| Melpomene e Calliope sotto la doccia, digitale, disegno su commissione. |
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mercoledì, aprile 01, 2015
giovedì, dicembre 25, 2014
domenica, settembre 07, 2014
domenica, agosto 31, 2014
domenica, agosto 24, 2014
lunedì, agosto 18, 2014
lunedì, gennaio 27, 2014
Venticinquemila.
25.000 lettori su Facebook, grazie anche a tutti quelli che seguono il mio fumetto qui o su Shockdom! E' sempre bellissimo celebrare questi traguardi, ancora grazie!
martedì, gennaio 14, 2014
Perché io e Rich siamo due fighi da paura, ma lui è un po' più figo di me
Ho deciso di pubblicare qui sul mio blog una critica che mi è stata mossa nei commenti su Facebook, sotto una delle tante strisce giornaliere (non importa quale, leggendo la critica si comprende bene che è stata mossa al fumetto nel complesso). Vorrei premettere che rispondendo non mi interessava tanto difendermi quanto spiegare per l'ennesima volta cos'è il mio fumetto.
Lettore - Comparando i rispettivi ritmi di disegno Bigio e Rich Burlew, Drizzit dovrebbe raggiungere il numero di "issues" di OOTS durante i prossimi 2 mesi... Ora chiederei a tutti di vedere l'evoluzione dei contenuti di entrambi i fumetti. Ebbene sì: Drizzit non esce dalla meccanica tette +beautiful +dragonball... odio quando un'opera raggiunge tali dimensioni e rimane così immatura.
Bigio - Beh cominciamo innanzitutto col dire che l'accostamento a Order of The Stick mi lusinga molto perché quando lo seguivo, al tempo, lo trovavo divertentissimo. Ho smesso di leggerlo dopo le prime 300 pagine perché la storia un po' mi annoiava, forse per colpa mia che probabilmente sono molto meno nerd di quel che penso. Comunque leggiucchiando qua e là le successive 600 pagine, si nota che i suoi "contenuti" sono sempre stati "prendi per il culo i GdR Fantasy +prendi per il culo i GdR Fantasy +prendi per il culo i GdR Fantasy" dal primo all'ultimo episodio. E' un fumetto esilarante eh... se sei un RPG-Geek. Un lettore che non ha mai giocato a un GdR fantasy immagino che lo trovi un po' indigesto. Ma non vedo perché dovrei "detestarlo" per questo, anzi lo trovo sensato perché probabilmente è così che OOTS piace ai suoi lettori, e soprattutto spero che sia così che il suo autore l'ha pensato e continua a pensarlo.
Io non penso che Drizzit sia "tette +beautiful +dragonball", più volte mi sono espresso contro i lettori che, non appena due personaggi interagiscono sul tema dell'amore, si lamentano che sta diventando una telenovela. Altrettanto ho fatto quando il mio fumetto è stato accostato a Dragonball, ai Cavalieri dello Zodiaco, a Berserk, a Star Wars o a Sailor Moon. In Drizzit ci sono tutti questi elementi, e anche di più. Ma Drizzit NON è NESSUNO di questi elementi, e nemmeno la banale unione di più di essi. In Drizzit c'è anche "prendi per il culo i GdR Fantasy" ma Drizzit non è un fumetto che prende per il culo i GdR Fantasy, come è invece OOTS. Drizzit (attenzione attenzione) è una striscia a fumetti fantasy umoristica.
Una striscia a fumetti è un preciso tipo di fumetto al quale appartengono illustri esempi come Calvin & Hobbes, Dilbert, Get Fuzzy, i Peanuts, Red Meat, e per citare italiani anche Sturmtruppen, Lupo Alberto (anche se Silver lo ha disegnato un po' in tutti i formati), Mostrip di Albo, o le strisce di Zerocalcare (che Zero pubblica su Internazionale).
Ora è vero che il caso di Drizzit è sempre stato "particolare" perché le strisce a fumetti solitamente non presentano una trama che si sviluppa di striscia in striscia (se non per poche strisce, in alcuni casi), né introspezione psicologica, né evoluzione del contesto narrativo o dei personaggi. In questo senso Drizzit è un fumetto "sperimentale", anche se non sono né il primo né l'unico autore ad averlo fatto. Però resta un fumetto la cui priorità è intrattenere a colpi di tre-quattro vignette per volta, solitamente facendo leva sull'umorismo. Drizzit quindi digerisce Beautiful, Dragon Ball e tutto cioè che fa parte della mia formazione culturale e che mi definisce come autore, e lo ripresenta ai suoi lettori cercando di essere divertente. Non è che abbia molte altre pretese.
Il fatto che sul mio blog si scatenino liti tra fan di uno o di un altro personaggio mi induce a pensare che, nonostante il mezzo narrativo frammentario e poco adatto a questo tipo di lavoro, i personaggi siano stati ben caratterizzati. Ho lavorato molto sul fatto che non siano solo "macchiette". Voglio dire: nessuno si chiede come cazzo è possibile che zio Paperone sia così avaro, né trovano stupido che lo sia ancora dopo 100 anni di fumetti Disney (evoluzione zero). Nel mio fumetto invece, quando un personaggio come Katy si dimostra coerente con se stessa, è il momento che sorgono critiche sul fatto che non si evolve abbastanza! Senza contare che in Drizzit si cerca sempre di giustificare gli atteggiamenti dei personaggi, ad esempio non si è semplicemente presentato ai lettori un Drizzit imbranato con le donne, si è cercato successivamente coi suoi trascorsi di giustificare questo suo blocco. Mi piace che i personaggi abbiano una personalità complessa e giustificata, anche quando sono prevedibili o si accostano a stereotipi. E stiamo sempre parlando -lo ribadisco ancora- di una striscia a fumetti! Avrei potuto dire: Katy è stronza. Punto. Così come Calvin è pestifero, Lucy è odiosa, il cane di Garfield è idiota, Paperoga è un cretino.
Da tutta questa riflessione scaturisce una domanda: sono forse le mie ambizioni a generare certi problemi? Forse se avessi disegnato per 4000 strisce stick-men che immersi in una pseudo-epopea fantasy infinita non fanno altro che canzonare i meccanismi dei GdR Fantasy, avrei avuto meno seccature. Ma più probabilmente chi non apprezza OOTS semplicemente non lo legge, non esige che sia ancora più eccezionale (da intendere in senso stretto) di quello che è già. Insomma a me Drizzit piace così: è un fumetto che viene accusato di parlare di "tette" dove le tette non si vedono mai; che viene tacciato di fanservice quando in 900 strisce ho disegnato solo due volte il sedere di Katy (che dovrebbe essere il suo punto forte) e mai quello di Baba; che viene accostato a Beautiful e ai cinepanettoni quando quel modo di trattare le relazioni e quel tipo di umorismo mi fanno schifo e aborro di farne uso nella mia opera; che viene accomunato a Dragon Ball quando in una striscia a fumetti inserire quel tipo di scene d'azione è un suicidio narrativo (e infatti mi vanto tantissimo ogni volta che riesco a inserire un paio di sequenze di combattimento, e capita in media ogni 200 strisce!).
Ma soprattutto Drizzit è un fumetto che si evolve, e questo voglio ribadirlo. Si evolve sia stilisticamente, perché mi riprometto di disegnare sempre meglio, che dal punto di vista della sceneggiatura, perché il fatto che Drizzit sia seguito da un grande percentuale di lettori considerevolmente più interessati agli sviluppi della trama che alle battute, mi ha spinto a elaborare archi narrativi più complessi e con più colpi di scena, e a insistere nell'approfondimento delle personalità dei protagonisti e dei loro rapporti.
Bene, spero con questo di aver portato molti lettori a conoscenza di quali sono le mie ambizioni, i miei obiettivi, le mie intenzioni riguardo Drizzit. Sono ambizioni, obiettivi e intenzioni che secondo il lettore sopra citato ho mancato del tutto. Se così fosse, mi dispiacerebbe molto. Per fortuna, io non lo credo.
Lettore - Comparando i rispettivi ritmi di disegno Bigio e Rich Burlew, Drizzit dovrebbe raggiungere il numero di "issues" di OOTS durante i prossimi 2 mesi... Ora chiederei a tutti di vedere l'evoluzione dei contenuti di entrambi i fumetti. Ebbene sì: Drizzit non esce dalla meccanica tette +beautiful +dragonball... odio quando un'opera raggiunge tali dimensioni e rimane così immatura.
Bigio - Beh cominciamo innanzitutto col dire che l'accostamento a Order of The Stick mi lusinga molto perché quando lo seguivo, al tempo, lo trovavo divertentissimo. Ho smesso di leggerlo dopo le prime 300 pagine perché la storia un po' mi annoiava, forse per colpa mia che probabilmente sono molto meno nerd di quel che penso. Comunque leggiucchiando qua e là le successive 600 pagine, si nota che i suoi "contenuti" sono sempre stati "prendi per il culo i GdR Fantasy +prendi per il culo i GdR Fantasy +prendi per il culo i GdR Fantasy" dal primo all'ultimo episodio. E' un fumetto esilarante eh... se sei un RPG-Geek. Un lettore che non ha mai giocato a un GdR fantasy immagino che lo trovi un po' indigesto. Ma non vedo perché dovrei "detestarlo" per questo, anzi lo trovo sensato perché probabilmente è così che OOTS piace ai suoi lettori, e soprattutto spero che sia così che il suo autore l'ha pensato e continua a pensarlo.
Io non penso che Drizzit sia "tette +beautiful +dragonball", più volte mi sono espresso contro i lettori che, non appena due personaggi interagiscono sul tema dell'amore, si lamentano che sta diventando una telenovela. Altrettanto ho fatto quando il mio fumetto è stato accostato a Dragonball, ai Cavalieri dello Zodiaco, a Berserk, a Star Wars o a Sailor Moon. In Drizzit ci sono tutti questi elementi, e anche di più. Ma Drizzit NON è NESSUNO di questi elementi, e nemmeno la banale unione di più di essi. In Drizzit c'è anche "prendi per il culo i GdR Fantasy" ma Drizzit non è un fumetto che prende per il culo i GdR Fantasy, come è invece OOTS. Drizzit (attenzione attenzione) è una striscia a fumetti fantasy umoristica.
| Katy dovrebbe prendere seriamente in considerazione tutti gli haters che le danno della troia, non credete? |
Ora è vero che il caso di Drizzit è sempre stato "particolare" perché le strisce a fumetti solitamente non presentano una trama che si sviluppa di striscia in striscia (se non per poche strisce, in alcuni casi), né introspezione psicologica, né evoluzione del contesto narrativo o dei personaggi. In questo senso Drizzit è un fumetto "sperimentale", anche se non sono né il primo né l'unico autore ad averlo fatto. Però resta un fumetto la cui priorità è intrattenere a colpi di tre-quattro vignette per volta, solitamente facendo leva sull'umorismo. Drizzit quindi digerisce Beautiful, Dragon Ball e tutto cioè che fa parte della mia formazione culturale e che mi definisce come autore, e lo ripresenta ai suoi lettori cercando di essere divertente. Non è che abbia molte altre pretese.
Il fatto che sul mio blog si scatenino liti tra fan di uno o di un altro personaggio mi induce a pensare che, nonostante il mezzo narrativo frammentario e poco adatto a questo tipo di lavoro, i personaggi siano stati ben caratterizzati. Ho lavorato molto sul fatto che non siano solo "macchiette". Voglio dire: nessuno si chiede come cazzo è possibile che zio Paperone sia così avaro, né trovano stupido che lo sia ancora dopo 100 anni di fumetti Disney (evoluzione zero). Nel mio fumetto invece, quando un personaggio come Katy si dimostra coerente con se stessa, è il momento che sorgono critiche sul fatto che non si evolve abbastanza! Senza contare che in Drizzit si cerca sempre di giustificare gli atteggiamenti dei personaggi, ad esempio non si è semplicemente presentato ai lettori un Drizzit imbranato con le donne, si è cercato successivamente coi suoi trascorsi di giustificare questo suo blocco. Mi piace che i personaggi abbiano una personalità complessa e giustificata, anche quando sono prevedibili o si accostano a stereotipi. E stiamo sempre parlando -lo ribadisco ancora- di una striscia a fumetti! Avrei potuto dire: Katy è stronza. Punto. Così come Calvin è pestifero, Lucy è odiosa, il cane di Garfield è idiota, Paperoga è un cretino.
| Nella striscia 794 disegnai due capezzoli. Erano più due puntini rossi su delle tette disegnate male, ma a giudicare dalle reazioni qualcuno deve essersi eccitato. Troppo. |
Da tutta questa riflessione scaturisce una domanda: sono forse le mie ambizioni a generare certi problemi? Forse se avessi disegnato per 4000 strisce stick-men che immersi in una pseudo-epopea fantasy infinita non fanno altro che canzonare i meccanismi dei GdR Fantasy, avrei avuto meno seccature. Ma più probabilmente chi non apprezza OOTS semplicemente non lo legge, non esige che sia ancora più eccezionale (da intendere in senso stretto) di quello che è già. Insomma a me Drizzit piace così: è un fumetto che viene accusato di parlare di "tette" dove le tette non si vedono mai; che viene tacciato di fanservice quando in 900 strisce ho disegnato solo due volte il sedere di Katy (che dovrebbe essere il suo punto forte) e mai quello di Baba; che viene accostato a Beautiful e ai cinepanettoni quando quel modo di trattare le relazioni e quel tipo di umorismo mi fanno schifo e aborro di farne uso nella mia opera; che viene accomunato a Dragon Ball quando in una striscia a fumetti inserire quel tipo di scene d'azione è un suicidio narrativo (e infatti mi vanto tantissimo ogni volta che riesco a inserire un paio di sequenze di combattimento, e capita in media ogni 200 strisce!).
Ma soprattutto Drizzit è un fumetto che si evolve, e questo voglio ribadirlo. Si evolve sia stilisticamente, perché mi riprometto di disegnare sempre meglio, che dal punto di vista della sceneggiatura, perché il fatto che Drizzit sia seguito da un grande percentuale di lettori considerevolmente più interessati agli sviluppi della trama che alle battute, mi ha spinto a elaborare archi narrativi più complessi e con più colpi di scena, e a insistere nell'approfondimento delle personalità dei protagonisti e dei loro rapporti.
Bene, spero con questo di aver portato molti lettori a conoscenza di quali sono le mie ambizioni, i miei obiettivi, le mie intenzioni riguardo Drizzit. Sono ambizioni, obiettivi e intenzioni che secondo il lettore sopra citato ho mancato del tutto. Se così fosse, mi dispiacerebbe molto. Per fortuna, io non lo credo.
PS non mi va di rileggere quello che ho scritto, ci saranno errori ma è tardi e in fondo sticazzi. Sono certo che capirete.
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giovedì, dicembre 26, 2013
Being half-demons today
Riporto qui di seguito l'intervista a Baba Yaga e Wally che il Time ha pubblicato questa settimana, tradotta da me medesimo (quindi perdonatemi eventuali errori di traduzione). Nota bene: questa è la versione integrale dell'intervista, che è stata pubblicata solo in parte sulla rivista cartacea. Qui ho preferito riportarla per intero, anche se è un po' lunghetta.
Esiste un luogo distante, un mondo parallelo, una dimensione alternativa alla nostra, dove la magia è qualcosa di consueto. Questo luogo potrebbe essere raggiunto facilmente se anche nella nostra realtà fosse possibile attingere al mana, una sorta di energia libera e intangibile che permea l'etere e che quindi attraversa ogni cosa materiale, compresi i corpi viventi. Gli incantatori di questa distante dimensione hanno appreso da secoli il modo di manipolare il mana, e lo utilizzano per manipolare il loro mondo così come noi utilizziamo la tecnologia. Non c'è da stupirsi quindi se per molti aspetti, quella realtà parallela ci sembra somigliare molto a una sorta di medioevo: la linea evolutiva dei popoli che vi abitano è stata sconvolta dalla scoperta del mana e della magia, e lo sviluppo di molte tecnologie per loro è stato superfluo: la medicina, le telecomunicazioni, le forme di trasporto più veloci, l'industria bellica. In questo mondo parallelo l'utilizzo della magia sostituisce il progresso scientifico e tecnologico grazie a soluzioni come gli incantesimi curativi, le divinazioni, il teletrasporto.
Anche se noi non possiamo andare da loro, loro possono giungere da noi. Ed è per questo che ringraziamo Wally e Baba Yaga, due abitanti del mondo di Gulfingar, di averci concesso questa intervista [in realtà Gulfingar è il nome del regno da cui provengono, l'intervistatore deve aver frainteso ndBigio]. L'aspetto che ci interessa approfondire con loro sono i rapporti che gli abitanti di Gulfingar hanno con i demoni, o i diavoli, cioè con gli abitanti degli inferi. Perché a quanto pare, gli abitanti degli inferi al contrario di noi sanno benissimo attraversare le dimensioni e lo fanno spesso, finendo per interagire di frequente e in maniera diretta con la storia di Gulfingar. Entrambi i nostri ospiti sono mezzo-demoni, cioè figli di un demone e di un umano. La prima domanda quindi è scontata: cosa significa essere un mezzo-demone nella società di Gulfingar?
Wally - Innanzitutto vorrei premettere che il mio personaggio, nel fumetto, non saprebbe rispondere a questa domanda, in quanto non ha piena consapevolezza di essere un mezzo-demone. Sa di esserlo, perché la sua velocità di guarigione è sovrumana e perché ha collezionato molti indizi a riguardo durante la sua vita, ma ad esempio non ha ancora capito che il suo demone interiore emerge quando assiste a strafalcioni linguistici.
Time - Se noi sbagliassimo un congiuntivo, qui in redazione, voi* vi trasformereste? [*you, ndBigio]
Wally - Lei no. Al limite mi dovrei trasformare io perché...
Baba Yaga - Wally, non intendeva "voi" nel senso di "noi" ma nel senso di "tu". Lo perdoni, per noi è una seconda lingua.
Time - Comunque la parlate benissimo.
Baba Yaga - Io devo ammettere che sto facendo uso di un incantesimo che mi dona la capacità di comprenderla e parlarla alla perfezione. Wally l'ha studiata bene, invece. Per noi è una lingua planare, tra le meno diffuse devo ammettere ma alcuni esterni ne fanno uso.
Time - Non credo di aver compreso appieno, ma ripeterei la domanda a Wally, nella certezza che ora abbia compreso che mi riferivo a voi*. [*di nuovo you, ndBigio]
Wally - Ha detto "voi" nel senso di "noi" o nel senso di...?
Baba Yaga - Si riferisce a te, idiota.
Wally - Ma usare due pronomi diversi no, eh?
Baba Yaga - Rispondi alla domanda, Wally.
Wally - No, non mi trasformerei perché l'uso provocatorio o intenzionale dell'errore, per qualche strano motivo, non innesca la metamorfosi. E' come se il demone in me capisse che l'errore è stato fatto apposta. Sarebbe ben idiota il contrario, non crede? Che si potesse scatenarlo sbagliando apposta un congiuntivo. E comunque, il mio problema con il mio demone interiore è stato definitivamente risolto.
Time - Davvero? ...non mi risulta, stando alle informazioni in mio possesso.
Wally - Sì, accade in una delle serie del fumetto che non è stata ancora pubblicata, dove io sono...
Baba Yaga - Wally, non ci è permesso rivelare dettagli della trama futura. Hai detto fin troppo.
Time - Comunque, anche se adesso il problema è risolto, non deve essere stato facile attraversare l'infanzia e l'adolescenza con questa maledizione addosso... una maledizione che, per l'appunto, deriva dal vostro* essere mezzo-demone. [*your nell'originale, ndBigio]
Wally - Vostro di chi?
Baba Yaga - Tuo.
Wally - Ah... sì certo.
Quando ero piccolino, il demone non usciva spesso. La mia infanzia è stata relativamente tranquilla devo dire, certo ogni tanto qualche mio compagno di classe veniva trovato morto, dilaniato e sepolto nella neve, ma si trattava di eventi sporadici. Il demone cominciò a farsi più presente con l'adolescenza, e soprattutto in relazione agli strafalcioni linguistici commessi dai saggi della nostra tribù, più che dai miei coetanei. Quelli che per dare un tono altisonante al discorso usano "piuttosto che" come se fosse "oppure" ...ricordo che una volta, durante una lezione di caccia allo smilodonte, ebbi un'improvvisa amnesia e al mio risveglio due dei miei compagni avevano le teste scambiate e il maestro cacciatore era stato ripiegato come una t-shirt e riposto in un cassetto della cattedra. Fu la prima volta che sopravvisse qualcuno alle mie "amnesie" e i miei compagni di classe mi denunciarono immediatamente ai sapienti.
Time - I sapienti sono una sorta di poliziotti?
Baba Yaga - No, erano i capi della comunità natale di Wally. Simili ai vostri politici, ma meno corrotti dalle case farmaceutiche e dai mercanti d'armi. La comunità natale di Wally era un'alleanza di piccoli villaggi di umani che vivevano al confine nord del Canades, i quali erano riusciti a sviluppare una cultura di livello non indifferente.
Wally - Sì, tipo che avevamo le cheerleader durante i tornei di palla-traversa.
Baba Yaga - Wally quella non è cultura...
Wally - Come no? Non hai letto nulla sugli Stati Uniti? Qui le cheerleader sono delle specie di divinità che vengono adorate durante i riti di passaggio adolescenzial...
Time - Ok... possiamo tornare al discorso della sua infanzia? Mi stava dicendo che i primi sopravvissuti alla sua trasformazione riportarono ogni cosa ai saggi del suo villaggio.
Wally - Sì, e questi decisero molto magnanimamente di chiudermi in una cassaforte e gettarmi nella fossa più profonda dell'oceano.
Time - Ecco, qui mi sembra di scorgere i primi problemi di integrazione con la gente del suo villaggio.
Wally - In effetti.
Time - Immagino che non possa raccontarci come si è liberato e come è finita la storia.
Wally - No, purtroppo si tratta di "spoiler" come dite voi, e non posso parlarne. Ma qualcosa di come sono finite le cose è già stato rivelato, nel fumetto: il mio villaggio natale è stato sterminato.
Time - E per Baba Yaga invece, l'infanzia è stata difficile?
Baba Yaga - E' un periodo che non ricordo quasi per niente. L'adolescenza è stata molto più problematica, ma anch'essa è stata un periodo così breve della mia esistenza che il suo peso è ininfluente nel bilancio della mia vita, ora come ora.
Time - E come valuta il suo essere mezzo-demone, oggi?
Baba Yaga - Indiscutibilmente si tratta di un vantaggio, nel mio lavoro. I demoni non si fiderebbero di stringere patti o alleanze con un vivente qualsiasi, mentre sono abbastanza indulgenti nei confronti dei mezzi-demoni, ben sapendo che il retaggio demoniaco può essere difficilmente ignorato.
Time - Lei collabora con i demoni? ...o con i diavoli?
Baba Yaga - Sono la stessa cosa, la distinzione è stata introdotta in un manuale di uno stupido gioco di ruolo e da allora tutti pensano di applicarla alla realtà, ma la verità è che sono quasi sinonimi. E' la stessa differenza che c'è tra "uomo" e "umano". Riguardo alla mia collaborazione con gli inferi, diciamo che ci scambiamo favori. Ma l'inferno non è un posto che visito spesso... è piuttosto difficile riuscire a tornare indietro, una volta varcate le soglie di quel regno.
Wally - Raccontagli di quella volta che ci hai trascinato la...
Baba Yaga - Spoiler, Wally! ...e comunque sì, l'ultima volta che ho visitato gli inferi è stato per dovere, e non è stato così semplice fuggirne. I lettori del fumetto lo scopriranno quando arriveranno attorno alla striscia mille.
Time - E per lei, Wally, essere mezzo-demone si è rivelato un vantaggio?
Wally - Senza dubbio. Pensi che posso guidare la scopa senza casco.
Time - Mi sembra chiaro quindi che essere mezzo-demone, al di là delle difficoltà personali legate soprattutto alla gioventù e alla scoperta di tale condizione, rivela di essere più un vantaggio sociale che uno svantaggio. Sbaglio?
Baba Yaga - Diciamo che è più facile che essere un mezzo-demone finisca per comportare dei vantaggi, ma tali vantaggi sono ben controbilanciati...
Time - ...da grandi responsabilità?
Baba Yaga - Ma non mi faccia ridere. Dall'invidia, dall'ignoranza e dalla stupidità della gente, che spesso si trasforma in odio per ciò che è diverso. Alla fine, i mezzo-demoni finiscono sempre per essere degli emarginati, delle persone costrette a esistere ai confini della cosiddetta società. Chi se ne frega delle responsabilità nei confronti di una società che ti emargina! Sapete, voi americani leggete troppi fumetti.
Time - Cosa bizzarra detta da un personaggio di un fumetto.
Baba Yaga - Io non sono il personaggio di un fumetto, ci lavoro solamente.
Wally - Ben detto, strega. Allora... chi paga la cena stasera?
Time - E come valuta il suo essere mezzo-demone, oggi?
Baba Yaga - Indiscutibilmente si tratta di un vantaggio, nel mio lavoro. I demoni non si fiderebbero di stringere patti o alleanze con un vivente qualsiasi, mentre sono abbastanza indulgenti nei confronti dei mezzi-demoni, ben sapendo che il retaggio demoniaco può essere difficilmente ignorato.
Time - Lei collabora con i demoni? ...o con i diavoli?
Baba Yaga - Sono la stessa cosa, la distinzione è stata introdotta in un manuale di uno stupido gioco di ruolo e da allora tutti pensano di applicarla alla realtà, ma la verità è che sono quasi sinonimi. E' la stessa differenza che c'è tra "uomo" e "umano". Riguardo alla mia collaborazione con gli inferi, diciamo che ci scambiamo favori. Ma l'inferno non è un posto che visito spesso... è piuttosto difficile riuscire a tornare indietro, una volta varcate le soglie di quel regno.
Wally - Raccontagli di quella volta che ci hai trascinato la...
Baba Yaga - Spoiler, Wally! ...e comunque sì, l'ultima volta che ho visitato gli inferi è stato per dovere, e non è stato così semplice fuggirne. I lettori del fumetto lo scopriranno quando arriveranno attorno alla striscia mille.
Time - E per lei, Wally, essere mezzo-demone si è rivelato un vantaggio?
Wally - Senza dubbio. Pensi che posso guidare la scopa senza casco.
Time - Mi sembra chiaro quindi che essere mezzo-demone, al di là delle difficoltà personali legate soprattutto alla gioventù e alla scoperta di tale condizione, rivela di essere più un vantaggio sociale che uno svantaggio. Sbaglio?
Baba Yaga - Diciamo che è più facile che essere un mezzo-demone finisca per comportare dei vantaggi, ma tali vantaggi sono ben controbilanciati...
Time - ...da grandi responsabilità?
Baba Yaga - Ma non mi faccia ridere. Dall'invidia, dall'ignoranza e dalla stupidità della gente, che spesso si trasforma in odio per ciò che è diverso. Alla fine, i mezzo-demoni finiscono sempre per essere degli emarginati, delle persone costrette a esistere ai confini della cosiddetta società. Chi se ne frega delle responsabilità nei confronti di una società che ti emargina! Sapete, voi americani leggete troppi fumetti.
Time - Cosa bizzarra detta da un personaggio di un fumetto.
Baba Yaga - Io non sono il personaggio di un fumetto, ci lavoro solamente.
Wally - Ben detto, strega. Allora... chi paga la cena stasera?
domenica, dicembre 22, 2013
Artigianato e Creatività
Da un po' avevo in mente di scrivere questo post, un po' per riassumere quello che mi capita spesso di ripetere quando giro per le fiere o quando vengo invitato a presentare i miei fumetti da qualche parte. Mi capita spesso di sentir parlare di "genialità" o di "avere un dono" e quando alzo gli occhi magari incrocio quelli di un bambino che vorrebbe fare anche lui il fumettista ma la mamma lì vicino gli ha appena fatto notare che io sono "speciale" e che con certe predisposizioni ci si nasce, e quindi niente, 'sto povero ragazzino dovrà rassegnarsi e fare l'ingegnere.
Ma non è così. Esiste una cosa che è la creatività, l'inventiva, l'immaginazione, la fantasia. Quella è una dote che, anche se non innata, deriva in parte dalla propria personalità. Poi naturalmente si somma alle esperienze, ai traumi, alla conoscenza, a tutto ciò che costruisce e decostruisce un individuo. E il risultato è la capacità di tirar fuori un'idea brillante, una battuta sagace, un pensiero originale, un collegamento inaspettato. C'è del caos e c'è parte di noi stessi. Ecco la creatività è il vero dono, un dono della vita, di quello che abbiamo vissuto, di come siamo cresciuti, e il risultato siamo noi. Sono io.
Il disegnare invece, così come lo scrivere, o il dipingere, o lo scolpire, o il ricamare, il danzare, il cucinare, l'intagliare legno, il forgiare metalli... è un artigianato. E come tutte le forme di artigianato si possono apprendere, esercitare, migliorare e perfezionare. Ci vuole tempo, dedizione e testardaggine, ma sono alla portata di tutti. La prova vivente di questa "teoria" sono io, che senza anni di scuole di fumetto o corsi di disegno sono passato dal tratto precario delle prime strisce di Drizzit fino a quello delle ultime, e delle ultime illustrazioni. E ce n'è ancora tantissima di strada da fare, non sono che un dilettante paragonato ai maestri che navigano nel mio stesso mare.
A riguardo, trovo tra l'altro che le critiche siano non solo sopportabili, ma addirittura gradite e utili. Mi piace leggere "il braccio destro è troppo grande" perché mi sprona a ricontrollare, verificare se è vero, e alla fine ammettere che il commentatore critico ha ragione (oppure no). E la volta successiva che disegno un braccio ci farò sicuramente più attenzione. Invece, le "critiche" che riguardano la creatività non solo sono fastidiose, ma anche stupide e inutili. Di tanto in tanto mi capita, scorrendo i commenti ai miei lavori, di leggere "non mi fa ridere" oppure "non ci trovo niente di divertente", o cose simili. Commenti del genere non hanno senso. Un commento non deve per forza essere costruttivo, intendiamoci (anzi a dir la verità non deve nemmeno avere un senso), ma quando leggo un commento del genere penso: cosa dovrei fare, svitarmi il cervello e sostituirlo?
Il mio senso umorismo è parte della mia creatività, è un composto chimico di vissuto, letto, guardato al cinema, amato e detestato. Non si può "migliorare l'umorismo" su base volontaria, nel senso che non si possono avere idee migliori solo perché lo si desidera. Si può limare una battuta, riformularla, lavorarci, confezionarla, esaltarla... ma l'idea della battuta ti deve venire! Inoltre, questo vale la pena considerarlo, non si può cambiare umorismo a meno che non lo si voglia. Se una mia striscia viene pubblicata, è probabile che io la ritenga divertente. Non tutte sono divertenti allo stesso modo, alcune più di altre, ma se una battuta mi fa schifo è chiaro che non la inserirò in una vignetta o in una striscia. Quindi tutto quello che pubblico è divertente, per me. Come dice Daniele Luttazzi, è il comico che misura la propria comicità, è a lui stesso che devono piacere per primo le battute che fa.
Il mio umorismo è quindi mio e basta. Le strisce di Drizzit, The Author o Giggi il Pollo faranno sganasciare dal ridere alcuni, sorridere altri, e altri ancora non rideranno affatto o le troveranno addirittura detestabili. Sono due anni che pubblico strisce e ancora oggi, rileggendole da capo, noto che il mio umorismo è sempre lo stesso: è composto da tutto ciò che ritengo esilarante, brillante e buffo, e da niente di ciò che trovo degradante, umiliante o offensivo. Come è giusto che sia. Quindi se qualcuno non trova divertente il mio umorismo, può leggere altro.
Non farei questo discorso se non fossi sicuro di essere ancora in quella fase che alcuni autori chiamano "passione creativa". Sono certo che arriverà il momento in cui, dopo aver raccontato tutto quello che ho dentro, mi ritroverò a sbattere la testa al muro per farmi venire un'idea interessante. Per adesso però, ne siamo ben distanti. Il più delle volte mi lamento del fatto che non ho abbastanza tempo per lavorare (e disegno 6-8 ore al giorno), chi mi conosce lo sa bene. Mi trovo nella situazione di chi soffre perché le proprie mani non sono capaci di lavorare al ritmo del proprio cervello. Ogni volta che ho una buona idea per una vignetta, una striscia, un disegno, una illustrazione, un racconto... questa si mette in fila, con il numeretto, e aspetta il suo turno. C'è una priorità, e capita che alcune di queste idee rimangano in fila per mesi prima che tocchi a loro.
Ecco, ad esempio questo post che volevo scrivere. Ce l'avevo in testa da mesi, ma è rimasto lì, al buio, al aspettare che lo chiamassi. Finalmente è toccato a lui. Adesso ho finito di scriverlo. Avanti il prossimo.
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sabato, dicembre 21, 2013
Buon quello che vi pare!
C'è chi festeggia tradizionalmente e chi detesta le feste perché sono diventate solo una "roba commerciale", c'è chi si scambia gli auguri il 21 perché è durante il solstizio d'inverno che cade la vera festa di Yule che poi è divenuta Natale; poi c'è chi parte e se ne va in vacanza e per lui le feste sono feste, e sticazzi di chi è il festeggiato. Infine ci sono io che me ne starò a casa con Talia e Alonso, che comunque fanno tanta compagnia, e magari riuscirò a disegnare la striscia di Drizzit numero 1000 alla quale sono appena arrivato.
Mi sembrava comunque giusto augurare a tutti buone feste anche qui sul blog, dove passano tutti quelli che "io non ce l'ho facebook" e magari anche qualcuno di quelli che facebook ce l'ha ma preferisce leggersi le strisce di Drizzit tutte insieme una volta a settimana, oppure segue questo blog perché gli piace curiosare tra gli affari che l'autore mette online di tanto in tanto. Ecco, tra le altre cose, ho un post in sospeso da qualche giorno... anche a questo servono le vacanze: a recuperare il lavoro che non si è riusciti a finire durante i giorni di lavoro!
Auguri a tutti!
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giovedì, dicembre 12, 2013
Baba Wallpaper delle feste
| Per scaricare la versione a dimensioni originali, clicca col destro e seleziona "apri in un altra pagina" |
Questa illustrazione l'ho realizzata un po' di tempo fa, quando nel tentativo di imparare il più velocemente possibile le tecniche di colorazione di Manga Studio (l'avevo appena acquistato) ero alla ricerca di soggetti per fare pratica. Presi una famosa pinup (la vedete qui a fianco) e la "rifeci" in versione Baba Yaga, cercando di sperimentare il più possibile le opzioni di pennelli e di chiaroscuro del mio nuovo programmino. L'ho tenuta nel computer finora e mi sembra giusto condividerla in occasione delle feste!
lunedì, novembre 04, 2013
The (short & cute) dark elf wannabe-wife
Un paio di mesi fa, durante un incontro con i fan, realizzai, su suggerimento di uno di loro, il disegno di una "Baba Pin-up" seduta su una lavatrice. L'idea era buonissima e mi ripromisi subito di creare una illustrazione dello stesso tipo non appena avessi tempo.
Pochi giorni fa ho acquistato Manga Studio 5 e ho cominciato a prendere confidenza con i nuovi pennelli e con le varie opzioni del programma. Riprendere quell'idea e realizzarla mi sembrava un buon modo di impratichirmi con il tutto. Ecco quindi che viene alla luce questa bizzarra illustrazione di Drizzit, per metà sexy, per metà pubblicità fittizia di una lavatrice.
Ho pensato che, vista la situazione attuale nel fumetto, l'illustrazione potesse in qualche modo rappresentare il desiderio distorto di Baba Yaga di "accasarsi" con Drizzit, da cui il titolo: la "vorrei-essere-moglie" del (piccolo e carino) elfo scuro. Mi piaceva anche come suonava. Ma in realtà si tratta solo di uno dei miei tanti "esercizi" per migliorare tecnica e tratto.
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lunedì, ottobre 21, 2013
Il nuovo abito di Dorna
Come già annunciato nel mio precedente post, sabato scorso ho indetto un piccolo contest+giveaway per decidere assieme ai miei lettori il nuovo abito di Dorna (un personaggio in procinto di ritornare, nella prossima serie di Drizzit).
L'iniziativa ha riscosso un bel successo, circa una novantina di proposte anche se poi qualcuna l'ho dovuta scartare per colpa di piccolezze relative al regolamento. Comunque mi sono arrivati tantissimi spunti, idee, suggerimenti freschissimi. Così ho cominciato a ridisegnare alcune proposte, per rendermi effettivamente conto della loro adeguatezza. Alcune erano troppo complesse, altre per quanto bellissime mi creavano dei problemi nel posizionarle (e questo risvolto, quando alza le braccia, dove va a finire?). Alla fine le soluzioni più semplici mi parevano le più meritevoli, anche se c'era qualche dettaglio qua e là che mi dispiaceva scartare.
Così, ho deciso di premiare più di un lettore! ...beh non proprio. Diciamo che un vincitore c'è, ed è Lucia Amantini. Il suo abito è semplice, adatto ad una striscia a fumetti, perfetto per il personaggio in questione, facile da disegnare, caratterizzante quanto basta. E il colore dell'abito, quel verde-grigio spento (...tortora mortammazzata?) mi ha spinto ad aggiungerlo alla mia palette predefinita del Photoshop! Però ho apportato delle modifiche. La parte inferiore dell'abito ho preferito mantenerla di colore scuro (nelle strisce non si vedrà quasi mai, e comunque è importante che non attiri troppo l'attenzione), mentre la parte superiore mi sembrava un po' troppo scarna.
Così ho rubacchiato un paio di idee ad altri due lettori. Alex Torregiani aveva proposto una borsa a tracolla pesante che mi è subito piaciuta: Dorna non possiede il borsello dimensionale che Baba Yaga ha regalato agli altri, quindi potrebbe esserle utile una borsa. Sono sicuro che mi pentirò di questo dettaglio, mi complicherà molto la vita come disegnatore, ma era proprio adeguato. Altro suggerimento rubacchiato: la fascia in vita con fibbia di cristallo magico, che avevo visto nella proposta di Helen. Nel suo nuovo abito, anche Dotto indossa qualcosa del genere, ma con una fibbia metallica e meno femminile. Siccome Dorna è la controparte femminile di Dotto (nonché la sua compagna) mi è sembrato bello che possedesse qualcosa di simile. Inoltre in questo modo si evita la solita cinta di cuoio con fibbia, dettaglio fin troppo utilizzato.
Alla vincitrice andrà questo disegno, realizzato con acrilico e pantoni su cartoncino, nel quale ho riprodotto per la prima volta Dorna con il suo nuovo abito. Per gli altri due realizzerò un altro paio di piccoli disegni, per ringraziarli del contributo! Chiaramente ringrazio anche tutti coloro che hanno partecipato: adesso ho una specie di "guardaroba virtuale" dal quale pescare nuovi abiti per Dorna ogni volta che ne avrò bisogno. Grazie davvero!
Alla prossima.
L'iniziativa ha riscosso un bel successo, circa una novantina di proposte anche se poi qualcuna l'ho dovuta scartare per colpa di piccolezze relative al regolamento. Comunque mi sono arrivati tantissimi spunti, idee, suggerimenti freschissimi. Così ho cominciato a ridisegnare alcune proposte, per rendermi effettivamente conto della loro adeguatezza. Alcune erano troppo complesse, altre per quanto bellissime mi creavano dei problemi nel posizionarle (e questo risvolto, quando alza le braccia, dove va a finire?). Alla fine le soluzioni più semplici mi parevano le più meritevoli, anche se c'era qualche dettaglio qua e là che mi dispiaceva scartare.
Così, ho deciso di premiare più di un lettore! ...beh non proprio. Diciamo che un vincitore c'è, ed è Lucia Amantini. Il suo abito è semplice, adatto ad una striscia a fumetti, perfetto per il personaggio in questione, facile da disegnare, caratterizzante quanto basta. E il colore dell'abito, quel verde-grigio spento (...tortora mortammazzata?) mi ha spinto ad aggiungerlo alla mia palette predefinita del Photoshop! Però ho apportato delle modifiche. La parte inferiore dell'abito ho preferito mantenerla di colore scuro (nelle strisce non si vedrà quasi mai, e comunque è importante che non attiri troppo l'attenzione), mentre la parte superiore mi sembrava un po' troppo scarna.
Così ho rubacchiato un paio di idee ad altri due lettori. Alex Torregiani aveva proposto una borsa a tracolla pesante che mi è subito piaciuta: Dorna non possiede il borsello dimensionale che Baba Yaga ha regalato agli altri, quindi potrebbe esserle utile una borsa. Sono sicuro che mi pentirò di questo dettaglio, mi complicherà molto la vita come disegnatore, ma era proprio adeguato. Altro suggerimento rubacchiato: la fascia in vita con fibbia di cristallo magico, che avevo visto nella proposta di Helen. Nel suo nuovo abito, anche Dotto indossa qualcosa del genere, ma con una fibbia metallica e meno femminile. Siccome Dorna è la controparte femminile di Dotto (nonché la sua compagna) mi è sembrato bello che possedesse qualcosa di simile. Inoltre in questo modo si evita la solita cinta di cuoio con fibbia, dettaglio fin troppo utilizzato.
Alla vincitrice andrà questo disegno, realizzato con acrilico e pantoni su cartoncino, nel quale ho riprodotto per la prima volta Dorna con il suo nuovo abito. Per gli altri due realizzerò un altro paio di piccoli disegni, per ringraziarli del contributo! Chiaramente ringrazio anche tutti coloro che hanno partecipato: adesso ho una specie di "guardaroba virtuale" dal quale pescare nuovi abiti per Dorna ogni volta che ne avrò bisogno. Grazie davvero!
Alla prossima.
sabato, ottobre 19, 2013
Il ritorno di Dorna
Di recente mi è capitato di ultimare questo disegno su commissione di Dorna (con compagno animale un San Bernardo). Nel ridisegnarla mi sono reso conto che, ai tempi della sua prima apparizione, non mi ero speso tanto nel disegnarle gli abiti. Dorna indossava una specie di "abito standard" che infilavo a tutte le comparse, fatta eccezione per il pellicciotto (simile a quello di Drizzit) e al bastone. Forse non mi aspettavo che il suo personaggio divenisse uno dei protagonisti ricorrenti, quindi l'avevo un po' trascurata.
Successivamente, ogni volta che mi ritrovavo a disegnarla, finivo per cambiare qualche dettaglio. A volte ha un panciotto marrone, a volte la tunica è tutta gialla, a volte ha un perizoma, altre volte i pantaloni scuri. Un po' è stata la dimenticanza, un po' anche la voglia di sperimentare, di cercare un look diverso con il quale presentarla.
Infine, scrivendo la sceneggiatura della nuova serie (dal titolo ancora ignoto) mi sono ritrovato a valutare l'ipotesi di un suo ritorno. Nel qual caso, mi piacerebbe che il suo look fosse rinnovato, se non altro per darle quell'importanza che meritava e che non ha avuto. Purtroppo, come ben sapete, nel definire i look dei personaggi sono un po' una schiappa. Mi faccio sempre prendere troppo dalle mie esigenze: pochi dettagli, facili da memorizzare e riprodurre, concentrati più che altro nella parte superiore del personaggio, e mantenere sempre i colori caratterizzanti. Questo perché Drizzit è una striscia a fumetti, e nel 90% dei casi i personaggi saranno disegnati piccoli, di 3/4 e mezzobusto, quindi è inutile esagerare nei particolari o aggiungere fronzoli laddove probabilmente non saranno quasi mai inquadrati. Queste poche regole mi hanno sempre indotto a giocare con gli stessi elementi di vestiario: mantelli, guanti, diademi, spalline, riducendo tra l'altro di molto le possibilità grafiche.
Stamattina ho pensato che avrei potuto coinvolgere i lettori di Drizzit, così come ho fatto anche in precedenza (per gli abiti nuovi di Baba, Drizzit, Katy e Dotto). E poi l'ultimo contest lanciato dalla pagina di Drizzit ha avuto un sacco di partecipazione ed è stato accolto con estremo entusiasmo. Quindi credo che unirò le due cose e sfrutterò l'idea del contest per valutare nuove idee per il futuro outfit di Dorna. Ma frenate le matite! ...le regole saranno annunciate oggi pomeriggio alle 16.00 e fino ad allora vi conviene aspettare. Premio per il vincitore: un disegno originale dell'autore. Se siete interessati, vi consiglio di tenere d'occhio la pagina di Facebook di Drizzit (trovate il link qui a fianco).
A presto!
giovedì, settembre 26, 2013
Sabato e Domenica al CUSplay
Nel prossimo weekend sarò a Pisa per il CUSplay. Per l'occasione ho disegnato (e continuo a disegnare) robe in analogico. Come dico sempre, sono una vera pippa con la matita e il pennarello. Non che in digitale io sia un mostro eh, ma quando disegno in analogico mi manca tantissimo la possibilità di tornare indietro, quella di modificare le proporzioni, quella di cancellare una parte colorata e ricolorarla di nuovo. Ehhhhh.
Nonostante tutte le mie difficoltà, qualcosina di carino ne esce. Certo i pennarelli pantone costano un occhio della testa e si esauriscono a velocità inaudita, e la carta su cui disegno (spessa, per acquarelli) non è esattamente economica... ma dopo aver finito un quadruccio non riesco a pentirmi dei soldi che ci ho buttato. Oltre che del tempo. Tra l'altro questo è il motivo per cui non posso vendere certi quadrucci a prezzi contenuti. Se ogni quattro disegni esaurisco sei pennarelli, occorre che almeno ci rientri coi costi. Ma questo i lettori credo che lo sappiano.
Insomma se passerete al CUSplay questo sabato e domenica, ci troverete me intento a firmare dediche sui miei albi, e se la pigrizia non l'avrà vinta anche con qualche bel disegno da piazzare. Tra l'altro domenica ci sarà anche Manu Tonini, autore di Deficients & Dragons. Quindi occasione ghiottissima per fare incetta di disegni originali firmati dagli autori!
lunedì, settembre 02, 2013
Stilish Katy Sacrifice Contest
Già da tempo avevo programmato di lanciare questo contest, e avevo preparato tutto il necessario. Il giorno del lancio sarebbe stato quello della pubblicazione della striscia 786, quella con Katy pronta ad essere sacrificata e i due diavoli intenti a decidere in che modo sarebbe più opportuno vestirla (la striscia in questione, per comodità, ve la riporto qui a fianco). Si trattava di prendere l'immagine che avevo preparato, con la silouette di Katy pronta al sacrificio, e aggiungere la propria proposta di abito. La migliore avrebbe vinto un disegno da me realizzato.
Purtroppo per una serie di coincidenze, la striscia che avrebbe dato il via al concorso è stata pubblicata proprio all'inizio di un weekend per me densissimo di impegni: sono stato a Salerno per il Salerno In Fantasy e poi a Orvieto al Cosplay Behind The School 2 organizzato dalla Bottega della Iucci. Insomma mentre nella casella di posta elettronica di Drizzit si accumulavano decine e decine di messaggi con le proposte dei lettori io ho trascorso giornate intere a incontrare i fan del fumetto che sono venuti a conoscermi di persona. Ho firmato dediche, ho disegnato, ho chiacchierato con quelli di voi che sono passati a trovarmi... e poi ogni sera, da giovedì in poi, tornando a casa (o in albergo) mi sono ritrovato a scaricare e selezionare tutte le alternative di Katy che mi sono state mandate!
Avrei dovuto selezionare un vincitore due giorni fa, ma ad oggi non sono ancora riuscito a valutarle le proposte con attenzione. Mi preparo a farlo adesso, a mezzanotte passata di domenica. E per prima cosa, vorrei mettere in chiaro i criteri che mi hanno permesso di stabilire, tra le tante illustrazioni, quali meritavano davvero di vincere:
1) Il concorso scaturisce come una "estensione" della striscia 786, dove i due diavoli si improvvisano "stilisti" e cambiano d'abito a Katy alla ricerca dello stile giusto. Non le stanno provando costumi o travestimenti, le stanno facendo indossare degli abiti a tema, giocando un po' con gli stereotipi, ma senza trasformare il rogo in un cosplay contest delle vittime. Per questo la prima "scrematura" delle proposte inviatemi si basa su questo presupposto: niente travestimenti. Ad esempio, un abito da "archeologo anni '30" andrebbe bene, ma non uno da "Indiana Jones". Più semplicemente, qualsiasi abito che avrebbe potuto essere inserito come continuazione della striscia 786 è stato considerato come possibile vincitore, altrimenti è stato scartato.
2) L'importante è l'abito, non la battuta. Non era un contest per chi fa più ridere, bensì un vero concorso sul miglior vestito. Quindi per quanto possa far ridere una Katy con una foca monaca incollata sopra, ho deciso che tutte le proposte del genere potevano essere scartate, a favore di quelle in cui davvero si è fatto attenzione al taglio dell'abito, agli accessori, alla cura nei dettagli... insomma al vestito, e non a farsi due risate. D'altro canto il concorso diceva proprio "il miglior abito sarà premiato" e non "quello che fa più ridere sarà premiato", quindi mi è sembrato corretto procedere in questo modo.
3) Naturalmente la cura e la fattura dell'abito non era la sola cosa indispensabile: occorreva anche che l'abito corrispondesse appunto a uno stereotipo. Abiti bellissimi ma senza riferimenti sono stati quindi scartati, lasciando in concorso per la vittoria solo quelli dove la splendida fattura dell'abito era coniugata con la pertinenza a uno stereotipo. Lo stesso gioco cioè che stavano facendo i due diavoli con Katy.
Applicando questi tre principi ho operato una prima selezione quasi automatica. E poi naturalmente, ho proceduto per puro gusto personale: tra quelle rimaste, ho scelto le proposte che mi piacevano di più, del tutto arbitrariamente.
Ora, fermo restando tutto quello che ho scritto... devo assolutamente ammettere mi sono davvero divertito a sfogliare tutte le proposte che mi sono state mandate! Per alcune ho riso da solo come un cretino, altre erano talmente ben disegnate e ben realizzate che io stesso non avrei mai potuto pensare di meglio. Insomma, mi sento di fare i complimenti a TUTTI, e dico davvero a TUTTI i partecipanti al contest (che sono stati davvero tanti, più di centocinquanta!). Siete stati tutti bravissimi.
Queste cinque qui di seguito sono le "opere" che ho selezionato come finaliste. Tra queste sceglierò un vincitore (o una vincitrice) entro brevissimo tempo.
[EDIT - 3 Settembre 2013] Come annunciato proprio poco fa nella pagina FB di Drizzit, la vincitrice è Vanessa D'Ambrosio con la sua "Katy Pastorella". Congratulazioni Vanessa e grazie a tutti i partecipanti del contest!
Avrei dovuto selezionare un vincitore due giorni fa, ma ad oggi non sono ancora riuscito a valutarle le proposte con attenzione. Mi preparo a farlo adesso, a mezzanotte passata di domenica. E per prima cosa, vorrei mettere in chiaro i criteri che mi hanno permesso di stabilire, tra le tante illustrazioni, quali meritavano davvero di vincere:
1) Il concorso scaturisce come una "estensione" della striscia 786, dove i due diavoli si improvvisano "stilisti" e cambiano d'abito a Katy alla ricerca dello stile giusto. Non le stanno provando costumi o travestimenti, le stanno facendo indossare degli abiti a tema, giocando un po' con gli stereotipi, ma senza trasformare il rogo in un cosplay contest delle vittime. Per questo la prima "scrematura" delle proposte inviatemi si basa su questo presupposto: niente travestimenti. Ad esempio, un abito da "archeologo anni '30" andrebbe bene, ma non uno da "Indiana Jones". Più semplicemente, qualsiasi abito che avrebbe potuto essere inserito come continuazione della striscia 786 è stato considerato come possibile vincitore, altrimenti è stato scartato.
2) L'importante è l'abito, non la battuta. Non era un contest per chi fa più ridere, bensì un vero concorso sul miglior vestito. Quindi per quanto possa far ridere una Katy con una foca monaca incollata sopra, ho deciso che tutte le proposte del genere potevano essere scartate, a favore di quelle in cui davvero si è fatto attenzione al taglio dell'abito, agli accessori, alla cura nei dettagli... insomma al vestito, e non a farsi due risate. D'altro canto il concorso diceva proprio "il miglior abito sarà premiato" e non "quello che fa più ridere sarà premiato", quindi mi è sembrato corretto procedere in questo modo.
3) Naturalmente la cura e la fattura dell'abito non era la sola cosa indispensabile: occorreva anche che l'abito corrispondesse appunto a uno stereotipo. Abiti bellissimi ma senza riferimenti sono stati quindi scartati, lasciando in concorso per la vittoria solo quelli dove la splendida fattura dell'abito era coniugata con la pertinenza a uno stereotipo. Lo stesso gioco cioè che stavano facendo i due diavoli con Katy.
Applicando questi tre principi ho operato una prima selezione quasi automatica. E poi naturalmente, ho proceduto per puro gusto personale: tra quelle rimaste, ho scelto le proposte che mi piacevano di più, del tutto arbitrariamente.
Ora, fermo restando tutto quello che ho scritto... devo assolutamente ammettere mi sono davvero divertito a sfogliare tutte le proposte che mi sono state mandate! Per alcune ho riso da solo come un cretino, altre erano talmente ben disegnate e ben realizzate che io stesso non avrei mai potuto pensare di meglio. Insomma, mi sento di fare i complimenti a TUTTI, e dico davvero a TUTTI i partecipanti al contest (che sono stati davvero tanti, più di centocinquanta!). Siete stati tutti bravissimi.
Grazie per aver partecipato!!!
Queste cinque qui di seguito sono le "opere" che ho selezionato come finaliste. Tra queste sceglierò un vincitore (o una vincitrice) entro brevissimo tempo.
[EDIT - 3 Settembre 2013] Come annunciato proprio poco fa nella pagina FB di Drizzit, la vincitrice è Vanessa D'Ambrosio con la sua "Katy Pastorella". Congratulazioni Vanessa e grazie a tutti i partecipanti del contest!
martedì, agosto 20, 2013
Appuntamenti di fine Estate
Tra la fine di Agosto e le prime settimane di settembre, sembra che avrò un po' da fare tra fiere ed eventi organizzati che mi vedranno partecipare come ospite. Mi piace andare in giro e incontrare i miei lettori, trovo che sia parte integrante del mio lavoro. Un autore di fumetti lavora recluso in casa per buona parte del giorno, e senza l'incontro con coloro che apprezzano il proprio fumetto si perderebbe tanto del lato "umano" di questa professione.
Negli ultimi 3 giorni di Agosto parteciperò al Salerno In Fantasy, mentre domenica 1° settembre mi troverete a Orvieto per il Cosplay Behind The School. Successivamente sarò a Prato il weekend del 14-15 settembre per il Prato Comics + Play 2013 e la settimana successiva, più precisamente Sabato 21 Settembre, sarò ospite della fumetteria Guruguru a Torino.
Naturalmente, per chi di voi possiede Facebook, il modo migliore per rimanere aggiornati su ognuno di questi eventi è seguirli nella sezione eventi della pagina di Drizzit.
Altri appuntamenti saranno comunicati più in là (ai miei lettori toscani non mancherà di certo l'occasione di conoscermi!), e posso sin da ora anticipare che ovviamente sarò anche a Lucca, assieme alla casa editrice che pubblica Drizzit. Invito comunque tutti coloro che ci riescono a incontrarmi altrove, perché a Lucca c'è sempre troppa gente per i miei gusti e il "lato umano" che menzionavo all'inizio di questo post rischia di venire a mancare totalmente...
venerdì, agosto 02, 2013
Le idee strambe
Passando davanti al calendario, ieri mattina, mi sono reso conto che eravamo ad Agosto. Ho girato pagina e ci ho trovato l'illustrazione di Drizzit e Katy al mare che realizzai l'anno scorso di questi tempi, e che poi è finita nel calendario di Drizzit 2013. Come è ovvio, ho provato un po' di disgusto. Drizzit è troppo muscoloso, Baba Yaga (che svolazza sopra di loro) è storta, e gli effetti di luce sono eccessivi. Insomma una illustrazione che ora come ora cestinerei. Ma non fu così un anno fa, quando mi sembrava di aver prodotto la più bella immagine di sempre.
Credo sia naturale per un disegnatore, trovare il proprio disegno precedente (anche se fatto due minuti prima) di qualità inferiore a quello che sta facendo proprio in questo momento. Ma quando ci passa in mezzo un anno, le differenze di tecnica e tratto si fanno molto più evidenti. Insomma per quanto io non possa essermi evoluto molto, l'immagine di luglio sul calendario di Drizzit 2013 mi ha fatto venire voglia di fare un'altra illustrazione "estiva" di Drizzit.
Mi sono concentrato soprattutto su Drizzit, visto che nell'immagine dell'anno scorso era venuto muscoloso e sgraziato. Non è così che me lo immagino, quindi meritava una illustrazione senza vestiti che chiarisse la mia idea delle sue bizzarre proporzioni. E proprio a questo punto mi sono ricordato della domanda che i lettori mi hanno già posto più volte: ma perché Drizzit ha i piedoni?
Già, perché? Non c'è un perché, in realtà. Disegnandolo tappetto e deformato, mi è venuto sempre di disegnarlo coi piedi grossi. Nelle strisce tra l'altro, questo dettaglio non si vede quasi mai. Possiamo dire che Drizzit ha i piedi grossi per lo stesso motivo per cui Wally ha il mento a punta e Baba Yaga ha i capelli a cresta. Cioè siamo in un fumetto, e mi è venuto di disegnarli così. Non mi è mai capitato di chiedermi come mai Snoopy è macrocefalo, oppure perché Lupo Alberto è blu. L'ho trovata una curiosità bizzarra da parte dei lettori, e ho pensato che una domanda del genere sarebbe stata bene come battuta per Katy: lei non smette mai di alimentare i complessi di Drizzit, credo lo faccia involontariamente, il più delle volte.
Ecco quindi l'illustrazione di oggi.
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martedì, luglio 16, 2013
Drizzit @ Muso Rock Festival!
Sarò al MUSO Rock Festival di Oriolo Romano (Viterbo) il prossimo weekend, da venerdì 19 a domenica 21, dalle 18.00 a notte tarda. Assieme a me ci saranno disegnatori, illustratori e fumettisti del calibro di Marco Cosentino, Davide "Dado" Caporali e Silvia Crocicchi. Date un'occhiata ai rispettivi blog per rendervi conto!
Essendo un festival della musica, noi siamo un po' la "ciliegina sulla torta". L'evento sarà incentrato principalmente sui concerti delle band che si succederanno sul palco (e siccome di musica non ne capisco una cippa-lippa, non posso consigliarvi nulla se non di dare un'occhiata al sito del MUSO stesso).
Concludo con una super-notizia: probabilmente troverete in vendita in assoluta anteprima il secondo volume di Drizzit, e cioè Drizzit - Legami di Sangue, fresco fresco di stampa. Sarò lì per spacciarlo come fossero caramelle, e naturalmente per fare disegnini e dediche a tutti coloro che verranno a trovarmi!
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