Biblia pauperum
La Biblia pauperum (espressione latina che significa Bibbia dei poveri) è una raccolta di immagini medievali che rappresentano scene della vita di Gesù con i corrispondenti tipi profetici, cioè con le figure e le vicende dell'antica storia di Israele che, secondo la tradizione cristiana, sono anticipazioni e prefigurazioni della vita del Cristo.
Struttura della Biblia pauperum
La serie generalmente consiste di quaranta o cinquanta pagine; ogni pagina è divisa in nove sezioni. I quattro angoli contengono testi esplicativi, mentre l'immagine centrale rappresenta una scena della vita di Gesù: tali scene sono organizzate in ordine cronologico. Sopra e sotto sono riportate immagini dei profeti e su ogni lato sono presentate invece scene dell'Antico Testamento. Viene riportata quindi una concordanza tra il Nuovo e l'Antico Testamento, mettendo in parallelo le vicende dell'uno con le vicende dell'altro, secondo la tradizione comune della Chiesa nel riconoscere "tipi" e "figure" dell'Antico Testamento, come insegnato dalla liturgia e dai Padri. Perciò le Bibliae pauperum erano chiamate talvolta "Figuræ typicæ Veteris Testamenti atque antitypicæ Novi Testamenti" ("Figure tipiche dell'Antico Testamento e antitipiche del Nuovo Testamento", dove "tipo" e "antitipo" significano due realtà delle quali una è figura e anticipazione dell'altra) o anche "Historia Christi in Figuris" ("Storia di Cristo per immagini").[1]
Evoluzione storica
L'invenzione di questi libri di immagini è attribuito a Sant'Oscar, vescovo di Brema, secondo quanto dichiarato in una nota aggiunta ad una copia di Hannover; nella cattedrale di Brema sono presenti residui di immagini corrispondenti a questa copia.
Il nome, tuttavia, di Biblia pauperum sembra non essere primitivo. Venne aggiunto successivamente ad un manoscritto nella libreria Wolffenbüttel; il manoscritto venne catalogato ed il nome divenne comune. Non è chiaro il motivo per cui fosse chiamato così. Forse perché secondo un detto antico quelle immagini erano la Bibbia dei poveri, ossia di coloro che non avevano ricevuto un'istruzione e, non potendo leggere, dovevano accontentarsi di guardare le immagini, imparando da esse.
Altri ipotizzano invece che il termine indicasse “economico”: se anticamente i manoscritti erano stati i mezzi di conoscenza della maggior parte delle persone, quando venne introdotta l'arte della stampa da blocchi incisi questi libri di immagini furono i primi ad essere stampati ed ebbero una grande diffusione. Non si hanno informazioni precise riguardo alla motivazione per la quale questi libri vennero diffusi, probabilmente avvenne per istruzione religiosa o forse anche per servire da modelli per gli artisti. Ciò che è certo è che hanno esercitato una grande influenza nella diffusione della conoscenza dei misteri della fede, fornendo temi per predicatori ed artisti. A Hirschau in Baviera l'intera serie di immagini è riprodotta in vetro colorato.
Esistono solamente poche copie manoscritte della Biblia pauperum; esse provengono dalla scuola di Jan van Eyck.
Il blockbook, o processo xilografico, comparve all'inizio del XV secolo e Sotheby conta sette edizioni fatte da queste lastre di legno. Soltanto un lato della carta veniva stampato: due fogli venivano poi incollati insieme per fare una pagina unica. Cinque copie sono nella Bibliothèque Nationale: quattro sono costituite da quaranta piastre (una copia è colorata a mano), mentre la quinta possiede cinquanta piastre.
La prima edizione da basi mobili è stata stampata da Pfister a Bamberga nel 1462. Le edizioni precedenti sono scritte in latino; quelle successive sono state stampate nelle lingue vernacolari. Un'edizione tedesca (Armenbibel) è stata pubblicata nel 1470, mentre a Parigi nel 1503 A. Vérard ha pubblicato Les Figures du Viel Testament et du Nouveau ("Le figure dell'Antico Testamento e del Nuovo").
In alcune delle edizioni stampate la disposizione originale delle immagini e del testo è stata modificata. Nell'ultima metà del XV secolo questi libri erano molto popolari. Poiché il miglioramento dei metodi di stampa hanno permesso di pubblicare l'intero testo della Bibbia arricchito con illustrazioni, la Biblia pauperum è caduta in disuso ed è sparita. Esistono molte riproduzioni facsimile con introduzioni storiche e bibliografiche: degne di nota quelle di Berjeau (1859); Camesina e Heider (Vienna, 1863); Unwin (Londra, 1884), con introduzione di Dean Stanley; Einsle (Vienna, 1890); Laib e Schwarz (1892); P. Heitz (1902).
Estensione del termine
L'espressione biblia pauperum viene usata anche per descrivere l'apparato iconografico di una chiesa, soprattutto quando i dipinti, gli affreschi, le tele o le icone in essa presenti sono molto numerosi e sono organizzati in una serie cronologica, in modo da illustrare con episodi successivi la storia di Gesù, o di Maria, o di santo, o di qualche episodio tratto dalla Bibbia: in questo modo chiunque, anche i più poveri e ignoranti, potevano avere una qualche conoscenza della storia della salvezza. «Per questo erano un vero e proprio catechismo».[2]
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica due punti a funzione, ruolo e importanza de Le sacre immagini.[3] D'altronde è dalle dispute dottrinali dell'VIII-IX secolo che il Cattolicesimo si è definitivamente schierato contro l'iconoclastia.
Note
- ^ Un'interessante riproduzione e descrizione di una pagina nel Sacramento Benedetto è riportato in Vigouroux, "Dictionnaire de la Bible", s.v.
- ^ Remo Lupi, Simboli e segni cristiani. Nell'arte, nella liturgia, nel tempio, Milano, Paoline, 5ª ed.: 2007, p. 150. URL consultato il 7 febbraio 2012. Anteprima disponibile su books.google.it.
- ^ Cf. CCC, nn. 1159-60.
Voci correlate
Bibliografia
- Sotheby, The Block-Books or Xylographic.
- Introduzione all'edizione facsimile: Vigouroux, Dictionnaire de la Bible, a.v.
- Streber, Kirchenlex., s.v.
- Chevalier, Répertoire des sources hist. du moyen âge.
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(EN) Biblia Pauperum, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.