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Balbino Giuliano

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Balbino Giuliano

Ministro dell'educazione nazionale
Durata mandato12 settembre 1929 –
20 luglio 1932
MonarcaVittorio Emanuele III di Savoia
Capo del governoBenito Mussolini
PredecessoreGiuseppe Belluzzo
SuccessoreFrancesco Ercole
LegislaturaXXVIII

Sottosegretario di Stato al Ministero della pubblica istruzione
Durata mandato3 luglio 1924 –
6 gennaio 1925
MonarcaVittorio Emanuele III di Savoia
Capo del governoBenito Mussolini
PredecessoreDario Lupi
SuccessoreMichele Romano

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato1º marzo 1934 –
Legislaturadalla XXIX
Incarichi parlamentari
  • membro della commissione per il giudizio dell'Alta Corte di Giustizia (28 gennaio 1935 - 2 marzo 1939)
  • membro della commissione per la verifica dei titoli dei nuovi senatori (22 ottobre 1935 - 2 marzo 1939)
  • membro della commissione per l'istituzione della Camera dei fasci e delle corporazioni (15 dicembre 1938)
  • membro della commissione dell'educazione nazionale e della cultura popolare (17 aprile 1939 - 5 agosto 1943)
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXVII, XXVIII
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista
Titolo di studioLaurea in lettere, Laurea in filosofia
UniversitàUniversità degli Studi di Torino
ProfessioneDocente universitario

Balbino Giuliano (Fossano, 4 gennaio 1879Roma, 13 giugno 1958) è stato un politico e storico della filosofia italiano.

Laureato in lettere e filosofia all'Università di Torino, fu insegnante di Piero Gobetti al Liceo classico Vincenzo Gioberti.

In gioventù fece parte della sezione italiana della Società Teosofica, con l'intento di riscoprire e rivalutare le radici rinascimentali autoctone della tradizione esoterica italiana.[1] In tal senso pubblicò nel 1904 un testo riguardante gli aspetti ritenuti più ermetici ed "eretici" della filosofia di Marsilio Ficino,[2] contro l'interpretazione a suo dire filo-cattolica di Arnaldo Della Torre di due anni prima.[1]

Nel 1925 ebbe poi inizio la sua carriera nel mondo accademico che lo portò ad essere docente. Insegnò:

Dal 1935 al 1940 fu anche preside della facoltà di lettere e filosofia nell'ateneo della Capitale.

Benché nel 1904 fosse stato iniziato in Massoneria nella Loggia "Valle del Chiento" di Camerino (Macerata)[3], in seguito aveva aderito al fascismo e venne eletto deputato per il Partito Nazionale Fascista nel 1924 e nel 1929. Sottosegretario di Stato al Ministero della pubblica istruzione dal 1924 al 1925, ebbe l'incarico di ministro dell'educazione nazionale del governo Mussolini dal 1929 al 1932: fu lui ad imporre ai professori universitari il giuramento di fedeltà al regime,[1] che venne sottoscritto da tutti i docenti tranne dodici.

Nominato senatore del Regno nel 1934, dopo la caduta del fascismo si ritirò a vita privata. Nel dopoguerra fu deferito all'Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo ma beneficiò dell'amnistia Togliatti e non subì alcuna condanna.

  1. ^ a b c Marco Pasi, Teosofia e antroposofia nell'Italia del primo Novecento, in Gian Mario Cazzaniga (a cura di), Storia d'Italia, Annali 25, Esoterismo, Torino, Einaudi, 2010, pp. 584-5.
  2. ^ B. Giuliano, L'idea religiosa di Marsilio Ficino e il concetto di una dottrina esoterica, Cerignola, Scienza e diletto, 1904.
  3. ^ V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma, 2005, p.147.

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Predecessore Ministro dell'educazione nazionale del Regno d'Italia Successore
Giuseppe Belluzzo 12 settembre 1929 - 20 luglio 1932
governo Mussolini
Francesco Ercole
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