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Pinocchio: Un libro parallelo

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Questa singolarissima opera è un libro nel libro, insieme parassitario e autonomo, in cui il Manganelli scrittore da un lato illumina "Pinocchio" di una luce nuova e dall’altro dà forma all’ennesimo paesaggio della sua poetica – paesaggio ancora una volta lunare, comico e alieno. Il classico di Collodi diventa così più terrificante ma anche più euforico, più enigmatico ma anche più carico di rivelazioni, più cupo ma anche più ricco di risonanze metaforiche e simboliche. E in particolare il percorso di Pinocchio, personaggio insieme umano, animale, vegetale e ultraterreno, mosso fin dall’inizio da «una vocazione metamorfica e insieme teatrale», da un «occulto, multiforme, futuro». Questo percorso, infatti, altro non è se non l’attraversamento dell’Erebo, del Regno dei Morti, che ha il suo centro nel cuore nero del libro, ma che si estende a tutta la topografia collodiana, dal bosco verde scuro in cui biancheggia la casa mortuaria della Fata alla campagna popolata di faine dove Pinocchio fa il cane da guardia. Libro notturno, di una notte definitiva (dove il giorno è solo «recitato» da sarcastici lampi temporaleschi), il Pinocchio di Manganelli non si chiude con la trasformazione edificante della vulgata, giacché il ragazzo in carne e ossa non sostituisce il burattino e non ne è la resurrezione: dovrà invece conviverci, con quella «reliquia prodigiosa», con quel legno che «continuerà a sfidarlo».

205 pages, Paperback

First published January 1, 1977

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About the author

Giorgio Manganelli

153 books85 followers
Giorgio Manganelli was an Italian journalist, avant-garde writer, translator and literary critic. A native of Milan, he was one of the leaders of the avant-garde literary movement in Italy in the 1960s, Gruppo 63. He was a baroque and expressionist writer. Manganelli translated Edgar Allan Poe's complete stories and authors like T. S. Eliot, Henry James, Eric Ambler, O. Henry, Ezra Pound, Robert Louis Stevenson, Byron's Manfred and others into Italian. He published an experimental work of fiction, Hilarotragoedia, in 1964, at the time he was a member of the avant-garde Gruppo 63.

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Displaying 1 - 19 of 19 reviews
Profile Image for trovateOrtensia .
236 reviews266 followers
October 2, 2017
Due sono le mie favole preferite: Pinocchio e La bella e la bestia.
E di entrambe esistono due letture parallele che riconciliano con la gioia della lettura e la fiducia nella letteratura: Cristina Campo ne Gli imperdonabili legge in modo magistrale e struggente Belinda e il mostro. E qui Manganelli segue Pinocchio nella profondità "cubica" di un libro che, in quanto tale, è per definizione "interminabile", inesauribile, aggiungo io, come l'intelligenza, l'inventiva linguistica, il funambolismo espressivo di cui Manganelli è indiscutibile maestro.
Che dire, sono una lettrice fortunata!

"Non so che cosa sia un libro: ma penso che saggiamente agissero quei cuneiformi che, per via della chiodosa grafia, ne improntavano spessi e argillosi poi ben cotti mattoni; ogni pagina, trecento delle nostre. E' inganno tipografico, che una pagina abbia lo spessore esiguo su cui, su entrambi i lati, si stampa. Direi che la pagina comincia da quella esigua superficie in bianco e nero, ma si dilunga e si dilata e sprofonda, ed anche emerge e fa bitorzoli, e cola fuori dai margini. Il lettore, e soprattutto il rilettore attento, non ignora che una pagina, una riga, una parola, è un gran suono dentro di lui, un rintocco cui offre i suoi nervi, gli anfratti anonimi, le latebre latitanti e tenebrose. Una parola violentemente scardina i silenzi acquamarini del profondo, e ne desta squame di pesci, squali, scheletri di navi, coralli, fosforescenze. (...) Il libro si dilata, è tendenzialmente infinito. Eppure non è mai fittizio. Un grande libro genererà infiniti libri, e così a loro volta questi ultimi: né vi sarà mai l'ultimo."
Profile Image for The Frahorus.
973 reviews98 followers
January 18, 2019
Avendo questo libro tra le mani non potevo non leggerlo in parallelo con Pinocchio e così ho naturalmente e piacevolmente fatto (è stata anche una scusa per rileggermi il capolavoro di Collodi).

Immaginavo che in Pinocchio vi fossero tanti significati nascosti ma non pensavo ce ne fossero così tanti e interessanti come quelli che il noto critico letterario Manganelli ci svela in questo straordinario testo assieme ad aneddoti e diversi piani di lettura. Egli commenta quasi frase per frase tutti i capitoli di Pinocchio e ci racconta proprio, come se fossimo seduti attorno al fuoco, la fiaba del burattino di legno che invece di ubbidire a suo padre Geppetto e alla Fata Turchina va dietro a mille rocambolesche e fantastiche avventure. Manganelli scava nel libro e ci mostra cosa nasconde, cosa Collodi volesse dirci, cosa i vari personaggi significano. Scopriamo così che ogni libro che leggiamo in realtà non finisce mai, si dilata, è infinito.

Non voglio aggiungere altro perché vi consiglio di leggere questo testo, vi sorprenderà.
Profile Image for Bilal Y..
105 reviews91 followers
March 17, 2018
Okuyacağım eserin her zaman beni şaşırtacağı beklentisi içinde değilim. Ama eğer eserini okuyacağım yazar Manganelli ise bu beklenti kesin gibidir. İlginç şeyler anlattığını ve ayrıksı kurgular oluşturduğunu söyleyemem. Onda beni şaşırtan bir eserin değişik şekillerde anlatılabileceğini göstermesidir. Kendisi de her metnin içinde mutlaka başka metinlerden parçalar olduğunu söyleyerek metinlerarasılığın kapısını aralıyor. Ama "her şey keyfidir ve her şey belgelidir" kuralını da zikrederek okurun eser karşısında nasıl konumlanması gerektiğinin ipuçlarını da başlangıçta verir. Bu eser normal kurmaca bir eser gibi okunabilir, bunun yanında 200 sayfalık başka bir eserin aynı boyutlardaki şerhi olarak da okunabilir. Ben büyük bir keyifle okudum. Sema Rifat'ın yazarla ve eseriyle ilgili şu cümleler dikkate değer: 

"İtalya'da geleneksel ile avangard'ın en iyi temsilcilerinden biri olan, barok dünyanın örnekleriyle beslenen Manganelli'nin bu paralel kitapta, o kendine özgü mizah yüklü söylemiyle, alegoriler, ironiler, metaforlar, simgeler, telmihler, ince nükteler, yanılsamalar, benzetmeler, var oluşlar, var olmayışlar, hiçlikler, yokluklarla yansıttığı iç evreni, Pinokyo'nun bir inisiyasyon yolculuğunu anımsatan serüvenlerindeki sihirli dünya ile tam bir uyum içinde. Ritler, yakalanmalar, kurtulmalar, kaçışlar,ölümler, yeniden canlanmalar, dönüşümler, başkalaşımlar, gözaldatmacaları da bu durumu kanıtlayan örneklerden bazıları sadece."

Profile Image for Savasandir .
264 reviews
March 21, 2024
Funambolico!

Dopo mezzo chilometro di strada, Pinocchio è perduto. Gli sono venuti incontro due personaggi che partecipano dell’eterno. Essi sono l’errore, la frode, la benevolenza, l'indulgenza, la ferocia. Sono il Gatto e la Volpe. La Volpe di sveltissimo piede è zoppa; l'occhiuto Gatto è cieco. Provvidenza capovolta, i due fraudolenti si assistono fraternamente. Conoscono tutte le virtù, praticandone il negativo. La Volpe zoppa è così garbata. […] la Volpe maliziosa ma non curiosa sguaiatamente ride: dove appare la sua natura goffamente ferina, la sua vanità da usuraia; mentre il Gatto, uso agli umani, ride nascosto e attenua il riso pettinando i baffi; sappiamo che il Gatto è un raffinato e sapientemente crudele, e che la Volpe e abbiettamente ipocrita, miserabile odiatrice dei miserabili.
Mi avvedo di inclinare al moralismo. In realtà, la Volpe è un modo vizioso di usare le virtù. Ma il modo vizioso include un modo vizioso di usare lo stile. La Volpe è insolente. La sua insolenza è infondata, e tuttavia, poiché la Volpe è condannata all’astuzia, funziona. L'irritato Pinocchio esibisce le sue monete, e per un attimo Volpe e Gatto, che hanno una bigotta inclinazione ai miracoli, cessano di essere zoppi e ciechi.

***

L’apparizione effimera e centrale della Fata ci induce a chiedere che mai sia, costei, in quell’isola in cui ha riparato; dovunque sia, in questo libro senza Re, essa è la Regina, la Regina solitaria ed infeconda, la Signora degli animali, la vecchina, la donnina stanca sotto il peso delle brocche, la padrona della Lumaca, la Bambina morta; ma, anche, la metafisica adescatrice di un fratellino, un figlio. Ogni volta che si approssima all’umano, essa è «quasi» qualcosa: quasi una sorellina, quasi una mamma. Ma quello che regge e nasconde nelle sue mani mai descritte è la morte, il Transito per sé e per gli altri. Come Regina è metamorfica ed occulta. Si nasconde, si trasforma, si umilia. Appare e scompare, lunghi iati dividono i segmenti della sua esistenza.
Profile Image for Chik67.
229 reviews
September 26, 2017
Credo che questo sia uno dei libri più anomali della letteratura italiana. Manganelli prende un libro, non uno qualunque, Pinocchio, quella che dovrebbe essere una fiaba per bimbi, e lo riscrive. Non lo commenta, non lo analizza; sarebbe critica letteraria e non è questo che fa Manganelli. Da scrittore vero, racconta. Racconta quel che c'è nel libro in superficie e quello che nel libro si muove nel profondo. E poiché ogni lettura, ormai lo sappiamo tutti, è una riscrittura, in questo modo crea un libro nuovo, parallelo al precedente. Parallelo, dunque nella stessa direzione, ma senza intersezioni, radicalmente diverso. Così, la sua fata turchina ottiene l'inquietante status di guardiano delle porte dell'aldilà, un alter-ego di Pinocchio che muore perché lui viva e vive perché lui muoia, una Fata-Vampiro. Il Gatto e la Volpe non sono solo due sordidi delinquenti ma due temibili agenti del Fato, condannati oltre che condannanti, imprigionati nella loro scomodissima esistenza. E via così. Sfruttando la complessa ricchezza del libro di partenza, che non ha nulla a che vedere con la banale riduzione disneyana, Manganelli immagina percorsi completamente nuovi tra le sue pagine, restituisce ricchezza al libro, ci mostra gli svincoli e le profondità della sua trama lasciandoci immaginare gli snodi alternativi.
Operazione raffinatissima e composta con intelligenza, la solita lingua manganellata ricca e divertente (ma assai meno sperimentale del solito) e l'arguzia ironica a fare da costante, piacevolissimo sfondo.
Que viva el Manga!
Profile Image for Jale.
120 reviews43 followers
September 18, 2015
Carlo Collodi'nin Pinokyo'sunun kapalı kapılar, büyük duvarlar ardından görünmeyen, duyulmayan, hissedilmeyen okuması. Bir yeniden yaratılma ve yazılma süreci.
Bir söyleşide söylediği gibi: "Her metin binlerce başka metin içerir."
Manganelli okumak zor, yorucu; sayfa saysına aldanıp bunu iki günde okurum diye düşünmemek gerek.
Profile Image for Betül.
9 reviews7 followers
July 19, 2012
"Evvel zaman içinde..."Bir Kral" varmış.
Hayır...

Ne kadar da kötümser bir başlangıç, etkili olduğu kadar da sert; hele hele seslendiği kişilerin masal ve masal kuralları konusunda tek yetkili " küçük okurlar," "çoçuklar" olduğu düşünülürse bir kışkırtma. Bu yedi sözcüğün araları incelendiğinde, masal içinde masalın bulunduğu, her olası masalın da yüreğine yakın olan herhangi bir şeyin bulunduğu hemen görülür."Evvel zaman içinde... varmış" deyişi, bildiğimiz gibi, masal dünyasının anayoludur, işaret levhasıdır, parolasıdır. Bununla birlikte, böyle bir durumda yanıltıcıdır bu yol, levha yalan söyler, sözcüğün doğası bozulmuştur. Gerçekten de söz konusu yolun, krallığın eşiği bir kez aşıldığında kralın var olmadığı fark edilir. Başlangıçtaki bu hilenin önemini gözünde büyütmek güçtür. Masalcı hokkabaz el çabukluğuyla masal ortamına, ama farklı bir masalın dünyasına kapı açıvermiştir. Burası öbürüyle, harikulade ve çok eski zamanların masal dünyasıyla, bir tacın altın çemberiyle tasdik edilmiş masal ülkesiyle dramatik açıdan bağdaşmaz. Kral masalın yasalarının, davranışlarının, sözlerinin ara sıra titreyen acımasız, hatalı, her zaman olağanüstü olan ellerinde tutar. Bu masal, yaşlı ve sonsuz altın çemberlerin ortadan kalkmasından sonra varlığını sürdürebilecek midir acaba? Yoksa bu, masalı öldürme girişimi midir?
Ama ilkin, biz bu Kralın nasıl "evvel zaman içinde var olmamış" olduğunu tam anlamıyla bilmiyoruz. "Var olmadığını" belli belirsiz biliyoruz. Değişken, tehlikeli ve şaşırtıcı biçimde kendini önceden gösteren bir evrende çok güç, korkunç bir durum diyeceğim. Kralın bulunmayışı Krala ait olan yeri yalnızca silmez ama onu dayanılmaz bir güç haline getirir. Hikâyede yapıldığı gibi onu öldürmek saçma olur. Öldürülmüş bir kral vardır; tahttan feragat etmesi, bir kenara çekilmesi ya da kaçmış olması daha ustaca bir durum olacaktır: Çünkü bir kimse tahttan çekilir ama Taht her kaçış ya da vazgeçişten sonra varlığını sürdürür, ve aynı biçimde Kralı sular içindeki, inler ve bataklıklarla olu sığınaklarda da bekleyebilir, izleyebilir. Ama herkes için "sevimsiz" olan "orada var olmama" bir Kral için dayanılmaz bir şey olacaktır. Şu var olmayan Altın için ne çok yazgı, ne görevler! Çünkü masal varlığını sürdürmeli, ve sonu gelmez yazgılar, yakalanamaz düş imgeleri sonuçlarına ulaşana kadar sürmelidir. Var olmayan Kral çok gereklidir ve de korkunçtur.
Bununla birlikte Kralın bu üzücü ve önemsiz olan var olmama sorununun bir başka biçimde de ortaya koyabiliriz: Gerçekten de bu kral bir başka biçimlerde de orada var olmayabilir. Kral şunu keşfetmiş olabilir: “Var olmama,” orada olmanın kendisine uygun tipik ve tartışılmaz biçimidir. Olumlu olmayan bir devlet darbesi: Kral var olmamayı, felsefi araştırmalarla, saygılı arkeolojik saldırılarla, hikâyenin küçük pedagojileriyle eleştirilemez olmayı seçmiştir: Eylemden yoksun, yargılanamayan ve yargılamayan, her yerde olmasını sağlayan tek biçimde mevcut olan, bir başka deyişle namevcutlukta mevcut olan kral “evvel zaman içinde… varmış”ın yok edilemez merkezi olarak belirir; nerede’den [ki orada’dan] yoksun olan, bütünüyle gizli bir merkezdedir bu: Hiçliğin zırhı, del onu. Yanıt vermeyene neden soru sormalı ki?
Ya da Kral kendini tuzağa düşmüş ve nefret edilen veya kabaca sevilen biri gibi hissederek gizlenmeyi seçmiş de olabilir. O halde herhangi bir resmin; nesnenin, kişinin içine saklanmış olabilir; bundan şuna dönüşebilir; onun her yerde, birkaç çizgide, bir “sahada yanacak odun parçasında” ya da belki Kiraz Ustanın mosmor burnunda olduğundan kuşku duyabiliriz. Kesin olarak tanıyamayız onu, ama soytarılık ve büyük korku izi olan, arkaik bir mutluluk ve beceriksizlik karışımı bulunan her yerde onu kibarca göz önünde bulundurmalıyız: Kral taşların altına, fareleri de Berberi atlarına çevirir ama pabuçlarını bağlamayı bilmez. Onu tanıyacağımız her durumda, sessizce göz kırpmaktan öteye gidemeyiz. Son olarak Kralın bile bile kendini parçalara ayırdığından (patlama mı, bilinçli ayrışma mı? Kıymık kıymık olma mı?) ortaya çıkan ve ortadan kaybolan her şeyin karışmış olabileceğini, Kralken Krallığa dönüştüğünü düşünebiliriz; her yerde karşılaşacağımız güvenilmez ışıma, nerede ise oradan kurnaz ve dalavereli bir kaçışa hazır olacaktır: Utanmaz ve dokunulmaz tuzakçı, olanaksız günahlar fısıldayıcısı. Daha sonra eğer kuşkudan dolayı bu çeşitli varsayımları bir arada yoğurmak istersek- kralın hiç olması, gizli ve utanarak bir yerde olması- buradan masalın kendisinin de görünmez, krala yaraşır, ve her yerde gizli olduğu, ve de “hiçlik” dediğimiz şu yok olamayan ve ele geçirilemeyen özdekten oluştuğu sonucu doğar.”
Profile Image for António.
201 reviews3 followers
January 17, 2020
O livro é uma leitura a par e passo do clássico "As aventuras de Pinóquio", de Collodi.
Manganelli é um leitor brilhante, cheio de perspicácia na análise das personagens, com olho de detective para encontrar sugestões em todos os pormenores e imaginação para estabelecer as ligações mais insuspeitas e frutuosas. O seu percurso tem pouco de sistemático ou organizativo: não avança uma ideia central, não arruma em teses as suas conclusões, nem retira ilações definitivas que devam guiar quem quer que seja à procura de confirmação. Seguro de que "nenhum livro acaba" e de que a leitura é um explorar inesgotável, Manganelli avança pela obra que comenta como um inspector com espírito de criança curiosa entrando num palácio, à procura de abrir todas as portas, espreitar todas as gavetas, virar do avesso todos os armários, para não deixar nenhum segredo por expor, nenhuma pergunta por fazer. Ambição inconcretizável, como o próprio estaria pronto a confessar: encarando este, como todos os livros, não numa perspectiva plana, mas cúbica, como o autor explica, o seu comentário não se limitará a uma escrita paralela à do livro comentado, antes aproveitará a sua terceira dimensão para pegar em todas as pistas, adivinhas e indícios que lhe sirvam a aventura de esgotar a sua infinitude, e alimentem o seu "vagabundear labiríntico e ocioso".
Cheio de inteligência para se mostrar como "contentor de palavras" dentro do qual "a página escrita desenha desenhos infinitos", Manganelli é um leitor dos de que andamos necessitados, porque muita falta faz quem nos ajude a ler, mostrando como ler não é simplesmente seguir quem nos fala, mas também ouvir e dar voz às nossas perguntas, inquietações, desconfianças – dentro do livro lido, claro, porque, e talvez seja essa a primeira responsabilidade do leitor, cabe-nos provar infinito o livro que queremos percorrer até ao fim.
Profile Image for Maurizio Manco.
Author 7 books128 followers
October 1, 2017
"Il libro si dilata, è tendenzialmente infinito." (p. 19)

"Un libro non si legge; vi si precipita; esso sta, in ogni momento, attorno a noi. Quando siamo non già nel centro, ma in uno degli infiniti centri del libro, ci accorgiamo che il libro non solo è illimitato, ma è unico. Non esistono altri libri; tutti gli altri libri sono nascosti e rivelati in questo. In ogni libro stanno tutti gli altri libri; in ogni parola tutte le parole; in ogni libro, tutte le parole; in ogni parola, tutti i libri. Dunque questo «libro parallelo» non sta né accanto, né in margine, né in calce, sta «dentro», come tutti i libri, giacché non v’è libro che non sia «parallelo»." (pp. 122, 123)

"Nessun libro finisce; i libri non sono lunghi, sono larghi. La pagina, come rivela anche la sua forma, non è che una porta alla sottostante presenza del libro, o piuttosto ad altra porta, che porta ad altra. Finire un libro significa aprire l'ultima porta, affinché non si chiuda più né questa né quelle che abbiamo finora aperte per varcarne la soglia, e tutte quelle che infinitamente si sono aperte, continuano ad aprirsi, si apriranno in un infinito brusio di cardini. Il libro finito è infinito, il libro chiuso è aperto; tutto il libro si raccoglie attorno a noi, tutte le pagine sono una pagina, tutte le porte, visibili ed invisibili, sono un'unica porta, la porta è così spalancata che non solo posso varcarne la soglia, ma la porta è diventata la soglia di se stessa, io penetro la porta, tutte le porte sono penetrabili, non si distinguono le porte aperte dalle porte chiuse, le porte portano da porta a porta, nulla è chiuso, tutto è chiuso, tutto è aperto, nulla è aperto." (p. 192)
Profile Image for Giulia.
13 reviews1 follower
March 31, 2015
Per chi si cimenta nelle Reading Challenge:

"Nessun libro finisce; i libri non sono lunghi, sono larghi".

"È inganno tipografico, che una pagina abbia lo spessore esiguo su cui, su entrambi i lati, si stampa. Direi che la pagina comincia da quella esigua superficie in bianco e nero, ma si dilunga e si dilata e sprofonda, ed anche emerge e fa bitorzoli, e cola fuori dai margini. Insomma, se qualcosa divaga, è appunto codesta pagina. Il lettore, e soprattutto il rilettore, attento, non ignora che una pagina, una riga, una parola è un gran suono dentro di lui, un rintocco cui offre i suoi nervi, li anfratti anonimi, le latebre latitanti e tenebrose. Una parola violentemente scardina i silenzi acquamarina del profondo, e ne desta squame di pesci, squali, scheletri di navi, coralli, fosforescenze. Due, tre parole imparentate formano un viluppo di disegni e fragori, che nulla varrà a sciogliere. Le parentele delle parole passano per quei nervi del lettore: eppure han da essere verificabili, rintracciabili nel testo. Da una sillaba all’altra procede, affranto pellegrino, il lettore; unico che tenga assieme la dispersa famiglia delle parole, che lo frastornano, lo invadono, lo occupano, e trasformano."
Profile Image for Monica De giudici.
302 reviews16 followers
February 22, 2023
Ogni libro contiene al suo interno un altro libro, o più. Ogni libro è cubico, ha molteplici facce, interpretazioni, tracce da seguire. E "Pinocchio" in questo senso è molto fertile.

Sotto le spoglie di storiella per "piccoli lettori", si nasconde un testo molto denso e complesso se si sa osservare bene.

Questo libro ne è una rilettura, o meglio, una riscrittura. Manganelli racconta la storia del burattino, ma lo fa scavando a fondo, analizzando tutti i suoi episodi, tutti i suoi elementi.
E quando dico "tutti", intendo proprio tutti. Ad esempio, per restare nelle prime pagine, il colore del naso di Mastro Ciliegia, i capelli di "Polendina", e poi quel dipinto sulla parete della casa di Geppetto, che ritrae in modo così realistico un bel pentolone sul fuoco scoppiettante. Un'immagine che promette ma non sfama, consola l'occhio ma non scalda...

Manganelli analizza, racconta, studia, raschia, indaga e interpreta, scrivendo una sorta di saggio molto "suo", che sta perfettamente in piedi da solo e che è un piacere leggere.

"Nessun libro finisce; i libri non sono lunghi, sono larghi. La pagina, come rivela anche la sua forma, non è che una porta alla sottostante presenza del libro, o piuttosto ad altra porta, che porta ad altra. Finire un libro significa aprire l’ultima porta, affinché non si chiuda più né questa né quelle che abbiamo finora aperte per varcarne la soglia, e tutte quelle che infinitamnete si sono aperte, continuano ad aprirsi, si apriranno in un infinito brusio di cardini. Il libro finito è infinito, il libro chiuso è aperto; tutto il libro si raccoglie attorno a noi, tutte le pagine sono una pagina, sono un’unica porta, la porta è così spalancata che non solo posso varcarne la soglia, ma la porta è diventata soglia di se stessa, io penetro la porta, tutte le porta sono penetrabili, non si distinguono le porte aperte dalle porte chiuse, le porte portano da porta a porta, nulla è chiuso, tutto è chiuso, tutto è aperto, nulla è aperto."
16 reviews
September 24, 2021
È la prima volta che mi accosto a un libro di Manganelli. Mi sono innamorato del suo modo di scrivere, per me unico, fin dalle prime pagine.
Il libro, come anticipa la sinossi nella piega della copertina, mira a trovare molte delle possibili sfaccettature del racconto Collodiano e riesce appieno nell'obiettivo.
Consigliato a chiunque abbia letto Pinocchio e senta il bisogno di approfondire.
Profile Image for Katia.
40 reviews4 followers
February 7, 2022
Manganelli fornisce le chiavi di lettura di un libro che, come tutti i racconti per bambini, hanno infiniti significati. Da leggere mentre si rilegge il meraviglioso libro di Collodi, per riscoprirlo con occhi nuovi.
18 reviews
November 28, 2010
"C'era una volta...
- Un Re...
No...
Quale catastrofico inizio, quanto laconico e aspro [...] Il «c'era una volta», è, sappiamo, la strada maestra, il cartello segnaletico, la parola d'ordine del mondo della fiaba. E tuttavia, in questo caso, il cartello mente, la parola è stravolta. Infatti, varcata la soglia di quel regno, ci si avvede che non esiste il Re".

Fin dalle prime battute del suo Pinocchio, il «parallelista» Manganelli esplora angoli riposti del testo, particolari apparentemente insignificanti, alla scoperta di ciò che il libro «dice» ben oltre le intenzioni di chi l'ha scritto. Una lettura meticolosa e scaltra, condotta alla luce della convinzione che «un grande libro genererà infiniti libri, e così a loro volta questi ultimi: né vi sarà mai l'ultimo». Fino a scoprire che la Fatina è meno limpida e monda di quanto si creda, meno nobili le intenzioni del Grillo Parlante e, soprattutto, che Pinocchio è l'unico personaggio della fiaba a non mentire mai.

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