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Cornelis Smet

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Madonna del Rosario, 1590 circa, Museo nazionale d'arte medievale e moderna della Basilicata

Cornelis Smet, italianizzato come Cornelio Ferraro[1] (Malines, metà del XVI secolo – Napoli, 1592), è stato un pittore fiammingo attivo a Napoli (dove possedette una bottega dal 1574 alla morte).

Il 14 febbraio 1574 sposò a Napoli Margherita di Medina (tra i suoi testimoni vi furono i pittori Teodoro d'Errico e Cornelio de Clemente). Dal matrimonio ebbe un figlio di nome Cesare che diventò a sua volta un pittore.

Dopo la morte di Cornelis nel 1592, la moglie sposò l'artista Aert Mytens.

Diversi documenti testimoniano che durante la sua permanenza a Napoli, Cornelis seppe tessere una fitta rete di amicizie e committenze in tutto il Vicereame. Per la sua bottega passarono alcuni tra i più importanti artisti fiamminghi operanti in quella città, come Aert Mytens, Wenzel Cobergher e Jan Soens.

La base per la ricostruzione della sua attività, dovuta essenzialmente a G. Previtali nel 1978[2] , è costituita dalla Madonna del Rosario, documentata nel 1590, della cattedrale di Muro Lucano. L'Adorazione dei Magi di Torella dei Lombardi, ora nella collezione Ruspoli, e quella del Duomo di Aversa, dipinte su modelli zuccareschi e vasariani, ne rappresentano l'abilità di piacevole ed analitico narratore.

(elenco parziale)

  1. ^ Dalla traduzione in italiano del termine smet.
  2. ^ G. Previtali, Fiamminghi a Napoli alla fine del '500: Cornelis Smet, Pietro Torres, Wenzel Cobergher, in «Rélationes artistiques entre les Pays Bas et l'Italie à la Renaissance», Etudès dédiés a Suzanne Sulberger, Bruxelles-Roma, 1980, pp. 209 - 217
  • G. Previtali, Fiamminghi a Napoli alla fine del '500: Cornelis Smet, Pietro Torres, Wenzel Cobergher, in «Rélationes artistiques entre les Pays Bas et l'Italie à la Renaissance», Etudès dédiés a Suzanne Sulberger, Bruxelles-Roma, 1980, pp. 209 - 217
  • C. Vargas, Cornelis Smet tra i paisani fiamminghi, in Mélanges de l'Ecole française de Rome. Italie et Méditerranée, T. 103, N° 2, 1991, pp. 629-680.

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