Nonostante il 90% dei CEO riconosca le potenzialità rivoluzionarie dell’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI), sono ancora poche le imprese che stanno attualmente sperimentando questa tecnologia.
L’ultimo anno ha visto un crescente interesse verso l’AI generativa, ma sono ancora moltissime le aziende ancora in fase di osservazione che cercano di capire i benefici concreti che questa tecnologia può portare al loro business.
Boston Consulting Group (BCG) ha fornito una panoramica dettagliata sull’adozione di queste tecnologie innovative nel suo recente rapporto intitolato “BCG AI Radar: From Potential to Profit with GenAI”, pubblicato in occasione dell’inizio del nuovo World Economic Forum di Davos, dove l’intelligenza artificiale è uno dei temi centrali. L’analisi si basa su un sondaggio condotto su 1.406 dirigenti in 50 mercati e 14 settori.
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Insoddisfatti due executive su tre
Due le “cattive notizie”: la prima è che il 90% degli intervistati sta aspettando che la GenAI vada oltre l’hype o sta sperimentando su piccola scala.
La seconda è che, secondo il report, il 66% degli executive intervistati è ancora incerto o insoddisfatto dei progressi fatti dalla propria organizzazione in termini di AI e GenAI.
Le principali cause sono la mancanza di competenze specifiche (62%), una roadmap d’investimento poco definita (47%) e l’assenza di una strategia per un uso responsabile dell’AI e della GenAI (42%).
Christoph Schweizer, CEO di BCG, ha sottolineato come la curva d’apprendimento della GenAI si sia rivelata più ripida del previsto per quasi tutti i CEO a livello globale. “Quando la tecnologia cambia così rapidamente poi, si può essere più propensi ad aspettare e vedere dove si arriva. Ma con la GenAI, vincono coloro che stanno già sperimentando, imparando e costruendo su scala”, ha detto.
Tuttavia, con la GenAI, chi sta già sperimentando, apprendendo e iomplementando su larga scala ha un vantaggio decisivo che potrebbe trasformarsi in un gap incolmabile per gli “inseguitori”.
AI tra le priorità di investimento
L’analisi di BCG evidenzia che nonostante le esitazioni nell’adozione delle nuove tecnologie, c’è una forte intenzione di investire: il 71% degli intervistati prevede di aumentare gli investimenti tecnologici nel 2024 (un aumento dell’11% rispetto al 2023), e un numero ancora maggiore (85%) intende incrementare la spesa per l’AI e la GenAI.
A livello geografico il Medio Oriente (85%) e l’Asia-Pacifico (80%) saranno i principali driver degli investimenti tecnologici previsti per il 2024. Il Nord America si posiziona sotto la media globale (71%), con il 65% dei dirigenti che prevedono di aumentare gli investimenti; l’Europa segue a ruota con il 68%. Tuttavia, i dirigenti europei sono tra i più scettici riguardo alla possibilità che AI e GenAI possano portare a un aumento della produttività nel 2024, anche se il 45% di essi rimane proattivo nel fornire linee guida sull’uso dell’AI e della GenAI, in linea con la media europea (46%).
Attualmente, solo una piccola percentuale di aziende è consapevole di star raccogliendo i benefici di AI e GenAI: oltre il 60% degli executive intervistati afferma che le proprie aziende stanno ancora aspettando di vedere come si svilupperanno le normative specifiche per l’uso dell’AI e solo il 6% delle aziende ha già formato più del 25% del proprio personale sull’utilizzo degli strumenti di GenAI.
Secondo Roberto Ventura, Managing Director e Partner di BCG, le aziende che utilizzano già l’AI generativa potranno ottenere fino a un miliardo di dollari in termini di produttività globale. Questa opportunità è aperta anche alle aziende italiane, che potrebbero aumentarla significativamente utilizzando software pronti all’uso come ChatGPT e Microsoft Copilot. Tuttavia, per ottenere risultati significativi – dice Ventura – è necessario attivare percorsi strutturati di formazione del personale.
Esistono poi applicazioni più avanzate, create e implementate da specialisti come data engineer e data scientist, che possono generare impatti significativi per l’azienda. L’elemento chiave, prosegue Ventura, è concentrarsi su applicazioni trasformative per funzioni o prodotti.
Promesse a breve termine
Il 54% degli executive ritiene che l’AI permetterà di ridurre i costi già quest’anno, principalmente grazie all’aumento della produttività operativa.
Per sfruttare appieno il potenziale della GenAI, occorre implementare rapidamente gli strumenti necessari. Così facendo si può aumentare la produttività dal 10% al 20% in tutta l’azienda, migliorare dal 30% al 50% l’efficienza e l’efficacia delle attività quotidiane rimodellando processi e funzioni, e inventare nuove esperienze, servizi e offerte per i clienti che possano avere un impatto positivo sul fatturato a lungo termine.
Le best practice
Le aziende che stanno gestendo con successo questa trasformazione si distinguono da quelle ancora in fase di osservazione su alcuni aspetti. Ad esempio, le aziende vincenti investono per aumentare la produttività e il fatturato: i dati mostrano che le organizzazioni che prevedono di investire più di 50 milioni di dollari in AI e GenAI quest’anno hanno una probabilità maggiore (1,3x) di risparmiare sui costi del 2024 rispetto ai loro pari e una probabilità del 150% superiore di prevedere un risparmio superiore al 10%.
Queste aziende stanno anche aggiornando sistematicamente le proprie competenze, con il 21% delle organizzazioni che spendono più di 50 milioni di dollari in AI e GenAI che ha già formato più del quarto del proprio personale. Le aziende vincenti creano anche partnership per implementare l’uso dell’AI e della GenAI, quando solo il 3% dei dirigenti le considera prioritarie. Infine, implementano i principi dell’AI responsabile (RAI): tra le aziende intervistate che investiranno più di 50 milioni di dollari nell’AI nel 2024, il 27% ha già assegnato al CEO la responsabilità della strategia RAI (contro il 14% in generale).
Lo studio
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