I colori ... tutti quei colori, un tripudio di colori, l'apoteosi del colore!
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martedì 25 novembre 2014
lunedì 14 febbraio 2011
Botticelli al museo Poldi Pezzoli
| compianto sul cristo morto |
Dice che è pieno di drammaticità, che manca volontariamente di prospettiva e che le immagini seguono una linea circolare.
Poi passa all'ultimo Botticelli della mostra, il ritratto di un fratello dei Medici assassinato durante la congiura dei pazzi, ma io mi perdo metà spiegazione perchè resto ancora qualche minuto a osservare il Compianto sul cristo morto, in solitudine, approfittando della fuoriuscita del gruppo.
Mi capita spesso che di un dipinto mi attiri un particolare: in questo caso mi commuove l'amore con cui la Maddalena abbraccia i piedi di Gesù, quei piedi che aveva profumato e asciugato coi suoi capelli quando Lui era ancora in vita.
Poi penso che forse l'artista ha inserito le immagini in un circolo per dare in qualche modo un volto anche al dolore, per dire che il dolore è una forza centripeta sempre diretta verso il centro della circonferenza, un sentimento che ti entra dentro, che tu stesso non lasci uscire perchè non sai dove ti porterebbe la sua traiettoria deviata.
E poi penso che forse l'artista ha disegnato un quadro senza linee prospettiche per dire che il dolore difetta di prospettiva: si consuma nel passato e manca di futuro, vive solo di presente, è cieco, afono, sarcopenico.
Un fermo immagine che aspetta solo che il tempo passi per ricominciare da capo.
Vado punto e a capo, come dice Gianna Nannini in una bellissima canzone che però mi serve per un altro post.
domenica 17 ottobre 2010
elogio di una poesia
TE NE ANDRAI DOMANI
Una folata di vento,
un rumore di foglie secche scagliate
negli angoli del cortile
e da oltre la ferrovia il latrare
di un cane.
Niente altro;
non mi viene nemmeno un pensiero di commossa pietà
per questa mia vecchiaia incipiente,
per questo vuoto
che solo il freddo e il vento riempiono.
Te ne andrai domani.
Lo so da mesi ormai, conto le ore,
ma voglio far finta che tu non sia mai passata
attraverso la mia vita,
e già da adesso so quello che
proverò a dirmi da domani, le bugie che mi racconterò perchè si faccia
sera, e poi di notte perchè si faccia mattina.
Vincenzo Iacoponi, in Maximiliansau, in un giorno di novembreQuesta primavera il mio amico Vix mi spedì un suo dipinto (nella foto) e 18 poesie.
Mentre leggevo "Te ne andrai domani" vedevo come in un fotogramma le immagini che descriveva, e mi piacque talmente tanto che glielo dissi e ridissi fino a che la mandò a un concorso nazionale di poesia.
L'altro giorno mi ha fatto sapere che "te ne andrai domani" è stata selezionata per la pubblicazione.
Rinnovo i complimenti al mio amico scrittore-poeta, elogio pubblicamente la sua poesia e mi congratulo con me stessa: mi sento come un cane da tartufo che ha annusato, scavato ed estratto dalla nuda terra un prezioso frutto.
Una folata di vento,
un rumore di foglie secche scagliate
negli angoli del cortile
e da oltre la ferrovia il latrare
di un cane.
Niente altro;
non mi viene nemmeno un pensiero di commossa pietà
per questa mia vecchiaia incipiente,
per questo vuoto
che solo il freddo e il vento riempiono.
Te ne andrai domani.
Lo so da mesi ormai, conto le ore,
ma voglio far finta che tu non sia mai passata
attraverso la mia vita,
e già da adesso so quello che
proverò a dirmi da domani, le bugie che mi racconterò perchè si faccia
sera, e poi di notte perchè si faccia mattina.
Vincenzo Iacoponi, in Maximiliansau, in un giorno di novembreQuesta primavera il mio amico Vix mi spedì un suo dipinto (nella foto) e 18 poesie.
Mentre leggevo "Te ne andrai domani" vedevo come in un fotogramma le immagini che descriveva, e mi piacque talmente tanto che glielo dissi e ridissi fino a che la mandò a un concorso nazionale di poesia.
L'altro giorno mi ha fatto sapere che "te ne andrai domani" è stata selezionata per la pubblicazione.
Rinnovo i complimenti al mio amico scrittore-poeta, elogio pubblicamente la sua poesia e mi congratulo con me stessa: mi sento come un cane da tartufo che ha annusato, scavato ed estratto dalla nuda terra un prezioso frutto.
domenica 13 giugno 2010
margherita seduta
Speravo che l' artista del nostro gruppetto ci facesse una lezione sull'arte di Modigliani, ma non si era preparata, e non ha saputo spiegarmi niente nemmeno su questa storia degli occhi. Ha detto che era fuori servizio.
Alla vista del dipinto "Margherita seduta", hanno tutte concordato che ci vedevano qualcosa di me. Chi per i capelli, chi per la frangetta, chi per gli occhi, chi per la bocca, chi per il collo, chi per "quell'aria da estranea al mondo". Estranea al mondo, mi piace. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei. Oggi non manca nessuna, all'appello.
Comunque, la gita della seconda età è andata bene. A parte che non abbiamo voluto dare retta al navigatore e quindi ci siamo perse, a parte che ci siamo trovate imbottigliate nel traffico di centro città in giorno di mercato, a parte che non c'era un buco dove parcheggiare la macchina, a parte il ritardo con le altre che ci aspettavano al museo, a parte che non abbiamo pranzato perchè una di noi aveva un appuntamento nel pome, a parte che quella che doveva accompagnarmi a casa ha perso le chiavi della macchina .. tutto a posto.
Mi farò prestare da C. il catalogo della mostra che le abbiamo regalato, per capirci qualcosa di quei visi.
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