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Corcumello

Coordinate: 42°00′29.92″N 13°20′47.22″E
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Corcumello
frazione
Corcumello – Veduta
Corcumello – Veduta
Veduta di Corcumello
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Abruzzo
Provincia L'Aquila
ComuneCapistrello
Territorio
Coordinate42°00′29.92″N 13°20′47.22″E
Altitudine744 m s.l.m.
Abitanti239[1] (2024)
Altre informazioni
Cod. postale67053
Prefisso0863
Fuso orarioUTC+1
TargaAQ
Nome abitanticorcumellani
Patronosan Lorenzo
Giorno festivo10 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Corcumello
Corcumello

Corcumello (Corcumejo in dialetto marsicano[2]) è una frazione di circa 240 abitanti[1] del comune di Capistrello (AQ), in Abruzzo.

Geografia fisica

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Il paese della Marsica, situato a 744 m s.l.m.[1] dell'Appennino abruzzese alle pendici del monte Girifalco (1 268 m s.l.m.), domina dall'alto il settore occidentale dei piani Palentini attraversato dal fiume Imele e dal torrente Ràfia[3]. Sul versante opposto della montagna, oltre il valico di Girifalco e del monte Aurunzo, sono situati i paesi limitrofi di Pagliara e Castellafiume in valle di Nerfa, area di passaggio tra la valle Roveto e Tagliacozzo[4].

Dista circa sei chilometri dal capoluogo comunale[1].

Origini del nome

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Scorcio del centro storico
Stemma famigliare dei De Ponte (De Pontibus) su uno dei portali originali dell'ala quattrocentesca del palazzo-castello

Sull'origine del toponimo Corcumello non vi sono certezze. Tuttavia, stando a una ipotesi, deriverebbe dal primordiale nome di Corcinella, centro sottoposto al possesso di un milite del normanno Roberto (detto Roberto da Corcinella) che in quel periodo controllò una parte dei piani Palentini e alcune aree limitrofe della Marsica. Tale nome fu in uso fino alla fine del Duecento[5]. Fantasiosa fu descritta da Muzio Febonio in Historiae Marsorum l'ipotesi di Paolo Marso che derivò il nome da un castello che Marsia edificò a Corico in Cilicia[6].

Una supposizione legherebbe il poleonimo al termine latino tardo cuccuma, ovvero vaso di rame o terracotta, dal quale si sarebbe evoluto in Curcumellum[7].

Origini e Medioevo

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Il colle di Corcumello risulta insediato fin dall'epoca preromana e romana. Ocres e vicus furono edificati anche nei territori contigui di Collalto, in particolare nelle località di Rotella di Collalto e Rotella della Macchietta, Grottelle e colle San Pietro[8]. L'area, posta al confine dei territori marsi con quelli equi, fu in epoca romana inclusa nell'ager publicus della città antica di Alba Fucens.

La sovrapposizione medievale del centro, denominato originariamente Corcinella, risale all'epoca franco-longobarda della contea dei Marsi, tra il X e l'XI secolo. Il castello-recinto venne edificato in seguito, a cominciare dal XII secolo, intorno alla preesistente torre cintata[8]. Il nucleo fortificato alla fine del Duecento prese stabilmente il nome di Corcumello[9]. Tra il XIl e il XIII secolo il paese acquisì maggiore grandezza e importanza per volontà della nobile famiglia De Ponte (De Pontibus), signori della contea di Carsoli e di Tagliacozzo.

Torre semicilindrica posta all'ingresso del centro storico

Ben cinque chiese e i resti di un'abbazia benedettina fanno intuire il ruolo di primo piano che Corcumello ebbe in ambito ecclesiastico. Il centro storico, incluso in una recinzione a pianta triangolare costituita da case-mura, è impreziosito dalla chiesa di San Nicola, dal palazzo-castello appartenuto alle nobili famiglie De Ponte[10], Vetoli[10] e Marimpietri[11], dalle quattro porte (porta Pede la Piaia, porta Sancti Petri, porta Castello e porta Cancello[12]) di cui rimane ben visibile porta Cancello, e dalle quattro torri semicircolari quattrocentesche. Queste ultime furono edificate con lo scopo di ottemperare al meglio alle funzioni difensive del nucleo abitato rinascimentale, in un tempo in cui le prime armi da fuoco, le bombarde e le colubrine, rendevano inservibili e quindi militarmente poco efficaci le preesistenti torri a base quadrata o di forma pentagonale[13].

Il 23 agosto 1268 i piani Palentini furono teatro della famosa battaglia di Tagliacozzo tra Corradino di Svevia e Carlo I d'Angiò che, combattuta a ridosso del monte Velino e dei colli di Albe e Scurcola, segnò la caduta definitiva degli svevi dal trono imperiale e da quello del Regno di Sicilia a favore degli angioini[14]. Da questo momento il feudo fu sottoposto al controllo dell'abbazia di Santa Maria della Vittoria di Scurcola e il paese si sviluppò sul colle più prossimo al piano palentino[15].

Epoche moderna e contemporanea

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Corcumello ha seguito le vicende storiche della contea e del ducato di Tagliacozzo risultando un feudo degli Orsini, per un breve periodo dei Caldora, infine per lungo tempo dei Colonna. In seguito all'abolizione del feudalesimo dei primi anni dell'Ottocento mantenne una certa autonomia amministrativa unitamente a Villa San Sebastiano; fu aggregato nel 1811 al comune di Tagliacozzo e dal 1857 a quello di Capistrello[10][16].

Il terremoto di Rosciolo del 1904 e, soprattutto, quello della Marsica del 1915 causarono danni a chiese e torrioni ma non in modo irreparabile, tanto che il patrimonio architettonico del paese antico appare ben mantenuto, al contrario di altri nuclei urbani più vicini alle aree epicentrali[9].

Dopo la forte emigrazione del XX secolo, soprattutto verso il Sud America, gli Stati Uniti d'America e il Canada, restano circa 240 abitanti degli oltre 1 000 residenti del primo dopoguerra[1][9][17].

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Chiesa di San Nicola
Chiesa di San Nicola
L'originaria chiesa castrale, edificata all'inizio del XII secolo, risulta citata nella bolla del 1188 di Papa Clemente III[18]. L'edificio di culto, dedicato a san Nicola di Bari, fu riedificato nel corso del Cinquecento acquisendo il titolo di parrocchia della diocesi dei Marsi, mentre della chiesa originaria restano poche tracce. Ampiamente rimaneggiato dai conti Vetoli, presenta diversi elementi quattrocenteschi e del tardo barocco. Anton Ludovico Antinori collocò l'ambone all'anno 1267, attribuendo l'opera all'artista Stefano de Moscino. Proveniente dalla vicina chiesa e monastero duecentesco scomparsi di san Pietro, fu smontato e riassemblato. L'organo a canne è del XVIII secolo; il portale cinquecentesco è protetto da un piccolo portico impreziosito da quattro colonne e tre arcate a preannunciare la struttura a volte[3][5][19].
Chiesa di San Lorenzo
La chiesa extra moenia, dedicata a san Lorenzo, fu edificata dalla famiglia Vetoli nella prima metà del Cinquecento. A base rettangolare presenta un'unica navata. La facciata è impreziosita dal portale in pietra in stile rinascimentale. In passato era dotata di un piccolo campanile a vela. Internamente sono presenti decorazioni e affreschi cinquecenteschi. Nel 2014 la chiesa è stata oggetto di lavori di consolidamento e di restauro[20][21][22]. Non distante si trova la tenuta-dépendance dei De Ponte-Vetoli con l'architrave seicentesco e la cisterna con volta a cupola.
Chiesa di Sant'Antonio
Edificio di culto dedicato a sant'Antonio abate con annesso ospedale-ricovero risalente al XVI secolo. La chiesa a base rettangolare, è collocata oltre la porta di Piè la Piaggia. Fu gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale dai bombardamenti dei nazisti in ritirata dalla linea Gustav e restaurata negli anni ottanta[23]. L'architrave del portale principale in pietra presenta uno stemma di san Bernardino da Siena, mentre nella lunetta un'iscrizione latina sarebbe riferita all'ordine religioso cavalleresco costantiniano. Internamente è presente una scultura in terracotta della Madonna col Bambino che richiama lo stile del maestro Silvestro dell'Aquila[24][25].
Chiesa di Santa Maria del Monte
Piccola chiesa di montagna situata a circa 1 220 m s.l.m. sul crinale del monte Arezzo, tra gli abitati di Corcumello, Capistrello e Castellafiume, lungo gli antichi sentieri di collegamento tra l'area fucense e Roma, attraverso l'originario tracciato della via Tiburtina Valeria. Durante il Medioevo il romitorio, risalente all'XI secolo, dipese dalla prepositura cassinese di Santa Maria delle Grazie in Luco e dall'abbazia di Farfa. L'edificio primordiale dedicato alla Madonna, di cui restano visibili alcune tracce, era più grande della chiesa contemporanea riedificata nel corso del XX secolo[26][27].
Chiesa e monastero di San Pietro
Restano poche tracce del complesso benedettino dedicato a san Pietro[18]. Collocato e sovrapposto su un tempio preesistente dell'omonimo colle, risultò nel Duecento in tenimento ai monaci benedettini di Santa Maria in Cese[28]. Descritto da Ignazio Carlo Gavini in Storia dell'architettura in Abruzzo, si caratterizzava per il portale in pietra, le tre navate e l'ambone duecentesco di scuola romano-marsicana, poi collocato nell'edificio di culto del centro storico dedicato a san Nicola. La chiesa fu parrocchia autonoma fino al 1880. Il complesso, dopo essere stato danneggiato dal terremoto del 1915, venne abbattuto e al suo posto fu realizzato il nuovo cimitero[13].
  • Tracce della chiesa scomparsa di Sant'Anatolia[29].
  • Chiesa dismessa di San Giovanni e chiesa scomparsa di Sant'Angelo in Grottelle, situata in località Grottelle (Sancti Angeli in Cripta); entrambe nel Medioevo furono elevate a chiese parrocchiali[18].

Architetture civili

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Ex casa comunale con la torretta dell'orologio
Acquedotto dell'Arunzo
Canale sotterraneo, detto anche dei piani Palentini o impropriamente dell'Arunzio o di Angizia, ideato dal console Lucio Arrunzio e realizzato tra il 41 e il 54 d.C. nello stesso periodo della realizzazione dei cunicoli di Claudio alla base del monte Aurunzo in località Grottelle. Confluiva le acque del torrente Riosonno dalla valle di Nerfa all'area palentina[15][30][31]. Tra il 1685 e il 1689 il duca di Tagliacozzo Lorenzo Onofrio Colonna fece avviare i lavori di restauro che furono affidati all'architetto Girolamo Fontana[9]. I resti di un'altra condotta in muratura si trovano in località Iudici presso il torrente Ràfia[15].
Torretta dell'orologio
Piccola torre, collocata nell'edificio quattrocentesco che ospitò la casa comunale, risalente ai primi anni del Novecento. Danneggiata dal terremoto del 1915 fu restaurata e adeguata venti anni dopo. L'edificio è noto anche come "casa con bifora", ovvero con una finestra quattrocentesca impreziosita dai capitelli e dall'arco a sesto acuto[13][32].
  • Ostello "Torre antica" del XV secolo.

Architetture militari

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Scorcio del centro storico
Castello De Ponte-Vetoli
La prima piccola fortificazione dell'originario paese venne edificata nel XII secolo intorno alla torre medievale preesistente che era circondata da altri casali e torri. Nel corso del XIV secolo, con l'aumentare del potere feudale dei De Ponte, il castello venne consolidato e ingrandito. Lo sviluppo ulteriore della struttura si ebbe durante la signoria dell'ultima erede del ramo locale della nobile famiglia, Tuzia (o Buzia)[33] unitamente al marito Sante Vetoli e con l'assenso e l'appoggio di Giovambattista De Ponte, vescovo di Nepi e Sutri e di Bitonto dal 1473 al 1500[34]. Con i successivi eredi si conclusero i lavori di adeguamento e di ulteriore ampliamento cinquecentesco. Il castello, divenuto un palazzo residenziale e signorile, si caratterizza in particolare per la torre-mastio del periodo aragonese e il giardino pensile sopraelevato[32]. I nobili Marimpietri, presenti a Corcumello dalla prima metà dell'Ottocento, s'imparentarono con i Vetoli; gli eredi conservano una parte della struttura, mentre in passato la famiglia ebbe possedimenti anche ad Avezzano[9][11]. Le quattro torri semicircolari, riedificate nel corso del XV secolo per sostituire le torri rompitratta trecentesche, sono poste lungo la recinzione che, costituita da case-mura perimetrali, abbraccia il palazzo-castello[9][35].

Siti archeologici

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Il territorio corcumellano fu abitato fin dall'epoca preromana e romana. Ocres, vicus e necropoli puntellano il colle di Corcumello e le più contigue località di colle San Pietro e di Grottelle, antico villaggio rurale[8]. In altura, a Collalto (a circa 870 m s.l.m.) sono presenti le importanti aree di interesse archeologico di Rotella di Collalto e Rotella della Macchietta[8][32].

In piazza del Colle si trovava la piccola villa rustica di Colle non distante da quella più contenuta di Santa Marta, collocata leggermente più in basso. Tra Corcumello e Cese a 720 m s.l.m. dei piani Palentini, in località Castellani, era situata una villa coeva di epoca imperiale[38].

Le fortificazioni altomedievali della zona erano il castello di Girifalco, noto nel Basso Medioevo come Castellum Palearie e citato nel Catalogus baronum e in alcuni documenti di Federico II di Svevia e Carlo I d'Angiò[39], il castello-recinto De Ponte-Vetoli edificato intorno alla torre cintata del X-XII secolo e il castello-recinto di Collalto (X-XII secolo)[40]. Gli insediamenti fortificati di Collalto furono indagati nel 1975 dallo studioso inglese Andrew Slade[41].

Nella località, dove si trovano i ruderi della chiesa di Sant'Anatolia, è emerso il fregio d'armi di un monumento funerario databile con ogni probabilità all'epoca repubblicana[29].

Aree naturali

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Il paese visto dai piani Palentini

Lingue e dialetti

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Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetti della Marsica.

Il dialetto corcumellano si colloca nel continuum del dialetto italiano-mediano che nel territorio della Marsica copre l'area palentino-carseolana, la zona di Tagliacozzo fino a San Pelino, Antrosano e Cese, frazioni di Avezzano[46].

Tradizioni e folclore

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Annualmente, il 10 agosto, si svolge la festa patronale in onore di san Lorenzo[21].

Lo sceneggiato televisivo Le terre del Sacramento, prodotto dalla Rai nel 1970 e tratto dall'omonimo romanzo di Francesco Jovine è stato girato per la regia di Silverio Blasi a Corcumello e nei pressi dell'altopiano della Renga e del bivio di Serra Sant'Antonio-Campo Staffi, lungo la strada Simbruina, nel comune di Capistrello[47].

Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina marsicana.

A Corcumello, centro che dalla seconda metà dell'Ottocento risulta più isolato e lontano dalle principali vie di comunicazione stradale e ferroviaria della Marsica, si è mantenuta l'originaria tradizione culinaria. Tra i piatti tipici figurano le zuppe e le minestre della cucina povera rinascimentale. Il grano Solina (PAT abruzzese) e la "marrocca", ovvero la "spiga" di granturco, fanno parte dei prodotti tipici locali[48].

Infrastrutture e trasporti

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Corcumello è raggiungibile dalle autostrade A25 Roma-Torano-Pescara ed A24 Roma-L'Aquila-Teramo uscita Magliano de' Marsi, proseguendo in direzione Tagliacozzo fino al bivio per Villa San Sebastiano-Corcumello, oppure in direzione Avezzano fino al bivio per Cese, paese collegato attraverso la strada provinciale 62.

Da Napoli e dall'autostrada A1 uscita Cassino, proseguendo per la SS 690 Avezzano-Sora, uscita Capistrello oppure Avezzano-Via Tiburtina Valeria.

Nei pressi della stazione di Villa San Sebastiano ha inizio la strada statale 579 Palentina che collega i piani Palentini alla valle Roveto attraverso la strada statale 82 della Valle del Liri.

Impianti sportivi

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Adiacente alla villa comunale è stato realizzato nel 2021 il nuovo campo di calcio a 5 intitolato a Massimo Chiostri[49].

Nei pressi della strada 579 Palentina, tra le località di Colle Amico e Colle Penna, si trova il crossodromo, realizzato negli anni novanta, per la pratica del motocross[50].

  1. ^ a b c d e Dati su Corcumello, su italia.indettaglio.it, Reti e Sistemi. URL consultato l'11 febbraio 2025.
  2. ^ Fabiani, Piacente, 2005, pp. 83-99.
  3. ^ a b Ignazio Carlo Gavini, Corcumello, su treccani.it, Treccani. URL consultato l'11 febbraio 2025.
  4. ^ a b Mappa, su openstreetmap.org, OpenStreetMap. URL consultato il 12 febbraio 2025.
  5. ^ a b Corcumello. Chiesa di San Nicola di Bari, su webmarsica.it, Web Marsica. URL consultato l'11 febbraio 2025.
  6. ^ Historiae Marsorum, Febonio (PDF), su fondazionecarispaq.it, Fondazione Carispaq, p. 260. URL consultato il 16 febbraio 2025.
  7. ^ Antonio Sciarretta, Poleonimi d'Abruzzo, su asciatopo.altervista.org, Antonio Sciarretta's Toponymy. URL consultato l'11 febbraio 2025.
  8. ^ a b c d Grossi, 2002, pp. 122-125.
  9. ^ a b c d e f Castello di Corcumello, su webmarsica.it, Web Marsica. URL consultato il 16 febbraio 2025.
  10. ^ a b c Brogi, 1900, pp. 227-236.
  11. ^ a b Marialuisa Lustri, Corcumello…, su semisottolapietra.wordpress.com, 17 giugno 2019. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  12. ^ Ettore Ruggeri, Corcumello. Perché, su corcumellovillage.it, 16 agosto 2023. URL consultato il 15 febbraio 2015.
  13. ^ a b c Giuseppe Grossi, Corcumellum, su corcumello.it. URL consultato l'11 febbraio 2025.
  14. ^ Angelo Melchiorre, La battaglia di Tagliacozzo, su tagliacozzo.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato l'11 febbraio 2025 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2018).
  15. ^ a b c Grossi, 2002, p. 125.
  16. ^ Antonio Sciarretta, Geo-storia amministrativa d'Abruzzo, su asciatopo.altervista.org. URL consultato l'11 febbraio 2025.
  17. ^ Pietro Piccirilli, Attraverso la Marsica. Note di storia e d'arte, in "L'Abruzzo letterario", anno II, n. 6, 16 marzo 1908.
  18. ^ a b c Sancti Nicolai è la chiesa citata unitamente alla parrocchia di Sancti Joannis e alle chiese di Sancti Petri, Sanctae Anatoliae, Sanctae Mariae e Sanctae Mariae in Monte. Cfr. Massimo Basilici, Bolla di papa Clemente III: anno 1188, su pereto.org, 11 febbraio 2024. URL consultato il 14 febbraio 2025.
  19. ^ Chiesa di San Nicola, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 21 settembre 2018.
  20. ^ Chiesa di San Lorenzo, su beweb.chiesacattolica.it, BeWeB. URL consultato l'11 febbraio 2025.
  21. ^ a b Ettore Ruggeri, Evviva San Lorenzo, su corcumellovillage.it, 30 luglio 2014. URL consultato il 12 febbraio 2025.
  22. ^ Gioia Chiostri, Corcumello, il miracolo di San Lorenzo, su ilcapoluogo.it, Il Capoluogo, 10 agosto 2014. URL consultato il 12 febbraio 2025.
  23. ^ Fabiani, Piacente, 2005, p. 10.
  24. ^ Chiesa di Sant'Antonio, su beweb.chiesacattolica.it, BeWeB. URL consultato l'11 febbraio 2025.
  25. ^ Corcumello. Chiesa di Sant'Antonio, su webmarsica.it, Web Marsica. URL consultato il 12 febbraio 2025.
  26. ^ a b Angelo Piacente, Via Santa Maria del Monte – Corcumello – Capistrello, su corcumellovillage.it, 11 ottobre 2019. URL consultato il 14 febbraio 2025.
  27. ^ Mario Di Domenico, note introduttive di Vittoriano Esposito e Armando D'Alto, L'eremo di Santa Maria del Monte, Comitato Studi Palentini, Capistrello, 2004.
  28. ^ Osvaldo Cipollone, Monastero di Santa Maria delle Cese, su terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 16 febbraio 2025 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2020).
  29. ^ a b Nino Motta, Scoperto il fregio di un monumento funerario romano, su ilcentro.it, Il Centro, 2 giugno 2021. URL consultato il 16 febbraio 2025.
  30. ^ Francesco Proia, L'acquedotto dell'Arunzio: ecco come i romani fecero le prove generali del prosciugamento del Fucino, su marsicalive.it, Marsica Live, 21 febbraio 2018. URL consultato il 16 febbraio 2025.
  31. ^ Capistrello, su spartiacque.com. URL consultato il 16 febbraio 2025 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2018).
  32. ^ a b c Andrea Fabiani e Alberto Piacente (a cura di), Corcumello: linguaggio e frammenti di un'antica cultura (estratto) (PDF), su corcumello.it, agosto 2005. URL consultato il 16 febbraio 2025.
  33. ^ Brogi, 1900, pp. 234-236; nella pergamena della donazione tradotta è riportata come "Tuzia"; nella rivista Il Patriziato come "Buzia"; Il Patriziato, n. 9-10, anno IX, 15 maggio – 1º giugno 1906.
  34. ^ (EN) David M. Cheney, Bishop Battista Pontini, su Catholic Hierarchy; Gasparrini (1933), pp. 401-412; (EN) Salvador Miranda, Corcumello, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.
  35. ^ Corcumello, emergenze culturali (DOC), su cultura.regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo. URL consultato il 16 febbraio 2025 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2018).
  36. ^ Corcumello. Fontana di piazza Centrale, su webmarsica.it, Web Marsica. URL consultato il 10 febbraio 2025.
  37. ^ Soldato in combattimento, su catalogo.beniculturali.it, Ministero della cultura. URL consultato il 10 febbraio 2025.
  38. ^ Grossi, 2002, p. 151.
  39. ^ Grossi, 2002, p. 125.
  40. ^ Grossi, 2002, p. 156.
  41. ^ Andrew Slade, Historian and archaeologist of Southern Italy, Oxford University, 1975-1979, in Insediamenti fortificati in area centro-italica, atti del convegno del 1991, Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio", Chieti, a cura di Raffaella Papi, Pescara, 1995.
  42. ^ Grossi, 2002, p. 128.
  43. ^ Capistrello: escursione sul monte Arezzo immersi nella natura, su abruzzoweb.it, Abruzzo Web, 25 settembre 2012. URL consultato il 20 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2012).
  44. ^ Fabiani, Piacente, 2005, p. 18.
  45. ^ Fabiani, Piacente, 2005, p. 55.
  46. ^ Cianciusi, 1988, p. 59.
  47. ^ Alessandro Valente, Le terre del Sacramento, su corcumellovillage.it, 16 aprile 2016. URL consultato l'11 febbraio 2025.
  48. ^ Luigi Braccili, La cucina abruzzese: dalla cucina povera ai menù della festa, Cerchio, Adelmo Polla editore, 2001, pp. 27-100.
  49. ^ Yuri Di Marco, Corcumello, inaugurato il nuovo campo da calcetto presso la villa comunale, su espressione24.it, Espressione 24, 11 agosto 2021. URL consultato l'11 febbraio 2025.
  50. ^ Giovanni Sidoni, Crossodromo di Corcumello: inaugurata la nuova gestione con due campioni mondiali, su sportabruzzo.com, Sport Abruzzo, 24 giugno 2024. URL consultato il 25 giugno 2024.
  • AA.VV., Canti e detti popolari. Raccolta di canti, filastrocche e proverbi, Roma, Pro loco Corcumello - stabilimento tipolitografico Impero, 1998.
  • Livio Addari, Corcumello e la sapienza del suo popolo, Sulmona, Tip. La Moderna, 1977, SBN SBL0393461.
  • Livio Addari, Corcumello nomi cose vicende, Sulmona, Tip. La Moderna, 1973, SBN SBL0600587.
  • Tommaso Brogi, La Marsica antica, medioevale e fino all'abolizione dei feudi, Roma, Tipografia Salesiana, 1900, SBN SBL0393442.
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  • Giuseppe Grossi, Marsica: guida storico-archeologica, Luco dei Marsi, Aleph, 2002, SBN RMS1890083.
  • Antonio Mario Radmilli, Storia dell'Abruzzo dalle origini all'età del bronzo, Pisa, Giardini, 1977, SBN SBL0023393.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • Sito istituzionale, su comune.capistrello.aq.it, Comune di Capistrello. URL consultato il 9 febbraio 2025.
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