenziale patogenicità per la specie umana
[modifica | modifica wikitesto]Nell'ottobre 2022 è stato scoperto che la proteina CD163, codificata nella specie umana dall'omonimo gene, è in grado di agire come recettore intracellulare per il virus SHFV: questa scoperta comporta la possibilità che il virus possa compiere, qualora ricorrano le condizioni adatte, il salto di specie (in inglese spillover) verso la specie umana[1].