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Angelo Galateri di Genola

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Angelo Maria Galateri di Genola e di Suniglia
NascitaTorino, 9 aprile 1912
MorteTorino, 1º aprile 1998
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Italia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
Esercito Italiano
ArmaArtiglieria
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerreSeconda guerra mondiale
Comandante diV Corpo d' Armata
SottoCapo di stato maggiore dell'Esercito italiano
Centro alti studi per la difesa
Studi militariRegia Accademia Militare di Artiglieria e Genio
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Angelo Maria Galateri di Genola e di Suniglia (Torino, 9 aprile 1912Torino, 1º aprile 1998) è stato un generale italiano.

Di nobile famiglia piemontese[1], iniziò la carriera militare all'Accademia Militare di Artiglieria e Genio del Regio Esercito di Torino, venendo nominato nel 1931 sottotenente di Artiglieria.

Nel 1964 è generale di brigata. Nel corso della lunga carriera fu comandante della divisione Cremona, del V Corpo d'armata, nel 1969 assume il comando interinale della 3ª Armata a Padova.

Sottocapo di stato maggiore dell'Esercito italiano[2], è Presidente del Centro alti studi per la difesa (dal 7 settembre 1970 al 10 giugno 1973[3]) presidente del Consiglio superiore delle forze armate e direttore generale della direzione delle armi, munizioni e armamenti terrestri del ministero della Difesa.[4]

Ha concluso la carriera da generale di corpo d'armata, al vertice del Comando delle forze terrestri alleate del Sud Europa. Sposato con Carla Fontana ha avuto quattro figli, il finanziere Gabriele, Marco, imprenditore chimico,[5] Elena, Eugenia.

  1. ^ Galateri di Genola
  2. ^ I Sottocapi di Stato Maggiore dell'Esercito
  3. ^ Generale C.A. Angelo Galateri Di Genola - dal 07 settembre 1970 al 10 giugno 1973
  4. ^ (IT) Era stato comandante della divisione Cremona È morto il generale Galateri di Genola, in La Stampa, 2 aprile 1998. URL consultato il 18 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 1998).
  5. ^ (IT) Galateri di Genola, il «signore del biodiesel», in Il Giornale, 26 maggio 2007. URL consultato il 18 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
  6. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.