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Thérèse Desqueyroux #1
Thérèse Desqueyroux
Pour éviter le scandale et protéger les intérêts de leur fille, Bernard Desqueyroux, que sa femme Thérèse a tenté d'empoisonner, dépose de telle sorte qu'elle bénéficie d'un non-lieu.
Enfermée dans sa chambre, Thérèse tombe dans une prostration si complète que son mari, effrayé, ne sait plus quelle décision prendre. Doit-il lui rendre sa liberté ?
Enfermée dans sa chambre, Thérèse tombe dans une prostration si complète que son mari, effrayé, ne sait plus quelle décision prendre. Doit-il lui rendre sa liberté ?
189 pages, Mass Market Paperback
First published December 1, 1927
135 people are currently reading
4,365 people want to read
About the author
François Mauriac
464 books370 followersFrançois Charles Mauriac was a French writer and a member of the Académie française. He was awarded the 1952 Nobel Prize in Literature "for the deep spiritual insight and the artistic intensity with which he has in his novels penetrated the drama of human life." Mauriac is acknowledged to be one of the greatest Roman Catholic writers of the 20th century.
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Community Reviews
Displaying 1 - 30 of 376 reviews
March 2, 2020
I am surprised to see in other reviews that people are unsure about the central theme of this classic 1926 novel. To me, it's obvious that Thérèse, the narrator and central character, is a lesbian, although this is never explicitly stated; but there are so many lacunae and odd phrasings that the issue hardly seems to be in doubt. In particular, the objects of her sexual fantasies never have a defined gender, and with such a meticulously controlled writer as Mauriac it's impossible to believe that's an accident.
Thérèse grows up in a rigid patriarchal society where women are expected to make a suitable marriage that will strengthen the family's position, then get on with producing children. She's not interested in any of that; but somehow she ends up marrying the brother of the girl she's fallen in love with, half-thinking it will bring her closer to Anne, and then discovers that her life has become a living hell. When her husband one day accidentally takes too much of his heart medication, she realises she'd be much happier if he were dead. From there, it's only a short step to systematically trying to poison him. Mauriac presents everything from Thérèse's point of view, and it's impossible not to feel sympathy for her.
It's remarkable that the author of this book was a man, indeed a man with strong religious faith. Even more unexpectedly,
It's beautifully written.
Thérèse grows up in a rigid patriarchal society where women are expected to make a suitable marriage that will strengthen the family's position, then get on with producing children. She's not interested in any of that; but somehow she ends up marrying the brother of the girl she's fallen in love with, half-thinking it will bring her closer to Anne, and then discovers that her life has become a living hell. When her husband one day accidentally takes too much of his heart medication, she realises she'd be much happier if he were dead. From there, it's only a short step to systematically trying to poison him. Mauriac presents everything from Thérèse's point of view, and it's impossible not to feel sympathy for her.
It's remarkable that the author of this book was a man, indeed a man with strong religious faith. Even more unexpectedly,
It's beautifully written.
April 19, 2018
Il buio dentro
Siamo in Francia, non lontano dall'Oceano. Poche case e, intorno, una foresta di pini.
Una giovane donna sposa un ragazzo del luogo. Appartengono entrambi a famiglie di grandi proprietari terrieri. Niente altro li accomuna : lui tradizionalista e grossolano; lei molto intelligente e consapevole di esserlo, ma ignara delle ricadute negative che ciò comporta quando la lucidità mentale e il fascino non si accompagnano ad altre virtù.
L'avidità sessuale di lui la stupisce e la raggela: "il desiderio trasforma l'essere che si avvicina a noi in un mostro che non gli assomiglia. Niente ci separa dal nostro complice più del suo delirio".
Lei avverte pungente la propria aridità e quella del loro rapporto, tanto da domandargli : "Non hai mai, come me, il sentimento profondo della tua inutilità? No? Non pensi che la vita di gente come noi assomigli già terribilmente alla morte?".
Un romanzo bellissimo come pochi altri. Una prosa scattante, tagliente, paragonabile allo stile di Simenon. Qui però aperta su profondità d'abissi. C'è un'acutezza d'indagine psicologica, esistenziale, difficilmente superabile. Le sensazioni più nascoste, l'indifferenza e l'odio, le risonanze di un erotismo subìto... trovano rappresentazioni che non possono lasciare indifferenti.
Lo stesso Mauriac ha detto : "Credo che il dramma di Therese Desqueyroux sia il dramma di un disadattamento alla vita, il 'non siamo al mondo' ". L'idea iniziale era di portarla 'a veder la luce'. Ma il percorso di Therese avrebbe dovuto condurla ad "accettarsi; questo obbliga i migliori di noi ad affrontare se stessi", per lasciare che la fonte interiore sgorghi nell'autenticità. Ciò avrebbe richiesto un consistente prolungamento della vicenda.
Si è scelto invece di concludere il romanzo con un finale aperto, forse inaspettato eppure così congruo alla realtà dei personaggi.
Siamo in Francia, non lontano dall'Oceano. Poche case e, intorno, una foresta di pini.
Una giovane donna sposa un ragazzo del luogo. Appartengono entrambi a famiglie di grandi proprietari terrieri. Niente altro li accomuna : lui tradizionalista e grossolano; lei molto intelligente e consapevole di esserlo, ma ignara delle ricadute negative che ciò comporta quando la lucidità mentale e il fascino non si accompagnano ad altre virtù.
L'avidità sessuale di lui la stupisce e la raggela: "il desiderio trasforma l'essere che si avvicina a noi in un mostro che non gli assomiglia. Niente ci separa dal nostro complice più del suo delirio".
Lei avverte pungente la propria aridità e quella del loro rapporto, tanto da domandargli : "Non hai mai, come me, il sentimento profondo della tua inutilità? No? Non pensi che la vita di gente come noi assomigli già terribilmente alla morte?".
Un romanzo bellissimo come pochi altri. Una prosa scattante, tagliente, paragonabile allo stile di Simenon. Qui però aperta su profondità d'abissi. C'è un'acutezza d'indagine psicologica, esistenziale, difficilmente superabile. Le sensazioni più nascoste, l'indifferenza e l'odio, le risonanze di un erotismo subìto... trovano rappresentazioni che non possono lasciare indifferenti.
Lo stesso Mauriac ha detto : "Credo che il dramma di Therese Desqueyroux sia il dramma di un disadattamento alla vita, il 'non siamo al mondo' ". L'idea iniziale era di portarla 'a veder la luce'. Ma il percorso di Therese avrebbe dovuto condurla ad "accettarsi; questo obbliga i migliori di noi ad affrontare se stessi", per lasciare che la fonte interiore sgorghi nell'autenticità. Ciò avrebbe richiesto un consistente prolungamento della vicenda.
Si è scelto invece di concludere il romanzo con un finale aperto, forse inaspettato eppure così congruo alla realtà dei personaggi.
August 29, 2018
(ambiguo) profilo di donna
C’è chi si assoggetta (più o meno volentieri, più o meno consapevolmente) alle regole del vivere comune, al formalismo, al perbenismo di facciata o, perché no, alla moda del momento.
C’è chi, invece, non vi si vuole assoggettare.
Ma c’è anche chi – per temperamento, carattere, indole, natura – non vi si può assoggettare. E’ qui che sta il vero dramma.
”Come spiegarle? Non capirebbe che io sono colma di me stessa, che mi occupo interamente. Anne aspetta solo di avere dei figli per annullarsi in loro, come ha fatto sua madre, come fanno tutte le donne della famiglia. Io, invece, bisogna sempre che mi ritrovi; tento in ogni modo di raggiungere me stessa. (...) È bello questo dono di sé fatto alla specie; sento la bellezza di questo cancellarsi, di questo annullarsi... Ma io, ma io...”.
Figlia della buona borghesia, raffinata, colta, intelligente, curiosa del mondo, ma anche solitaria, annoiata, inquieta, Thérèse è uno dei “cuori sepolti e intimamente legati a un corpo di fango” che abitano i romanzi di Mauriac. Quello che gli è venuto meglio.
Mauriac ha ripreso il personaggio di Thérèse in un altro romanzo (La fine della notte). Speriamo che venga ristampato, visto che è ormai introvabile, come purtroppo quasi tutta la produzione di questo straordinario Premio Nobel.
C’è chi si assoggetta (più o meno volentieri, più o meno consapevolmente) alle regole del vivere comune, al formalismo, al perbenismo di facciata o, perché no, alla moda del momento.
C’è chi, invece, non vi si vuole assoggettare.
Ma c’è anche chi – per temperamento, carattere, indole, natura – non vi si può assoggettare. E’ qui che sta il vero dramma.
”Come spiegarle? Non capirebbe che io sono colma di me stessa, che mi occupo interamente. Anne aspetta solo di avere dei figli per annullarsi in loro, come ha fatto sua madre, come fanno tutte le donne della famiglia. Io, invece, bisogna sempre che mi ritrovi; tento in ogni modo di raggiungere me stessa. (...) È bello questo dono di sé fatto alla specie; sento la bellezza di questo cancellarsi, di questo annullarsi... Ma io, ma io...”.
Figlia della buona borghesia, raffinata, colta, intelligente, curiosa del mondo, ma anche solitaria, annoiata, inquieta, Thérèse è uno dei “cuori sepolti e intimamente legati a un corpo di fango” che abitano i romanzi di Mauriac. Quello che gli è venuto meglio.
Mauriac ha ripreso il personaggio di Thérèse in un altro romanzo (La fine della notte). Speriamo che venga ristampato, visto che è ormai introvabile, come purtroppo quasi tutta la produzione di questo straordinario Premio Nobel.
June 24, 2024
Seigneur, ayez pitié, ayez pitié des fous et des folles ! O Créateur ! peut-il exister des monstres aux yeux de celui-là seul qui sait pourquoi ils existent, comment ils se sont faits, et comment ils auraient pu ne pas se faire.
Lord, have pity, have pity on the mad men and women! O Creator! Can those monsters exist in the eyes of The One who knows why they exist, how they created themselves, and how they could not have made themselves any other way.
-Charles Baudelaire
This is the unveiling of Thérèse, an unhappy and discontented woman, damned to eternal solitude.
We see her at the beginning of the story, standing accused of attempting to murder her husband.
As the story unravels, through her own internal monologues and other characters’ perspectives, we come to know her better and understand the circumstances that eventually lead to the accusation.
« Mais qu'a-t-elle donc ? disaient-ils. Pourtant nous la comblons de tout. »
“What’s wrong with her? We give her everything she could possibly want.”
Lord, have pity, have pity on the mad men and women! O Creator! Can those monsters exist in the eyes of The One who knows why they exist, how they created themselves, and how they could not have made themselves any other way.
-Charles Baudelaire
This is the unveiling of Thérèse, an unhappy and discontented woman, damned to eternal solitude.
We see her at the beginning of the story, standing accused of attempting to murder her husband.
As the story unravels, through her own internal monologues and other characters’ perspectives, we come to know her better and understand the circumstances that eventually lead to the accusation.
« Mais qu'a-t-elle donc ? disaient-ils. Pourtant nous la comblons de tout. »
“What’s wrong with her? We give her everything she could possibly want.”
November 24, 2024
"Don't you have a sense, as I do, of how deeply useless we are? No? Don't you think that the lives of people like us already bear a strong resemblance to death?"
Published in 1927, this must have read originally as more radical, despairing and confrontational than it perhaps does today.
Drawing quite explicitly on Flaubert's seminal Madame Bovary, Mauriac gives us a sort of existentialist heroine struggling to find meaning for herself in a stultifying, claustrophobic provincial setting. Unlike Emma Bovary, Thérèse poisons not herself but her stolid farmer husband concerned about getting a son and protecting his land for his family line. Unimaginative and unable to ever envisage anything more beyond his rural and bourgeois values - primarily respectability in the eyes of his neighbours - Bernard epitomises a cramped world which pressurises and constrains Thérèse with domesticity, the family and motherhood.
Mauriac's style is formally oppositional contesting nineteenth century modes of narrative: we jump between objective exposition when we are first introduced to the novel, into the head of Thérèse, and between her construction of a confession to memories of her past and into her present. There's a chronological fluidity and a breaking down of barriers between interiority and exteriority that mark Mauriac's modernist approach, and 'plot' is no longer linear or teleological.
Nevertheless, I can't help wondering about the role of women in male authors' engagement with the pressures of bourgeois values and an engagement with issues around domesticity, capitalism and freedom: this book didn't just remind me of Madame Bovary but also Hardy's Tess of the D'Urbervilles - three women who are forced outside of society for breaking its rules. Significantly, in this sense, Thérèse is not figuratively punished as the other two women are - though there is an openness and ambiguity about the ending.
It's interesting that while Mauriac was himself Catholic, his Thérèse is more agnostic, if not quite atheist, looking forward to the works of people like Sartre, Camus and de Beauvoir. This anguished portrait of a young woman alienated, a misfit amongst her family, who finds no reprieve in motherhood or erotic love, is set free on a journey to find a sense of selfhood by the end - but where she will end up is left open, enigmatic and unknown.
September 10, 2016
In this brief novel boiling with tension, we see the inner conflicts of the type in Madam Bovary or Anna Karenina, but a lot more compressed and intense. Usually, I don’t like dark novels of this type, but what kept me hooked is the powerful story-telling of Mauriac, an absolute masterpiece. A deeply flawed character, Therese, keeps us engaged, because Mauriac has skillfully transferred her point of view upon us, so we are with her even if we know she is doing something unethical.
August 28, 2018
Therese è stata scagionata dall’accusa di aver avvelenato il marito Bernard, grazie alla testimonianza dello stesso marito. Il buon nome della famiglia è salvo. Adesso Therese sta ritornando a casa e spera che il viaggio duri il più a lungo possibile. Deve prepararsi a ciò che l’aspetta, al tribunale speciale istituito dalla famiglia, quella gabbia dalle tante sbarre viventi, quella gabbia rivestita di occhi e di orecchie, in cui immobile, accovacciata, con il mento sulle ginocchia e le gambe strette fra le braccia, avrebbe atteso la morte.
E soprattutto dovrà affrontare la fatidica e terribile domanda che gli farà Bernard. Perché? Il più preciso degli uomini, questo Bernard: classifica tutti i sentimenti, li isola, non coglie il groviglio di concatenazioni, di passaggi, che li collega. Come introdurlo in quei nebulosi territori dove Therese ha vissuto, ha sofferto?
Già. Perché? Therese - la ragazza più ricca e più intelligente della regione, forse non la più bella, “ma non ci si domanda se sia bella o brutta, si è schiavi del suo fascino” - non sa perché l’ha fatto. Si costringe a considerare il suo enigma. Deve inoltrarsi tra il fango dei sentieri bui della sua mente, lei che ha accettato, sposandosi, di seppellirsi ai confini del mondo. Un mondo fatto di pini, tanti pini, e poi paludi e lagune per chilometri e chilometri, fino all’oceano.
Deve provare a risalire alla sua infanzia, neve alla sorgente del fiume più melmoso. Un periodo nel quale anche le creature più pure ignorano in cosa vengono coinvolte ogni giorno, ogni notte, ignorano quanto di velenoso germogli sotto i loro passi infantili.
Per poi saltare con la mente al giorno soffocante delle nozze, il giorno in cui si vide perduta, prevedendo ciò che da quella sera stessa era sul punto di dover sopportare – ciò che di irrimediabile il suo corpo innocente stava per subire.
Nelle sue fantasie notturne Therese immagina una possibile vita a Parigi. Parlava, apriva il suo cuore, e l’orchestra suonava in sottofondo. Affascinava con il suo racconto una cerchia di persone dai volti attenti, ma per nulla stupiti. Una donna diceva: “Come me … Anch’io l’ho provato”. Un letterato la prendeva da parte: “Lo dovrebbe scrivere quello che sente dentro.”
Ed è quello che fa Mauriac in questo bellissimo romanzo, entrando con una torcia nel nebuloso mondo di Therese e illuminando la confusione di un’anima sofferente. Si può rimanere così affascinati da un’eroina negativa? La risposta è sì. Però, se mi offrisse qualcosa da bere, rifiuterei con garbo…
E soprattutto dovrà affrontare la fatidica e terribile domanda che gli farà Bernard. Perché? Il più preciso degli uomini, questo Bernard: classifica tutti i sentimenti, li isola, non coglie il groviglio di concatenazioni, di passaggi, che li collega. Come introdurlo in quei nebulosi territori dove Therese ha vissuto, ha sofferto?
Già. Perché? Therese - la ragazza più ricca e più intelligente della regione, forse non la più bella, “ma non ci si domanda se sia bella o brutta, si è schiavi del suo fascino” - non sa perché l’ha fatto. Si costringe a considerare il suo enigma. Deve inoltrarsi tra il fango dei sentieri bui della sua mente, lei che ha accettato, sposandosi, di seppellirsi ai confini del mondo. Un mondo fatto di pini, tanti pini, e poi paludi e lagune per chilometri e chilometri, fino all’oceano.
Deve provare a risalire alla sua infanzia, neve alla sorgente del fiume più melmoso. Un periodo nel quale anche le creature più pure ignorano in cosa vengono coinvolte ogni giorno, ogni notte, ignorano quanto di velenoso germogli sotto i loro passi infantili.
Per poi saltare con la mente al giorno soffocante delle nozze, il giorno in cui si vide perduta, prevedendo ciò che da quella sera stessa era sul punto di dover sopportare – ciò che di irrimediabile il suo corpo innocente stava per subire.
Nelle sue fantasie notturne Therese immagina una possibile vita a Parigi. Parlava, apriva il suo cuore, e l’orchestra suonava in sottofondo. Affascinava con il suo racconto una cerchia di persone dai volti attenti, ma per nulla stupiti. Una donna diceva: “Come me … Anch’io l’ho provato”. Un letterato la prendeva da parte: “Lo dovrebbe scrivere quello che sente dentro.”
Ed è quello che fa Mauriac in questo bellissimo romanzo, entrando con una torcia nel nebuloso mondo di Therese e illuminando la confusione di un’anima sofferente. Si può rimanere così affascinati da un’eroina negativa? La risposta è sì. Però, se mi offrisse qualcosa da bere, rifiuterei con garbo…
May 14, 2017
There is a new movie version of this book but I always want to read the book first.
A gift from my brother.
This novel is based on a true story when in May 1905 (thanks Wayne for your important remark about it!), the author attended the trial of the poisoner Mrs. Canaby: L’affaire des Chartrons.
Therese, as well as Madame Bovary in some way, lives in her own world since her husband is not able to understand her feelings. Even with the birth of their daughter, their faith won't change any more.
The author uses the flashback technique in order to tell the story. But, since it's a novella, sometimes the scale of time is too short.
Page 33:
Chloroforme: 30 grammes
Aconitine granules: no. 20
Digitaline sol: 20 grammes
The first movie version of this book was made in 1962: Therese (1962) with Emmanuelle Riva and Philippe Noiret.
A new version was made in 2012: Thérèse (2012) with Audrey Tautou and Gilles Lellouche.
A gift from my brother.
This novel is based on a true story when in May 1905 (thanks Wayne for your important remark about it!), the author attended the trial of the poisoner Mrs. Canaby: L’affaire des Chartrons.
Therese, as well as Madame Bovary in some way, lives in her own world since her husband is not able to understand her feelings. Even with the birth of their daughter, their faith won't change any more.
The author uses the flashback technique in order to tell the story. But, since it's a novella, sometimes the scale of time is too short.
Page 33:
Chloroforme: 30 grammes
Aconitine granules: no. 20
Digitaline sol: 20 grammes
The first movie version of this book was made in 1962: Therese (1962) with Emmanuelle Riva and Philippe Noiret.
A new version was made in 2012: Thérèse (2012) with Audrey Tautou and Gilles Lellouche.
March 3, 2017
"Ela não compreenderia que eu só me interesso por mim mesma, que estou inteiramente ocupada comigo. Anne, pelo seu lado, está só à espera de ter filhos para se anular neles, como fez a mãe, como fazem todas as mulheres da família. A minha preocupação é descobrir-me, esforço-me por me encontrar... Ao primeiro vagido do fedelho que este anão lhe fará, sem despir sequer a jaqueta, Anne esquecerá a sua adolescência junto de mim e as carícias de Jean Azevedo. As mulheres da família aspiram a perder toda a sua existência individual. É bela essa entrega total à espécie; sinto a beleza de uma total destruição, de um tal aniquilamento... Mas eu, mas eu..."
— François Mauriac, Thérèse Desqueyroux
— François Mauriac, Thérèse Desqueyroux
"Nós mulheres somos impetuosas, e por isso inconstantes. O homem é mil vezes melhor organizado; eles esperam. Quando um ser do sexo feminino deseja uma coisa, vive, agoniza, morre para a obter. E na sua cabeça não existe outro pensamento. Quando o consegue, surge de imediato o tédio e o desencanto. Nós somos loucas insaciáveis de ideais, e um após outro, sem descanso nem tréguas, até que a velhice ponha termo ao fogo da imaginação e da fantasia..."
— Teresa Wilms Montt
June 12, 2016
Crime and…?
In 1906, in Mauriac's home town of Bordeaux, a young woman named Blanche Canaby was put on trial for attempting to poison her husband, but found guilty only of a lesser charge. Two decades later, Mauriac used the case as inspiration for his most famous novel, Thérèse Desqueyroux. Not only that, he would return to the character in four later novels. Why this fascination with an obscure criminal? Why this most unusual crime story, steeped in noir atmosphere (a night journey to the isolated pine forests on the SW French coast), but beginning where most crime novels leave off: with the release of the accused from jail?
Mauriac was a devout Catholic, and there is evidence that he provisionally entitled this Conscience, the Divine Instinct, making the entire book a confession to a priest. If so, he would have been pursuing the particular Catholic paradox whereby even the most terrible sinners can be brought in the end to God's grace, much as Graham Greene was to do in such books as Brighton Rock. But no; Thérèse remains essentially agnostic, and our one glimpse of the local priest shows him virtually useless in his pastoral role. Yet traces of the original design remain. The author, who addresses his protagonist directly in the prologue and on and off throughout the book, talks of his hope that she will one day be brought to God. And Thérèse herself, in her long journey from the jail back into the care of her husband, rehearses the confession she will make to him, in much the same manner and with the same hope of absolution as if she were performing the sacrament in church.
The imagined confession admirably serves the novelist's need for exposition. Beginning as it does with the proclamation of "non-lieu" (insufficient grounds), the withdrawal of the case because of the husband's refusal to pursue it, the reader has a lot of back-story to catch up, and indeed we are two-thirds of the way through the book before Thérèse returns home to Bernard Desqueyroux and the action can move forward. We hear of her growing up motherless in the great pine forest that she will one day inherit, her close friendship with her younger neighbor Anne de la Trave, and the virtual inevitability of her marriage to Anne's half-brother Bernard, owner of the adjacent property, a marriage largely to give her a settled status.
Perhaps the most impressive thing about Mauriac's treatment is his refusal to load the dice. Bernard is a man of little imagination, interested only in business and hunting, but no monster. He can be thoughtless in bed and certainly cold, but he is not brutal. Mauriac was conscious of the example of Flaubert before him, but Thérèse is no Emma Bovary. Although she is jealous when Anne de la Trave falls into passionate love with a young man who has recently come into the district, she does not seek other lovers. Indeed, as with several other Mauriac books, I picked up hints of homosexual attraction, and wondered whether she could be satisfied in marriage at all.
Although Thérèse is referred to once or twice as a monster, she is not portrayed as one either. But nor is she entirely sympathetic. She is a chain-smoker, self-centered, and an indifferent mother. But yes, she is trapped in a marriage that takes away her freedom without giving her anything in return, a situation that will become blindingly obvious when she returns to Bernard. There is almost a unique trajectory to this novel. Thérèse's mental confession does indeed have the effect of making her crime seem less heinous, but there is no absolution. Bernard's deposition at the beginning of the book may have released his wife from jail, but it was made for the sake of the family only, it is not forgiveness. This is Crime and… what? Punishment, but of what kind? Redemption? Hardly. Whatever Mauriac's original intention, his characters take their own course into a cold purgatory of their own making. No wonder he felt the need to return to Thérèse again and again.
In 1906, in Mauriac's home town of Bordeaux, a young woman named Blanche Canaby was put on trial for attempting to poison her husband, but found guilty only of a lesser charge. Two decades later, Mauriac used the case as inspiration for his most famous novel, Thérèse Desqueyroux. Not only that, he would return to the character in four later novels. Why this fascination with an obscure criminal? Why this most unusual crime story, steeped in noir atmosphere (a night journey to the isolated pine forests on the SW French coast), but beginning where most crime novels leave off: with the release of the accused from jail?
Mauriac was a devout Catholic, and there is evidence that he provisionally entitled this Conscience, the Divine Instinct, making the entire book a confession to a priest. If so, he would have been pursuing the particular Catholic paradox whereby even the most terrible sinners can be brought in the end to God's grace, much as Graham Greene was to do in such books as Brighton Rock. But no; Thérèse remains essentially agnostic, and our one glimpse of the local priest shows him virtually useless in his pastoral role. Yet traces of the original design remain. The author, who addresses his protagonist directly in the prologue and on and off throughout the book, talks of his hope that she will one day be brought to God. And Thérèse herself, in her long journey from the jail back into the care of her husband, rehearses the confession she will make to him, in much the same manner and with the same hope of absolution as if she were performing the sacrament in church.
The imagined confession admirably serves the novelist's need for exposition. Beginning as it does with the proclamation of "non-lieu" (insufficient grounds), the withdrawal of the case because of the husband's refusal to pursue it, the reader has a lot of back-story to catch up, and indeed we are two-thirds of the way through the book before Thérèse returns home to Bernard Desqueyroux and the action can move forward. We hear of her growing up motherless in the great pine forest that she will one day inherit, her close friendship with her younger neighbor Anne de la Trave, and the virtual inevitability of her marriage to Anne's half-brother Bernard, owner of the adjacent property, a marriage largely to give her a settled status.
Perhaps the most impressive thing about Mauriac's treatment is his refusal to load the dice. Bernard is a man of little imagination, interested only in business and hunting, but no monster. He can be thoughtless in bed and certainly cold, but he is not brutal. Mauriac was conscious of the example of Flaubert before him, but Thérèse is no Emma Bovary. Although she is jealous when Anne de la Trave falls into passionate love with a young man who has recently come into the district, she does not seek other lovers. Indeed, as with several other Mauriac books, I picked up hints of homosexual attraction, and wondered whether she could be satisfied in marriage at all.
Although Thérèse is referred to once or twice as a monster, she is not portrayed as one either. But nor is she entirely sympathetic. She is a chain-smoker, self-centered, and an indifferent mother. But yes, she is trapped in a marriage that takes away her freedom without giving her anything in return, a situation that will become blindingly obvious when she returns to Bernard. There is almost a unique trajectory to this novel. Thérèse's mental confession does indeed have the effect of making her crime seem less heinous, but there is no absolution. Bernard's deposition at the beginning of the book may have released his wife from jail, but it was made for the sake of the family only, it is not forgiveness. This is Crime and… what? Punishment, but of what kind? Redemption? Hardly. Whatever Mauriac's original intention, his characters take their own course into a cold purgatory of their own making. No wonder he felt the need to return to Thérèse again and again.
April 7, 2023
An entertaining family drama written in eloquent French.
March 13, 2020
(Lido em Maio 2015)
«Na época em que dividíamos, ainda, mesas de bares, falei uma vez com ela do livro Thérèse Desqueyroux, de François Mauriac.
(Sim, esse é mais um salto de qualidade que dou em minhas referências.)
O livro conta a história de uma mulher que envenena seu marido por nenhum motivo concreto, nenhum motivo que pudesse ser dado a outra pessoa, e que essa pessoa pudesse dizer Ah, sim! Entendi!
Ela começa a envenená-lo por acaso, num dia que o vê tomando, distraído, uma dose suplementar de um remédio perigoso.
Ele não morre do envenenamento progressivo. Ela é descoberta, julgada. E é absolvida graças ao testemunho favorável do próprio marido, que a inocenta e a quem ela abandona.
A última cena é ela, feliz, seguindo sem rumo pelas ruas de Paris.
No livro de Mauriac, a verdadeira razão de o personagem Thérèse Desqueyroux tentar matar o marido foi a necessidade, a dela, de liberdade. O personagem do marido, chamado Bernard, personifica a prisão dela numa classe social fechada.»
Elvira Vigna, «Nada a Dizer»
«Na época em que dividíamos, ainda, mesas de bares, falei uma vez com ela do livro Thérèse Desqueyroux, de François Mauriac.
(Sim, esse é mais um salto de qualidade que dou em minhas referências.)
O livro conta a história de uma mulher que envenena seu marido por nenhum motivo concreto, nenhum motivo que pudesse ser dado a outra pessoa, e que essa pessoa pudesse dizer Ah, sim! Entendi!
Ela começa a envenená-lo por acaso, num dia que o vê tomando, distraído, uma dose suplementar de um remédio perigoso.
Ele não morre do envenenamento progressivo. Ela é descoberta, julgada. E é absolvida graças ao testemunho favorável do próprio marido, que a inocenta e a quem ela abandona.
A última cena é ela, feliz, seguindo sem rumo pelas ruas de Paris.
No livro de Mauriac, a verdadeira razão de o personagem Thérèse Desqueyroux tentar matar o marido foi a necessidade, a dela, de liberdade. O personagem do marido, chamado Bernard, personifica a prisão dela numa classe social fechada.»
Elvira Vigna, «Nada a Dizer»
This entire review has been hidden because of spoilers.
September 11, 2021
Masterpiece, full stop. Imagine M Em Bovary as a young poisoner with a head full of haunted trees. Mauriac creates as complete a character in the intervening Flaubert-less years as I’ve read. Thérèse is, in the words of Malkmus, “forty different shades of black”—that is until one considers the governors put upon her self-agency in early 20th-C., Catholic rural France. Suddenly, all that black, and all the impetuosity young women are written off with, starts to metamorphose into prismatic subdivisions of complexity, contradiction, and desire.
What a goddamn book. I sit here agape.
What a goddamn book. I sit here agape.
February 2, 2020
Thérèse Desqueyroux brings to mind perhaps the most dangerous word encountered in a relationship ... contempt, for it seems this thought defies both prevention and cure and, worse, is terminal. Thérèse and Bernard never experienced the transitory, foolish joy first present in most marriages; no, it was sour from the start. Contempt soon followed, with dark consequence. I sensed at least some morsel of hope for Thérèse in the end. I wonder, is it not hope that propels us with hidden purpose and renewable, though perplexing, energy? And when hope fails?
February 7, 2017
An unforgettable portrayal of a complex,fascinating woman trapped by provincial life.
Reminds me of Madam Bovary.
They all know Therese is guilty but family honour means she walks free after being acquitted!
But as she looks back towards the events that led to this she begins to wonder if her punishment has just begun.
A brilliant novel with exquisite prose.
Now to continue the story as I find there are three more stories that follow on from this.
Reminds me of Madam Bovary.
They all know Therese is guilty but family honour means she walks free after being acquitted!
But as she looks back towards the events that led to this she begins to wonder if her punishment has just begun.
A brilliant novel with exquisite prose.
Now to continue the story as I find there are three more stories that follow on from this.
November 21, 2024
En 1906, en la ciudad natal de Mauriac, un suceso intrigante tuvo lugar: una joven llamada Blanche Canaby fue sometida a juicio por supuestamente intentar envenenar a su esposo. Aunque solo se le declaró culpable de un delito menor, este incidente dejó una marca indeleble en la mente del escritor. Dos décadas más tarde, Mauriac encontró inspiración en este evento para crear su obra más renombrada, “Thérèse Desqueyroux”.
"Thérèse Desqueyroux" es como un viaje a lo más profundo de la mente humana, pero con un toque de suspense que te mantiene enganchado en cada página. La trama gira en torno a Thérèse, una mujer con un alma inquieta y una mente insondable. Desde el momento en que comienzas a leer, te encuentras atrapado en su intrincada red de secretos y emociones reprimidas.
Los personajes están excepcionalmente delineados, cada uno con sus propias motivaciones y conflictos morales. Thérèse, en particular, emerge como un ser fascinante y complejo, cuyas acciones mantienen al lector en suspenso hasta el desenlace. Aunque en ocasiones se hace alusión a Thérèse como un monstruo, no se la presenta de manera tajante como tal. Sin embargo, tampoco se la retrata como completamente comprensible. Es una fumadora empedernida, centrada en sí misma y una madre indiferente. No obstante, está enredada en un matrimonio que le arrebata su libertad sin ofrecer nada a cambio, una situación que se vuelve impactantemente clara cuando regresa con su esposo, Bernard. De hecho, la reflexión interna de Thérèse sirve para mitigar la gravedad de su crimen, pero no implica una absolución. La declaración de Bernard al inicio del libro podría haber liberado a su esposa de la cárcel, pero fue más por el bien de la familia que por un verdadero perdón. Independientemente de la intención original del escritor, los personajes trazan su propio rumbo hacia un purgatorio interior, forjado por sus propias acciones.
Si buscas una novela que te haga pensar y sentir en igual medida, "Thérèse Desqueyroux" es definitivamente una excelente elección.
"Thérèse Desqueyroux" es como un viaje a lo más profundo de la mente humana, pero con un toque de suspense que te mantiene enganchado en cada página. La trama gira en torno a Thérèse, una mujer con un alma inquieta y una mente insondable. Desde el momento en que comienzas a leer, te encuentras atrapado en su intrincada red de secretos y emociones reprimidas.
Los personajes están excepcionalmente delineados, cada uno con sus propias motivaciones y conflictos morales. Thérèse, en particular, emerge como un ser fascinante y complejo, cuyas acciones mantienen al lector en suspenso hasta el desenlace. Aunque en ocasiones se hace alusión a Thérèse como un monstruo, no se la presenta de manera tajante como tal. Sin embargo, tampoco se la retrata como completamente comprensible. Es una fumadora empedernida, centrada en sí misma y una madre indiferente. No obstante, está enredada en un matrimonio que le arrebata su libertad sin ofrecer nada a cambio, una situación que se vuelve impactantemente clara cuando regresa con su esposo, Bernard. De hecho, la reflexión interna de Thérèse sirve para mitigar la gravedad de su crimen, pero no implica una absolución. La declaración de Bernard al inicio del libro podría haber liberado a su esposa de la cárcel, pero fue más por el bien de la familia que por un verdadero perdón. Independientemente de la intención original del escritor, los personajes trazan su propio rumbo hacia un purgatorio interior, forjado por sus propias acciones.
Si buscas una novela que te haga pensar y sentir en igual medida, "Thérèse Desqueyroux" es definitivamente una excelente elección.
October 5, 2024
Di Mauriac sapevo solo che fu uno scrittore molto cattolico, e che fu nemico agguerrito di Sartre e di Simone de Beauvoir. Perciò questo romanzo mi ha sorpreso. I temi sono proprio gli stessi trattati più volte della De Beauvoir. Therese è una ragazza intelligente, che legge troppo e fuma troppo, insofferente al suo ambiente, fatto unicamente di gente gretta, provinciale, materialista e bigotta. Accetta, con troppa leggerezza, il matrimonio che le famiglie combinano per lei, e subito se ne pente. La sua consapevolezza viene risvegliata dall’incontro con un giovane ebreo diverso: libero, disinteressato, avido di esperienze e avventure, che vive intensamente cercando sé stesso nella poesia e nel girovagare. L’impressione del lettore è che Mauriac simpatizzi con Jean Azévédo, contro la famiglia degli odiosi benpensanti. Ma non erano, le idee di Azévédo, proprio le stesse di Sartre e De Beauvoir? Tutta la descrizione della vita di provincia, tra questi cattolici intransigenti fino al fanatismo, e dell’educazione delle fanciulle perbene in collegi ossessionati dalla purezza e dallo spirituale, e, all’opposto, l’ideale di una vita volutamente consumata con intensità e gettata senza risparmio, sono temi che si ritrovano addirittura identici nei romanzi giovanili di De Beauvoir (scritti pochi anni dopo l’uscita di questo). Rileggo più attentamente:
Credo proprio che oggi aborrirei quel minestrone di parole: (Azévédo) diceva di aver creduto per molto tempo che solo la ricerca, lo sforzo per trovare Dio fosse importante. "Salire su una nave, prendere il largo, fuggire come la peste quelli che si convincono di aver trovato e si fermano, costruiscono dei rifugi per dormirvi dentro: a lungo li ho disprezzati…”
“Ma come si può scegliere di fermarsi, signora? Ogni minuto deve portarci la sua gioia - una gioia diversa da tutte quelle che l’hanno preceduta.” Quell’avidità di giovane animale e quella intelligenza, riunite in una sola persona, mi apparivano così sorprendenti che stavo ad ascoltarlo senza interromperlo. Si, decisamente, mi aveva incantata: oh, Dio, con argomenti a buon mercato! Ma incantata lo ero.
C’è dunque una certa ironia rivolta all’ingenuo idealismo del ragazzo? o disapprovazione, scherno? E che dire di Thérèse, figura ambigua, sleale, definita esecrabile dallo stesso autore, che per liberarsi tenta addirittura di uccidere il marito, senza nemmeno pensarci su tanto? Per il tentato omicidio, viene duramente punita dalla famiglia e tutto fa pensare che l’autore ci stia dicendo quanto opprimente fosse, quella società, sulla donna; ma nel finale (inaspettato) la situazione sembra capovolgersi, e non si capisce più chi si è comportato bene e chi male.
Cosa voleva dire, Mauriac? Vedo dalle recensioni che ognuno interpreta il romanzo a modo suo. Immagino che volesse criticare tutti i personaggi: sia l’ottusa meschinità della borghesia cattolica, sia l’immoralità irresponsabile dei miscredenti. Non si salvano i proletari (i perfidi servitori che accudiscono Thérèse) e nemmeno il prete, colto e religiosissimo ma chiuso in sé stesso e incapace di aiutare i parrocchiani.
In ogni caso, il romanzo è molto ben scritto e si legge con piacere; lo troverà interessante chi non si ferma alla superficie.
Credo proprio che oggi aborrirei quel minestrone di parole: (Azévédo) diceva di aver creduto per molto tempo che solo la ricerca, lo sforzo per trovare Dio fosse importante. "Salire su una nave, prendere il largo, fuggire come la peste quelli che si convincono di aver trovato e si fermano, costruiscono dei rifugi per dormirvi dentro: a lungo li ho disprezzati…”
“Ma come si può scegliere di fermarsi, signora? Ogni minuto deve portarci la sua gioia - una gioia diversa da tutte quelle che l’hanno preceduta.” Quell’avidità di giovane animale e quella intelligenza, riunite in una sola persona, mi apparivano così sorprendenti che stavo ad ascoltarlo senza interromperlo. Si, decisamente, mi aveva incantata: oh, Dio, con argomenti a buon mercato! Ma incantata lo ero.
C’è dunque una certa ironia rivolta all’ingenuo idealismo del ragazzo? o disapprovazione, scherno? E che dire di Thérèse, figura ambigua, sleale, definita esecrabile dallo stesso autore, che per liberarsi tenta addirittura di uccidere il marito, senza nemmeno pensarci su tanto? Per il tentato omicidio, viene duramente punita dalla famiglia e tutto fa pensare che l’autore ci stia dicendo quanto opprimente fosse, quella società, sulla donna; ma nel finale (inaspettato) la situazione sembra capovolgersi, e non si capisce più chi si è comportato bene e chi male.
Cosa voleva dire, Mauriac? Vedo dalle recensioni che ognuno interpreta il romanzo a modo suo. Immagino che volesse criticare tutti i personaggi: sia l’ottusa meschinità della borghesia cattolica, sia l’immoralità irresponsabile dei miscredenti. Non si salvano i proletari (i perfidi servitori che accudiscono Thérèse) e nemmeno il prete, colto e religiosissimo ma chiuso in sé stesso e incapace di aiutare i parrocchiani.
In ogni caso, il romanzo è molto ben scritto e si legge con piacere; lo troverà interessante chi non si ferma alla superficie.
December 29, 2020
Viết đẹp quá, và chủ đề vào cái thời đó thì cũng rất táo bạo nữa. Ôi Thérèse, làm sao mọi người có thể hiểu được nàng, rằng nàng dù thoát được phán quyết của toà nhưng làm sao tránh được cái phán quyết của cuộc đời rằng nàng mãi mãi bị lưu đày đến xứ sở của nỗi cô đơn miên viễn, để rồi họ chỉ có thể kết luận rằng nàng là một kẻ điên bệnh hoạn ích kỷ và tàn nhẫn nhưng thật ra chính cuộc đời mới là thứ độc ác với nàng.
October 21, 2023
A French author and classic I will read soon!
I listened to a Swedish translation. Both the narration and the translation were bad. Nevertheless, I never wanted to stop. I listened to each section multiple times because I HAD to understand fully what wa going on!!!!
Only one hint--the treatment of women in times past is a central theme- Few books grab your attention as this one does. You know I rarely give books five stars but I am doing so here.
I will be reading all the books I can get by this French author.
I listened to a Swedish translation. Both the narration and the translation were bad. Nevertheless, I never wanted to stop. I listened to each section multiple times because I HAD to understand fully what wa going on!!!!
Only one hint--the treatment of women in times past is a central theme- Few books grab your attention as this one does. You know I rarely give books five stars but I am doing so here.
I will be reading all the books I can get by this French author.
January 20, 2009
An indelible memory - I read this French classic a long time but have never forgotten it. Not sure if it's translated in English, but it certainly deserves to be discovered in this country. Mauriac is one of the great masters of the French language, and this novel is, deservedly so, one of his most famous and most celebrated. The title character, a murderess, is fascinating and her story is riveting. It's also a formidable portrait of French bourgeoisie.
February 25, 2020
"...por muitos apenas comparável a Madame Bovary..." Sim, realmente essa comparação está correcta e a heroína/vilã é sem dúvida uma belo exemplo de "bovarismo"!Quanto ao livro e ao enredo... gostei! Não vou dizer que seja dos melhores livros que já li, porque não considero que seja,mas lá está:um livro excelente para uns pode não o ser para outros... Mas é um livro interessante,com história bem construída e de leitura fácil!Acho que merece bem 4 estrelas!
February 27, 2025
Segundo clásico destroyer que leo en pocos días, que al igual que Jude el oscuro, me ha dejado impresionada. Los dos son una lectura interesante, tanto por lo bien escritos que están, como por sus ideas avanzadas sobre el matrimonio y la infelicidad que comporta para la mujer en muchos casos. Son obras publicadas en fechas relativamente próximas - 1895 la de Hardy y 1927 la de Mauriac - y ambas denotan un malestar creciente con la rigidez de la institución, ya manifiesto en otras novelas decimonónicas como el famoso trío de infieles: Anna Karenina, Madame Bovary y La Regenta. En este caso Thérèse va más allá de la infidelidad, ella ve su salvación en el arsénico que toma su marido para el corazón. No es un spoiler, porque la novela se abre con el juicio a que se la somete por intento de asesinato.
Thérèse no se encuentra a gusto en su papel de esposa y madre y siente que tiene que haber algo más allá de su hogar y su pequeño mundo provinciano que la anula como persona:
Las mujeres de la familia esperan a perder toda existencia individual. Es hermosa, esa entrega total a la especie, puedo sentir la belleza de esa desaparición, de ese aniquilamiento... Pero yo, pero yo...
Pero al mismo tiempo ha sentido el imperativo de tener un marido, de encontrar un hueco en el entramado social:
Nunca había parecido tan sensata como en la época de su compromiso: se introducía en un bloque familiar, 'se colocaba', entraba en un orden. Se salvaba.
La estructura de la novela es interesante porque se centra en lo que pasa cuando Thérèse, una vez absuelta, tiene que volver a la casa familiar y encarar una difícil convivencia con el marido, por la necesidad de guardar las apariencias. El autor nos hace vivir la situación a través de los pensamientos de ella y nos ofrece un magnífico estudio de personajes y ambiente. He disfrutado especialmente con la atmósfera que crea, que en ocasiones me ha recordado a las descripciones de la vida en pequeños pueblos de Simenon o Maupassant. Todo lo que la rodea nos transmite la sensación de soledad y enclaustramiento de la protagonista:
Al amanecer sombrío oyó a Balion con los arneses. Luego la voz de Bernard, el piafar de los caballos, el traqueteo de la carreta que se alejaba. Por último la lluvia sobre las tejas, sobre los cristales empañados, sobre el campo desierto, sobre cien kilómetros de landas y marismas, sobre las últimas dunas movedizas, sobre el océno.
En conjunto, un clásico estupendo, que merece la pena leer y que ha rescatado con acierto la editorial Trotalibros.
Thérèse no se encuentra a gusto en su papel de esposa y madre y siente que tiene que haber algo más allá de su hogar y su pequeño mundo provinciano que la anula como persona:
Las mujeres de la familia esperan a perder toda existencia individual. Es hermosa, esa entrega total a la especie, puedo sentir la belleza de esa desaparición, de ese aniquilamiento... Pero yo, pero yo...
Pero al mismo tiempo ha sentido el imperativo de tener un marido, de encontrar un hueco en el entramado social:
Nunca había parecido tan sensata como en la época de su compromiso: se introducía en un bloque familiar, 'se colocaba', entraba en un orden. Se salvaba.
La estructura de la novela es interesante porque se centra en lo que pasa cuando Thérèse, una vez absuelta, tiene que volver a la casa familiar y encarar una difícil convivencia con el marido, por la necesidad de guardar las apariencias. El autor nos hace vivir la situación a través de los pensamientos de ella y nos ofrece un magnífico estudio de personajes y ambiente. He disfrutado especialmente con la atmósfera que crea, que en ocasiones me ha recordado a las descripciones de la vida en pequeños pueblos de Simenon o Maupassant. Todo lo que la rodea nos transmite la sensación de soledad y enclaustramiento de la protagonista:
Al amanecer sombrío oyó a Balion con los arneses. Luego la voz de Bernard, el piafar de los caballos, el traqueteo de la carreta que se alejaba. Por último la lluvia sobre las tejas, sobre los cristales empañados, sobre el campo desierto, sobre cien kilómetros de landas y marismas, sobre las últimas dunas movedizas, sobre el océno.
En conjunto, un clásico estupendo, que merece la pena leer y que ha rescatado con acierto la editorial Trotalibros.
March 25, 2015
Notam-se ecos da tradição Faubertiana em Mauriac. Thérese D. pertence àquela categoria de livros grandes demais para o número de páginas que albergam. Deve-o à densidade da escrita e ao que se intui da mesma. Neste livro conhecemos a ilustre Thérese, logo à saída do julgamento onde foi absolvida pela tentativa de homicídio do marido, por envenenamento. Através de analepses descobrimos a sua personalidade e o seu móbil, compreendemos o seu crime, para no fim a julgar. Manteremos o veredicto?
Este nobel da literatura marca pela sua escrita sensorial e pela abordagem cinematográfica à história. Aqui, revelou ter utilizado uma técnica semelhante à dos filmes mudos, recorrendo a flashbacks, à descrição dos pensamentos dos personagens e à súbita apresentação das cenas. Além destes artifícios técnicos, a descrição física dos personagens reflete, nas suas doenças ou deficiências, a sua moral igualmente imperfeita.
Mauriac faz alusões subtis, sugerindo ao leitor que debata e reflita sobre temas como o amor inatingível que Thérese vive (a componente religiosa também é muito debatida). Deixando-nos com a aparente ilusão de liberdade com que começámos o livro, parece apelar à sua releitura. As suas sequelas serão outros livros, outra personagem como não conhecemos aqui. Esta obra é única e merece ser reconhecida na riqueza dos seus pormenores.
Este nobel da literatura marca pela sua escrita sensorial e pela abordagem cinematográfica à história. Aqui, revelou ter utilizado uma técnica semelhante à dos filmes mudos, recorrendo a flashbacks, à descrição dos pensamentos dos personagens e à súbita apresentação das cenas. Além destes artifícios técnicos, a descrição física dos personagens reflete, nas suas doenças ou deficiências, a sua moral igualmente imperfeita.
Mauriac faz alusões subtis, sugerindo ao leitor que debata e reflita sobre temas como o amor inatingível que Thérese vive (a componente religiosa também é muito debatida). Deixando-nos com a aparente ilusão de liberdade com que começámos o livro, parece apelar à sua releitura. As suas sequelas serão outros livros, outra personagem como não conhecemos aqui. Esta obra é única e merece ser reconhecida na riqueza dos seus pormenores.
May 16, 2015
Quando il cattolicesimo non è dogmatico
François Mauriac è uno scrittore francese oggi forse un po' dimenticato. Eppure è stato, per un cinquantennio, un'epoca cruciale che va dagli anni '20 alla fine degli anni '60 del secolo scorso, uno degli intellettuali francesi più noti e influenti. Cattolico, unì all'impegno letterario quello civile: si schierò contro il franchismo in Spagna e la Repubblica di Vichy, e nel dopoguerra condannò il colonialismo francese e la repressione in Algeria. Nel 1952 gli fu attribuito il Premio Nobel.
Il suo cattolicesimo “eretico” lo portò ad essere criticato sia da “destra” sia da “sinistra”: famosa al riguardo è la critica, che gli rivolse Sartre, di essere poco credibile come ricco fustigatore della classe a cui apparteneva.
Thérèse Desqueyroux, pubblicato nel 1927, è il romanzo più noto di Mauriac, da cui nel 1962 è stato tratto un omonimo film, alla cui sceneggiatura collaborò lo stesso Mauriac.
La storia è quella di una moglie che tenta di avvelenare il marito, ed il romanzo, che inizia al momento della dichiarazione del non luogo a procedere da parte del giudice, ci narra, con un ampio flashback reso attraverso le riflessioni della protagonista nel suo viaggio di ritorno verso casa, la vita di Thérèse, dalla sua infanzia al matrimonio, dalla vita coniugale al tentato uxoricidio; quindi la storia riprende il suo corso e ci mostra ciò che accade in conseguenza di quel gesto. La scelta di lasciare che sia Thérèse a presentarsi, a narrarci la sua vita pregressa, è un primo elemento di indubbio fascino del romanzo: è la protagonista stessa che dovrebbe e potrebbe dirci le motivazioni del suo gesto, ed il fatto che non ce lo dica significa che non c'è una ragione, o perlomeno non c'è una ragione puntuale e immediatamente riconoscibile del tentato avvelenamento del marito. Thérèse decide infatti quasi casualmente di avvelenarlo, e nel colloquio finale con il marito, ad una precisa domanda di quest'ultimo, Thérèse risponde: Stavo per risponderti “Non so perché l'ho fatto”. Ma forse lo so, figurati! Potrebbe darsi che abbia compiuto quell'azione per vedere nei tuoi occhi un'inquietudine, una curiosità, un po' di turbamento, insomma.
Se allora non c'è un motivo contingente che spinge Thérèse, quali sono le cause profonde del suo gesto? E' questo il grande interrogativo che Mauriac pone, ed è anche quello la cui risposta va ricercata nell'intera vicenda narrata, ed in particolare nella prima parte in cui la protagonista racconta sé stessa. La risposta, a mio avviso, è scoperta ma anche abbastanza sorprendente per uno scrittore profondamente cattolico come Mauriac: la causa del gesto di Thérèse è la famiglia, i rapporti sociali ed umani che si instaurano all'interno dell'istituzione che la chiesa cattolica (e non solo) considera il pilastro dell'ordine morale e sociale.
Analizziamo infatti il contesto: la vicenda è ambientata nella profonda provincia francese, le lande rimboschite con pini neri a sud di Bordeaux, uno dei paesaggi più monotoni di tutta la Francia. Thérèse è figlia di un notabile locale, è sin da piccola uno spirito indipendente, è agnostica, le piace leggere e stare sola, ma il suo destino è già segnato: sposerà Bernard Desqueyroux, perché questo permetterà di riunire due grandi proprietà fondiarie. L'interesse supremo della famiglia, che è essenzialmente basato sull'accumulazione e sul mantenimento del prestigio sociale, non può essere messo in discussione, e Thérèse vi si sottomette docile, anche se il coniuge si rivela da subito gretto, più interessato alla caccia che a lei, e prevaricatore – se non violento – anche nei momenti di intimità. L'interesse della famiglia prevale anche nel caso di Anne, sorellastra di Bernard, che si invaghisce di un giovane ebreo che ha il torto di non avere un patrimonio: contro questa possibile unione si mobilitano tutti, facendo emergere anche un gretto antisemitismo, ed anche Thérèse accetta di giocare una parte non piccola nel ricondurre la pecorella smarrita all'ovile. Thérèse vive comunque i suoi ruoli di figlia, di moglie, e presto anche quello di madre, con indifferenza, perché questo è l'unico atteggiamento che le consente di non far esplodere le sue contraddizioni interne, di sopportare lo iato tra le sue nebulose aspirazioni di emancipazione e i binari sociali entro cui è costretta. Subisce il fascino del giovane innamorato di Anne, figura di pseudo-intellettuale cinico e fintamente libero dalle convenzioni sociali, ma senza tradire il marito e capendone presto la personalità ipocrita. Il tentato avvelenamento del marito non è gesto che segnala la rottura di un equilibrio interiore, ma è pienamente inscritto in quell'equilibrio dell'indifferenza che la caratterizza e che le consente di andare avanti.
La famiglia determina anche le conseguenze del gesto: il marito può solo immaginare che la causa del gesto di Thérèse sia stata il tentativo di essere l'unica proprietaria delle terre e dei pini, depone a suo favore solo perché è necessario salvare le apparenze nei confronti della società, e costruisce la terribile punizione di Thérèse facendo in modo che la gente continui a crederli una coppia felice. Nel bel finale, sembra per un attimo che Bernard si metta in discussione, che cerchi di spogliarsi del suo ruolo, di capire perché, ma subito rientra nei ranghi, ed a Thérèse non resta che andare incontro ad una nuova vita, sottomettendosi ancora una volta con indifferenza alla volontà altrui.
Paola Dècina Lombardi, nella sua introduzione a questa edizione del romanzo (oggi peraltro disponibile in altra edizione), parla di predestinazione di Thérèse, ed in generale mette in evidenza i caratteri trascendenti, la potenza forsennata che domina il personaggio, che sul suo cammino distrugge ogni cosa lasciandola terrorizzata. Non concordo con questa interpretazione intimistica della vicenda, perché ritengo che sia molto evidente come la predestinazione di Thérèse derivi in realtà dal contesto storico e sociale in cui si trova a vivere, dal contrasto tra i valori su cui si fondava il potere della borghesia terriera della Francia a cavallo tra XIX e XX secolo (non diversi da quelli della borghesia tout-court) e valori diversi, che ella oscuramente presagisce ma che non è in grado di razionalizzare e contrapporre alle convenzioni che le vengono imposte dalla famiglia. Anche se è vero (non ho letto altro dell'autore) che nel corso della sua evoluzione umana e intellettuale Mauriac ha finito per far prevalere tematiche che portano a dio come unico approdo rispetto alla disperazione umana e sociale, credo che si debba dare atto di due aspetti fondamentali che caratterizzano quest'opera e che a mio avviso rendono il cattolicesimo di Mauriac non dogmatico (come del resto la sua biografia dimostra): il primo è che, come detto, Mauriac individua con precisione le cause del male come cause sociali, umanamente determinate dalle condizioni materiali dell'esistenza e dai rapporti che queste costruiscono; il secondo è che il romanzo, con il suo finale aperto, non fornisce risposte, tantomeno risposte di tipo palingenetico-religioso. Questi aspetti dell'opera fanno di Thérèse Desqueyroux un romanzo da leggere con attenzione ancora oggi, anche se, a mio avviso, non siamo di fronte ad un capolavoro: vi è un certo schematismo nei personaggi di contorno che stride con la complessità di Thérèse, e lo stile di scrittura è comunque abbastanza dimesso e convenzionale, in un'epoca che vedeva le avanguardie battere terreni ben più avanzati; va comunque messa in rilievo la lucidità e l'onestà intellettuale con cui il cattolico Mauriac demolisce il mito, tipicamente cattolico, della famiglia come fonte di ogni bene.
François Mauriac è uno scrittore francese oggi forse un po' dimenticato. Eppure è stato, per un cinquantennio, un'epoca cruciale che va dagli anni '20 alla fine degli anni '60 del secolo scorso, uno degli intellettuali francesi più noti e influenti. Cattolico, unì all'impegno letterario quello civile: si schierò contro il franchismo in Spagna e la Repubblica di Vichy, e nel dopoguerra condannò il colonialismo francese e la repressione in Algeria. Nel 1952 gli fu attribuito il Premio Nobel.
Il suo cattolicesimo “eretico” lo portò ad essere criticato sia da “destra” sia da “sinistra”: famosa al riguardo è la critica, che gli rivolse Sartre, di essere poco credibile come ricco fustigatore della classe a cui apparteneva.
Thérèse Desqueyroux, pubblicato nel 1927, è il romanzo più noto di Mauriac, da cui nel 1962 è stato tratto un omonimo film, alla cui sceneggiatura collaborò lo stesso Mauriac.
La storia è quella di una moglie che tenta di avvelenare il marito, ed il romanzo, che inizia al momento della dichiarazione del non luogo a procedere da parte del giudice, ci narra, con un ampio flashback reso attraverso le riflessioni della protagonista nel suo viaggio di ritorno verso casa, la vita di Thérèse, dalla sua infanzia al matrimonio, dalla vita coniugale al tentato uxoricidio; quindi la storia riprende il suo corso e ci mostra ciò che accade in conseguenza di quel gesto. La scelta di lasciare che sia Thérèse a presentarsi, a narrarci la sua vita pregressa, è un primo elemento di indubbio fascino del romanzo: è la protagonista stessa che dovrebbe e potrebbe dirci le motivazioni del suo gesto, ed il fatto che non ce lo dica significa che non c'è una ragione, o perlomeno non c'è una ragione puntuale e immediatamente riconoscibile del tentato avvelenamento del marito. Thérèse decide infatti quasi casualmente di avvelenarlo, e nel colloquio finale con il marito, ad una precisa domanda di quest'ultimo, Thérèse risponde: Stavo per risponderti “Non so perché l'ho fatto”. Ma forse lo so, figurati! Potrebbe darsi che abbia compiuto quell'azione per vedere nei tuoi occhi un'inquietudine, una curiosità, un po' di turbamento, insomma.
Se allora non c'è un motivo contingente che spinge Thérèse, quali sono le cause profonde del suo gesto? E' questo il grande interrogativo che Mauriac pone, ed è anche quello la cui risposta va ricercata nell'intera vicenda narrata, ed in particolare nella prima parte in cui la protagonista racconta sé stessa. La risposta, a mio avviso, è scoperta ma anche abbastanza sorprendente per uno scrittore profondamente cattolico come Mauriac: la causa del gesto di Thérèse è la famiglia, i rapporti sociali ed umani che si instaurano all'interno dell'istituzione che la chiesa cattolica (e non solo) considera il pilastro dell'ordine morale e sociale.
Analizziamo infatti il contesto: la vicenda è ambientata nella profonda provincia francese, le lande rimboschite con pini neri a sud di Bordeaux, uno dei paesaggi più monotoni di tutta la Francia. Thérèse è figlia di un notabile locale, è sin da piccola uno spirito indipendente, è agnostica, le piace leggere e stare sola, ma il suo destino è già segnato: sposerà Bernard Desqueyroux, perché questo permetterà di riunire due grandi proprietà fondiarie. L'interesse supremo della famiglia, che è essenzialmente basato sull'accumulazione e sul mantenimento del prestigio sociale, non può essere messo in discussione, e Thérèse vi si sottomette docile, anche se il coniuge si rivela da subito gretto, più interessato alla caccia che a lei, e prevaricatore – se non violento – anche nei momenti di intimità. L'interesse della famiglia prevale anche nel caso di Anne, sorellastra di Bernard, che si invaghisce di un giovane ebreo che ha il torto di non avere un patrimonio: contro questa possibile unione si mobilitano tutti, facendo emergere anche un gretto antisemitismo, ed anche Thérèse accetta di giocare una parte non piccola nel ricondurre la pecorella smarrita all'ovile. Thérèse vive comunque i suoi ruoli di figlia, di moglie, e presto anche quello di madre, con indifferenza, perché questo è l'unico atteggiamento che le consente di non far esplodere le sue contraddizioni interne, di sopportare lo iato tra le sue nebulose aspirazioni di emancipazione e i binari sociali entro cui è costretta. Subisce il fascino del giovane innamorato di Anne, figura di pseudo-intellettuale cinico e fintamente libero dalle convenzioni sociali, ma senza tradire il marito e capendone presto la personalità ipocrita. Il tentato avvelenamento del marito non è gesto che segnala la rottura di un equilibrio interiore, ma è pienamente inscritto in quell'equilibrio dell'indifferenza che la caratterizza e che le consente di andare avanti.
La famiglia determina anche le conseguenze del gesto: il marito può solo immaginare che la causa del gesto di Thérèse sia stata il tentativo di essere l'unica proprietaria delle terre e dei pini, depone a suo favore solo perché è necessario salvare le apparenze nei confronti della società, e costruisce la terribile punizione di Thérèse facendo in modo che la gente continui a crederli una coppia felice. Nel bel finale, sembra per un attimo che Bernard si metta in discussione, che cerchi di spogliarsi del suo ruolo, di capire perché, ma subito rientra nei ranghi, ed a Thérèse non resta che andare incontro ad una nuova vita, sottomettendosi ancora una volta con indifferenza alla volontà altrui.
Paola Dècina Lombardi, nella sua introduzione a questa edizione del romanzo (oggi peraltro disponibile in altra edizione), parla di predestinazione di Thérèse, ed in generale mette in evidenza i caratteri trascendenti, la potenza forsennata che domina il personaggio, che sul suo cammino distrugge ogni cosa lasciandola terrorizzata. Non concordo con questa interpretazione intimistica della vicenda, perché ritengo che sia molto evidente come la predestinazione di Thérèse derivi in realtà dal contesto storico e sociale in cui si trova a vivere, dal contrasto tra i valori su cui si fondava il potere della borghesia terriera della Francia a cavallo tra XIX e XX secolo (non diversi da quelli della borghesia tout-court) e valori diversi, che ella oscuramente presagisce ma che non è in grado di razionalizzare e contrapporre alle convenzioni che le vengono imposte dalla famiglia. Anche se è vero (non ho letto altro dell'autore) che nel corso della sua evoluzione umana e intellettuale Mauriac ha finito per far prevalere tematiche che portano a dio come unico approdo rispetto alla disperazione umana e sociale, credo che si debba dare atto di due aspetti fondamentali che caratterizzano quest'opera e che a mio avviso rendono il cattolicesimo di Mauriac non dogmatico (come del resto la sua biografia dimostra): il primo è che, come detto, Mauriac individua con precisione le cause del male come cause sociali, umanamente determinate dalle condizioni materiali dell'esistenza e dai rapporti che queste costruiscono; il secondo è che il romanzo, con il suo finale aperto, non fornisce risposte, tantomeno risposte di tipo palingenetico-religioso. Questi aspetti dell'opera fanno di Thérèse Desqueyroux un romanzo da leggere con attenzione ancora oggi, anche se, a mio avviso, non siamo di fronte ad un capolavoro: vi è un certo schematismo nei personaggi di contorno che stride con la complessità di Thérèse, e lo stile di scrittura è comunque abbastanza dimesso e convenzionale, in un'epoca che vedeva le avanguardie battere terreni ben più avanzati; va comunque messa in rilievo la lucidità e l'onestà intellettuale con cui il cattolico Mauriac demolisce il mito, tipicamente cattolico, della famiglia come fonte di ogni bene.
July 11, 2023
ตอนอ่านไม่ได้คิดเลยจริงๆ ว่าจะเป็นเรื่องเฟมินิสต์ขนาดนี้ (แหม ก็นักเขียนชายช่วงปี 1920) ก็คือไม่ได้อ่านเรื่องย่อแหละ ซื้อมาเพราะชื่อโมริยัคเพียวๆ เลย แม้ว่าเล่มนี้ภาษาจะไม่สวยเท่าเล่ม มาตา แต่ในด้านโครงเรื่องนั้นเราว่าชนะขาด
เตแรส เดสเกรูซ์คือหญิงสาวที่หัวสมัยใหม่มากๆ แต่นางอยู่แถวบ้านนอก เป็นเจ้าของที่ดินแถบชนบท ถึงหัวจะใหม่ขนาดไหนสุดท้ายก็ทำอะไรไม่ได้มากไปกว่าการเป็นเมียและแม่ ประโยคหนึ่งในเรื่องที่อ่านแล้วเปงท้อคือ "ร่างกายฉันเป็นเพียงจอกศักดิ์สิทธิ์ของเดสเกรูซ์" (ประมาณนี้ จำได้ไม่แม่น แต่พูดราวๆ นี้แหละ) คือการแต่งงานกับแบร์นาร์ดนั้นไม่ได้เป็นอะไรมากกว่าการทำตามหน้าที่ที่สังคมมอบให้
แล้วหากไม่ยอมรับละ? ในวันที่เตแรสโดนคดีว่าลอบสังหารสามี และกลายเป็นหญิงสาวผู้ไม่รักลูก หล่อนอยากหนีไปให้ไกลๆ จากภาระหน้าที่ทางสังคมที่ตนเองเดินเข้าไปตกหลุมเอง เตแรสจึงกลายเป็นหญิงบ้า ชั่วช้า เพียงเพราะต้องการทำตามใจตัวเอง การไม่รักลูก (จริงๆ จะว่าไม่รักก็ไม่ใช่ แค่ไม่ได้เลี้ยงดูเองเพราะแม่ผัวไม่วางใจให้เลี้ยง แต่ก็ไม่ได้ดูแลตามแบบฉบับที่สังคมคาดหวังว่าแม่คนนึงจะทำ) การวางยาฆ่าสามี ในเรื่องมีเฉลยว่าวางยาจริงมั้ย แต่เปิดบทมาคือใครๆ ก็เชื่อไปแล้วว่าเธอทำ แล้วมันจะสำคัญอะไรว่าเธอวางยาฆ่าจริงหรือไม่ (แต่แบร์นาร์ดไม่ตายหรอกนะ)
ด้วยความโมริยัคที่เราเคยอ่านผ่านเล่มมาตา (แล้วท้ายเล่มก็มีคำตาม) เราเลยพอจะจับทางได้ว่าการเล่าเรื่องของเขาเวลาเล่า landscape มันจะหมายถึงสภาพจิตใจของตัวละครด้วย อย่างในเรื่องนี้การคำนึงถึงปารีส การใช้คำว่าร่องทางเท้า นั่นก็มีแง่มุมที่พูดถึงสภาพตัวละครด้วยเช่นกัน การอยู่ในชนบทของแบร์นาร์ดเมื่อเข้ามาอยู่ในตัวเมืองมันประดักประเดิดอย่างไร แต่ด้วยส่วนตัวแล้วเล่มนี้อาจจะไม่ชัดเท่ามาตา (เพราะคำตามไม่ได้เน้น 555)
ตอนเราอ่านเตแรสเราทำ annotation เอาไว้ด้วย ซึ่งทำให้การอ่านสนุกขึ้นมากๆ โดยแบ่งเป็น ความสุขของเตแรส (ซึ่งพอทำแบบนี้แล้วมีน้อยมากๆ ผู้หญิงยุค 1920 จะมีความสุขจากอะไรได้บ้างวะ) ค่านิยมของสังคม และวรรคที่ชอบ พอแบ่งออกมาแล้วดูจำนวน index ที่แปะก็จะพบว่าทั้งเรื่องล้อไปกับค่านิยมของสังคมในยุคนั้น แต่อีกเรื่องที่ไม่ได้แปะคือการเปรียบเทียบกับทางศาสนาคริสต์ที่ที่จริงแล้วในเรื่องนี้เด่นชัดมาก แต่เราไม่ได้สันทัด (และไม่ได้สนใจนัก) การอ่านเล่มนี้ของเราเลยสนุกมากขึ้นเพราะจริงจังในการทำannotation ด้วย
อีกเรื่องหนึ่งที่ไม่เด่นชัด (อาจจะเพราะปีที่เขียน) คือเรื่องเพศสภาพของเตแรสที่เราว่ามีความไม่ชัดเจน แน่นอนว่าตัวเป็นหญิงและทำหน้าที่แม่เมีย แต่สิ่งที่เตแรสชอบจริงๆ คืออะไรกันแน่? ไม่ใช่การอยู่กับแบร์นาร์ดแน่ๆ เราว่าโมริยัคปล่อยประเด็นนี้ให้คลุมเครือด้วยปีที่เขียนการเป็นเลสเบี้ยนหรือไม่อยากระบุเพศสภาพอาจจะเป็นเรื่องยากในหนังสือ แต่เราว่านี่เป็นประเด็นที่เขาตั้งใจใส่เข้ามาและปล่อยเบลอเอาไว้ซึ่งยิ่งทำให้เราทึ่งมากๆ กับการเขียนเรื่องประเด็นความเป็นแม่เมียผู้หญิงจากปลายปากกานักเขียนผู้เคร่งครัดในศาสนาตอนปี 1920
เตแรส เดสเกรูซ์คือหญิงสาวที่หัวสมัยใหม่มากๆ แต่นางอยู่แถวบ้านนอก เป็นเจ้าของที่ดินแถบชนบท ถึงหัวจะใหม่ขนาดไหนสุดท้ายก็ทำอะไรไม่ได้มากไปกว่าการเป็นเมียและแม่ ประโยคหนึ่งในเรื่องที่อ่านแล้วเปงท้อคือ "ร่างกายฉันเป็นเพียงจอกศักดิ์สิทธิ์ของเดสเกรูซ์" (ประมาณนี้ จำได้ไม่แม่น แต่พูดราวๆ นี้แหละ) คือการแต่งงานกับแบร์นาร์ดนั้นไม่ได้เป็นอะไรมากกว่าการทำตามหน้าที่ที่สังคมมอบให้
แล้วหากไม่ยอมรับละ? ในวันที่เตแรสโดนคดีว่าลอบสังหารสามี และกลายเป็นหญิงสาวผู้ไม่รักลูก หล่อนอยากหนีไปให้ไกลๆ จากภาระหน้าที่ทางสังคมที่ตนเองเดินเข้าไปตกหลุมเอง เตแรสจึงกลายเป็นหญิงบ้า ชั่วช้า เพียงเพราะต้องการทำตามใจตัวเอง การไม่รักลูก (จริงๆ จะว่าไม่รักก็ไม่ใช่ แค่ไม่ได้เลี้ยงดูเองเพราะแม่ผัวไม่วางใจให้เลี้ยง แต่ก็ไม่ได้ดูแลตามแบบฉบับที่สังคมคาดหวังว่าแม่คนนึงจะทำ) การวางยาฆ่าสามี ในเรื่องมีเฉลยว่าวางยาจริงมั้ย แต่เปิดบทมาคือใครๆ ก็เชื่อไปแล้วว่าเธอทำ แล้วมันจะสำคัญอะไรว่าเธอวางยาฆ่าจริงหรือไม่ (แต่แบร์นาร์ดไม่ตายหรอกนะ)
ด้วยความโมริยัคที่เราเคยอ่านผ่านเล่มมาตา (แล้วท้ายเล่มก็มีคำตาม) เราเลยพอจะจับทางได้ว่าการเล่าเรื่องของเขาเวลาเล่า landscape มันจะหมายถึงสภาพจิตใจของตัวละครด้วย อย่างในเรื่องนี้การคำนึงถึงปารีส การใช้คำว่าร่องทางเท้า นั่นก็มีแง่มุมที่พูดถึงสภาพตัวละครด้วยเช่นกัน การอยู่ในชนบทของแบร์นาร์ดเมื่อเข้ามาอยู่ในตัวเมืองมันประดักประเดิดอย่างไร แต่ด้วยส่วนตัวแล้วเล่มนี้อาจจะไม่ชัดเท่ามาตา (เพราะคำตามไม่ได้เน้น 555)
ตอนเราอ่านเตแรสเราทำ annotation เอาไว้ด้วย ซึ่งทำให้การอ่านสนุกขึ้นมากๆ โดยแบ่งเป็น ความสุขของเตแรส (ซึ่งพอทำแบบนี้แล้วมีน้อยมากๆ ผู้หญิงยุค 1920 จะมีความสุขจากอะไรได้บ้างวะ) ค่านิยมของสังคม และวรรคที่ชอบ พอแบ่งออกมาแล้วดูจำนวน index ที่แปะก็จะพบว่าทั้งเรื่องล้อไปกับค่านิยมของสังคมในยุคนั้น แต่อีกเรื่องที่ไม่ได้แปะคือการเปรียบเทียบกับทางศาสนาคริสต์ที่ที่จริงแล้วในเรื่องนี้เด่นชัดมาก แต่เราไม่ได้สันทัด (และไม่ได้สนใจนัก) การอ่านเล่มนี้ของเราเลยสนุกมากขึ้นเพราะจริงจังในการทำannotation ด้วย
อีกเรื่องหนึ่งที่ไม่เด่นชัด (อาจจะเพราะปีที่เขียน) คือเรื่องเพศสภาพของเตแรสที่เราว่ามีความไม่ชัดเจน แน่นอนว่าตัวเป็นหญิงและทำหน้าที่แม่เมีย แต่สิ่งที่เตแรสชอบจริงๆ คืออะไรกันแน่? ไม่ใช่การอยู่กับแบร์นาร์ดแน่ๆ เราว่าโมริยัคปล่อยประเด็นนี้ให้คลุมเครือด้วยปีที่เขียนการเป็นเลสเบี้ยนหรือไม่อยากระบุเพศสภาพอาจจะเป็นเรื่องยากในหนังสือ แต่เราว่านี่เป็นประเด็นที่เขาตั้งใจใส่เข้ามาและปล่อยเบลอเอาไว้ซึ่งยิ่งทำให้เราทึ่งมากๆ กับการเขียนเรื่องประเด็นความเป็นแม่เมียผู้หญิงจากปลายปากกานักเขียนผู้เคร่งครัดในศาสนาตอนปี 1920
August 31, 2014
This is without a doubt the masterpiece of Francois Mauriac, the Winner of the 1952 Nobel Prize Literature. It is the story of an arranged marriage involving the provincial nobility of France. Our heroine Therese finds her husband to be such an unspeakable bore that she attempts to get out of her marriage by attempting to poison him She administers a good number of doses of arsenic before the pharmacist turns her in. Her good-natured if boring husband agrees to grant her a divorce.
The characterizations are so well done that the novel works brilliantly. Because of its brevity, Therese Desqueyroux is a perennial favourite on French lit courses for anglophones. If your university days are behind you it is still well worth the read. Its portrait of the social mores of the provincial nobility is fabulous.
After you read it, download the movie with Audrey Tautou in the lead role. It is extremely faithful to the book and features several excellent acting performances.
The characterizations are so well done that the novel works brilliantly. Because of its brevity, Therese Desqueyroux is a perennial favourite on French lit courses for anglophones. If your university days are behind you it is still well worth the read. Its portrait of the social mores of the provincial nobility is fabulous.
After you read it, download the movie with Audrey Tautou in the lead role. It is extremely faithful to the book and features several excellent acting performances.
December 31, 2022
Ma chère Thérèse... Avec vous, je termine l'année par une lecture impressionnante, troublante, comme nulle autre.
En vous, j'ai retrouvé l'ombre de deux femmes que j'aime d'un amour précieux - Emma Bovary, et Anna Karenine.
Cependant, vous semblez avoir votre caractère propre, qui demeurera pour moi une énigme, bien que je me retrouve dans la plupart des ressentis vous ayant habités.
Il y a en vous 3 le désir, les attentes, la recherche du "bonheur", les désillusions... Cependant, en vous, Thérèse, semble brûler un feu que rien ne peut éteindre.
Votre soif pour la liberté est admirable. Certains vous diront immorale, meurtrière, méprisante... Je vous trouve fascinante.
En vous, j'ai retrouvé l'ombre de deux femmes que j'aime d'un amour précieux - Emma Bovary, et Anna Karenine.
Cependant, vous semblez avoir votre caractère propre, qui demeurera pour moi une énigme, bien que je me retrouve dans la plupart des ressentis vous ayant habités.
Il y a en vous 3 le désir, les attentes, la recherche du "bonheur", les désillusions... Cependant, en vous, Thérèse, semble brûler un feu que rien ne peut éteindre.
Votre soif pour la liberté est admirable. Certains vous diront immorale, meurtrière, méprisante... Je vous trouve fascinante.
October 13, 2024
thérèse ma femme, vrmt ce livre c’est une masterclass, le style est insane, le personnage est tellement bien écrit, jss tellement fan pitié
November 20, 2024
Pendiente a la llamada coquette pa bajarle de nota~
April 28, 2013
une petite déception je dois l'avouer. Je trouve le récit tout d'abord assez daté dans son style. Deuxièmement, je considère la plume de Mauriac terriblement masculine. Je ne suis par partisane de la "gender literature" attention, néanmoins j'ai profondément ressenti le "genre" de l'auteur derrière ses écrits. Lorsque Mauriac expose les pensées profondes de Thérèse, à chaque fois, je me suis dit "voilà une remarque peu féminine". J'ai trouvé Thérèse peu attachante, je ne me suis pas investi dans la lecture de ce roman. J'étais détachée, me disant que je me fichais au fond de ce qu'il pouvait arriver à cette Thérèse totalement fictive. Mon avis est personnel, mais d'après moi Mauriac comprend peu la psychologie féminine. Il ne parvient pas à créer un personnage féminin pour lequel on éprouve une profonde empathie.
Thérèse Desqueyroux, c'est une mauvaise Emma Bovary. Une pâle copie sur laquelle on aurait ajouté un élément criminel: l'empoisonnement de son mari plutôt que le sien.
La description de l'ennuie de l’héroïne, l'important du decorum, etc. Tout est si peu original!!! Si vous connaissez vos classiques ce roman ne vous apportera rien.
Je ne recommande pas cette lecture, c'est un roman très court et pourtant j'ai trouvé le moyen de m'ennuyer!
Thérèse Desqueyroux, c'est une mauvaise Emma Bovary. Une pâle copie sur laquelle on aurait ajouté un élément criminel: l'empoisonnement de son mari plutôt que le sien.
La description de l'ennuie de l’héroïne, l'important du decorum, etc. Tout est si peu original!!! Si vous connaissez vos classiques ce roman ne vous apportera rien.
Je ne recommande pas cette lecture, c'est un roman très court et pourtant j'ai trouvé le moyen de m'ennuyer!
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