Actuellement sur le Cultur@ctif
Les invités du mois : Jean Richard (Editions d'en bas), Sabine Dörlemann (Dörlemann Verlag), Thomas Heilmann (Rotpunktverlag), Fabio Casagrande (Edizioni Casagrande) - Les Livres du mois : Fabiano Alborghetti : "Supernova" - Quentin Mouron : "Au point d'effusion des égouts" - Peter Stamm : "Au-delà du lac" - Mikhaïl Chichkine : "Deux heures moins dix" - Marius Daniel Popescu : "Les couleurs de l'hirondelle" - Arno Camenisch : "Ustrinkata" - Sylviane Dupuis : "Poème de la méthode" - Klaus Merz : "Die Lamellen stehen offen" - "In der Dunkelkammer" - Pietro Montorfani : "Di là non ancora" - Inédits : Elena Jurissevich : "Ce qui reste du ciel" - Erica Pedretti : "Plutôt bizarre"

 
retour page d'accueil


Alice Ceresa

Notice biographique - Bibliographie -  
Extrait de presse
- Piccolo dizionario dell'inuguaglianza femminile

Autre page sur l'auteur

Rubrique Livres du mois
La figlia prodiga e altre storie


  Notice biographique


Français

D'origine tessinoise, Alice Ceresa (1923-2001) est née à Bâle, mais la famille s'est aussitôt installée au Tessin. Après les études elle a vecu à Rome depuis 1950, elle a exercé le métier de journaliste et de lectrice au sein de la maison d'édition Longanesi. Elle a été active également en tant que traductrice. Elle a fait son entrée en littérature avec La figlia prodiga en 1967, un roman couronné par le Prix Viareggio Opera Prima.

Italiano

Nata a Basilea, da genitori ticinesi, Alice Ceresa (1923-2001) è cresciuta in Ticino. Dopo gli studi universitari si è trasferita a Roma, nel 1950, dove ha sempre vissuto, lavorando come traduttrice, giornalista e consulente letteraria per la casa editrice Longanesi. Il suo esordio risale al 1967, con La figlia prodiga, un romanzo pubblicato da Einaudi e vincitore del prestigioso Premio Viareggio Opera Prima.

 

  Bibliographie

La figlia prodiga, G. Einaudi, Torino, 1967.
La fille prodigue, trad. de l'italien par Michèle Causse, Des femmes, Paris, 1975.
La figlia prodiga e altre storie, Roma, LaTartaruga, 2005, pp. 331
 
La morte del padre, 1979.
 
Bambine, G. Einaudi, Torino, 1990.
Scènes d'intérieur avec fillettes, trad. de l'italien par Adrien Pasquali, Editions Zoé, Carouge-Genève, 1993.
Bambine : Geschichte einer Kindheit, aus dem Italienischen von Maja Pflug, eFeF-Verlag, Bern, 1997.
 
Piccolo dizionario dell'inuguaglianza femminile, Ed. Nottetempo, 2007

Traductions

Heidi : Un libro per bambini e per tutti coloro che liamano / Spyri, Johanna, acquarelli di Martha Pfannenschmid, Servizio figurine Silva, Zurigo, 1944-1946.
 
E la vita continua : romanzo / Gudmundsson, Kristmann, *hilda del Libro, Lugano, 1946.
 
L'incredibile storia di Johann il Buono : romanzo / Gerold, Casagrande, Bellinzona ; Longanesi, Milano, 1977.
 
L'Altro processo : le lettere di Kafka a Felice / Elias Canetti, (A. Mondadori, Milano, 1980) Parma : U. Guanda, 1990
 
Le quattro letterature della Svizzera / Bernhard Wenger, Pro Helvetia, Zurigo, 1985.
 
Il teatro in Svizzera / Roland Maurer, Pro Helvetia, Zurigo, 1987.
 
Danza e balletto in Svizzera / Jean-Pierre Pastori, Pro Helvetia, Zurigo, 1990.
 
Commedia / Gerold Späth, Sellerio: Palermo, 1991.

 

  Extrait de presse

Pubblico per Einaudi "La figlia prodiga" e "Bambine"

È morta a Roma Alice Ceresa, intensa scrittrice mesolcinese

È morta negli scorsi giorni a Roma Alice Ceresa, una delle esponenti più autorevoli e interessanti della letteratura della Svizzera italiana contemporanea. Ceresa, figlia di un impiegato delle ferrovie, era nata a Basilea il 25 gennaio 1923, ma era originaria di Cama, in Mesolcina.

Ceresa viveva a Roma dal 1950, dove si diede al giornalismo entrando alla casa editrice Longanesi come lettrice. Si affermò con il romanzo "La figlia prodiga" uscito da Einaudi nel 1967, con il quale ottenne il Premio Viareggio, inaugurando per quell'editore una nuova collana sperimentale, "La ricerca letteraria". Nel 1979 mandò in stampa il racconto "La morte del padre", mentre nel 1990, sempre per Einaudi, publicò un nuovo romanzo, "Bambine", accolto favorevolmente dalla critica.

Della sua prima opera su "Strumenti critici" Maria Corti disse: "C'è chi guarda alberi in fiore per scirvere un trattato di botanica e chi osserva uomini che vivono o muoiono per scrivere un trattato sui vizi e le virtù degli uomini: ma c'è anche Alice Ceresa che contempla degli ipotetici genitori e un'ipotetica figlia prodiga per ricavare da un complesso astratto di possibili situazioni il suo trattato sulla prodigalità della figlia prodiga. La materia del libro, quindi, si risolve in un astratto al quadrato".

A proposito di "Bambine" Alice Vollenweider commentò: "L'autrice adopera, nel suo Bildungsroman negativo, l'obiettività neutrale che aveva già caratterizzato "La figlia prodiga". Il suo stile non mira all'individuale, quello che le importa è il carattere esemplare di ciò che racconta".

Ceresa è stata attiva anche come traduttrice, in particolare con la versione del romanzo del sangallese Gerold Späth "L'incridibile storia di Johann il Buono".

Di Alice Ceresa proponiamo un ricordo curato da Giovanni Orelli.

A breve distanza dal Natale è arrivata, ma con le difficoltà legate alle "distrazioni" natalizie, la notizia della morte di Alice Ceresa, eccellente scrittrice della Svizzera italiana, oramai, da anni, romana. Era nata nel 1923 a Basilea, originaria di Cama, Mesolcina. Dopo esordi letterari nella Svizzera tedesca (le gioveranno tra l'altro per traduzioni da Elias Canetti et da Gerold Späth in particolare: vedi L'incredibile storia di Johann il Buono per il Casagrande de Bellinzona) si trasferirà in Italia, a Roma. E lì comincerà, in non molti ma molto intensi scritti, a "esplorare il sui petto".

Quali scritti? Elenchiamoli in fretta per sostare brevemente su quella che ci pare la sua cosa migliore: La figlia prodiga, Torino, Einaudi, 1967; La morte del padre, "Nuovi Argomenti", 62 aprile-giugno 1979, 69-92; Bambine, Torino, Einaudi, 1990.

In Bambine, con un esordio che spesso è usato da registi cinematografici, l'autrice parte da una panoramica *generica" ("Occorre disegnare, per incominciare, una piccola città") per andare presto al centro della "cosa" che le sta a cuore. Così nella prima pagina del "racconto lungo" già siamao messi di fronte a certe "operazioni infinitesimali" compiute dai componenti di un "nucleo sotto vuoto" (leggi famiglia). Quando e come, queste operazioni infinitesimali? In ogni momento, in ognidove, come quando si è "intorno al desco domestico introducendo cibo nelle varie bocche". Con le "operazioni", i pensieri, le congetture. Il quadro che ne esce è così, direi, mostruosamente preciso che se dovessi "illustrare" Bambine punterei su Egon Schiele.

A quella "deformità" rappresentativa ("introducendo cibo nelle varie bocche") si aggiunge (sto sempre alla prima pagina) una sorta di voluta trasandatezza, una sorta di "così nel mio parlar voglio essere aspro" per dirla con il Dante delle Rime per la donna Petra. Trasandatezza che si adegua, è omologa alla natura di "sotto-vuoto" che è la famiglia (come il salato del supermarket): vedi "nell'espletamento delle singole funzioni", "raccolte all'uopo".

Dalle bocche che infornanon cibo si può passare a "manine poco prensili", dove il prensili sa di scimmiesco, non escludendo il pube (p.91: "Specie se immerse nella vasca da bagno la peluria può essere pettinata e munita di scriminature in tutti i sensi...". Si può passare, in serrati andirivieni, ai componenti stessi del "nucleo sotto vuoto": alla madre per esempio ("Per la bambine naturalmente è soltanto una madre e così senza tanti complimenti non la vedono nepure."), al padre ("Quest'uomo comunque appare correttamente impantalonato senza sfoggio di alcun pacchetto in vista, ma fieramente inalberando baffi mostruosi". "Se le figlie non avessero il problema dei denti e dei capelli non avrebbero probabilmente il problema del padre.").

Che libri come Bambine e La Figlia prodiga siano stati publicati dalla Einaudi à già una garanzia "esterna" del valore di un scrittrice come la mesolcinese Alice Ceresa. Scrittrice vittoriosamente impostasi oltre le nostre frontiere. La perdita per le lettere della Svizzera italiana è grande. La partecipazione nostra di lettori al dolore dei congiunti è anche commisurata a quella perdita.

Alice Ceresa a proposito di "La figlia prodiga"

"Il personaggio di cui si parla è un personaggio incredibile e improbabile; debbo ammettere che, se esistesse, la sua vita sarebbe "furore e rumore". Ma io non penso che il nostro tempo sia un tempo di personaggi di romanzo credibili e probabili: le avventure individuali importanti del nostro tempo, e che lasciano il loro segno sulle persone, sono avventure subdole e profonde che attendono ancora identificazione e sistemazione conoscitiva o, se si preferisce, una diagnosi e una terapia storica. Sono, per ora, avventure vissute ovunque e da chiunque in parte o per intero inconsapevolmente: il che solo ne attenua la micidialità. Ho tentatu di narrare un'avventura siffatta nella sua parabola vitale, sostituendo non solo un personaggio credibile un personaggio artificiale e "probabile" un tessuto astratto, che fosse tuttavia in condizione di svolgere lo stesso ruolo evocativo e sensibile solitamente e per altro genere di avventure affidato ad elementi quali la descrizione, il dialogo, la sospensione ecc...".

Giovanni Orelli

Giovedi 27 dicembre 2001

 

  Piccolo dizionario dell'inuguaglianza femminile

Alice Ceresa :

Una quarantina di voci in ordine alfabetico che procedono dalla voce "Anima" alla voce "Vita" rivelando, voce per voce, le insidie nascoste nella parola, non solo e non sempre nei confronti della donna, ma anche di altre creature che il linguaggio tende a squalificare.

Piccolo dizionario dell'inuguaglianza femminile, Ed. Nottetempo, 2007

 

Page créée le 01.08.98
Dernière mise à jour le 10.03.09

© "Le Culturactif Suisse" - "Le Service de Presse Suisse"