Ascoli Calcio 1898 FC
Ascoli Calcio 1898 FC Calcio | |
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I Bianconeri, Il Picchio, I Piceni, La Regina delle Marche | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Bianco, nero |
Simboli | Picchio e castello |
Inno | Ascoli sei grande Well's Fargo |
Dati societari | |
Città | Ascoli Piceno |
Nazione | Italia |
Confederazione | UEFA |
Federazione | FIGC |
Campionato | Serie C |
Fondazione | 1898 |
Rifondazione | 2014 |
Proprietario | Ferinvest S.r.l. |
Presidente | Carlo Neri |
Allenatore | Domenico Di Carlo |
Stadio | Cino e Lillo Del Duca (12 400 posti) |
Sito web | www.ascolicalcio1898.it |
Palmarès | |
Titoli nazionali | 2 campionati di Serie B 2 campionati di Serie C |
Trofei nazionali | 1 Torneo di Capodanno 1 Supercoppa Serie C |
Trofei internazionali | 1 Coppe Mitropa 1 The Red Leaf Cup |
Stagione in corso | |
Si invita a seguire il modello di voce |
L'Ascoli Calcio 1898 Football Club, meglio nota come Ascoli, è una società calcistica italiana con sede nella città di Ascoli Piceno. Milita in Serie C, terza divisione del campionato italiano di calcio.
Fondato il 1º novembre 1898[1], l'Ascoli è uno dei club più antichi d'Italia ancora attivi. È soprannominato "La Regina delle Marche" in quanto è la squadra più blasonata della regione Marche, vantando 16 stagioni in Serie A, categoria nella quale il suo miglior piazzamento è il quarto posto della stagione 1979-80, e 27 in Serie B, categoria dove nell'annata 1977-78 stabilì il record di punti (61) nei tornei italiani a 20 squadre e due punti a incontro. Il periodo più vittorioso dell'Ascoli è quello coincidente con la presidenza di Costantino Rozzi, che guidò la società dal 1968 al 1994.
Il suo palmarès annovera, a livello nazionale, due campionati di seconda serie e due di terza serie, oltre a un Torneo di Capodanno e a una Supercoppa di Lega di Serie C; inoltre ha partecipato 50 volte alla Coppa Italia. In ambito internazionale la formazione marchigiana vanta una Coppa Mitropa, assieme al raggiungimento di una finale di Coppa Anglo-Italiana.
La formazione picena si colloca al 31º posto nella classifica perpetua della Serie A e al 34º posto nella graduatoria della tradizione sportiva italiana secondo i criteri della FIGC e al 17º posto nella Classifica perpetua della Serie B.
I colori sociali sono il bianco e il nero.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le origini
[modifica | modifica wikitesto]La nascita della società, denominata in principio Candido Augusto Vecchi, avvenne il 1º novembre 1898,[2] ma fu annunciata pubblicamente solo il 2 giugno 1901.[1] I dodici giovani ascolani che fondarono la compagine in Via delle Canterine la intitolarono alla memoria dell'omonimo colonnello garibaldino, nato a Fermo, ma divenuto cittadino adottivo dalla città di Ascoli Piceno in seguito al matrimonio con una donna della nobile famiglia ascolana dei Luciani. Il sodalizio, nei primi tempi, si occupò di varie discipline sportive, tra le quali il calcio e, in prevalenza, il ciclismo. Nel 1905, soprattutto per motivi politici, la società cambiò nome in Ascoli Vigor, ma fino al 1907 il gioco del calcio era praticato solo in gare amichevoli contro squadre semisconosciute. Ad aprire alla partecipazione a tornei ufficiali fu il figlio del portiere della sede del club, Wilson Bruschi, appena dodicenne, che intervenne durante una riunione dei soci fondatori esponendo una raccolta firme che aveva superato le mille adesioni. Wilson fu in un primo momento rimproverato dal padre, ma il suo intervento fu invece apprezzato dal consiglio d’amministrazione che si complimentò col ragazzino. In seguito la società avrebbe regalato due abbonamenti a vita per le partite dell’Ascoli alla famiglia Bruschi.
In seguito all'interruzione del primo conflitto mondiale la passione per il calcio si riaccese nel 1919 e, dopo lunga gestazione, nel 1921 si costituì l'Unione Sportiva Ascolana, presieduta dal giornalista Giuseppe Secondo Squarcia. Nel 1922, per potenziare la società sportiva, la presidenza venne assunta dal Senatore Ing. Giovanni Tofani, pioniere dell'industrializzazione nel Piceno. Negli anni si succedettero alla presidenza il Marchese Piero Sacconi Natali e il Dott. Carlo Vecchiotti. Nel 1925 fu costruito lo stadio comunale dei Giardini (poi intitolato a Ferruccio Corradino Squarcia). Nel 1926 l'impianto fu inaugurato con un'amichevole contro la Lazio.
Il primo vero campionato federale ufficiale di Terza Divisione fu disputato nel 1927, e l'Ascoli si classificò al 1º posto. Fu la prima di tante promozioni che videro la squadra salire gradualmente in serie C, raggiungendo in quegli anni il miglior piazzamento del 2º posto in tale categoria. Nel 1936 si pensò di rinnovare il fondo dello Squarcia, di dotarlo di manto erboso e di migliorare le piste di atletica leggera. Anche in questo caso all'inaugurazione partecipò la Lazio, ma a causa della pioggia il campo tornò nelle condizioni precedenti.
Negli anni 1930 e 1940 l'Ascoli disputò stagioni di Serie C e Serie D, giocando i primi derby con le altre principali società marchigiane: l'Anconitana, la Fermana, la Maceratese, la Sambenedettese, la Vis Pesaro ed altre.
Il secondo dopoguerra
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1944-45 vi fu un primo timido tentativo di ripresa delle competizioni calcistiche con le squadre rionali, poi unificate nell'Associazione Sportiva Ascoli. Questa squadra riprese a giocare ereditando il livello occupato, prima del conflitto, dall'Unione Sportiva Ascolana (Lega Sud di Serie C). Nel 1947-48 la Lega deliberò la riforma dei campionati italiani di Serie B e C (al quale ultimo risultavano iscritte ben 286 società). Fu disposto il blocco delle promozioni e l'Ascoli, 12º nel girone F della Lega Centro, fu iscritto al nuovo campionato di Promozione, come tutte le squadre classificate dal 3º posto in poi.
Nel 1952 la Lega decise di suddividere il campionato di Promozione in due serie: le migliori classificate avrebbero dato vita al campionato di IV Serie, le altre avrebbero formato il campionato di Promozione regionale. L'Ascoli, 3º nel girone L, conquistò l'accesso al livello superiore.
L'interessamento di Cino Del Duca
[modifica | modifica wikitesto]Nella stagione 1954-55 l'Ascoli toccò il punto più basso della sua storia retrocedendo in Promozione regionale, con la società preda di gravissimi problemi finanziari. Si legge sulla stampa quotidiana locale di quel periodo: «Davanti ad un passivo di oltre dodici milioni la situazione era talmente critica che il presidente Giammiro fece contattare Mario Benvenga, nipote dell'editore Cino Del Duca, per lanciare un SOS ad un uomo che, nato in provincia, a Montedinove, era divenuto uno degli editori più importanti a livello francese».
L'appello fu accolto. Il produttore cinematografico Cino Del Duca presentò ad Ascoli in anteprima mondiale il film Grisbì e consegnò un assegno di un milione di lire. La società prese il nome di Del Duca Ascoli. Il mecenate divenne presidente onorario, e Benvenga fu nominato commissario con l'incarico di riorganizzare il sodalizio e risollevare economicamente la società. Già nella stagione 1956-1957 l'Ascoli, classificandosi al 1º posto, tornò in IV Serie.
Nella stagione 1958-59 il nuovo club risalì in Serie C, pur essendosi classificato al 4º posto nel campionato vinto dalla Maceratese. La Lega, infatti, cambiò le regole dopo l'inizio del campionato, deliberando un nuovo allargamento della Serie C.
Anni sessanta e settanta
[modifica | modifica wikitesto]Negli anni 1960 si posero le basi per il futuro sviluppo della società. L'iniziativa fu presa da un gruppo di giovani imprenditori e operatori economici che ritennero importante favorire l'affermazione di una forte società sportiva con i colori bianconeri.
Nel 1962 fu inaugurato il nuovo stadio, che l'amministrazione comunale avrebbe in seguito intitolato ai fratelli Cino e Lillo Del Duca. Durante la sua presidenza, Del Duca acquistò un intero piano del palazzo costruito dai fratelli Santori in corso Vittorio Emanuele, destinandolo a sede della società e a residenza degli atleti. Alla sua morte (1967) la presidenza onoraria passò alla vedova, la signora Simone, che donando cento milioni alle casse della società espresse il desiderio di rinunciare all'incarico quando la squadra avesse raggiunto la promozione.
Negli stessi anni l'Ascoli giocò in serie C numerosi derby con la Sambenedettese, tutti segnati dall'accesa rivalità delle due compagini. Quello giocato al Ballarin il 14 febbraio 1965 è ricordato però in modo particolare per il tragico episodio della morte del portiere bianconero Roberto Strulli. Strulli, in uscita bassa su Alfiero Caposciutti, venne colpito involontariamente al viso da una ginocchiata dell'attaccante, e riportò la frattura della mandibola. Morì all'ospedale di San Benedetto del Tronto dopo 14 ore di coma.
L'arrivo di Costantino Rozzi
[modifica | modifica wikitesto]Alcuni giovani imprenditori ascolani, intanto, avevano cominciato ad interessarsi delle sorti dell'Ascoli Calcio. Il loro punto di ritrovo era il bar/ristorante "Trieste". Si trattava di Bruno Loreti, commerciante, Carlo Sabatini, imprenditore edile, Giuliano Moricone, assicuratore, Iachino Pallotta, medico dentista, Roberto Benigni, imprenditore, Gino Regoli, imprenditore nel settore trasporti, e Walter Panichi, imprenditore edile. Il loro obiettivo a questo punto era rilevare la società e rilanciarla. Innanzitutto era necessario avere un capitale iniziale e da questo punto di vista si diede molto da fare Giuliano Moricone, che girava costantemente con un blocchetto di ricevute pronto ad accogliere ogni nuovo contributo; al momento di nominare un presidente, nel corso di un incontro avvenuto presso la sede di Corso Vittorio Emanuele, si individuò in Costantino Rozzi, figura emergente nell'economia locale, la persona giusta per ricoprire l'incarico, data la sua esuberanza, il suo entusiasmo, la grande capacità comunicativa.
Nel 1968 Rozzi, di professione impresario edile e fino a quel momento digiuno di calcio, divenne il nuovo presidente con l'intento di rimanervi solo sei mesi, giusto il tempo di risanare il bilancio. La sua comparsa fu, invece, la svolta decisiva, poiché egli si appassionò al calcio ed alla sua squadra al punto che non solo non rinunciò all'incarico, ma si spinse a dichiarare di voler portare l'Ascoli fino alla Serie A. Gino Regoli e Walter Panichi erano i veri "esperti" di calcio e operavano come un direttore generale ed un direttore sportivo.
Nella stagione 1971-72 la squadra, affidata all'emergente Carlo Mazzone e trascinata dal marcatore Renato Campanini, vinse il campionato e approdò per la prima volta alla serie cadetta. Nel 1972[3] la società, affrancandosi dagli ultimi retaggi della Del Duca, prese il nome di Ascoli Calcio 1898. Già nel 1972-73 la matricola bianconera si classificò al 4º posto, mancando la promozione per un solo punto; ma il torneo successivo la vide totalizzare 51 punti e piazzarsi al 1º posto insieme al Varese. Era la prima squadra marchigiana a conquistare la massima serie: per questo motivo, e per le numerose partecipazioni al campionato di serie A, i tifosi rivendicano all'Ascoli il titolo di "Regina delle Marche".
L'estate della promozione lo stesso Rozzi si occupò dei lavori di ampliamento dello stadio, aumentandone in tempi strettissimi la capienza fino a 36.000 posti (anni dopo essi sarebbero stati ridotti a 20.550). Nel campionato del debutto in serie A (stagione 1974-75) i bianconeri di Mazzone conquistarono la salvezza. La stagione successiva vide però la prima retrocessione, arrivata solo all'ultima giornata a causa della peggior differenza reti rispetto alla Lazio.
L'Ascoli dei record
[modifica | modifica wikitesto]La società bianconera si riscattò ampiamente due anni dopo, nella stagione 1977-78, celebre come il "campionato dei record". Benché partisse senza i favori del pronostico, la squadra ottenne un numero ragguardevole di punti, distanziando di 17 lunghezze la seconda in classifica e battendo tutti i record (di punteggio, vittorie conseguite e reti segnate) della serie cadetta a 20 squadre. Raccolse infine 61 punti, con 26 vittorie, 9 pareggi e 3 sconfitte, realizzando 73 gol e subendone 30. Capocannoniere dell'Ascoli allenato da Antonio Renna, promosso con sette giornate di anticipo, fu il giovane Claudio Ambu (17 reti), seguito da Giovanni Quadri (14) e dal regista Adelio Moro (13, di cui 9 su rigore). La stagione è ricordata anche per i famosi cross "alla Roccotelli" (o rabona), già sperimentati dal centrocampista Giovanni Roccotelli nella sua precedente stagione al Cagliari.
Anni ottanta
[modifica | modifica wikitesto]Gli anni 1980 furono per l'Ascoli un vero e proprio periodo d'oro fin dall'inizio. E fu in questo periodo che il Presidente Costantino Rozzi prese con più decisione in mano le redini e la gestione della squadra. Nel 1979-80 i bianconeri guidati da Giovan Battista Fabbri raggiunsero il miglior risultato di sempre piazzandosi al 5º posto, che valse ai marchigiani il primato fra tutte le squadre del Centro-Sud, e sfiorando la qualificazione in Coppa UEFA. Quell'anno il Milan, che si era classificato terzo, fu retrocesso per illecito sportivo, e L'Ascoli sali così al quarto. Quell'anno però solo due erano i posti disponibili per le italiane in coppa UEFA.
A fine campionato l'Ascoli fu invitato in Canada per rappresentare il calcio italiano nel torneo The Red Leaf Cup (la Coppa della Foglia Rossa), organizzato dalla Federazione canadese per promuovere questo sport nel Nordamerica. I giocatori erano riluttanti a partecipare, e dopo una stagione piena di soddisfazioni avrebbero preferito andare in vacanza, ma Costantino Rozzi li motivò rimarcando il significato di un torneo del genere per gli emigrati italiani e per il nome dell'Ascoli nel mondo. Il torneo, cui parteciparono anche squadre come Botafogo, Nancy e Rangers, fu vinto proprio dalla formazione marchigiana.
La stagione seguente (1980-81) vide il ritorno di Mazzone, che sarebbe restato al timone dell'Ascoli per tutta la prima metà degli anni 1980. Fu un campionato difficile e la squadra, pur essendo sostanzialmente immutata, si ritrovò di nuovo a lottare per la salvezza. Ma anche questa stagione riservò un successo: l'Ascoli si aggiudicò infatti il Torneo di Capodanno, organizzato dalla Lega a causa di un lungo stop del campionato in gennaio. Qualificatasi per la finale, in programma vari mesi dopo a fine campionato, la squadra si aggiudicò il trofeo battendo la blasonata Juventus.
Nel campionato 1981-82, dopo un inizio stentato, l'Ascoli disputò una grande stagione chiudendo al 6º posto e sfiorando di nuovo la qualificazione alla Coppa UEFA. In questo torneo si ricorda la contestazione del direttore di gara Enzo Barbaresco per aver arbitrato in modo discutibile l'incontro Ascoli-Roma alla fine vinto per 1-0 dai giallorossi.
La stagione 1981-82 fu l'ultimo campionato di vertice per l'Ascoli Calcio, che da quel momento avrebbe sempre rincorso l'obiettivo minimo della salvezza, fallendolo nelle stagioni 1984-85 e 1989-90 ma centrando ambo le volte una nuova promozione al primo tentativo. Un episodio singolare caratterizzò la stagione 1985-86. L'Ascoli ottenne la promozione matematica in serie A accontentandosi di un pareggio (0-0) in un incontro giocato piuttosto male. Si trattava però proprio del derby contro la Sambenedettese, e il particolare significato della partita scatenò i tifosi, che si spinsero fino ad assediare la squadra nello stadio proprio nel giorno del trionfo. Lo stesso tecnico Vujadin Boškov, presentatosi a fornire spiegazioni, rischiò l'aggressione e dovette ripararsi dentro l'impianto.
Nel decennio d'oro l'Ascoli si accreditò come “provinciale terribile”, battendo più volte in casa (e talora anche in trasferta) le formazioni più blasonate del calcio italiano e meritando al Del Duca una fama di campo difficile. Dalla seconda metà degli anni 1980 crebbe anche il prestigio del vivaio ascolano, che sfornava calciatori di buon livello. I vari Agostini, Carillo, Iachini, Scarafoni furono i componenti di maggior rilievo di una prima squadra costruita in buona parte anche su atleti ascolani.
Nel 1987 l'Ascoli si aggiudicò anche una coppa europea, la Coppa Mitropa, sebbene la competizione fosse ormai decaduta e riservata alle vincitrici dei tornei di seconda divisione.
Anni novanta
[modifica | modifica wikitesto]Gli anni 1990 sembrarono iniziare nel segno del decennio trascorso, con una nuova promozione in Serie A conquistata in extremis (all'ultimo minuto dell'ultima giornata). La squadra era guidata da Nedo Sonetti (subentrato a Ciccio Graziani prima ancora dell'inizio del campionato) e si valeva dell'apporto di uomini di spicco come l'attaccante brasiliano Walter Casagrande e il portiere Fabrizio Lorieri; qualcosa stava però cambiando e divenne evidente già nel campionato 1991-92, quando la formazione bianconera retrocesse per la prima volta alla fine della stagione successiva alla promozione posizionandosi all'ultimo posto in classifica. Il 1992 segnò anche le dimissioni da consiglieri di Walter Panichi e Roberto Benigni che rimasero tuttavia azionisti della società. Le due stagioni che seguirono videro l'Ascoli in corsa per il ritorno in A, anche grazie alle marcature di Oliver Bierhoff, che pure aveva deluso in massima serie. L'obiettivo però sfuggì entrambe le volte. Nel 1992-93, in particolare, i bianconeri si giocarono la promozione all'ultima giornata, in uno scontro diretto con il Padova che passò negli 11' finali ribaltando il risultato da 1-2 a 3-2.
La stagione 1994-1995 la dirigenza si affidò al tecnico Mario Colautti che ottenne risultati non positivi e il presidente Rozzi decise due esoneri in successione. Rimosso Colautti, sulla panchina ascolana arrivò Angelo Orazi, che tuttavia condivise la sorte del predecessore. La formazione fu infine assegnata ad Alberto Bigon. Il 18 dicembre 1994, poco dopo la vittoria per 3-0 contro il Pescara, muore improvvisamente Costantino Rozzi, operato il giorno prima per una grave emorragia gastrica. I funerali si svolgono alla presenza di allenatori, calciatori e dirigenti convenuti da tutta Italia, del presidente federale Antonio Matarrese, dei lavoratori dipendenti dell'impresa Rozzi e di migliaia di tifosi, al punto da rendere necessario il blocco del centro storico di Ascoli Piceno. È stato stimato che ai funerali dello storico presidente dell'Ascoli vi fu una partecipazione di circa 20.000 persone.[4] La squadra, già povera di risultati, entrò definitivamente in crisi. Bigon si dimise e al suo posto fu richiamato Colautti, ma la classifica finale condannò l'Ascoli dopo 23 anni alla retrocessione in Serie C1. I bianconeri conquistarono comunque un secondo posto nel Coppa Anglo-Italiana, battendo 2-1 in semifinale l'Ancona e uscendo sconfitti dalla finale di Wembley contro la formazione inglese del Notts County sempre per 2-1.
Gli anni della Serie C1 (1995-2002)
[modifica | modifica wikitesto]La morte di Rozzi e la retrocessione segnarono la conclusione di un'era, e le circostanze concomitanti lasciavano presagire la fine dello stesso Ascoli, sommerso dai debiti e con una società allo sbando, sull'orlo del fallimento. Alla prima riunione del dopo-Rozzi parteciparono una trentina di persone e fu fatto il punto sulla situazione economica. Alla riunione successiva il numero di partecipanti si ridusse di due terzi, una decina in tutto.
Fu così che alcuni imprenditori locali, guidati dall'industriale ascolano Roberto Benigni, che elesse Presidente il notaio Nazzareno Cappelli, presero l'iniziativa di ripianare i debiti, iscrivendo la squadra al campionato di Serie C1 1995-1996. Nonostante gli sfavori del pronostico (la formazione era stata allestita in fretta e furia), l'Ascoli guidato da Enrico Nicolini giocò un campionato di vertice, anche grazie alle marcature di Walter Mirabelli. Disputato un girone di andata quasi sempre al comando della classifica, giunse infine la qualificazione ai play-off. In una nervosa semifinale i bianconeri superarono 1-0 la Nocerina, scesa al Del Duca con una moltitudine di tifosi, e ottennero poi un pareggio nella gara di ritorno. In finale trovarono il sorprendente Castel di Sangro che sbarrò loro la strada ai calci di rigore, con errore decisivo proprio di Mirabelli.
Il 3 agosto 1996 la nuova dirigenza rese omaggio al presidente scomparso nel 1° Memorial Costantino Rozzi, cui furono invitati il Milan e il Perugia. Il torneo, trasmesso in diretta da Italia 1, fu vinto proprio dall'Ascoli, e l'attaccante bianconero Stefano Pompini fu premiato come miglior giocatore. Nella stagione 1996/97 torna dopo 40 anni il derby con la Fermana, sia all'andata che al ritorno termina 2-2. L'Ascoli si piazza a 43 punti al 7º posto, sei punti fuori dai play-off. L'anno dopo piazzamento peggiore, a 41 punti (pari merito con la Fermana), con la salvezza conquistata a due giornate dalla fine.
Nell'anno del presunto centenario (1998/99) la dirigenza ritenne di compiere uno sforzo economico per riportare l'Ascoli in Serie B. Affidati a Massimo Cacciatori, i bianconeri puntavano soprattutto sulle prestazioni del cannoniere Sossio Aruta, prelevato dalla Fermana. La presentazione della squadra si accompagnò a una grande festa in Piazza del Popolo e per l'occasione furono confezionate divise speciali, con gagliardetto ricamato a mano e la scritta "cento" sulla manica. L'Ascoli del "centenario" fu però ampiamente sopravvalutato, al punto che uno degli attaccanti in forza alla squadra preferì risolvere il contratto dopo aver ricevuto una proposta di lavoro a tempo indeterminato come operaio. Cacciatori fu esonerato e sostituito da Enzo Ferrari, che chiuse la stagione all'8º posto mancando i play-off all'ultima giornata. In questa stagione tra l'altro l'Ascoli dopo 42 anni perse (1-0) il derby con la Fermana che salì in Serie B al suo posto.
Scaduto il mandato quadriennale di Cappelli, la società si diede un nuovo assetto e con il restante Benigni, la squadra fu rinforzata da nuovi acquisti, tra cui spiccava l'attaccante Eddy Baggio, fratello minore del più famoso Roberto. Nel 1999-2000 l'Ascoli riprese a navigare nelle parti alte della classifica, concludendo il torneo al 3º posto. Ai play-off superò la Viterbese e approdò in finale, trovandovi la rivale Ancona. A differenza di quanto previsto nel 1995-96, un pareggio in finale avrebbe promosso la squadra con il miglior piazzamento in campionato, cioè la formazione dorica. Prevalse infatti l'Ancona con un pareggio ai tempi supplementari: dopo il momentaneo vantaggio siglato da Baggio, il giovane anconetano Mirko Ventura segnò la rete decisiva a 2' dalla fine.
Anni duemila
[modifica | modifica wikitesto]L'era Benigni e il ritorno in Serie A
[modifica | modifica wikitesto]Con Benigni insediatosi alla presidenza nel 2000, la società marchigiana fu protagonista di un'attenta gestione finanziaria tramite la quale estinse in breve tempo dei debiti pregressi dal vecchio millennio.[5] Sul piano sportivo i bianconeri raggiunsero i play-off del campionato di Serie C1, arrendendosi tuttavia al Messina.[6] Nella stagione 2001-02 in panchina giunse Giuseppe Pillon[7], capace di centrare la promozione grazie anche alle decisive affermazioni casalinghe su Catania e Lodigiani.[8] Al ritorno in seconda serie fece seguito una doppia salvezza, raggiunta dapprima con Pillon e successivamente con Ammazzalorso (subentrato a Dominissini nell'autunno 2003).[9]
Il campionato 2004-05 vide l'Ascoli compiere una partenza stentata, salvo poi recuperare terreno grazie alla prolificità di una coppia offensiva composta da Bucchi e Colacone.[10][11] Una vittoria contro il Modena all'ultima giornata permise la qualificazione ai play-off[12], ma in semifinale i piceni capitolarono contro il Torino.[13] Nonostante la disfatta sul campo, la squadra venne poi ripescata in Serie A per il declassamento del Genoa e la precarietà economica del Perugia e degli stessi granata.[14]
Il biennio in massima serie (2005-2007)
[modifica | modifica wikitesto]La stagione del ritorno in massima serie dopo 13 anni annoverò l'Ascoli tra le sorprese del campionato, con i marchigiani capaci tra l'altro di imporre un pari casalingo al Milan.[15] Pur incorrendo nella squalifica di Marco Giampaolo, estromesso per due mesi in quanto si era seduto in panchina senza aver conseguito il regolare patentino da allenatore (ufficialmente risultava essere un semplice collaboratore dell'allenatore Massimo Silva)[16][17], la formazione ottenne agevolmente la permanenza, resa matematica da un pari contro il già condannato Treviso.[18] La posizione conclusiva fu un decimo posto, con 43 punti in classifica.[19]
Subito dopo la fine del campionato, la dirigenza scelse Attilio Tesser come nuovo allenatore.[20] Le operazioni di mercato videro, tra l'altro, l'ingaggio del portiere quarantenne Gianluca Pagliuca.[21] A causa del difficile avvio in Serie A[22], nel mese di novembre Tesser fu rimpiazzato da Nedo Sonetti.[23] L'avvicendamento alla guida non sortì un miglioramento significativo[24], coi bianconeri che conquistarono soltanto 9 punti nel girone d'andata.[25] Confinati per gran parte del torneo in ultima posizione[26], i marchigiani vennero condannati alla retrocessione a tre giornate dal termine.[27] Soltanto la vittoria contro il Cagliari nel turno finale evitò la posizione di coda, toccata al Messina.[28]
Il ritorno in Serie B
[modifica | modifica wikitesto]Allenata da Ivo Iaconi[29], la compagine picena chiuse il successivo campionato cadetto all'ottavo posto.[30] Il rapporto dell'allenatore abruzzese con i bianconeri si sciolse in estate, con Nello Di Costanzo chiamato a sostituirlo.[31]
La stagione seguente si aprì all'insegna dei risultati sfavorevoli, e il 20 ottobre lo stesso Di Costanzo fu sostituito dall'esordiente Vincenzo Chiarenza. Il cambio d'allenatore non recò benefici: l'Ascoli raggranellò due soli punti in cinque giornate, al Del Duca contro Rimini e Pisa, sprofondando all'ultimo posto. Anche Chiarenza fu esonerato (7 dicembre) e al suo posto arrivò Franco Colomba. La scelta si rivelò azzeccata: la squadra ottenne subito tre vittorie consecutive e nel girone di ritorno proseguì altrettanto bene, inanellando sei risultati utili. A sei giornate dal termine, battuto 2-1 il Frosinone, l'Ascoli aveva quasi raggiunto la salvezza e si era avvicinato alla zona play-off, ma un inatteso crollo con quattro sconfitte di seguito riportò la squadra a ridosso dei play-out. Con un vantaggio di soli 3 punti, per la permanenza aritmetica in serie B occorreva una vittoria in trasferta contro il già retrocesso Treviso. La compagine marchigiana invece pareggiò per 1-1 contro quella veneta, venendo poi sconfitta all'ultima giornata al Del Duca per 3-2 dal Livorno. La concomitanza di altri risultati fruttò ugualmente la salvezza, ottenuta con un 16º posto a 51 punti insieme a Modena e Salernitana.
All'inizio della stagione 2009-10 Colomba fu svincolato e la presidenza si mise in cerca di un nuovo tecnico, con l'obiettivo di riconquistare la massima serie. Il 17 giugno 2009 fu ingaggiato Alessandro Pane, che aveva appena condotto la Reggiana ai play-off di Prima Divisione. La campagna acquisti estiva portò rinforzi come Mirco Antenucci e Marco Bernacci, tornato all'Ascoli dopo un anno di serie A con il Bologna. L'inizio di campionato fu favorevole ai bianconeri, imbattuti fino alla 7ª giornata, con 13 punti conquistati ed una posizione d'alta classifica. La netta sconfitta interna (1-5) contro il Sassuolo interruppe bruscamente la serie positiva, innescando una crisi che si prolungò per altre 7 giornate, che produssero solo due punti. La sconfitta interna per 1-3 nel derby contro l'Ancona (22 novembre) convinse Benigni a sostituire Pane richiamando Pillon. Dopo due sconfitte nelle prime partite, alla vigilia di Natale arrivò il primo punto da uno 0-0 allo Stadio Via del mare in casa del Lecce capolista, e subito dopo la vittoria con il Padova. Il 2010 si aprì all'insegna di una forte ripresa, con cinque vittorie consecutive, che riportò la squadra a metà classifica. Verso la fine del campionato, la squadra iniziò anche a nutrire qualche piccola speranza di potersi piazzare in una posizione valida per i play-off, ma non ci riuscì, chiudendo la stagione al nono posto, a quota 57 punti.
La stagione 2009-10 si caratterizzò per un episodio di fair play che suscitò apprezzamento nei confronti della compagine bianconera. Il 5 dicembre 2009, al Del Duca, su indicazione del tecnico Pillon, la squadra lasciò pareggiare la Reggina dopo essere passata in vantaggio mentre un giocatore ospite era a terra. L'episodio contribuì alla sconfitta per 3-1 dei padroni di casa, ma destò scalpore e sfociò nella proposta, rivolta alla FIFA dallo Herald Tribune e dal New York Times, di insignire la società marchigiana del premio Fair play 2009 al termine della stagione.[32]
Anni duemiladieci
[modifica | modifica wikitesto]La retrocessione in Lega Pro
[modifica | modifica wikitesto]Il 31 maggio 2010, all'indomani dell'ultima partita di campionato e congedando Pillon, la società ufficializzò l'ingaggio di Elio Gustinetti per la stagione successiva (contratto di un anno)[33]. Dopo 12 giornate, a causa degli scarsi risultati ottenuti (l'Ascoli si trovò ultimo con 10 punti, senza contare una penalizzazione di 3), il tecnico bergamasco venne sollevato dal proprio incarico e sostituito da Fabrizio Castori. Nel corso della stagione la società ricevette complessivamente 6 punti di penalizzazione, per irregolarità nella gestione amministrativa, e la situazione di classifica divenne sempre più difficile. A pochi mesi dal termine del campionato la squadra iniziò ad infilare una notevole serie di risultati positivi, che la portò, il 29 maggio 2011, all'ultima giornata di campionato, alla salvezza diretta. La squadra chiuse a 50 punti la stagione (56 effettivi escludendo la penalizzazione).
Per la stagione 2011-2012 la società confermò Castori in panchina. La stagione si aprì nuovamente all'insegna delle difficoltà: furono infatti assegnati ai marchigiani 7 (in origine erano 10, poi ridotti tramite vari ricorsi) punti di penalizzazione (1 per inadempienze di carattere amministrativo in relazione al versamento dei contributi Enpals e delle ritenute Irpef a beneficio di propri tesserati, 3 per violazione dell'articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva, per responsabilità oggettiva nelle accuse mosse ai calciatori Vincenzo Sommese e Vittorio Micolucci nello scandalo scommesse e 3 per non aver provveduto nei termini previsti al deposito di una serie di attestazioni finanziarie). Dopo le prime 13 giornate di campionato la squadra aveva ottenuto 2 vittorie, 3 pareggi e 7 sconfitte, e all'indomani di una sconfitta con l'AlbinoLeffe la società decise di esonerare Castori in favore di Massimo Silva, il quale 5 anni prima sedeva già sulla panchina dei bianconeri nell'avventura in serie A assieme a Marco Giampaolo. Pian piano, seppur nei primi tempi della nuova gestione il rendimento non fosse ancora così diverso dal precedente, la squadra trovò nuovamente la forza per conquistare quei punti necessari ad evitare non solo la retrocessione diretta, ma anche i play-out. Come avvenuto negli anni precedenti, infatti, la squadra racimolò molti punti nell'ultima fase della stagione, vincendo partite importantissime contro dirette concorrenti per la salvezza. La salvezza matematica fu ufficialmente sancita all'ultima giornata, quando i bianconeri si imposero 2-0 in casa del Padova, con reti di Lorenzo Pasqualini ed Andrea Soncin. I bianconeri chiusero pertanto il loro campionato al quindicesimo posto, avendo conquistato 49 punti (56 effettivi escludendo la penalizzazione).
La stagione 2012-2013 inizia tra alti e bassi, anche se verso la fine del girone d'andata l'Ascoli ottiene 13 punti in cinque partite, avvicinandosi alla zona play-off, ma dopo la sconfitta per 4-3 contro lo Spezia incomincia una serie di risultati negativi che porta i bianconeri a giocarsi tutto all'ultima giornata (Cittadella-Ascoli) per disputare almeno i play-out. Dopo aver sprecato diverse occasioni, al quinto minuto di recupero del secondo tempo il Cittadella segna il gol dell'1-0 decisivo con Baselli, condannando di fatto l'Ascoli a retrocedere in Lega Pro, dopo 12 anni tra Serie A e Serie B.
La Lega Pro e il fallimento
[modifica | modifica wikitesto]La nuova stagione dell'Ascoli inizia nel peggiore dei modi. Prima dell'inizio del campionato, i tifosi marchigiani si ritrovano con il sito web della società sospeso e con una società in silenzio per varie settimane, con il mercato ormai aperto. Dopo una serie di avvertimenti degli ultras ascolani verso la dirigenza per impegni dichiarati e non mantenuti (presentazione del nuovo allenatore e direttore sportivo e un mercato soddisfacente), viene presentato il nuovo tecnico dell'Ascoli, Rosario Pergolizzi; il 20 luglio viene poi ufficializzato Angelo Fabiani come nuovo direttore sportivo. Il 22 luglio viene organizzata dagli Ultras 1898 e tutti i tifosi una manifestazione al C.S. Città di Ascoli contro la dirigenza bianconera in occasione del raduno della squadra, con presenti circa 1000 persone.
Il 30 settembre 2013 tramite assemblea viene decretato il nuovo consiglio di amministrazione e il nuovo presidente Guido Manocchio[34], con Benigni che lascia la carica dopo 18 anni.
Dopo due mesi, Manocchio lascia la presidenza a Costantino Nicoletti, tentando di risanare i conti della società, che il 17 dicembre 2013 fallisce per bancarotta.
La rinascita con l'Ascoli Picchio
[modifica | modifica wikitesto]Dopo il fallimento, la società viene affidata ad una curatela fallimentare formata dai commissari Walter Gibellieri, Franco Zazzetta ed Emidio Verdecchia. Il 13 gennaio 2014 viene firmato il bando d'asta con i dettagli sul procedimento per l'acquisto della società, che fissa al 6 febbraio il termine per il pagamento della somma per rilevare il sodalizio.
Nel tardo pomeriggio del 6 febbraio viene aperta l'unica busta pervenuta, contenente l'offerta d'acquisto dell'imprenditore italo-canadese Francesco Bellini[35], che viene accettata, sancendo così la nascita dell'Ascoli Picchio F.C. 1898[36]. Il 13 maggio 2014 la F.I.G.C. ha trasferito il titolo sportivo del fallito Ascoli Calcio 1898 S.p.A. al nuovo soggetto societario[37]. Bellini nomina come direttore generale l'ex giornalista di Tuttosport Gianni Lovato, affidandogli un piano triennale per riportare l'Ascoli in serie B.
Nella stagione 2014-2015 il club milita nel girone B della Lega Pro, classificandosi secondo alla conclusione del campionato e venendo successivamente eliminato al primo turno dei playoff dalla Reggiana. Alla vigilia della stagione calcistica 2015-2016 l'Ascoli richiede comunque l'ammissione al campionato di Serie B[38], in seguito alla condanna della capolista Teramo alla retrocessione in Lega Pro per l'illecito attuato nella penultima partita di campionato contro il Savona (ove la vittoria esterna per 0-2 aveva permesso proprio al Teramo di centrare la promozione in Serie B con una giornata di anticipo, rendendo inutile lo scontro diretto con l'Ascoli in programma allo Stadio Gaetano Bonolis all'ultima giornata della stagione regolare).
Il Teramo venne condannato e retrocesso all'ultimo posto in classifica; di conseguenza l'Ascoli risultò la squadra vincitrice della competizione, con conseguente promozione in serie cadetta dopo due anni d'assenza. L'inizio di stagione, segnato da scarsi risultati, portò tuttavia all'esonero del tecnico Mario Petrone in favore di Devis Mangia, che guidò i bianconeri fino al mese di maggio 2016, allorché si dimise per motivi di salute. La squadra venne guidata nel finale di stagione dai componenti rimasti dello staff tecnico, capeggiato da Paolo Cozzi, riuscendo a raggiungere l'obiettivo della salvezza diretta.
Il 13 giugno Francesco Bellini rinunciò alla carica di presidente (mantenendo comunque il controllo del club), carica che fu assegnata all'amministratore unico Andrea Cardinaletti, scelto dallo stesso Bellini; tre giorni dopo vennero ufficializzati gli ingaggi di Cristiano Giaretta come direttore sportivo e di Alfredo Aglietti come allenatore della prima squadra, che terminò la stagione con una salvezza maturata alla penultima giornata contro il Bari.
Dal 1º giugno 2017 l'Ascoli Picchio è guidato dal duo formato da Fulvio Fiorin ed Enzo Maresca. Il duo viene però esonerato a dicembre, con la squadra all'ultimo posto della classifica. Sotto la guida del nuovo tecnico Serse Cosmi la formazione ascolana si risolleva e consegue una serie di risultati positivi, che le consentono via via di scalare varie posizioni della graduatoria fino al raggiungimento del 18º posto finale, valido per i play-out contro la Virtus Entella. Nelle due partite pareggia per 0-0 e, a parità di punteggio e reti segnate, si salva per il miglior piazzamento in classifica[39].
Il ritorno all'Ascoli Calcio
[modifica | modifica wikitesto]Il 14 giugno 2018 Francesco Bellini, che poco prima aveva annunciato l'intenzione di vendere la società e di aver ricevuto offerte da differenti potenziali acquirenti, dichiara di aver accettato la proposta dell'imprenditore romano Massimo Pulcinelli, titolare di Bricofer S.p.A.
Il 21 giugno 2018 Bricofer lamenta la mancata concessione di una garanzia per l'acquisizione del pacchetto di maggioranza della società[40][41], senza la quale, a detta del compratore, non era possibile chiudere la transazione.
Le divergenze tuttavia si appianano e il 3 luglio 2018 l'Ascoli Picchio comunica il closing con Massimo Pulcinelli; una settimana dopo, in una conferenza stampa tenutasi nella sede della società, viene presentato il nuovo assetto amministrativo e dirigenziale. L'acquirente Pulcinelli incamera il 90% delle quote societarie tramite Ferinvest S.r.L., mentre il restante 10% viene suddiviso tra i due soci Giuliano Tosti (nominato presidente) e Gianluca Ciccoianni.
Il 18 luglio 2018 la società comunica il cambio di denominazione in Ascoli Calcio 1898 FC S.p.A.[42]. Sotto la guida di Pulcinelli, l'Ascoli trascorre tre stagioni complessivamente tranquille a metà classifica, conservando abbastanza agevolmente la Serie B, ma senza accedere ai playoff.
Nell'estate del 2021 il soggetto societario di diritto statunitense North Sixth Group, avente sede a New York e facente capo all'imprenditore Matt Rizzetta (già presente nel calcio italiano con una partecipazione nel Campobasso Calcio), entra nella compagine azionaria dell'Ascoli acquisendo il 31% delle azioni, con un'opzione per arrivare al 51%; quest'ultima non viene però fatta scattare, sicché a fine 2021 la società risulta non avere un azionista di maggioranza assoluta, ché al 31% di Rizzetta e al 39% rimasto a Ferinvest (e quindi a Pulcinelli) si sommano il 20% di Distretti Ecologici e il 10% di Rabona Mobile.
Nel 2021-2022 la squadra si piazza sesta in Serie B, accedendo ai play-off per la promozione in Serie A, da cui esce al primo turno; la stagione 2022-2023 vede invece il "Picchio" nuovamente a metà classifica. Nel mentre Rizzetta rimette parte delle sue quote, scendendo al 19% dell'azionariato: il 12% torna così a Pulcinelli tramite la sussidiaria Cedibi S.r.L.
Al termine della stagione 2023-2024 il club retrocede in Serie C, dopo nove campionati di fila passati in seconda serie.[43]
Cronistoria
[modifica | modifica wikitesto]Cronistoria dell'Ascoli Calcio 1898 FC |
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Colori e simboli
[modifica | modifica wikitesto]Colori
[modifica | modifica wikitesto]I colori sociali dell'Ascoli sono il bianco e il nero. La divisa classica prevede una maglia a strisce verticali bianconere, abbinata a calzettoni e calzoncini bianchi. Una tradizione introdotta all'inizio degli anni 2000 prevede che ogni anno, in occasione del turno casalingo più vicino al 18 dicembre, anniversario della morte di Costantino Rozzi, l'Ascoli scenda in campo con dei calzettoni rossi, in ricordo del presidentissimo, il quale era solito indossare dei calzini rossi come gesto scaramantico.[46]
Ecco di seguito una carrellata di alcuni dei template adottati nel corso della storia del club.
Simboli ufficiali
[modifica | modifica wikitesto]Stemma
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Negli anni ottanta il gagliardetto dell'Ascoli recava sul lato destro un castello in campo rosso (simbolo del comune) e sul sinistro una serie di strisce verticali bianconere. Alla fine degli anni novanta il giallo venne sostituito dall'oro, frapposto alle bande bianconere, e lo stemma tornò circolare - come negli anni settanta - contornato dalla scritta Ascoli Calcio 1898, sempre di color oro su sfondo bianco.
Lo stemma dell'Ascoli Picchio F.C. adottato nel 2014 (a seguito della decisione del nuovo sodalizio di non adottare nessuno degli emblemi di proprietà del disciolto Ascoli Calcio, acquistati all'asta fallimentare) è stato realizzato sotto la supervisione della moglie del presidente Francesco Bellini. Si presenta sotto forma di scudo svizzero palato bianco-nero (ricalcando in tal modo la forma dello stemma originale dell'A.S. Del Duca) con una fascia rossa centrale contenente il simbolo comunale di Ascoli Piceno. Una fascia trasversale bianca, posta a mezza altezza e incurvata verso il basso, contiene il nome del club, mentre la cuspide dello scudo contiene l'immagine di un picchio stilizzato a forma di lettera B, mutuato dal simbolo delle aziende del presidente Bellini (tale animale era già stato adottato nella simbologia del club - sebbene con una diversa veste grafica - negli anni ottanta, per rappresentare il territorio ascolano[47]).
Col ritorno della denominazione Ascoli Calcio, nel 2018 lo stemma ha ricuperato la storica foggia partita tra il castello su fondo rosso e la palatura bianco-nera, inserita nella parte medio bassa di un ancile, il cui terzo superiore è invece bianco e contiene la ragione sociale, intervallata dalla bandiera italiana.
Mascotte
[modifica | modifica wikitesto]La mascotte dell'Ascoli è il picchio stilizzato, riferito all'uccello totemico degli antichi Piceni. Questo simbolo è l'unico utilizzato nelle maglie indossate dall'Ascoli della gestione Rozzi, ma è stato anche in uso in alcune divise sociali adottate durante le gestioni Cappelli/Benigni. Secondo un'antichissima tradizione greco-romana, il popolo dei Sabini attraversò l'Appennino seguendo un totem, un animale guida identificato nel “picchio”, di cui venivano interpretati i movimenti e i comportamenti per trarne indicazioni sulla direzione del viaggio. Inoltre, si narra che il Picchio si posò sul loro vessillo guidandoli nel Piceno. Nelle figurine Panini, la mascotte attribuita all'Ascoli è raffigurata spesso come una torre merlata antropomorfizzata.
Inno
[modifica | modifica wikitesto]L'Ascoli Calcio ha avuto diversi inni, tutti composti da artisti ascolani. Il primo fu scritto in occasione dell'esordio della squadra in serie A da Enzo Titta, insegnante di scienze del liceo classico di Ascoli Piceno, musicista polistrumentista. I versi iniziali sono:
«Ascoli, Ascoli, Ascoli, del calcio l'università.
Ascoli, Ascoli, Ascoli, il vanto sei della città.»
Si sono poi succeduti altri due inni. Negli anni 1980 è stata la volta di Ascoli sei grande dei Well's Fargo, comunemente intonato dalla Curva Sud. Suggestivo nella sua semplicità, "Ascoli sei grande" è l'inno che accompagna i giocatori in campo all'inizio della partita.
Negli anni 2000 è apparso Cuore bianconero del gruppo ascolano dei Nerkias. In linea con la vocazione satirica della band, quest'inno non è scevro di elementi goliardici:
«Se il Picchio sta in vetta me ne freche de la ciuetta.[48]»
Anche questo inno è stato eseguito al Del Duca a inizio partita, in special modo nel primo decennio del nuovo millennio, ma il suo incedere umoristico ha maggior presa nelle piazze (ove viene cantato a squarciagola) piuttosto che nella curva. Rimane il fatto che l'inno storico del maestro Titta è ancora diffuso al termine dell'incontro in caso di vittoria.
Negli ultimi anni il cantante ascolano Claudio Zucchetti ha inciso alcune canzoni che hanno ottenuto un ottimo gradimento tra i tifosi bianconeri, fra le quali "Sono Ascolano", "Un sogno in bianco e nero", "L'ultimo grido di libertà" e "Ciao presidente" (dedicata al Presidentissimo Rozzi).
«Ascoli, favola unica, mi fai cantare e soffrire anche senza un perché.
Sarò matto ma questa canzone d'amore è per te.
(Un sogno in bianco e nero)»
L'ultima canzone di Zucchetti dedicata all'Ascoli è uscita nell'agosto 2012, dal titolo "La Regina delle Marche".
Strutture
[modifica | modifica wikitesto]Stadio
[modifica | modifica wikitesto]L'Ascoli Calcio disputa gli incontri casalinghi allo stadio Cino e Lillo Del Duca in via delle Zeppelle. Fino al 1962 l'Ascoli Calcio disputava gli incontri casalinghi allo stadio Ferruccio Corradino Squarcia, ora adibito alla disputa del torneo cavalleresco della Quintana di Ascoli Piceno.
Centro di allenamento
[modifica | modifica wikitesto]Dalla stagione 2017-2018 gli allenamenti della prima squadra e di quelle giovanili (e le loro partite di campionato) si svolgono nel centro sportivo "Picchio Village"[49], sorto dalle ceneri del centro sportivo "Città di Ascoli" che la società aveva abbandonato dalla stagione 2014-2015, diventato di proprietà della Banca Marche dopo il fallimento[50] e riacquistato dopo una lunga trattativa nell'agosto 2016, iniziando subito dopo i lavori di ristrutturazione[51].
Il Centro è composto da 2 campi in erba naturale di dimensioni 105x62 m, 1 campo in erba naturale 90x55 m, 1 campo da calciotto, 1 campo sintetico di vecchia generazione 100x60 m, 1 campo sintetico professional 105x62 m, 1000 metri quadrati di spogliatoi (suddivisi fra prima squadra e settore giovanile), illuminazione, tribune e parcheggi. In particolare la prima squadra è dotata di una palestra, una sala video, uffici per lo staff tecnico, spogliatoi per calciatori e staff tecnico, ufficio medico, infermeria/fisioterapia, magazzini e lavanderia. Il settore giovanile può contare su 11 spogliatoi, di cui 4 destinati ad eventuale terna arbitrale e all'antidoping, uffici per lo staff, stanza fisioterapia e una palestra.
Per tre stagioni la società si era è allenata presso il centro "Ecoservices" di Campolungo di Ascoli. Le squadre giovanili invece si dividevano tra il centro "F.lli Agostini", situato in zona basso Marino, e il campo "Tony Stipa" di Piattoni di Castel di Lama.
Il 19 agosto 2015 la società aveva annunciato l'acquisto del centro "F.lli Agostini" con un piano di ristrutturazione che prevedeva per l'inizio della stagione 2016-2017 il completamento del nuovo "Punto Calcio Picchiarello"[52]. Dopo numerosi problemi e lungaggini la società ha rinunciato all'acquisto dei terreni.
Società
[modifica | modifica wikitesto]L'unico azionista dell'Ascoli Calcio è l'imprenditore romano Massimo Pulcinelli che detiene, attraverso la Ferinvest Italia S.r.l., il 100% del pacchetto azionario societario. Nell'estate del 2021, il North Sixth Group dell'imprenditore Matt Rizzetta, con sede a New York, già presente nel calcio italiano con una partecipazione nel Campobasso Calcio, ha acquisito una partecipazione del 31% nell'Ascoli Calcio con un'opzione per aumentare al 51%. L'acquisizione ha unito North Sixth Group con Massimo Pulcinelli e Bricofer, il più grande rivenditore di articoli per la casa in Italia, per costruire un progetto ambizioso per Ascoli in tutto il mondo. A seguito dell'acquisizione, North Sixth Group ha negoziato un accordo sui diritti esclusivi sui contenuti con Italian Football TV, la più grande piattaforma di contenuti online per i tifosi del calcio italiano in Nord America. L'accordo fornisce all'Ascoli Calcio l'unica partnership di contenuto esclusiva di qualsiasi club del calcio professionistico italiano.
Organigramma societario
[modifica | modifica wikitesto]Dal sito Internet ufficiale della società.[53]
- Massimo Pulcinelli - Proprietario
- Carlo Neri - Presidente
- Roberta Pulcinelli - Vicepresidente
- Andrea Di Maso - Vicepresidente
- Andrea Passeri - Vicepresidente
- Antonio Buonfiglio - Vicepresidente
- Daniela Mancinelli - Consiglio d'Amministrazione
- Massimiliano Mostacchia - Consiglio d'Amministrazione
- Paolo Carito - Consiglio d'Amministrazione
- Marco Giannitti - Direttore Sportivo
Sponsor
[modifica | modifica wikitesto]Cronologia degli sponsor tecnici
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Allenatori e presidenti
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito la cronologia degli allenatori e dei presidenti.[55]
- 1898-1926 ...
- 1926-1927 Bakony
- 1927-1928 Lovy
- 1928-1929 Szalay
- 1929-1931 ...
- 1931-1932 Silvio Stritzel
- 1932-1936 ...
- 1936-1937 Orlando Tognotti
- 1937-1938 István Fögl
- 1938-1940 Orlando Tognotti
- 1940-1941 Mario Malatesta
- 1941-1942 István Fögl
- 1942-1943 Maximiliano Faotto
- 1943-1951 ...
- 1951-1952 Del Grosso
- 1952-1954 Ivo Buzzegoli
- 1954-1955 Enzo Bellini
- 1955-1956 Silvano Grassi
- 1956-1958 Alfredo Notti
- 1958-1959 Ivo Buzzegoli
- 1959-1960 Gianmarco Mezzadri
- 1960-1961 Gianmarco Mezzadri
- 1961-1962 Aroldo Collesi
- 1962-1963 Skender Perolli
- 1963-1965 Alfredo Notti
- 1965-1967 Leo Zavatti
- 1967-1968 Dino Da Costa
- 1968-1969 Evaristo Malavasi
- 1969-1970 Alberto Eliani
- 1970-1975 Carlo Mazzone
- 1975-1976 Enzo Riccomini
- 1976-1977 Enzo Riccomini
- 1977-1979 Antonio Renna
- 1979-1980 Giovan Battista Fabbri
- 1980-1981 Giovan Battista Fabbri
- 1981-1984 Carlo Mazzone
- 1984-1985 Carlo Mazzone
- 1985-1986 Vujadin Boškov
- 1986-1987 Aldo Sensibile
- 1987-1988 Ilario Castagner
- 1988-1989 Ilario Castagner
- 1989-1990 Eugenio Bersellini
- 1990-1991 Francesco Graziani
- 1991-1992 Giancarlo De Sisti
- 1992-1993 Massimo Cacciatori
- 1993-1994 Angelo Orazi
- 1994-1995 Mario Colautti
- 1995-1996 Enrico Nicolini
- 1996-1997 Enrico Nicolini
- 1997-1998 Salvatore Esposito
- 1998-1999 Massimo Cacciatori
- 1999-2000 Enzo Ferrari
- 2000-2001 Enzo Ferrari
- 2001-2003 Giuseppe Pillon
- 2003-2004 Loris Dominissini
- 2004-2005 Marco Giampaolo e Massimo Silva (D.T.)
- 2005-2006 Massimo Silva
- 2006-2007 Attilio Tesser
- 2007-2008 Ivo Iaconi
- 2008-2009 Nello Di Costanzo
- 2009-2010 Alessandro Pane
- 2010-2011 Elio Gustinetti
- 2011-2012 Fabrizio Castori
- 2012-2013 Massimo Silva
- 2013-2014 Rosario Pergolizzi
- 2014-2015 Mario Petrone
- 2015-2016 Mario Petrone
- Devis Mangia
- Cesare Beggi
- 2016-2017 Alfredo Aglietti
- 2017-2018 Fulvio Fiorin ed Enzo Maresca
- 2018-2019 Vincenzo Vivarini
- 2019-2020 Paolo Zanetti
- 2020-2021 Valerio Bertotto
- 2021-2022 Andrea Sottil
- 2022-2023 Cristian Bucchi
- 2023-2024 William Viali
- 2024-2025 Massimo Carrera
- Cristian Daniel Ledesma (Ad Interim)
- Domenico Di Carlo
- 1898-1901 Giuseppe Celani
- 1901-1905 L. Fortis
- 1905-1915 Antonio Silvestri
- 1919-1922 Giuseppe Secondo Squarcia
- 1922-1923 Giovanni Tofani
- 1923-1924 Piero Sacconi Natali
- 1924-1925 Carlo Vecchiotti
- 1925-1927 Giovanni Poli
- 1927-1929 Vincenzo De Scrilli
- 1929-1931 Vasco Bruno Sgariglia
- 1931-1932 Domenico Sassaroli
- 1932-1933 Enrico Priori
- 1933-1934 Emidio Angelini
- 1934-1935 Ugo Liberi
- 1935-1936 Aldo Tarlazzi
- 1936-1941 Giuseppe Mazzocchi
- 1941-1942 Ezio Pallotta
- 1942-1946 Carlo Bartoli
- 1946-1947 Giuseppe Silva
- 1947-1948 Ernestina Panichi Seghetti
- 1948-1949 Serafino Barbieri
- 1949-1951 Silvio del Duca Giugni
- 1951-1952 Agostino Tabani
- 1952-1954 Augusto Giammiro
- 1954-1955 Mario Benvenga
- 1955-1956 Cino Del Duca
- 1956-1962 Pacifico Saldari
- 1962-1968 Leone Cicchi
- 1968-1994 Costantino Rozzi
- 1994-1995 Elio Rozzi
- 1995-1999 Nazzareno Cappelli
- 1999-2013 Roberto Benigni
- 2013-2014 Guido Manocchio[56]
- 2014-2016 Francesco Bellini
- 2016-2017 Andrea Cardinaletti (amministratore unico)
- 2017-2018 Francesco Bellini
- 2018-2019 Giuliano Tosti
- 2019- Carlo Neri
Calciatori
[modifica | modifica wikitesto]Palmarès
[modifica | modifica wikitesto]Competizioni internazionali
[modifica | modifica wikitesto]Competizioni giovanili
[modifica | modifica wikitesto]- 2019-2020 (girone B)
Altre competizioni
[modifica | modifica wikitesto]- Serie B: 2
- Serie C1: 1
- Lega Pro: 1
- 1926-1927, 1937-1938, 1956-1957
Statistiche e record
[modifica | modifica wikitesto]Partecipazione ai campionati
[modifica | modifica wikitesto]Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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1º | Serie A | 16 | 1974-1975 | 2006-2007 | 16 |
2º | Serie B | 27 | 1972-1973 | 2023-2024 | 27 |
3º | Seconda Divisione | 1 | 1927-1928 | 36 | |
Campionato Meridionale | 1 | 1928-1929 | |||
Prima Divisione | 4 | 1930-1931 | 2013-2014 | ||
Serie C (LNCS) | 1 | 1945-1946 | |||
Serie C | 22 | 1938-1939 | 2024-2025 | ||
Serie C1 | 7 | 1995-1996 | 2001-2002 | ||
4º | Seconda Divisione | 1 | 1929-1930 | 10 | |
Promozione | 4 | 1948-1949 | 1951-1952 | ||
IV Serie | 3 | 1952-1953 | 1954-1955 | ||
Campionato Interregionale | 2 | 1957-1958 | 1958-1959 |
In 90 stagioni sportive disputate a livello nazionale, compresi 4 tornei di terzo livello e 1 di quarto livello organizzati dal Direttorio Meridionale. Sono escluse la stagione 1926-1927 e le stagioni tra il 1933 e il 1938 e fra il 1955 e il 1957, in cui l'Ascoli partecipò a campionati organizzati dal Comitato Regionale Marchigiano.
Statistiche di squadra
[modifica | modifica wikitesto]- Numero di stagioni in Serie A: 16
- Numero di retrocessioni in Serie B: 5
- Maggior numero di stagioni consecutive in Serie A: 7 (dal 1978-79 al 1984-85)
- Miglior piazzamento: 4º posto (1979-80)
- Peggior piazzamento:
- Maggior numero di punti realizzati in una stagione:
- 34 (1979-80, 30 partite, 2 punti a vittoria)
- 29 (1988-89, 34 partite, 2 punti a vittoria)
- 43 (2005-06, 38 partite, 3 punti a vittoria)
- Minor numero di punti realizzati in una stagione:
- 22 (1984-85, 30 partite, 2 punti a vittoria)
- 14 (1991-92, 34 partite, 2 punti a vittoria)
- 27 (2006-07, 38 partite, 3 punti a vittoria)
- Maggior numero di reti realizzate in una stagione:
- Minor numero di reti realizzate in una stagione:
- Maggior numero di reti subite in una stagione:
- Minor numero di reti subite in una stagione:
- Maggior numero di vittorie in una stagione:
- Minor numero di vittorie in una stagione:
- Maggior numero di sconfitte in una stagione:
- Minor numero di sconfitte in una stagione:
- Maggior numero di pareggi in una stagione:
- Minor numero di pareggi in una stagione:
- Maggior numero di vittorie consecutive: 3 (1980-81 e 1988-89)
- Maggior numero di pareggi consecutivi: 5 (1974-75, 1975-76 e 1984-85)
- Maggior numero di sconfitte consecutive: 5 (1991-92)
- Maggior numero di risultati utili consecutivi: 12 (1981-82)
- Maggior numero di partite consecutive senza vittoria: 18 (1989-90)
- Vittoria più larga in casa:
- Ascoli-Torino 3-0 (1978-79 e 1987-88)
- Ascoli-Roma 3-0 (1979-80)
- Ascoli-Udinese 3-0 (1979-80, 1981-82 e 1982-83)
- Ascoli-Avellino 4-1 (1983-84)
- Ascoli-Fiorentina 3-0 (1987-88)
- Ascoli-Verona 3-0 (1988-89)
- Ascoli-Chievo 3-0 (2006-07)
- Vittoria più larga in trasferta:
- Sconfitta più larga in casa:
- Sconfitta più larga in trasferta:
- Partita con più reti in casa:
- Partita con più reti in trasferta:
Statistiche individuali
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito i primi 10 giocatori per presenze e reti con la maglia dell'Ascoli nei campionati, coppe escluse. In grassetto eventuali giocatori ancora in attività con la maglia del club marchgiano.
Record di presenze
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Record di reti
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Tifoseria
[modifica | modifica wikitesto]Diffusione e politica
[modifica | modifica wikitesto]L'Ascoli può fregiarsi di un tifo molto passionale, una piazza sicuramente difficile in cui giocare, vista la grande visceralità con cui viene vissuta la partita da parte del pubblico bianconero. La maggioranza dei tifosi bianconeri proviene da Ascoli Piceno e dai comuni limitrofi: nella provincia è sostanzioso il seguito dai comuni dell'entroterra; fuori dai confini provinciali il tifo bianconero è molto radicato in parte del fermano e in parte nel maceratese. Numerosi anche i tifosi bianconeri provenienti dalla Val Vibrata (territorio settentrionale della provincia di Teramo ma storicamente e culturalmente legato ad Ascoli). Va ricordato che l'Ascoli, essendo la prima squadra marchigiana a raggiungere la serie A nel 1974 e capace di disputarvi 16 campionati, ha conquistato un numero ragguardevole di tifosi in varie altre zone della regione. Anche per questo motivo l'Ascoli negli anni d'oro riusciva a riempire uno stadio di 34.000 posti (oggi ridotto a 20.000), nonostante le modeste dimensioni della città[4]. Fuori dai confini regionali e del vicino Abruzzo sono presenti nuclei di tifosi nel bolognese.
Per quanto riguarda l'orientamento politico dei gruppi organizzati, questi si possono inquadrare su posizioni riconducibili alla destra e all'estrema destra, facendo riferimento anche all'ideologia neofascista.[59] Nel corso degli anni alcuni tifosi si sono stati protagonisti di episodi di riproposizione del saluto romano, così come nel caso del giocatore Leonardo Perez, giocatore dell'Ascoli Calcio dal 2014 al 2018, accusato di effettuare il saluto alla curva.[60]
Gemellaggi e rivalità
[modifica | modifica wikitesto]La curva ascolana è gemellata con gli Unici della Fortitudo Bologna[61] e con gli Ultras Monaco 1994 del Monaco; con gli ultras monegaschi vi è uno stretto rapporto che vede gli ultras delle due squadre presenti insieme sia nel Principato sia nel Piceno in occasione delle partite delle due squadre o in altre occasioni come nel 23 luglio 2013, per il torneo di calcio a 5 organizzato dagli Ultras 1898 in memoria dei tifosi bianconeri scomparsi, in cui hanno partecipato gli Ultras del Principato di Monaco[62].
Negli anni ottanta la curva ascolana ne strinse uno con i tifosi del Verona, ma esso si sciolse in capo a soli cinque anni, a causa di un episodio in cui una frangia della tifoseria veronese non aveva accettato di buon grado l'amicizia, spingendosi a levare cori da stadio ostili verso gli ascolani, al grido di “terroni”[63].
Inoltre da tempo c'è una forte amicizia e un rispetto reciproco con la tifoseria della Lazio e della Santegidiese.[64]
Organico
[modifica | modifica wikitesto]Rosa 2024-2025
[modifica | modifica wikitesto]Rosa tratta dal sito ufficiale dell'Ascoli aggiornata al 12 Luglio 2024.[65]
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Staff tecnico
[modifica | modifica wikitesto]Staff tratto dal sito ufficiale dell'Ascoli aggiornata al 3 ottobre 2024.[66]
- Domenico Di Carlo - Allenatore
- carica vacante - Allenatore in seconda
- Antonello Brambilla - Preparatore dei portieri
- carica vacante - Preparatore atletico responsabile
- Vincenzo Paradisi - Preparatore atletico
- William Luzi - Match Analyst
- Paolo Vallese - Recupero infortunati
- Serafino Salvi - Responsabile Sanitario
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Nonostante il 1898 sia tradizionalmente indicato come anno d'istituzione della compagine, i giornali ascolani dell'epoca fanno risalire l'inizio dell'attività societaria al 1901. Tuttavia, nell'opera storiografica Ascoli Calcio: Album Storico Fotografico 1898-1974 viene precisato che tale discrepanza deriverebbe dal fatto che la nascita del club nel 1898 avvenne "in sordina anche per non far sapere alle famiglie che si erano "azzardati" a tanto e che audacemente avrebbero inforcati i potenti "bicicli"", e che soltanto "nel 1901 subentrò il prof. Fortis alla presidenza di questa società che diventò ufficiale".
- ^ Stagione calcistica e storia d'Italia - 1898 Genoa, su calcioitaliastory.it. URL consultato il 31 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2013).
- ^ a b Almanacco illustrato del calcio 1992, Edizioni Panini S.r.l., Modena, 1991, p. 199.
- ^ a b Articoli di stampa sulla morte di Rozzi (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2011). dal sito MondoPicchio.com
- ^ Peppe Ercoli, Giovanni Finocchiaro, Liliana Cavatorta e Vincenzo Pinto, L'Ascoli si nasconde, in La Gazzetta dello Sport, 16 luglio 2000.
- ^ PLAY-OFF E PLAY-OUT, in La Nuova Sardegna, 4 giugno 2001. URL consultato il 3 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2020).
- ^ Peppe Ercoli, Ascoli e Pillon è già un idillio, in La Gazzetta dello Sport, 6 settembre 2001.
- ^ LE ALTRE DELLA C1, in La Nuova Sardegna, 22 aprile 2002. URL consultato il 3 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2020).
- ^ Peppe Ercoli, L'Ascoli sceglie Ammazzalorso, in La Gazzetta dello Sport, 5 novembre 2003.
- ^ Gaetano Imparato, Il Catanzaro va k.o. ma prende 5 punti, in La Gazzetta dello Sport, 25 settembre 2004.
- ^ Enzo Tamborra, Il Bari si illude, poi viene scippato, in la Repubblica, 24 ottobre 2004, p. 15.
- ^ Fabrizio Turco, Agroppi: attenti a quei due, in la Repubblica, 13 giugno 2005, p. 3.
- ^ Riccardo Pratesi, La finale play-off è Toro-Perugia, su gazzetta.it, 19 giugno 2005.
- ^ Treviso e Ascoli in A, il Toro in B, su gazzetta.it, 16 agosto 2005.
- ^ Milan, falsa partenza ad Ascoli e Ancelotti attacca l'arbitro, su repubblica.it, 28 agosto 2005.
- ^ Mattia Chiusano, Ma come è bravo Giampaolo, il tecnico che non può allenare, in la Repubblica, 14 marzo 2006, p. 59.
- ^ Caso Giampaolo, in la Repubblica, 28 marzo 2006, p. 66.
- ^ Treviso e Ascoli da fine stagione, in la Repubblica, 1º maggio 2006, p. 51.
- ^ Tavano saluta Empoli con un gol, in la Repubblica, 15 maggio 2006, p. 43.
- ^ Tesser all'Ascoli, su it.eurosport.com, 21 maggio 2006.
- ^ Peppe Ercoli, Ascoli, para Pagliuca, su gazzetta.it, 29 giugno 2006.
- ^ Livorno, tre punti senza sforzo, su repubblica.it, 15 ottobre 2006.
- ^ Peppe Ercoli, Ascoli: arriva Nedo Sonetti, su gazzetta.it, 14 novembre 2006.
- ^ Antonino Morici, Il Palermo si rialza con l'Ascoli, su gazzetta.it, 20 dicembre 2006.
- ^ L'Atalanta vede la Champions, l'Ascoli sempre più nel baratro, su repubblica.it, 21 gennaio 2007.
- ^ Andrea Schiavon, Fiorentina a valanga, Ascoli k.o., su gazzetta.it, 7 aprile 2007.
- ^ Toro, vittoria con la solita fatica, su repubblica.it, 6 maggio 2007.
- ^ Alessandro Braga, L'Ascoli evita l'ultimo posto, su gazzetta.it, 27 maggio 2007.
- ^ Ivo Iaconi è il nuovo allenatore, su ilrestodelcarlino.it, 16 giugno 2007.
- ^ Peppe Ercoli, Soncin bis, l'Ascoli passeggia, in La Gazzetta dello Sport, 2 giugno 2008.
- ^ Pietro Mazzocchi, Di Costanzo è il nuovo allenatore dell'Ascoli, su ilquotidiano.it, 26 giugno 2008.
- ^ Restituito il goal “rubato”: premio Fair Play all’Ascoli Calcio, in AscoliNews.it.
- ^ Elio Gustinetti allenatore dell'Ascoli 2010-2011, AscoliCalcio.net, 31 maggio 2010. URL consultato il 31 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2010).
- ^ Ascoli, nasce la nuova società. Manocchio: “Al servizio della città”, su Piceno Oggi. URL consultato il 3 ottobre 2013.
- ^ Nasce l'Ascoli Picchio F.C. 1898.
- ^ Bellini in piazza: “Insieme riporteremo l'Ascoli Calcio dove merita”, in Piceno Time, 06 febbraio 2014. URL consultato il 6 febbraio 2014.
- ^ Comunicato Ufficiale della FIGC N. 147/A, 14 maggio 2014 (PDF), su figc.it. URL consultato il 14 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2014).
- ^ CORTE FEDERALE D'APPELLO - F.I.G.C., COMUNICATO UFFICIALE N. 016/CFA (2015/2016) (PDF), su figc.it, 30 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
- ^ +++ L'Ascoli Picchio è salvo! +++ - AscoliNews.it - Notizie da Ascoli e le Marche, in AscoliNews.it - Notizie da Ascoli e le Marche, 31 maggio 2018. URL consultato il 1º giugno 2018.
- ^ Ascoli Picchio: “Con Bricofer non raggiunto accordo su garanzie. Patron continua a ricercare acquirenti”, in Picenotime. URL consultato il 21 giugno 2018.
- ^ Ascoli Picchio, cessione club: Bellini dice no a Bricofer. Pulcinelli: Sono molto dispiaciuto, in Picenotime. URL consultato il 21 giugno 2018.
- ^ Il Picchio cambia nome: ora si chiama Ascoli Calcio Fc, in AscoliNews.it.
- ^ Serie B: Como promosso, Venezia ai playoff. L’Ascoli retrocede in C, su Sportmediaset.it. URL consultato il 10 maggio 2024.
- ^ a b c d e f g h i j Fontanelli-Pellei, p. 10, cronologia delle denominazioni complete citate in "La storia in sintesi".
- ^ Fontanelli-Pellei, p. 20.
- ^ I calzettoni rossi dell'Ascoli nel ricordo di Costantino Rozzi, su passionemaglie.it, 18 dicembre 2012.
- ^ Ascoli Picchio F.C. 1898, ecco il nuovo marchio ufficiale, su ilrestodelcarlino.it, Resto del Carlino. URL consultato il 1º giugno 2014.
- ^ Me ne frego del **** femminile. Il termine ciuetta si riferisce alla vagina.
- ^ Ascoli Picchio, Picchio Village: la nuova casa del Picchio.. URL consultato il 21 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2017).
- ^ L'ex centro bianconero assegnato in tribunale. URL consultato il 29 dicembre 2016.
- ^ Ascoli: Bellini, Abodi e Cardinaletti su terremoto e nuovo Centro Sportivo, in Picenotime. URL consultato il 29 dicembre 2016.
- ^ Ascoli Picchio, tutti i dettagli di un Centro Sportivo avveniristico, su picenotime.it. URL consultato il 3 settembre 2015.
- ^ Organigramma, su ascolipicchio.com, http://www.ascolipicchio.com/. URL consultato il 17 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014).
- ^ Foto, su ascolipicchio.com, http://www.ascolipicchio.com/. URL consultato il 17 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2014).
- ^ Amarcord, su ascolicalcio.net, http://www.ascolicalcio.net/. URL consultato il 9 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2007).
- ^ da settembre a novembre 2013
- ^ da novembre a dicembre 2013
- ^ da dicembre 2013 a febbraio 2014
- ^ Anonimo, Il calcio fascista di Ascoli Piceno | ANPI, su www.anpi.it. URL consultato l'8 settembre 2023.
- ^ Perez, il calciatore dell'Ascoli fa il saluto fascista alla curva. Lui: «La politica non c'entra», su www.ilmattino.it, 23 febbraio 2015. URL consultato l'8 settembre 2023.
- ^ Gemellaggio Ascoli Fortitudo, su facebook.com.
- ^ II TORNEO ‘NON VI DIMENTICHIAMO’: VINCONO GLI ULTRAS! PRESENTE ANCHE IL PRESIDENTE BELLINI, http://www.sportpeople.net/, 2 giugno 2013. URL consultato il 25 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
- ^ STORIA, http://www.ultrasascoli.altervista.org/. URL consultato il 25 novembre 2013.
- ^ Footballa45giri, su facebook.com.
- ^ Rosa stagione 2023/2024, su ascolicalcio1898.it, ascolicalcio.com. URL consultato il 25 luglio 2022.
- ^ La composizione dello staff di mister Carrera., su ascolicalcio1898.it, 16 marzo 2024. URL consultato il 17 marzo 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Massimo Arcidiacono e Maurizio Nicita. Io può – Storie di padri padroni e di un calcio che non c'è più. La Gazzetta dello Sport, luglio 2003. Copertina morbida, dimensioni 14,5 x 21 cm; 2° (Calzini rossi, cervello fino); pp. 26–41.
- Angelo Camaiani. A come Ascoli. Olegna Editrice, 2006. Copertina cartonata con rilegatura brossura filo refe, 144 pp.
- Maurizio Di Pietro. Ascoli Calcio, 23 anni nella storia. Edizione Dipiemme Network Srl, Ascoli Piceno; stampa Arti Grafiche Srl, Pomezia, dicembre 2000.
- Armando Falcioni. Echi dalle rue – Emozioni dal Piceno: dalla Lodigiani alla Juventus e oltre... Ellemme Comunicazione Editore, 2006.
- Armando Falcioni. Pagine in bianco e nero. Simbiosi Editore, maggio 2002.
- Bruno Ferretti. L'Ascoli dei records – Cronistoria illustrata del campionato di serie B 77-78 presentata dallo Sporting Club. 1978. Copertina rigida, 60 pp., dimensioni 22 x 32 cm.
- Carlo Fontanelli e Stefano Pellei, Ascoli 110 per cento, Empoli (PI), Geo Edizioni S.r.l., dicembre 2008.
- Stefano Pellei. Ascoltatori Carissimi – Tutti i nomi, le cifre, le gare leggendarie e le reti indimenticabili degli ultimi quarant'anni del vecchio Ascoli. Adriatica Editrice, dicembre 1991. Copertina morbida, 219 pp., dimensioni 17 x 24 cm.
- Stefano Pellei. “I bianconeri” – L'Ascoli dalla A alla Z. SPS Edizioni, novembre 2009.
- Stefano Pellei. Costantino Rozzi. Una panchina nel cielo. Bradipolibri Editore, collana Bandiere a mezz'asta, gennaio 2006. Copertina morbida, 144 pp., dimensioni 14 x 21 cm.
- Stefano Pellei. I goal più belli dell'Ascoli di Costantino Rozzi, CD audio, gennaio 2010.
- Stefano Pellei. Un tocco indrio (storie di calciatori e di uomini in casacca bianconera degli ultimi trentacinque anni). Adverso Edizioni, 2004. Copertina morbida, 288 pp., dimensioni 17 x 24 cm.
- Stefano Pellei. "Romanzo bianconero", 501 gol che hanno fatto la storia del vecchio Ascoli - SPS Edizioni, dicembre 2010, Copertina morbida, 199 pp., dimensioni 15 x 21 cm.
- Stefano Pellei. "Giovanni Roccotelli, la "rabona" che fiorì a Poggiofranco", SPS Edizioni, giugno 2011, Copertina morbida, 120 pp., dimensioni 14,5 x 21 cm.
- Stefano Pellei. Ascoli, una leggenda (storia dei 1200 uomini in bianconero dal 1926 ad oggi), SPS Edizioni, dicembre 2012. Copertina morbida, 600 pp., dimensioni 14,5 x 20,5 cm.
- Marcella Rossi Spadea. Costantino Rozzi – Tutto quello che ancora non ha detto. Società Stampa Sportiva, Roma, 1986. Copertina rigida e morbida, 136 pp., dimensioni 17,5 x 24,5 cm.
- Giuseppe Vecchiotti; Sandro Riga; Silvio Speranza; Romeo Scaramucci. Ascoli calcio – Album storico fotografico. 1974. Copertina rigida, 70 pp., dimensioni 24 x 34 cm.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ascoli Calcio 1898 FC
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su ascolicalcio1898.it.
- Ascoli Calcio 1898 FC, su LegaSerieA.it, Lega Nazionale Professionisti Serie A.
- (DE, EN, IT) Ascoli Calcio 1898 FC, su Transfermarkt, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- Ascoli Calcio 1898 FC, su int.soccerway.com, Perform Group.
- Ascoli Calcio 1898 FC, su smr.worldfootball.net, HEIM:SPIEL Medien GmbH.