63º Reggimento carri
63º Reggimento carri | |
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Stemma del 63º Reggimento carri | |
Descrizione generale | |
Attiva | 1º aprile 1961 - 29 novembre 1995 |
Nazione | Regno d'Italia Italia |
Servizio | Regio esercito Esercito Italiano |
Tipo | Arma di fanteria Specialità carristi |
Dimensione | Reggimento |
Guarnigione/QG | Cordenons |
Patrono | San Martino di Tours |
Motto | "Irriducibile sempre" |
Battaglie/guerre | Seconda Guerra Mondiale |
Parte di | |
Brigata meccanizzata "Mantova" | |
Reparti dipendenti | |
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Il 63º Reggimento carri è stata un'unità a livello di battaglione del Regio Esercito e successivamente a livello di battaglione e poi di reggimento dell'Esercito Italiano, dove è stato a lungo inquadrato nella Divisione fanteria "Mantova".
Nella seconda guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]Le origini del reggimento risalgono alla seconda guerra mondiale, quando nel 1940 venne costituito per mobilitazione in Africa Settentrionale il LXIII Battaglione carri L3/33, assegnato alla 63ª Divisione fanteria "Cirene", che in seguito alle perdite subite in combattimento, nel corso della prima offensiva britannica venne sciolto in zona fi guerra nel gennaio 1941.[1]
Ricostituzione
[modifica | modifica wikitesto]Il 2 dicembre 1958, veniva costituito a Visco, in provincia di Udine il III Battaglione carri del 59º Reggimento fanteria "Calabria", che il 1º aprile 1961, assumeva la denominazione di LXIII Battaglione carri, ereditandone le tradizioni.[1] Il 1º marzo 1964 il Battaglione diveniva autonomo alle dirette dipendenze del Comando Divisione fanteria da montagna "Mantova". Il 25 luglio 1968 il battaglione veniva dislocato nella sede di Cordenons, in provincia di Pordenone.[1]
Nel 1975 con la ristrutturazione dell'Esercito Italiano la grande unità venne riconfigurata in divisione meccanizzata e rinominata Divisione meccanizzata "Mantova", assumendo alle dipendenze unità che inquadrava in precedenza nelle neo costituite brigate meccanizzate "Brescia" ed "Isonzo" e la brigata corazzata "Pozzuolo del Friuli" oltre ad altre unità alle dirette dipendenze del comando divisionale.
In seguito a tale ristrutturazione dell'Esercito Italiano, il 1º novembre 1975, il LXIII Battaglione carri assumeva la denominazione di 63º Battaglione carri "M.O. Fioritto", inquadrato nella Brigata meccanizzata "Isonzo" e il 10 ottobre 1976 riceveva la Bandiera di guerra.[1] In occasione del terremoto che nel 1976 ha colpito il Friuli, il battaglione prendeva parte alle operazioni di soccorso alla popolazione colpita dal sisma e, per l'opera di soccorso prestata, il 25 maggio 1978 riceveva la medaglia di bronzo al valore dell'esercito.[1][2] Il 1º ottobre 1986, in seguito ad un'altra ristrutturazione dell'Esercito Italiano, che aboliva il livello divisionale, il Comando della Divisione veniva soppresso e la Brigata meccanizzata "Isonzo" veniva sciolta e i suoi reparti, tra cui il 63º Battaglione carri "M.O. Fioritto" andarono a formare la neo costituita Brigata meccanizzata "Mantova".[1]
63º Reggimento carri
[modifica | modifica wikitesto]Il 12 settembre 1991 il battaglione veniva riconfigurato in reggimento assumendo la denominazione di 3º Reggimento carri "M.O. Fioritto", che il 12 settembre 1992 assumeva la denominazione di "63º Reggimento carri".[1]
Il 31 luglio 1995 il 63º Reggimento carri, transitava alle dipendenze della 132ª Brigata corazzata "Ariete" per essere soppresso nella sua sede di Cordenons il 29 novembre dello stesso anno.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Friuli, 6 - 15 maggio 1976[2]
— Decreto 25 maggio 1978
Note
[modifica | modifica wikitesto]Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su 63° Reggimento carri
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- 63º Reggimento carri, su museocavalleria.it. URL consultato il 16 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2017).