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La portalettere

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Salento, giugno 1934. A Lizzanello, un paesino di poche migliaia di anime, una corriera si ferma nella piazza principale. Ne scende una coppia: lui, Carlo, è un figlio del Sud, ed è felice di essere tornato a casa; lei, Anna, sua moglie, è bella come una statua greca, ma triste e preoccupata: quale vita la attende in quella terra sconosciuta?
Persino a trent’anni da quel giorno, Anna rimarrà per tutti «la forestiera», quella venuta dal Nord, quella diversa, che non va in chiesa, che dice sempre quello che pensa. E Anna, fiera e spigolosa, non si piegherà mai alle leggi non scritte che imprigionano le donne del Sud. Ci riuscirà anche grazie all’amore che la lega al marito, un amore la cui forza sarà dolorosamente chiara al fratello maggiore di Carlo, Antonio, che si è innamorato di Anna nell’istante in cui l’ha vista.
Poi, nel 1935, Anna fa qualcosa di davvero rivoluzionario: si presenta a un concorso delle Poste, lo vince e diventa la prima portalettere di Lizzanello. La notizia fa storcere il naso alle donne e suscita risatine di scherno negli uomini. «Non durerà», maligna qualcuno.
E invece, per oltre vent’anni, Anna diventerà il filo invisibile che unisce gli abitanti del paese. Prima a piedi e poi in bicicletta, consegnerà le lettere dei ragazzi al fronte, le cartoline degli emigranti, le missive degli amanti segreti. Senza volerlo – ma soprattutto senza che il paese lo voglia – la portalettere cambierà molte cose, a Lizzanello.
Quella di Anna è la storia di una donna che ha voluto vivere la propria vita senza condizionamenti, ma è anche la storia della famiglia Greco e di Lizzanello, dagli anni ’30 fino agli anni ’50, passando per una guerra mondiale e per le istanze femministe.
Ed è la storia di due fratelli inseparabili, destinati ad amare la stessa donna.

416 pages, Paperback

First published January 6, 2023

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Francesca Giannone

9 books88 followers

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Profile Image for Chiara LibriamociBlog.
285 reviews326 followers
January 5, 2023
Questa non è solamente la storia di Anna la portalettere, è anche la storia di Anna che ama sorseggiare la colazione tiepida sulla panchina del giardino prima dell’inizio della giornata, è la storia di Anna venuta dalla Liguria a Lizzanetto per amore di suo marito, è la storia di Anna, donna moderna, controcorrente e determinata a diventare la prima portalettere del paese, è la storia di Anna che si impegna per gli altri, per le donne ma, soprattutto, per la libertà personale di tutti quelli che incrociano la sua strada.

Non è però abbastanza, perche questa è anche la storia di Carlo e del progetto vinicolo, di Antonio e dei suoi libri sottolineati, di Agata e del pasticcio di carne che soffoca lo sdegno e l’insoddisfazione, di Giovanna e della sua rinascita, di Daniele e del suo sogno stilistico, di Carmela e dell’abbandono mai perdonato, di Lorenza e delle sue fragilità. È la storia di un’epoca, di persone, gesti, parole e tradizioni che si incontrano e scontrano con l’anticonformismo di una donna che sa essere tutto senza giudicare niente, coerente fino alla fine, ritta e determinata in ogni sfumatura della sua vita.

La storia che Francesca Giannone scrive in queste pagine, e che trae ispirazione dalla storia della bisnonna, è una storia personale e familiare lunga quasi trent’anni, dal 1934 al 1961, un concentrato di personaggi ed eventi che avvolgono il lettore tra gesti e tradizioni, sentimenti, scelte e segreti che incrociano sempre la strada di Anna, protagonista travolgente dalle tantissime sfumature, donna moderna e visionaria, che mai si abbassa alle controverse ingiustizie di un paese arcaico e omertoso, incatenato a usi e giudizi morali insensati, che combatte per se stessa e per gli altri, che dona amore e rinuncia anche ad esso per la propria integrità.

Una protagonista che basterebbe a descrivere la pienezza di queste pagine, il fulcro di un romanzo che vive anche accompagnato da tanto altro, dai luoghi, dai co-protagonisti, dal tempo e dalle decisioni, a volte dolciamare che sottolineano le diversità intime di ognuno dei personaggi dando voce alle diversità interiori dell’animo umano e alle conseguenze di ogni scelta.

Una storia ben scritta, ben raccontata e coinvolgente da cui si emerge a fine lettura con un po’ di tristezza e commozione, consapevoli però di aver letto un piacevole, piacevolissimo romanzo con una protagonista davvero unica!
Profile Image for Chiara.
435 reviews19 followers
March 31, 2023
Come al solito mi lascio sempre trascinare dalla definizione saga familiare, magari ambientata in un periodo storico non prossimo al nostro. In aggiunta qui c'è di mezzo una terra che è nel mio cuore, che porta con se l'accento croccante e le terre rosse e assolate: lu sule, lu mare e lu ientu. E così mi son detta: “ma si, diamo un’altra possibilità alla casa Editrice Nord” anche se le ultime proposte non sono state entusiasmanti. La stroia di una donna ligure che segue l marito salentino emigrate al nord e che decide di tornare nella terra natale a metà degli anni trenta. Lei decide di fare la portalettere, mestiere considerato maschile, e il racconto della vita di una manciata di famiglie legate tra loro da legami più o meno di sangue nei successive trenta anni circa.
Detto in modo esplicito, questo libro non mi è piaciuto. I motivi sono talmente tanti che risultano anche difficili da elencare.
Ambientazione. Se vi aspettate descrizioni corpose e cariche di colori e profumi, propri di questa terra, scordateveli. Nemmeno una descrizione di Lecce, ma di che è gialla se proprio non sai come descriverla. No, è solo un nome messo li quasi per caso. Avrebbe potuto ambientarlo anche in un'altra parte d'Italia, anche in paese inventato, non cambiava assolutamente nulla. Non sono riuscita a trovare nulla dei paesani del Salento.
Accuratezza e la profondità dei riferimenti storici. Saltare a piè pari la guerra è molto furbo perchè non aveva gran cose da dire ma porca miseria, vuoi rendere cosa significava stare in una città di provincia lontana dalla linea del fuoco, dalle grandi ed epiche battaglie, dove le persone che sono andate in Guerra e sono state sottratte al lavoro nei campi hanno creato turbamento e hanno generato le più ingenti perdite? Credo sia da citare la scena della radio di “fine aprile '45”, con i tedeschi che si arrendono e "la guerra è finita". I tedeschi hanno firmato a inizio Maggio, le informazioni sembrano buttate li senza una vera investigazione e approfondimento. Un’altra scena: le donne tronfie che vanno a votare per la prima volta, la protagonista che vota "Repubblica", pochi discorsi lontani sul verosignificato di quel voto. Il reale sentiment del sud Italia tutto era completamente diverso. Va bene vuoi fare la protagonista appassionata repubblicana ma descrivi il contest attorno in cui si muove. Per sfizio sono andata a vedermi i risultati del referendum a Lizzanello e devo dire che sorprendentemente per la repubblica hanno votato ben il 19% , tutto sommato una percentuale alta consideranto il sentimento del sud Italia tutto in quel periodo. E' stato descritto questo? Assolutamente no!
Per non parlare delle attività familiari. Allora, mettimao bene in chiaro che non si capisce se questi sono benestanti, arricchiti, un pò e un pò. I mesteieri vengono assegnati un pò a caso, e anche gli accessori. Carlo, il marito de la portalettere già dal'35 va in giro con la macchina di proprietà, quindi ricco però al contempo in casa fanno tutto da soli, sneza nemmeno una donna di servizio. Proprio moderni al massimo. E così anche per le altre famiglie citate nella trama. Ho avuto l'impressione che siano state prese azioni, atteggiamenti e abitudini del giorno d'oggi (o di pochi decenni fa) e trasferiti prima della guerra. Per non parlare delle attività di famiglia, la cantina mi sembra assurda, c’è un potenziale enorme e niente l’importante è la scritta da riverniciare.
E poi c'è lei, la nostra protagonista. Che dire, arriva dal nord e non riesce a capire questi zotici, impedisce al figlio di imparare la parlata locale ma trova naturale infarcire le sue frasi di francese. E già li snobismo a palla, travestito da trasgressione. E poi è di una piattezza incredibile, è arrivata con quella testa, quelle abitudini e quelle idee e non ha avuto nessunissima evoluzione nel tempo. Lei è superiore a qualsiasi cosa, è una femminista convinta ma non come le suffraggette a cui sarebbe più vicina temporalmente no, alle femministe degli anni settanta. E'una che capisce di tutto dalla dislessia all'autolesionismo, vuole essere indipendente e il suo modo per affermarsi è facendo la postina. Sembra quasi un capriccio per mostrarsi diversa dagli altri più che una reale esigenza.
Accusa gli altri di non sapersi imporre e poi nelle uniche scelte che la farebbero alzare sopra la mediocrità si allinea agli usi e convenzioni imposti. Continua a stare col marito per abitudine (forse, non si capisce) e lo asseconda nell'avventura politica con la DC. Oh ma dov'è andata tutta la trasgressione. Preferisce stuszzicare gli altri, ad esempio la nipote Lorenza (che personaggio anche lei) a trasgredire i dettami della morale comune ma lei resta sempre nel binario del lecito.
Tra gli altri personaggi c’è Daniele Carlà, aiutante del marito della portalettere in cantina ma segretamente appassionato di cucito e di moda. Bene, passione da tenere segreta perchè non adatta ad un uomo secondo l’acida madre. E poi? Come si evolve, quali sono I suoi sentimenti. Boh, scappa, basta. Non si sa nulla.
Tutti gli altri personaggi sono cristallizati nelle loro posizioni quasi fossero delle figurine bisimensionali di cartone che si muovono su uno sfondo altrettanto bidimensionale.
Il rapporto tra Anna la portalettere e il cognato Antonio: la furbata della passione per I libri, buttare li titoli del periodo per condividere le letture. E poi il nulla. Quali sono i reali sentimenti dell’uno (forse si intuiscono di più) o dell’altra (soprattutto) non è dato saperli. Un colpo al cerchio e uno alla botte si direbbe.
Staticità è il giusto nome da dare a questo romanzo. Un potenziale enorme. Una portalettera che può toccare le vite di tante persone e invece resta in superficie, visite fugaci, vite solo sfiorate.
Un libro che non consiglio e che sicuramente non resterà perchè i protagonisti, gli ambienti e le storie sono piatte, sbiadite e statiche.
Do una stella altrimenti non fa media in Goodreads.
Profile Image for Valentina.
274 reviews12 followers
January 16, 2023
Un libro che non mi ha colpita in nessun modo e l'unico pregio che ha è quello di essere scorrevole e scritto bene, non annoiando mai il lettore.

A livello di trama non è sicuramente la scoperta del secolo, visto che si tratta a tutti gli effetti di un romanzo familiare ambientato nell'Italia degli anni '30. Giannone racconta le vicende della famiglia Greco, soffermandosi di più sulla protagonista, Anna.

Il primo difetto che ho notato durante la lettura è il fatto che tutti i personaggi rimangano statici nel corso del romanzo, senza un'evoluzione o una messa in discussione delle loro idee. Anna è la tipica rappresentazione della donna femminista di quegli anni: sostiene la libertà di voto per le donne, intraprende un lavoro prettamente maschile, subendo le critiche da parte degli altri paesani. Quello che emerge a fine lettura non è una narrazione veritiera o quantomeno verosimile, ma anzi diventa il frutto di un'accozzaglia di persone irrealistiche, sempre così fissate sulle loro idee da non poter valutare quelle degli altri, rimanendo macchiette indistinte e inutili, sviscerate da qualsiasi messaggio importante. Gli unici personaggi che probabilmente mostrano un vero cambiamento sono Giovanna e Carmine, ma rimangono totalmente irrilevanti ai fini della trama.

Anna è sicuramente il personaggio raccontato meglio, ma anche lei soffre di alcune lacune a livello di trama. A volte ci dimentichiamo che la protagonista è ligure (se non per qualche riferimento randomico al pesto che prepara incessantemente), proprio perchè sembra che la sua esistenza sia iniziata solo dopo il trasferimento a Lecce.
Non sarebbe stato meglio raccontare anche della vita ligure di Anna, per renderla un personaggio verosimile e conferirle una certa profondità, che sicuramente le manca?

La parte più importante e interessante del libro, ovvero la trattazione storica, è forse quella riuscita peggio. Ogni tanto ci sono dei riferimenti a fatti storici rilevanti, ma in realtà la storia potrebbe essere tranquillamente ambientata ai giorni nostri. A questo punto credo proprio che l'intento dell'autrice fosse quello di raccontare dinamiche familiari inedite, ma in realtà viste e riviste, senza approfondire e indagare molto il contesto storico e sociale attorno ai personaggi.

Anche la chiusa non mi ha convinto: dal litigio tra Anna e Antonio (che tira fuori la questione della prima figlia di Anna, trattata nelle prime 80 pagine e mai più riemersa), alla fuga di Lorenza e la questione incesto mai risolta...

Un romanzo con delle lacune pesanti, ma che nel complesso si fa leggere e risulta anche piacevole.
Se volete leggere qualcosa di simile, ma migliore a livello qualitativo, consiglio caldamente L'ottava vita, dalla trattazione storica eccezionale!
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Fátima Linhares.
714 reviews256 followers
September 20, 2024
Um romance morno, como o leite que a protagonista gostava de tomar no seu jardin secret, isto quando não estava a fazer pesto, a entregar cartas ou a ler. Entretém, mas não é nenhuma obra-prima.

Além de ser uma história tépida e mal acabada, está cheia de erros de revisão - colocação de "a" onde seriam "e", e vice-versa. Vogais a mais em frases, enfim... E o ensombrecer, tanta gente com o rosto ensombrecido nesta obra...

Editado 20/09/2024. Isto não merece as 3* que inicialmente lhe atribuí.
Profile Image for Come Musica.
1,899 reviews561 followers
July 18, 2023
È da quando è uscito, che volevo leggere questo libro. E come dico sempre, finalmente è arrivato il suo tempo.

Il 16 luglio, La portalettere ha vinto a Pontremoli la settantunesima edizione del Premio Bancarella 2023. Inoltre, è anche finalista del Premio Alassio Centolibri, un Autore per l'Europa 2023.

La storia è ambientata a Lizzanello, in provincia di Lecce, e abbraccia l’arco temporale che va dal 1934 al 1962.
Lizzanello è il paese d’origine della scrittrice. La protagonista è Anna, la donna che viene dal Nord, sposata a Carlo Greco, che per i paesani sarà e resterà sempre la foresteria.

“Carmela scosse la testa. «Vedi? È da queste cose che si capisce che sei e rimarrai sempre una forestiera.»
«Perché, cosa ho detto?» si accigliò Anna.
Carmela le puntò gli occhi dritti nei suoi. «Da queste parti, quando uno di noi sta male, nessuno si sognerebbe di farlo pagare, o di far pagare la sua famiglia, per i servizi», rispose, dura.
«Torna fra cinque giorni, e li troverai pronti», aggiunse prima di congedarla.”

Anna lentamente stravolgerà molte cose a Lizzanello. Tanto per cominciare, presentandosi al concorso per portalettere e vincendolo. Anna è libera dai condizionamenti mentali, precorre le battaglie femministe.

Una donna forte, amata dai due fratelli Greco.
Bello, bello, bello! Come lo è il mio Salento!

“La verità, come mi hai detto una volta, si trova tra le righe.
E sai cosa c’è tra le mie? C’è che rischiavo di amarti più di quanto avessi mai amato Carlo. E non potevo permettere che accadesse. Carlo non se lo meritava.
Ora lo sai.
È andata come doveva andare.
O almeno credo.

Anna”
Profile Image for Gabriella P.
217 reviews9 followers
July 22, 2023
La portalettere - F. Giannone

Ho letto questo libro perché mi è stato consigliato e prestato, ed ero molto curiosa di leggerlo: ne ho sentito parlare parecchio, ha vinto dei premi importanti, la sinossi sembrava intrigante.
Ok, avevo aspettative troppo alte; gli riconosco come unico merito la scorrevolezza: si fa leggere velocemente.
Per il resto, l'ho trovato inconsistente, poco approfondito, con troppi argomenti ben spendibili ma rimasti solo accennati e che strizza l'occhio all'attuale ondata di femminismo, ma non ha assolutamente nulla di femminista.
Andiamo con ordine.

L'incipit è buono, ma perderà consistenza anch'esso con la fine del romanzo (provate a rileggerlo dopo aver finito il romanzo, se non ve lo ricordate, e trovate un senso alla scena tra Giovanna e Roberto, ad esempio).

Manca totalmente l'ambientazione: non ci sono vere descrizioni dei luoghi, è ambientato in Salento, ma potrebbe essere in qualsiasi altro luogo, non c'è legame tra i personaggi e la loro terra d'origine a parte l'accenno al Grande Leccio, ai muretti e pochissimo altro.
Quando parla di cibo, capisci che questi poveri protagonisti vivono di pasticcio di carne (per la parte meridionale) e di trofie al pesto (ok, la protagonista è ligure, ma non è che passa la vita a fare il pesto...).

L'ambientazione storica è inesistente, qualche accenno buttato qua e là, senza approfondimento, e poi non posso perdonare di aver completamente saltato gli anni della seconda guerra mondiale. Ho provato imbarazzo e controllato che non mancassero pagine al libro. È molto furbo, se non c'è vera ambientazione storica: ti metti al riparo da possibili strafalcioni se non hai voglia di fare ricerca, però quello era il giro di boa del romanzo. Doveva essere il momento in cui le persone mostrano la loro vera faccia.
Poteva essere il momento in cui la protagonista, diventata portalettere un po' per caso, un po' per sfida, capiva l'importanza del suo lavoro, nel portare lettere dal fronte alle famiglie o cose simili, ad esempio, e invece nulla.
La famiglia Greco attraversa la guerra senza intoppi, senza problemi, restando a casa e avendo sempre a disposizione cibo e dentifricio (!).
Non si capisce neanche bene perché gli uomini della famiglia Greco siano gli UNICI a non essere partiti per la guerra. Resterà un mistero.

La situazione economica della famiglia non è ben precisata, si accenna di una eredità, la cui consistenza non è chiara, ma vagamente descritta come "sufficiente a stare tranquilli per un po' ".
Considerato che ci vorranno quattro anni per riuscire a imbottigliare il primo vino della neonata cantina e che non è che diventi ricco con la prima bottiglia, l'eredità doveva essere decisamente consistente.
Piove tutto dal cielo, per questa famiglia: questo zio ha lasciato ai nipoti soldi, terre... l'oleificio di Antonio parrebbe essere ben avviato da tempo. Chissà...

I protagonisti restano fondamentalmente statici, non hanno nessun percorso di crescita, maturazione, cambiamento: sono fatti con lo stampino, qualsiasi cosa succeda non si evolvono mai.

Possiamo dire che Anna, la protagonista, è antipatica? È praticamente perfetta, quello che fa lei è sempre giusto, non si "mischia" mai ai locali, si trasferisce al sud per seguire il marito ma non fa nulla per ambientarsi. Guarda tutti con aria di superiorità. Non c'è profondità in questo personaggio, quando si arrabbia "alza il sopracciglio", guarda gli altri come fossero tutti zotici ignoranti. Sappiamo che in Liguria faceva la maestra, ma perché poi è rimasta portalettere, abbandonando il sogno di tornare a insegnare? Perché lei è così "moderna"? Che trascorsi ha? Che percorso ha fatto per capire le cose che cerca di far capire alle altre donne? È nata sapiente? Sarebbero bastate anche poche righe a riguardo.
L'amore con Carlo è inconsistente, si sfidano per tutto il romanzo, ogni tanto fanno la "famiglia cuore", però quando lui muore lei non supererà mai il lutto per "l'amore della sua vita" e non vedrà più Antonio per "non correre il rischio di amarlo più di Carlo. Carlo non lo merita". Sei sicura?
Il finale l'ho trovato pessimo, infatti, buttato lì in poche righe, sbrigativo e deludente.

A proposito di femminismo: l'unità di misura delle donne di questo romanzo è l'aspetto fisico. Sono belle, o brutte.
Anna è bellissima, sempre, comunque, in qualsiasi situazione e non invecchia mai.
Carmela è bella e curata, ma cattiva.
Agata è sfiorita, volgare, trasandata.
Lorenza era una bella bambina, poi un'adolescente BRUTTA, successivamente una donna affascinante.
Non continuo, per il bene del mio fegato.

L'aborto spontaneo di Agata: perché questo avvenimento? Non ha conseguenze sulla trama. Tra l'altro, in queste pagine si dirà che Agata - circa 35 anni - è ormai troppo VECCHIA per sperare in un'altra gravidanza. Stendiamo un velo pietoso sulla scena del concepimento (vogliamo davvero leggere il resto del romanzo pensando che Antonio sia una persona meravigliosa?), e diciamoci che Agata non rimarrà più incinta non per l'età, ma perché non condividerà più il letto con il marito (la cosa più femminista di tutto il romanzo) e non vorrà più avere a che fare con il sesso.
In quel frangente, però, Anna si avvicina ad Agata, la aiuta, le sta vicino. Perché non hanno poi legato davvero? Perché Agata non ha avuto un'evoluzione emotiva? Mi aspettavo anche che chiedesse alla cognata di insegnarle a leggere. Perché Anna ha ripreso ad ignorarla, una volta ripresasi fisicamente e moralmente?

Il viaggio di Antonio: anche questo è un episodio senza conseguenze sulla trama. L'autrice avrebbe potuto parlare del madamato, ad esempio, e invece no. La donna "locale" che troverà l'italico maschio è italiana, giovane, innamorata e sì: sicuramente era vergine. Ma si merita solo poche righe.
Mi aspettavo l'arrivo di un figlio illegittimo nel bel paese (se la donna fosse stata Eritrea, sarebbe stato illegittimo e meticcio, pensa che sviluppo nella trama!), un qualche cambiamento in Antonio... E invece no.

Il lavoro di portalettere: mi aspettavo che servisse come espediente narrativo per entrare nelle vite della gente che riceve la corrispondenza. No, è il gancio per inserire i personaggi di Giovanna e Tommaso e per sciorinare l'indipendenza di Anna (di fatto, non è vero).

Mi aspettavo anche che, in qualche modo, la combattiva Anna facesse qualcosa per contrastare o sputtanare Don Giulio che, dopo il salvataggio di Giovanna e la cacciata da casa di Anna e Carlo, sparisce. Salvo poi ricomparire in poche righe, in cui si dice che sta "aiutando" un'altra donna sola. Stronza chi resta, insomma.
Però, la combattiva Anna farà la fiera con quel don Luciano, il bigotto. Don Giulio, lo stupratore, lo lasciamo lì.

Lorenza: non ho capito se questo personaggio sia stato un maldestro tentativo (assolutamente mal riuscito) di omaggiare Sibilla Aleramo in "una donna". Lorenza, per tutto il romanzo, è presentata come una ragazzina capricciosa e viziata. Non c'è un percorso di crescita, di introspezione, di scelta, come nel libro di Aleramo (sulle cui pagine ho versato lacrime vere). Non commento.
Anche gli episodi di autolesionismo li ho trovati poco credibili e solo accennati.

Carlo: questo personaggio è il prototipo dello stronzo maschilista, manipolatore, finto progressista. Un uomo cui andrà sempre tutto bene, che "punisce" la mancata obbedienza della moglie con un tradimento prima e un temporaneo allontanamento dal letto coniugale poi.
Eppure viene presentato come il grande amore. Mi aspettavo anche che Anna scoprisse sia la verità su Daniele che sul tradimento. Insomma, la vera faccia del marito, non la vedrà mai.

Antonio: secondo me è persino peggio del fratello, con quel suo darsi un tono da intellettuale per poi prendere a schiaffi colei che per vent'anni ha ritenuto l'amore della sua vita, perché colpevole di ingerenza nella vita di sua figlia (un'adulta che ha fatto la sua libera scelta di vita); insomma, ok l'amore ma guai a toccare il sangue del sangue del maschio!

Non voglio dilungarmi oltre sugli altri personaggi e sulle altre considerazioni che continuano a venirmi in mente, ho già detto abbastanza. Che il libro non mi sia piaciuto mi sembra chiaro e, tanto per tirare le somme, direi che - per me - questo libro è una telenovela che si finge altro, e va preso per quello che è.
Ma non lasciatevi ingannare, se ve lo propongono come romanzo storico, o ad argomento femminista, non credeteci.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Greylain.
130 reviews55 followers
October 3, 2023
“Dai, Anna – disse Carlo ridacchiando – Non è un lavoro da donne. Non esistono portalettere donna”.
“Finora” – disse Anna.


“La portalettere” parte bene, con un prologo accattivante e una storia interessante, ma ben presto si perde, soppiantato da una trama scarna, ambientazioni inesistenti e avvenimenti storici del dopoguerra italiano descritti in maniera decisamente superficiale.

Tuttavia, il vero cruccio di questo libro è - udite, udite - Anna, la sua protagonista: antipatica fino al midollo, classista, presentata come una super femminista (per l'epoca) ma totalmente incapace di mettersi in discussione.

Il finale, poi, é rapidissimo e incoerente. Non solo perché l'intera narrazione si regge su una rivelazione che alla fine non avverrà mai, ma perché non c'è niente che sta in piedi, niente che dia una reale profondità a questo libro.

Provate a rileggere il prologo una volta terminata la lettura: lo troverete completamente sconnesso e insensato.

Peccato, un po' più di Storia e qualche costruitissimo dialogo in meno avrebbero sicuramente giovato.

2 stelle, di più non mi sento di dare 🌟
Profile Image for wordsofluss.
50 reviews20 followers
December 6, 2024
Realizezi că ai dat peste o ficțiune bună rău de tot când ești mamă și dai gata aproape 500 de pagini în doar 3 zile! 📖⏳

Recunosc, timpul cu odrasla nu l-am sacrificat, în schimb am renunțat la ceva mai multe ore de somn :))))

Concluzia: Nu regret nimic! 🤍

Sincer, nu-mi aduc aminte când am parcurs un roman care să mă țină acolo, care să mă facă să dau obsesiv pagină după pagină, care să mă facă să trăiesc intens alături de personaje. Cred că e singura ficțiune în care am rezonat cu fiecare personaj în parte și am observat o evoluție frumoasă la toți.

🇮🇹🍝 Toată acțiunea se petrece într-un orășel din Sudul Italiei, unde Anna - personajul feminin principal, soțul ei - Carlo și fiul lor - Roberto, se mută.

Anna refuză să se supună legilor nescrise care condiționează viața femeilor din Sud și ajunge să fie prima femeie poștaș din localitate, sau portalettere 💌 “femeia care aduce scrisori”.

📖 Din acest punct vom cunoaște multe povești pline de emoție, unele dintre ele vor avea un final fericit, altele mai puțin. Vom vedea perspectivele unor oameni trecuți prin război, le vom simți lacrimile, dar și puterea de a construi o viață de la zero.

Poate o să vi se pară pueril când o să citiți sinopsisul care ne spune că 2 frați ajung să se îndrăgostească de aceeași femeie, dar trust me, cartea asta e altceva. E o poveste emoționantă despre curaj și emanciparea femeii, e o poveste plină de căldură, de blândețe și de frumos. E o poveste pe care o recomand tare, tare! 🤗
Profile Image for Francesco.
180 reviews30 followers
February 29, 2024
(Ahimè) classico esempio di un prodotto editoriale confezionato ad hoc non tanto per raggiungere un pubblico ampio, quanto per raggiungere l'obiettivo di tanta narrativa commerciale: far derivare da una storia su carta una sceneggiatura per un film o, meglio ancora perché più redditizia, per una serie tv.

Ecco cos'è a conti fatti La portalettere: qualcosa che di sicuro ci ritroveremo a vedere in Rai. Perché dico questo? I motivi sono diversi, ma qualcosa è lampante e sotto agli occhi di tutte e tutti: lo stile dell'autrice - sulla falsariga di tante altre autrici che scrivono romanzi simili - è mooooolto cinematografico. Niente è lasciato sotto la superficie, tutto è lì, pronto per essere visto. Sembra proprio una sceneggiatura. Scritta bene, per carità, ma pur sempre una sceneggiatura rimane.

Mi colpisce poi questo accanirsi anche un po' schizofrenico del trovare a tutti i costi dei personaggi femminili outsider - parliamone... - per rinverdire (non ce n'è bisogno) un filone narrativo inaugurato da Elsa Morante e tante altre autrici divine - e che, se mi permettete, sono state le uniche a dare a questo particolare genere di storie tutta la dignità di Storie.

Che poi scusatemi ma io un libro così giusto come audiolibro l'ho potuto fruire, mentre stavo cucinando o rassettando casa. Per occupare le orecchie. Perché se mi fossi trovato a leggerlo con tutti i tempi verbali sbagliati e le parole-feticci ripetute fino al vomito di sicuro ci avrei fatto un falò.
Profile Image for Rubén Jofre.
157 reviews14 followers
October 8, 2024
⚠️ 𝘼𝘿𝙑𝙀𝙍𝙏𝙀𝙉𝘾𝙄𝘼: 𝙐𝙉𝙋𝙊𝙋𝙐𝙇𝘼𝙍 𝙊𝙋𝙄𝙉𝙄𝙊𝙉⚠️

Partiendo de la base que a todo el mundo no nos puede gustar lo mismo, yo me dispongo a defender con argumentos sólidos el porqué no me ha convencido del todo una novela que está siendo un éxito en Italia y ahora también en el resto de Europa. Estoy preparado para la batalla y para recibirlas de todos los colores, pero allá voy.

"La Cartera", de Francesca Giannone, es un drama familiar de aproximadamente unas 500 páginas. Una novela que se desarrolla durante la primera parte del S.XX. y en la cual nos encontramos con Anna, una mujer del norte de Italia que, junto a su marido y su hijo Roberto, se mudan al sur, a la ciudad donde se crió su marido Carlo. Allí también están el hermano de este (Antonio), su mujer Ágata y su hija Lorenza. Además de a ellos, Anna, que es una mujer progresista y reivindicativa, va a encontrar allí mucha diferencia en costumbres y en evolución social. Desigualdades, injusticias, prejuicios, etc.

Hasta ahí bien, eso es lo que más me ha gustado del libro. ¿Entonces? En sí la historia no está mal del todo, pero quizá esté desarrollada muy al detalle, insistiendo muchas veces en cosas iguales o parecidas. Eso me ha provocado la sensación de ser una novela repetitiva, pesada, tediosa o monótona, por ejemplo, no sé sí me entendéis. Por momentos parecía que estaba viendo la típica telenovela de la tarde de TVE1, esas típicas de mujeres con un moño en la cabeza y de casa, con hombres de campo y de bar, representando así a mujeres con roles más pasivos, con muchísimos personajes, con un ritmo más bien lento, de mucho diálogo, todo ello muy enfocado en aspectos mucho más melodramáticos, cosas ya muy trilladas y demasiado vistas.

A destacar el personaje de Anna, sin duda lo mejor del libro. Una mujer justa, trabajadora y de lucha constante y que, como a nosotros, le gusta leer. Algunos de los libros que lee durante la trama son "Almas Muertas", "Orgullo y Prejuicio" o "Cumbres Borrascosas", todos ellos clásicos de la literatura universal y que Anna utiliza para ayudar a aprender a leer a quién no sabe. Por otro lado, he odiado el personaje de Lorenza, una "chica" consentida, manipuladora y repelente.

Y no sé qué más os puedo decir, la verdad. Leerla y lo discutimos. Pero reconozco que no es un libro que volvería a leer. He echado de menos, más allá de lo fácil y del amor, algunas cosas importantes de aquella época,: la Italia fascista, junto con la guerra, y lo que comportó en su momento, por ejemplo. Otra vez me vuelve a pasar, la masa, la crítica, las ventas me han jugado una mala pasada. Yo tengo mi gusto bien definido y prefiero algo con menos ruido y más poderoso que cosas "puestas de moda", no sé sí me explico. Es un libro bonito para el que sea de historias romanticonas, pero también hay dolor, esperanza e ilusión.

𝘾𝙄𝙏𝘼𝙎:
" - La puntualidad es la virtud de los generosos —le respondió él con una sonrisa." (Página 396)

"La verdad, como me dijiste una vez, se encuentra entre líneas. ¿Y sabes qué hay entre las mías? Que corría el riesgo de amarte más de lo que nunca amé a Carlo. Y no podía permitir que eso sucediera. Carlo no se lo merecía. Ahora ya lo sabes." (Página 465)

𝙉𝙊𝙏𝘼: 4/10

𝙋.𝘿.: No quiero condicionar a nadie, es tan sólo una opinión personal. Estoy listo para la batalla.
Profile Image for Natalia Luna.
332 reviews170 followers
October 5, 2024
Pues una desilusión me he llevado. Me puse con este libro siguiendo las magníficas críticas y puntuaciones pero me ha dejado plana.
Cuenta la historia de una joven que sigue a su marido a su pueblo de nacimiento y en un arranque de transgresión para esa época decide solicitar el puesto de cartera.
Tenemos situaciones familiares, celos, riñas, cuernos... Su relación con los vecinos que reciben cartas. Pero todo es bastante plano, no hay pasión en la historia o al menos yo no lo he sentido. No me han llegado los personajes y la actitud de la protagonista me ha descolocado por lo incoherente.
Tres estrellas porque está bien escrita.
Profile Image for Sonia Di Pietra.
73 reviews1 follower
January 29, 2024
Il potenziale lo aveva questo libro, ma l’autrice ha deciso di farne una sceneggiatura di una serie Rai.
Gli sbalzi temporali non si riflettono sui personaggi, i pensieri e le riflessioni che portano a determinate scelte non vengono spiegate al lettore.
Unica nota positiva (per cui gli do una stella) è che i libri vengono usati come strumento per comunicare e per conoscersi tra i personaggi specialmente tra Anna e Antonio.
Profile Image for Carol.
103 reviews21 followers
November 19, 2024
Sin lugar a dudas una de mis mejores lecturas del año!!
Profile Image for Anita Giannasio Mirisola.
Author 4 books43 followers
March 23, 2023
Un bellissimo romanzo storico che ho divorato in soli tre giorni.
È ambientato in Puglia in un arco di tempo piuttosto lungo tra gli anni '30 e '60, e narra le vicende della famiglia Greco, composta dai fratelli Carlo e Antonio, dalle rispettive mogli Anna e Agata, e dai figli Roberto e Lorenza. La protagonista è Anna, una donna apparentemente fredda e distaccata, proveniente dal Nord Italia, così lontano dal caldo e arretrato Sud... difatti per tutta la vita verrà additata come "la forestiera" dagli abitanti del paesino di Lizzanello.
Malgrado il clima iniziale di spaesamento, Anna si ambienterà ai ritmi e agli usi meridionali, entrando nelle case dei suoi concittadini in veste di postina, invitata per un caffè o incaricata di leggere dagli analfabeti. Sarà proprio in un'ccasione del genere che Anna farà amicizia con Giovanna, una donna sola e disperata additata da tutti come "la pazza".
Altri personaggi importanti sono Carmela, una vecchia fiamma di Carlo, il figlio Daniele e il padre Don Ciccio, che Carlo consulterà per aprire un'attività vinicola.
Interessante il rapporto che Anna instaura col cognato Antonio (invaghito di lei), col quale condivide le proprie letture, e tramite il consiglio e lo scambio di libri, i due comunicano segretamente per molti anni.
Anna è una protagonista ben costruita, con pregi e difetti, riesce a conquistare il lettore, e attorno a lei gravitano le vite di tutti gli altri personaggi, che insieme contribuiscono a tratteggiare uno spaccato storico preciso: dagli anni del fascismo, il secondo dopoguerra, fino ai primi movimenti sociali di fine anni '50 (suffragio universale, sindacati dei lavoratori, emancipazione femminile). La provenienza nordica di Anna è proprio ciò che le ha fornito un'educazione e una cultura tali da renderla una fautrice del progresso, anche se spesso sarà purtroppo vista come "il troppo che stroppia" dagli abitanti di Lizzanello, così tristemente e saldamente aggrappati alle loro tradizioni bigotte e patriarcali.
Nonostante ciò, il Sud descritto da Giannone è splendido e pittoresco, come un caldo abbraccio che avvolge e coinvolge il lettore; più volte ho desiderato di sedermi sotto l'albero di melograno con Anna e avvertire la calda brezza leccese sulla pelle. I contrasti tra Nord e Sud descritti dall'autrice hanno il pregio di non essere divisivi, bensì aggregativi: danno l'idea di due mondi che non vanno comparati, ma uniti, per poter formare un tutt'uno pacifico e completo.
Lo stile dell'autrice è scorrevole e dettagliato, le scene descritte sono come pellicole che rimangono negli occhi anche dopo aver voltato pagina. È sicuramente un libro che mi rimarrà nel cuore, mi sono affezionata troppo ai suoi personaggi per lasciarli andare. In particolare alle donne... Anna, Agata, Carmela, Giovanna e Lorenza sono tutte diverse tra loro, ma accomunate da un dolore tipicamente femminile, causato loro dagli uomini che le circondano. In questo romanzo, la componente storica non risiede solo nel fascismo e nella guerra, ma nell'avvicendarsi di piccole conquiste quotidiane delle donne, stanche di sottostare alle pratiche maschiliste in atto da troppi secoli. Donne abusate dal compagno, additate dalla società, manipolate dai genitori, discriminate sul lavoro, vittime di violenze fisiche e psicologiche; Anna avrà un ruolo importante per le donne di Lizzanello, anche se queste faranno fatica a riconoscerglielo in un primo momento. Per fortuna che Anna sa aspettare. Ma voi non aspettate, correte a leggere questo splendido libro e immergetevi nella storia della portalettere.
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Per altre recensioni, mi trovi su instagram @bibliotecamentale :)
Profile Image for Book Reviews by Anita .
115 reviews1,233 followers
August 5, 2024
Bardzo przyjemna powieść na lato! I właśnie dlatego polecam zabrać się za nią jakoś niebawem, póki jest ciepło, słonecznie, prawie jak we Włoszech. No wiem, prawie robi różnicę 😂 Ale serio, myślę, że wakacje to idealny czas, żeby wczuć się w klimat małego włoskiego miasteczka, do którego pewnego dnia przybywają Anna i Carl Greco.

Jeśli chodzi o Annę, nie łatwo ją polubić. Na początku wydaje się bardzo zdystansowana. Widać, że jest zbyt wykształcona i nowoczesna, że nie pasuje do lokalnej społeczności, która jest mocno konserwatywna. Nie chodzi do kościoła, nie plotkuje, walczy o prawa kobiet, a na dodatek rozpoczyna pracę w męskim zawodzie. Dziś kobieta pracująca jako listonoszka nie dziwi. W latach 30-tych wszystko wyglądało jednak inaczej…

Czytając „Listonoszkę z Apulii” śledzimy więc losy Anny oraz całej rodziny Greco. Akcja toczy się niespiesznie, co pozwala wczuć się w klimat południa. Bohaterowie nie są idealni. Popełniają błędy. Lorenza doprowadzała mnie chwilami do szewskiej pasji 😂 Ale dzięki temu byli bardzo ludzcy. Niech pierwszy rzuci kamieniem ten, kto nie popełnił żadnego błędu, nie zrobił czegoś pod wpływem impulsu. Chyba nie ma takiej osoby hehe

I choć sięgnęłam po tę książkę, ponieważ myślałam, że Francesca Giannone nieco bardziej rozpisze się na temat tego, jak wyglądało życie we Włoszech po wybuchu II wojny światowej, nie przeszkadzało mi, że jednak tego nie zrobiła, że zręcznie pominęła ten temat. Tak że jeśli lubicie sagi rodzinne, włoskie klimaty, dobre wino i pesto, myślę, że to powieść dla Was :)
Profile Image for Chiara Albertini.
100 reviews33 followers
December 22, 2023
Una carezza, questo romanzo.
Sul capo.
Sulla guancia.
Al cuore.
Non aggiungo altro.
(Non vedo l’ora di vederne la serie tv!)
Profile Image for Oscar Lozano.
393 reviews9 followers
November 7, 2024
Francesca Giannone, la autora, nos lleva a la Italia del de la primera mitad del siglo XX para presentarnos a una mujer con unas creencias y aptitudes fuera de lugar en ese entorno. También nos habla del valor de la familia y la fuerza interior de las personas.
La novela narra la historia de Anna, una mujer criada en el norte de Italia, que se traslada a vivir al sur con su marido, chocando su manera de entender la vida con la de sus vecinos. Además de ser una pionera en cuanto a la actividad desempeñada.
Así, lo primero que podrá observar el lector es la diferencia de vida y actitud de los habitantes del norte y sur de Italia frente a las mismas situaciones vitales. Se ve claramente en la mentalidad abierta de Anna, la protagonista, ante las creencias desfasadas y machistas de los habitantes de su pueblo sureño. Aquí la autora retrata la mayor cultura y estudios, de forma genérica, del norte a lo que se le une la riqueza económica respecto al sur, donde lo importante era trabajar. Y en el que las mujeres tenían limitado el mercado laboral a muy pocos empleos, ya que el trabajo fuera de casa era considerado esencialmente masculino. Es esta desigualdad y contraste el que Anna ataca con sus actos.
Además, y relacionado con el tema anterior, señala la fuerza que poseen las personas para sobreponerse a las adversidades y la falta de confianza de los seres queridos en nosotros para lograrlo.
A su vez, es un canto a la amistad y a la ayuda entre amigas para superar algún trauma y vivir la vida con más ánimo y alegría.
La novela clama también contra el machismo, como ya se ha indicado anteriormente, y la acción de la sociedad contra la mujer, tanto en aquella época como en esta. Da ejemplos de igualdad en ambos sentidos, tanto desde el punto de vista masculino como femenino.
Por otro lado, muestra la fuerza de la prota, la cual que es capaz de sobreponerse a cada obstáculo que se encuentra en su camino. E incluso ayuda a su entorno a mejorar.
Igualmente señala el valor de la lectura para socializar y adquirir conocimientos muy valiosos para la vida.
Por todo ello considero que es una lectura muy recomendable. Amén de adictiva.
Profile Image for Begoña Alonso.
198 reviews11 followers
September 20, 2024
4,5
No le pongo 5 estrellas porque no es una obra maestra, pero me ha encantado. La ambientación, los personajes, el contexto, la historia amable pero con muchos recovecos... De esos libros que se quedan en la memoria para siempre.
315 reviews
February 4, 2023
Un po' troppo "Beautiful" per i miei gusti, nonostante la trama sia lineare e senza grosse sorprese, si fa leggere
Profile Image for Maluquinha dos livros.
281 reviews122 followers
November 3, 2024
Foi uma leitura lenta, como se estivesse a saborear um bom vinho! Não foi escolha minha ler este livro assim, mas agora que o terminei, fez-me muito sentido a forma como o li.
Este é o romance de estreia de Francesca Giannone e gostei de conhecer a escrita desta autora: mais do que nos é contado, apreciei a forma como nos é contado. Com uma escrita cuidada, a autora usa descrições muito reais dos ambientes da Itália e, recorrendo a elementos tão típicos do cotidiano, leva-nos numa viagem a memórias profundas.
Nos anos 30, Anna, uma rapariga culta, decidida e bastante aberta para os tempos em que vive, muda-se para a vila de onde seu marido, Carlo, é originário. Adaptar-se à nova vila, onde prevalecem as ideias patriarcais, não é fácil para ela, uma mulher com uma mente aberta. Além disso, ao regressar às suas origens, Carlo acaba por se conformar com o pensamento comum para evitar que outros expressem um julgamento negativo sobre sua família. O que quer que Anna faça, qualquer que seja a sua opinião, não consegue quebrar o muro do preconceito e é rotulada como "a estrangeira". Indiferente às opiniões, Anna torna-se a carteira da vila e, teimosamente, percorre longas distâncias todos os dias para chegar às casas mais distantes e isoladas e ler as poucas linhas recebidas a quem nem sabe decifrá-las. Com o tempo, mais do entregar as cartas aos vizinhos, Anna assume-se como uma figura central no dia a dia de muitos deles. Anna não é apenas um símbolo da emancipação feminina, da luta pela liberdade, mas é um exemplo de força, de determinação e de lealdade. Anna é o exemplo das mulheres que naqueles anos optaram por lutar, cada uma à sua maneira, para poder mudar as coisas.

Este livro é, sem dúvida, uma história de família, das relações interpessoais, das lutas internas… Através dos acontecimentos é possível revisitar partes da história da Itália de 1934 a 1961, com um salto inexplicável nos anos de guerra, o que, na minha opinião, empobreceu a narrativa. O fim deixou-me com uma sensação agridoce, pois esperava muito mais desenvolvimento depois de um livro que detalhava tanto a vida de cada personagem…
Profile Image for Ana Medeiros.
250 reviews28 followers
October 27, 2024
"Aquilo que é realmente importante encontra-se nas entrelinhas. Mas nem toda a gente consegue procurar. Ou se calhar preferem não o fazer..." 💌🥹❤️
Profile Image for aripanna.
50 reviews1 follower
July 30, 2023
Premesso che sono nel pieno della mia “saga familiare era”, il che probabilmente mi porta ad avere delle aspettative molto alte, mi sono avvicinata al libro di Giannone con sincera curiosità e mi appresto a recensirlo con un po’ di delusione.

Non posso dire che il libro non sia scorrevole e che Giannone non abbia delle capacità lessicali quantomeno piacevoli; allo stesso modo, l’autrice sa bene dove infilare quei piccoli cliffhanger che ti portano fino alla fine, con la curiosità di vedere dove ti porterà la narrazione. Non posso neanche negare di aver provato dei sentimenti, mentre leggevo. Purtroppo, però, quello che ha prevalso su tutto è una certa incazzatura.

I personaggi di questo libro non hanno né arte né parte. La protagonista è uno stereotipo vivente, la classica donna del Nord che va a vivere al Sud e porta con sé la modernità (ma davvero?); è poco più di una Mary Sue che non sbaglia un colpo, con un marito carismatico che è tutto una garanzia; la tradisce; - ma la cosa viene fatta passare in sordina -; le mente - ma con l’espediente del fin di bene -; non la supporta minimamente, ma a lei viene chiesto di farlo e lo fa. Il cognato, altro vertice di questo triangolo (mah), è un uomo che coltiva il sogno dell’istruzione e quindi, negli anni ‘30, pur vivendo di agricoltura trova il tempo di leggere letteratura russa e di discutere riguardo a Dovstoevskij. In questo libro ci sono tanti di quegli accenni filo intellettuali da far venire il vomito: i personaggi che non hanno tale privilegio vengono rilegati a due tipi di ruolo ossia l’antagonista oppure il redento.

Tutto corre verso un finale completamente insensato. Giuro, il finale è la cosa che mi ha fatto incazzare di più. Più del salto di tutta la seconda guerra mondiale (manco il tempo di girare pagina pensando: che bello, ora vedrò i personaggi alle prese con un cambiamento radicale); più della storia di Lorenza e Daniele, data proprio ai porci (che poi, qualcuno mi spiega quel mezzo finale aperto delle cartoline da New York con le firme di lei da sola? Lui che è andato dall’altra parte del mondo, lei che è fondamentalmente una stalker malata e tutto si riduce a un mucchio di punti esclamativi. Ok.); più del presunto amore, mai veramente costruito ma fatto solo di sottolineature, tra Anna e Antonio (boh), quello che mi ha mandato fuori di testa è stata la loro lite e la frase;

- Lorenza non è Claudia.

Che se non avessi la memoria che ho, sarei dovuta andarmi a cercare: Claudia chi? La figlia morta nel sonno a tre anni di Anna, per cui lei porta il lutto nelle prime dieci pagine e che viene nominata forse cinque volte in tutto il romanzo. Ah.

Ecco, Giannone apre diecimila archi narrativi, ma non ne conclude decentemente neanche uno. Li spezza, arriva al finale con la fretta di toglierseli di dosso, li lascia aperti all’immaginazione del lettore. Di tutta quella che è la stratificata mole umana, non va mai in profondità. E mi fa arrabbiare, in un romanzo che il potenziale per essere buono ce l’aveva tutto.

Due stelle: una per la fluidità della scrittura, l’altra perché bene o male il libro, pur se negativamente, mi ha appassionata.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Caro.
340 reviews75 followers
September 22, 2024
Está basada en hechos reales, recuerdos de la bisabuela de la autora que toma esos recuerdos para escribir una historia, más bien una saga familiar que abarca más de treinta años, desde que Anna, la cartera, mujer liberal, instruida y de Liguria se baja del autobús en un pequeño pueblo del sur de Italia acompañada de su esposo e hijo. El choque cultural y social es impactante para ella acostumbrada a trabajar, ser independiente y con unas ideas de vida totalmente diferentes a lo que se encuentra.
Cojea y mucho en describir la vida y evolución de la Italia fascista de los primeros años, la guerra y sus consecuencias, el fin de la guerra, la recuperación y se centra en problemas familiares, amores imposibles, una especie de culebrón que se deja leer y entretiene.
Los personajes son bastante planos, cada uno con unas características muy acusadas, casi todos resultan desagradables y cuesta empatizar con ellos, bien por acción o por omisión. Unos son engreídos, otros antipáticos y la hipocresía campa a sus anchas en toda la historia.
Profile Image for Isabel Lopes.
181 reviews16 followers
September 2, 2024
Mais do que uma saga familiar este livro é a história de uma mulher perseverante. Alguém cujo comportamento não correspondia aquilo que era esperado dela. Passado entre as décadas de 30 e 60 numa altura em que a mulher não trabalhava e era sustentada pelo marido, Anna era professora e achava que as mulheres deviam saber ler, poder votar e pensar pela própria cabeça. Lutou pelos seus direitos e pelo direitos das mulheres em geral. Um exemplo a seguir.
Profile Image for Isa.
149 reviews418 followers
January 14, 2025
Un año que no empiezo con mal pie, y este libro tiene mucho que ver con ello. Lo encontré por casualidad en la tienda del iPad: me llamó la atención la portada y, después de varios días dando tumbos entre mi biblioteca y empezando (sin éxito) 18 libros distintos, decidí comprarlo. Y vaya acierto.

La historia sigue a Anna a lo largo de los años, mostrando su relación con su familia y su vida en un pequeño pueblo donde, a pesar de todo, nunca deja de ser la forastera. Aunque llega a convertirse en la cartera del lugar, siempre carga con esa etiqueta de ser diferente, de no encajar del todo.

Lo he disfrutado muchísimo. Ha sido un soplo de aire fresco en comparación con la mayoría de mis lecturas del año pasado, algunas de las cuales me llevaron meses terminar. Los personajes y la ambientación me atraparon, y sentí esa conexión que buscaba desde hace tiempo.

Un libro que recomiendo si quieres una historia que combina sensibilidad, fuerza y la lucha por encontrar tu lugar en el mundo.
Profile Image for Matina Kyriazopoulou.
257 reviews39 followers
December 21, 2024
Μυθιστόρημα που σημειώνει εκπληκτικές πωλήσεις στην πατρίδα της, το πρώτο βιβλίο της Τζανόνε, αφηγείται εμπνεόμενη από τη ζωή της προγιαγιάς της, την ιστορία μιας γυναίκας που ήρθε αντιμέτωπη με τις προκαταλήψεις μιας πατριαρχικής κοινωνίας, καθώς στη Νότια Ιταλία του 1935 ήταν περίεργο οι γυναίκες όχι μόνο να μένουν άγαμες ή να αναλαμβάνουν πρωτοβουλίες, αλλά και να ασκούν τα θεωρούμενα «ανδρικά» επαγγέλματα. Όταν η Άννα μια νεαρή μητέρα, πρώην δασκάλα, με καταγωγή από τον βορρά της Ιταλίας και τη Γαλλία που έχει πρόσφατα μετακομίσει στον Νότο, τόπο καταγωγής του συζύγου της, αποφασίζει να συμμετάσχει στον διαγωνισμό πρόσληψης ταχυδρόμου, στο χωριό της ξεσπά σκάνδαλο. Σε μια εποχή που το τηλέφωνο δεν είχε μπει ακόμη στα σπίτια, μεγάλο μέρος του πληθυσμού ήταν αναλφάβητο και ο ταχυδρόμος όχι μόνο παρέδιδε αλλά διάβαζε και τα γράμματα στους αναλφάβητους παραλήπτες ή τους βοηθούσε να απαντήσουν στις επιστολές που λάμβαναν, η Άννα καταφέρνει να κάνει τη διαφορά και μέσα από τον νέο της ρόλο να μετατραπεί σε ένα αόρατο νήμα επικοινωνίας για τους κατοίκους του χωριού. Ταυτόχρονα παρακολουθούμε τις τεταμένες σχέσεις εντός και εκτός της οικογένειάς της, την Ιταλία που αλλάζει και τον απαγορευμένο έρωτα του αδερφού του συζύγου της για την όμορφη ηρωίδα. Αφήγηση απλή, δομή κλασική, γλώσσα στρωτή, εμβάθυνση στους χαρακτήρες που εκφράζουν οικείους ανθρωποτυπους της επαρχίας και όχι μόνο και μια κεντρική ηρωίδα που δε συμβιβάζεται, αλλά μένει πιστή στα ιδανικά, τα πιστεύω και τις αξίες της παλεύοντας τόσο για τον εαυτό της όσο και για τα δικαιώματα του φύλο της σε μια εποχή που οι γυναίκες δεν είχαν καν αποκτήσει το δικαίωμα ψήφου. Ένας γοητευτικός ύμνος στη γυναικεία θέληση για πρόοδο και χειραφέτηση.
Profile Image for ZumoDeLibros (Mafalda).
271 reviews19 followers
December 6, 2024
Puedo decir que he disfrutado la lectura de esta novela prácticamente en toda su extensión, aunque el final me ha dejado... con ganas de "gritar", jajaja!
No quiero dar pistas de nada, pero supongo que quienes la hayan leído me entenderán.
Me ha gustado mucho la prosa de esta escritora, la historia, el desarrollo y los personajes.
Sé que tiene opiniones muy dispares, pero solo puedo decir que a mí sí me ha gustado y que la recomendaría.
Mi opinión en YouTube (sin spoilers):
https://youtu.be/UKwc74kD_2k
Profile Image for Elena Vatta.
Author 1 book13 followers
June 11, 2023
Mi sono avvicinata piena di curiosità, spinta dal clamore intorno a questo titolo, ma mi ha delusa profondamente. Un libro senza palpito emotivo, una specie di soap opera piena di luoghi comuni sul meridione, la cui tematica portante sono i tradimenti e i figli illegittimi di un manipolo di personaggi che si perdono in azioni insignificanti, inframezzati ogni tanto da episodi storici o famigliari che sembrano buttati lì ma in cui uno non ha conseguenze per l'altro.
L'ambiente del Salento è inesistente se si omettono due riferimenti a muretti a secco e agrumeti. Nessuna descrizione evocativa del paesaggio, nessun profumo o sapore che ci trasporti lì. Non sono riuscita a visualizzare l'ambiente perché semplicemente non c'è: le vicende potrebbero essere ambientate in qualsiasi posto diverso e non cambierebbe una virgola del romanzo. La costa, il mare, la campagna, Lecce, le vie del borgo, dove sono? I profumi e sapori pugliesi si riducono a due citazioni del pasticcio di carne a cui si aggiunge il pesto della protagonista che in 20 anni non cucina altro.
L'ambientazione storica è inesistente: che siamo tra gli anni 30 e 50 lo capisci all'intestazione dei capitoli e da accenni a film e libri. Ogni tanto un episodio storico come il voto alle donne, l'occupazione dei latifondi sono buttati lì senza antefatti né ripercussioni. E la guerra non solo è assente ma non tocca il paese. Né prima né dopo né durante nessun accenno a difficoltà economiche, cibo razionato, dolore per i lutti, povertà, cambi di stili di vita. In 20 anni nulla cambia nella vita quotidiana del paese dei cui abitanti non si capisce il tenore. Infine i personaggi. Senza anima, senza evoluzione, statici. Non invecchiano, non migliorano, non cambiano, non sono plasmati dalla storia che procede. Anna poi si erge a migliore di tutti, superiore, algida, saccente, distaccata, salvo poi cadere negli stessi difetti dei paesani che pur definisce zoticoni verso la fine. L'incoerenza massima è nel suo rapporto con Carlo: per tutto il libro lo ignora, lo sfida, non si ritrae davvero alla complicità col cognato, mai un gesto affettuoso per il coniuge. Quando muore improvvisamente invece le crolla il mondo addosso e pare non riesca a superare il lutto. Infine in conclusione le prospettive cambiano ancora senza ragione: rivela in una lettera che in fondo avrebbe amato più Antonio che Carlo: insomma non c'è coerenza. Non c'è emozione. Un libro che avrebbe avuto un potenziale enorme sviluppato con una leggerezza fastidiosa.
This entire review has been hidden because of spoilers.
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