Anuqet
Anuqet[1] (anche nota come Anouké, Anouki, Anucè, Anucis, e in epoca ellenistica Istia, Estia, Vesta) è una divinità egizia, appartenente alla religione dell'antico Egitto. Era adorata come parte della Triade di Elefantina.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]In lingua egizia, era nota come Anuket, Anaka,[2] o Anqet.[3] Il suo nome significa la "Serratrice" o "Abbracciatrice".[2] In greco, divenne Anoukis (Ανουκις),[2] tolvolta anche reso come Anukis.[4] Nella interpretatio graeca, era considerata l'equivalente di Estia o Vesta.[2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Anuqet viene raffigurata come una giovane donna con un'alta corona di piume, uno scettro ed un ankh sulla sua sommità.[5].
A lei sacre la gazzella, la piume e la freccia[3].
Verso la fine del Nuovo Regno viene associata, anche, alla fertilità, all'allattamento e al desiderio, rappresentata da simboli sessuali come la "vulva".[3]
Culto
[modifica | modifica wikitesto]Anuqet formava con sua sorella Satet ed il dio Khnum la cosiddetta triade di Elefantina[6], considerata protettrice delle acque del Nilo, delle cataratte e della Nubia settentrionale.
Anuqet compariva, anche, nelle rappresentazioni funebri insieme a Tueret, divinità rappresentante i canneti del delta del Nilo, simboleggiando i deserti del sud. In tale rappresentazione le due dee racchiudevano l'intera vallata del Nilo (nella parte che costituisce l'Egitto).
Cerimonie
[modifica | modifica wikitesto]Il festival del culto di Elefantina si teneva durante Shemu la stagione del raccolto, tra maggio e settembre[7]. Le festività si prolungavano per alcuni giorni in cui processioni, preziose offerte e copiosi banchetti a base di pesce ne erano i protagonisti.
Epiteti
[modifica | modifica wikitesto]- Signora[8]
Templi
[modifica | modifica wikitesto]Sull'isola di Elefantina:
- Tempio della triade.
Sull'isola di Sehel:
- Cappella per la dea costruita durante la XIII dinastia dal faraone Sobekhotep III.
- Cappella per la dea costruita durante la XVIII dinastia dal faraone Amenhotep II [9].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Mario Tosi, Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto vol.1, Ananke, Torino 2004, ISBN 978-88-7325-064-7
- ^ a b c d Baynes (a cura di), Anoukis, in Encyclopædia Britannica, vol. 2, 9ª ed., New York, Charles Scribner's Sons, 1878, p. 90.
- ^ a b c J. Hill, Anuket, su ancientegyptonline.co.uk, Ancient Egypt Online, 2010. URL consultato il 26 ottobre 2016.
- ^ Richard H. Wilkinson, The Complete Gods and Goddesses of Ancient Egypt, New York, Thames & Hudson, 2003, pp. 138, ISBN 0-500-05120-8.
- ^ Geraldine Pinch, Egyptian Mythology: A Guide to the Gods, Goddesses, and Traditions of Ancient Egypt, Oxford University Press, 2004, p 186
- ^ Hart, George (2005), The Routledge Dictionary of Egyptian Gods and Goddesses, Revised Edition, p. 28
- ^ Zahi A. Hawass, Lyla Pinch Brock, Egyptology at the Dawn of the Twenty-first Century: Archaeology, American Univ in Cairo Press, 2003, p 443
- ^ http://egyptian-gods.org/egyptian-gods-anuket/
- ^ Kathryn A. Bard, Encyclopedia of the archaeology of ancient Egypt, Psychology Press, 1999, p 178
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Baynes (a cura di), Anoukis, in Encyclopædia Britannica, vol. 2, 9ª ed., New York, Charles Scribner's Sons, 1878, p. 90.
- Sergio Donadoni, La religione egiziana, in "Storia delle religioni. Le religioni antiche", Laterza, Roma-Bari 1997, ISBN 978-88-420-5205-0
- Mario Tosi, Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto vol.1, Ananke, Torino 2004, ISBN 978-88-7325-064-7
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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