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sabato 4 maggio 2013

vecchio artigianato

Il mulino delle donne di pietra
1960
Italia
Regia: Giorgio Ferroni
Scritto: Remigio Del Grosso, Giorgio Ferroni, Ugo Liberatore, Giorgio Stegani, Pieter van Weigen

Particolare gotico italico, metà, insieme al "vurdalakiano" La notte dei diavoli, del superbo e unico dittico horror realizzato da Giorgio Ferroni, ritenuto a ragione una pietra miliare del cinema di genere. Ciò che caratterizza l'opera in esame è l'ambientazione nederlandese, con, guarda caso, un mulino protagonista, nelle veci del classico castello o antica magione.
All'inizio fintamente prevedibile nell'intreccio, si snoda in un tema sì arcinoto, ma inaspettato allo spettatore, ipnotizzato dalle arcigne ed ambigue figure e dalle delicatamente colorate fotografia e scenografia, che hanno trasformato una struttura poetica ed in qualche modo rilassante in un antro claustrofobico, opprimente e fuori dal tempo. Fiore all'occhiello di tutta la pellicola è il carillon gigante, poco descrivibile a parole, bisogna beneficiarne visivamente e con l'animo giusto: inquietante, un po' rozzo, efficace, protagonista assoluto del bellissimo finale.
Superata in qualità la storia originale, un omonimo racconto breve di Pieter Van Weigen, il film si avvale soprattutto di abile mano alla camera, con carrellate al limite del virtuosismo ed eleganti nello stesso tempo.
Il cinema che manca ai nostri lidi, nessuna retorica.
Un amore folle, possessivo e viziato dal dolore; uno dolcissimo e probabilmente sincero; uno sanguinoso; uno carnale e laido; uno scherzoso; uno tormentato.
Le presunte vittime di qualcuno d'essi possono sembrare innocenti quanto vogliono, ma il loro esibizionismo è stato punito con la legge del contrappasso per analogia: quanto gli piaceva ostentare estetica ed il loro smisurato io davanti alle platee, ad esempio spartani tavoli di bettole, precursori di vetrine virtuali; quanto stanno bene nella forma di "donne di pietra" in un mulino, in continuo e macchinoso sfoggio per il pubblico. Saranno contente.