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Aureolo

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Aureolo
Usurpatore romano
Immagine di Aureolo.
Nome originaleManius Acilius Aureolus
Nascita220 circa
Dacia
Morte268
Mediolanum
PredecessoreGallieno
SuccessoreClaudio il Gotico
Magister equitum257

Manio Acilio Aureolo[1] (Dacia, 220 circa – Mediolanum, 268) è stato un militare romano. Fu comandante di cavalleria di stanza a Milano al servizio dell'imperatore Gallieno, contese a quest'ultimo il trono nel 267 mentre il legittimo imperatore era impegnato in una campagna contro i Goti.

Originario sembra della Dacia,[2] combatté con grande coraggio per le armate dell'imperatore Gallieno, contro quelle dell'usurpatore Ingenuo in Mesia, nel 258.[2] Le forze comandate da Aureolo erano truppe di cavalleria. Egli potrebbe, secondo il Christol, aver rivestito il ruolo di comandante degli equites singulares Augusti.[3][4]

Questo successo lo portò in grande considerazione presso l'Imperatore, il quale, poco dopo, gli affidò la difesa dell'Illirico (Illiricianos exercitus regens[5]), contro altri due usurpatori venuti da Oriente, Macriano Maggiore insieme ai figli Macriano Minore e Quieto (nel 261), mentre Gallieno era impegnato in Gallia contro Postumo.[2][4][6] Aggiunge Migliorati che potrebbe essere stato posto al comando, già dal 260, dei nuovi squadroni della nuova cavalleria appena riformata da Gallieno.[7]

Sembra che nel corso del 267, Gallieno, grazie all'appoggio di Aureolo[8] (magister equitum[9][10]) ed alla perizia militare del suo magister militum, Claudio (dux totius Illyrici),[11] combatté con successo le armate galliche secessioniste di Postumo,[8] il quale aveva preferito associare al potere un certo Vittorino, richiedendo anche aiuto alle vicine tribù germaniche dei Franchi.[2][12]

Venne lasciato da Gallieno a Mediolanum a capo della cavalleria, incaricato di sorvegliare un eventuale arrivo di Postumo in Italia.[10] Anche lui come altri, sotto la spinta dei militari che avevano in spregio Gallieno, assunse il potere nel 268.[5] Sembra, inoltre, che abbia offerto la sua alleanza a Postumo, il quale però preferì rimanere neutrale nel conflitto tra lo stesso e Gallieno.[13] Alla notizia che Aureolo stava raccogliendo un grosso esercito per muoversi su Roma, Gallieno tornò in Italia costringendo il suo avversario a rinchiudersi nelle mura di Mediolanum (Milano),[9] dopo averlo sconfitto sul fiume Adda, nella battaglia di Pontirolo (pons Aureoli).[14]

Mentre era ancora in corso l'assedio, Aureolo, che inutilmente aveva cercato di venire a patti, prima con Gallieno (che nel settembre del 268 venne ucciso da un complotto di suoi generali[15]) e poi con Marco Aurelio Claudio, il nuovo imperatore, fu trucidato verso la fine del 268 dai suoi stessi ufficiali.[16][17] Secondo altri venne messo a morte da Aureliano, contro il parere dello stesso Claudio.[18]

  1. ^ William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1, Boston: Little, Brown and Company, Vol.1 p. 443 Archiviato l'11 ottobre 2009 in Internet Archive.
  2. ^ a b c d Zonara, L'epitome delle storie, XII, 24.
  3. ^ Christol 1998, p. 121.
  4. ^ a b Migliorati 2013, p. 9.
  5. ^ a b Historia Augusta, Triginta tyranni, 11.1.
  6. ^ Historia Augusta, Triginta tyranni, 11.2.
  7. ^ Migliorati 2013, p. 10.
  8. ^ a b Historia Augusta, Triginta tyranni, 11.3.
  9. ^ a b Zonara, L'epitome delle storie, XII, 25.
  10. ^ a b Zosimo, I.40.1.
  11. ^ Historia Augusta, Divus Claudius, 15.2.
  12. ^ Historia Augusta, Gallieni duo, 7.1.
  13. ^ Watson 1999, pp. 40-41.
  14. ^ Historia Augusta, Triginta tyranni, 11.4.
  15. ^ Watson 1999, p. 41. Tra i generali che parteciparono direttamente, o comunque che erano d'accordo nel compiere l'omicidio di Gallieno, sembra vi fossero oltre ad Aureliano, Claudio ed il prefetto del pretorio Aurelio Eracliano, anche Marciano a cui erano state affidate le operazioni contro i Goti.
  16. ^ Zonara, L'epitome delle storie, XII, 26.
  17. ^ Historia Augusta, Divus Claudius, 5.1-3.
  18. ^ Historia Augusta, Divus Aurelianus, 16.2.
Fonti primarie
Storiografia moderna

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