Alice Ceresa
Notice biographique
- Bibliographie -
Extrait
de presse - Piccolo dizionario dell'inuguaglianza femminile
Notice
biographique |
Français
D'origine tessinoise, Alice
Ceresa (1923-2001) est née à Bâle,
mais la famille s'est aussitôt installée au Tessin.
Après les études elle a vecu à Rome depuis
1950, elle a exercé le métier de journaliste
et de lectrice au sein de la maison d'édition Longanesi.
Elle a été active également en tant que
traductrice. Elle a fait son entrée en littérature
avec La figlia prodiga en 1967, un roman couronné
par le Prix Viareggio Opera Prima.
Italiano
Nata a Basilea, da genitori ticinesi,
Alice Ceresa (1923-2001)
è cresciuta in Ticino. Dopo gli studi universitari
si è trasferita a Roma, nel 1950, dove ha sempre vissuto,
lavorando come traduttrice, giornalista e consulente letteraria
per la casa editrice Longanesi. Il suo esordio risale al 1967,
con La figlia prodiga, un romanzo pubblicato da Einaudi
e vincitore del prestigioso Premio Viareggio Opera Prima.
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Bibliographie |
La figlia prodiga,
G. Einaudi, Torino, 1967.
La fille prodigue, trad. de l'italien par Michèle Causse, Des femmes, Paris, 1975.
La figlia prodiga e altre storie, Roma, LaTartaruga, 2005, pp. 331 |
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La morte del
padre, 1979. |
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Bambine,
G. Einaudi, Torino, 1990.
Scènes d'intérieur avec fillettes, trad. de l'italien par Adrien Pasquali, Editions Zoé, Carouge-Genève, 1993.
Bambine : Geschichte einer Kindheit, aus dem Italienischen von Maja Pflug, eFeF-Verlag, Bern, 1997. |
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Piccolo dizionario dell'inuguaglianza femminile, Ed. Nottetempo, 2007 |
Traductions
Heidi : Un
libro per bambini e per tutti coloro che liamano /
Spyri, Johanna, acquarelli di Martha Pfannenschmid, Servizio
figurine Silva, Zurigo, 1944-1946. |
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E la vita continua
: romanzo / Gudmundsson, Kristmann, *hilda del Libro,
Lugano, 1946. |
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L'incredibile
storia di Johann il Buono : romanzo / Gerold, Casagrande,
Bellinzona ; Longanesi, Milano, 1977. |
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L'Altro processo
: le lettere di Kafka a Felice / Elias Canetti,
(A. Mondadori, Milano, 1980) Parma : U. Guanda, 1990 |
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Le quattro
letterature della Svizzera / Bernhard Wenger, Pro
Helvetia, Zurigo, 1985. |
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Il teatro in
Svizzera / Roland Maurer, Pro Helvetia, Zurigo, 1987. |
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Danza e balletto
in Svizzera / Jean-Pierre Pastori, Pro Helvetia, Zurigo,
1990. |
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Commedia
/ Gerold Späth, Sellerio: Palermo, 1991. |
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Extrait
de presse |
Pubblico per Einaudi "La figlia prodiga"
e "Bambine"
È morta a Roma Alice Ceresa,
intensa scrittrice mesolcinese
È morta negli scorsi giorni
a Roma Alice Ceresa, una delle esponenti più autorevoli
e interessanti della letteratura della Svizzera italiana
contemporanea. Ceresa, figlia di un impiegato delle ferrovie,
era nata a Basilea il 25 gennaio 1923, ma era originaria
di Cama, in Mesolcina.
Ceresa viveva a Roma dal 1950, dove
si diede al giornalismo entrando alla casa editrice Longanesi
come lettrice. Si affermò con il romanzo "La figlia
prodiga" uscito da Einaudi nel 1967, con il quale ottenne
il Premio Viareggio, inaugurando per quell'editore una nuova
collana sperimentale, "La ricerca letteraria". Nel
1979 mandò in stampa il racconto "La morte del
padre", mentre nel 1990, sempre per Einaudi, publicò
un nuovo romanzo, "Bambine", accolto favorevolmente
dalla critica.
Della sua prima opera su "Strumenti
critici" Maria Corti disse: "C'è chi guarda
alberi in fiore per scirvere un trattato di botanica e chi
osserva uomini che vivono o muoiono per scrivere un trattato
sui vizi e le virtù degli uomini: ma c'è anche
Alice Ceresa che contempla degli ipotetici genitori e un'ipotetica
figlia prodiga per ricavare da un complesso astratto di possibili
situazioni il suo trattato sulla prodigalità della
figlia prodiga. La materia del libro, quindi, si risolve in
un astratto al quadrato".
A proposito di "Bambine"
Alice Vollenweider commentò: "L'autrice adopera,
nel suo Bildungsroman negativo, l'obiettività neutrale
che aveva già caratterizzato "La figlia prodiga".
Il suo stile non mira all'individuale, quello che le importa
è il carattere esemplare di ciò che racconta".
Ceresa è stata attiva anche
come traduttrice, in particolare con la versione del romanzo
del sangallese Gerold Späth "L'incridibile storia
di Johann il Buono".
Di Alice Ceresa proponiamo un ricordo
curato da Giovanni Orelli.
A breve distanza dal Natale è
arrivata, ma con le difficoltà legate alle "distrazioni"
natalizie, la notizia della morte di Alice Ceresa, eccellente
scrittrice della Svizzera italiana, oramai, da anni, romana.
Era nata nel 1923 a Basilea, originaria di Cama, Mesolcina.
Dopo esordi letterari nella Svizzera tedesca (le gioveranno
tra l'altro per traduzioni da Elias Canetti et da Gerold Späth
in particolare: vedi L'incredibile storia di Johann il Buono
per il Casagrande de Bellinzona) si trasferirà in Italia,
a Roma. E lì comincerà, in non molti ma molto
intensi scritti, a "esplorare il sui petto".
Quali scritti? Elenchiamoli in fretta
per sostare brevemente su quella che ci pare la sua cosa migliore:
La figlia prodiga, Torino, Einaudi, 1967; La morte del padre,
"Nuovi Argomenti", 62 aprile-giugno 1979, 69-92;
Bambine, Torino, Einaudi, 1990.
In Bambine, con un esordio che spesso
è usato da registi cinematografici, l'autrice parte
da una panoramica *generica" ("Occorre disegnare,
per incominciare, una piccola città") per andare
presto al centro della "cosa" che le sta a cuore.
Così nella prima pagina del "racconto lungo"
già siamao messi di fronte a certe "operazioni
infinitesimali" compiute dai componenti di un "nucleo
sotto vuoto" (leggi famiglia). Quando e come, queste
operazioni infinitesimali? In ogni momento, in ognidove, come
quando si è "intorno al desco domestico introducendo
cibo nelle varie bocche". Con le "operazioni",
i pensieri, le congetture. Il quadro che ne esce è
così, direi, mostruosamente preciso che se dovessi
"illustrare" Bambine punterei su Egon Schiele.
A quella "deformità"
rappresentativa ("introducendo cibo nelle varie bocche")
si aggiunge (sto sempre alla prima pagina) una sorta di voluta
trasandatezza, una sorta di "così nel mio parlar
voglio essere aspro" per dirla con il Dante delle Rime
per la donna Petra. Trasandatezza che si adegua, è
omologa alla natura di "sotto-vuoto" che è
la famiglia (come il salato del supermarket): vedi "nell'espletamento
delle singole funzioni", "raccolte all'uopo".
Dalle bocche che infornanon cibo si
può passare a "manine poco prensili", dove
il prensili sa di scimmiesco, non escludendo il pube (p.91:
"Specie se immerse nella vasca da bagno la peluria può
essere pettinata e munita di scriminature in tutti i sensi...".
Si può passare, in serrati andirivieni, ai componenti
stessi del "nucleo sotto vuoto": alla madre per
esempio ("Per la bambine naturalmente è soltanto
una madre e così senza tanti complimenti non la vedono
nepure."), al padre ("Quest'uomo comunque appare
correttamente impantalonato senza sfoggio di alcun pacchetto
in vista, ma fieramente inalberando baffi mostruosi".
"Se le figlie non avessero il problema dei denti e dei
capelli non avrebbero probabilmente il problema del padre.").
Che libri come Bambine e La Figlia
prodiga siano stati publicati dalla Einaudi à già
una garanzia "esterna" del valore di un scrittrice
come la mesolcinese Alice Ceresa. Scrittrice vittoriosamente
impostasi oltre le nostre frontiere. La perdita per le lettere
della Svizzera italiana è grande. La partecipazione
nostra di lettori al dolore dei congiunti è anche commisurata
a quella perdita.
Alice Ceresa a proposito di "La figlia
prodiga"
"Il personaggio di cui si parla
è un personaggio incredibile e improbabile; debbo ammettere
che, se esistesse, la sua vita sarebbe "furore e rumore".
Ma io non penso che il nostro tempo sia un tempo di personaggi
di romanzo credibili e probabili: le avventure individuali
importanti del nostro tempo, e che lasciano il loro segno
sulle persone, sono avventure subdole e profonde che attendono
ancora identificazione e sistemazione conoscitiva o, se si
preferisce, una diagnosi e una terapia storica. Sono, per
ora, avventure vissute ovunque e da chiunque in parte o per
intero inconsapevolmente: il che solo ne attenua la micidialità.
Ho tentatu di narrare un'avventura siffatta nella sua parabola
vitale, sostituendo non solo un personaggio credibile un personaggio
artificiale e "probabile" un tessuto astratto, che
fosse tuttavia in condizione di svolgere lo stesso ruolo evocativo
e sensibile solitamente e per altro genere di avventure affidato
ad elementi quali la descrizione, il dialogo, la sospensione
ecc...".
Giovanni Orelli
Giovedi 27 dicembre 2001
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Piccolo dizionario dell'inuguaglianza femminile |
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Una quarantina di voci in ordine alfabetico che procedono dalla voce "Anima" alla voce "Vita" rivelando, voce per voce, le insidie nascoste nella parola, non solo e non sempre nei confronti della donna, ma anche di altre creature che il linguaggio tende a squalificare.
Piccolo dizionario dell'inuguaglianza femminile, Ed. Nottetempo, 2007
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Page créée le 01.08.98
Dernière mise à jour le 10.03.09
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