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Barbania

Coordinate: 45°17′28.51″N 7°37′49.14″E
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Barbania
comune
Barbania – Stemma
Barbania – Bandiera
Barbania – Veduta
Barbania – Veduta
Chiesa di San Giuliano Martire
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Piemonte
Città metropolitana Torino
Amministrazione
SindacoGiuseppe Drovetti (lista civica) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate45°17′28.51″N 7°37′49.14″E
Altitudine362 m s.l.m.
Superficie12,8 km²
Abitanti1 565[1] (31-8-2023)
Densità122,27 ab./km²
FrazioniBoschi, Colli, Fandaglia, Gianotti, Perrero, Piana, Seita, Vignali, Zaccaria
Comuni confinantiBusano, Levone, Rivara, Rocca Canavese, Vauda Canavese
Altre informazioni
Cod. postale10070
Prefisso011
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT001021
Cod. catastaleA625
TargaTO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 897 GG[3]
Nome abitantibarbaniesi
Patronosan Giuliano di Brioude
Giorno festivoultima domenica di agosto e lunedì successivo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Barbania
Barbania
Barbania – Mappa
Barbania – Mappa
Localizzazione del comune di Barbania nella città metropolitana di Torino.
Sito istituzionale

Barbania (IPA: /barbaˈnia/[4]; Barbanià in piemontese), è un comune italiano di 1 565 abitanti della città metropolitana di Torino in Piemonte. È situato nella parte sud-occidentale del Canavese, al margine del pianalto della Vauda.

Geografia fisica

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Il territorio comunale comprende, da nord a sud, parte della pianura alluvionale del Malone nel suo medio corso, il pianalto settentrionale delle "Vaude" (il conoide di deiezione formato in epoche glaciali dalla Stura di Lanzo) e il tratto finale della piccola valle del torrente Fandaglia.
Il capoluogo si trova a 362 m s.l.m., il punto più alto a 440 m s.l.m. ed il meno elevato a 281 m s.l.m.

Origini del nome

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L'origine celtica appare evidente nel toponimo: bar indica il villaggio fortificato (come in Bard e Bar Cenisio) che si ergeva sul gradiente ove si trova l'attuale centro storico; separato da un piccolo rio vi era un bannos, nucleo di capanne da cui proviene la seconda parte del nome del paese.[5]

Tra le numerose ipotesi ottocentesche sulla derivazione del toponimo, una si rifaceva alla ricchezza boschiva del luogo: berbèn significa quercia in provenzale[6].

Due leggende tramandate oralmente si riferivano l'una a una persona con la barba e l'altra a uno zio (barba in piemontese) che annegava nel torrente, da cui barba ch'a nìa (barba o zio che annega).

La tribù celtica dei Salassi colonizzò il territorio verso la fine del V secolo a.C., fondando un villaggio sul pianoro da cui si domina l'intero Canavese occidentale e un "bar", cioè un villaggio fortificato, a poche centinaia di metri, su un gradiente che ne facilitava la difesa.

La romanizzazione avvenne molto lentamente poiché i villaggi non si trovavano lungo le grandi vie che consentivano di oltrepassare le Alpi: lo dimostra il fatto che il Cristianesimo vi giunse solamente nel VII secolo, per opera dei monaci irlandesi di san Colombano.

Intorno all'anno mille i due abitati risultano ormai unificati ed infeudati ad Emerico Dro, un nobile di origini borgognone che dominava la valle del Malone dal suo castellazzo di Camagna, oggi frazione di Rivara. Egli, come affermato dalla "Chronica magna S. Benigni Fructuariensis", fondò un monastero benedettino a Busano, ponendo la figlia Libania come abbadessa e donando nel 1019 le sue proprietà barbaniesi al monastero.[7]

Libero Comune

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A partire dall'XI secolo gli abitanti si svincolarono dal sistema feudale: rimasero solamente alcune rendite al locale consortile delle famiglie Dro, anch'esse di origine borgognona. Il paese assunse la tipica conformazione di ricetto a "insulae" e vennero rinforzate le opere difensive con recinzioni e fossati. Risale a questo periodo la costruzione della torre-porta, unico accesso ben protetto all'abitato.

Barbania venne donata nel 1164, assieme ad altre terre, da Federico I imperatore al Marchese del Monferrato[senza fonte]. Fu in seguito coinvolta nelle guerre tra i signori canavesani: i Conti di Valperga e quelli di San Martino[senza fonte]. Verso la metà del secolo troviamo documentata la presenza di un Ospitium , di cui non rimane traccia alcuna[8] e che era situato nei pressi della chiesa di Amalone[9].

Periodo sabaudo

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Nel 1305, nel corso di una campagna espansionistica verso il Canavese, il principe Filippo I di Savoia-Acaia conquistò Barbania con le armi: la Comunità ne riconobbe i diritti ottenendo in cambio ampie concessioni.[10] Da allora il paese rimase fedele alla casa sabauda, godendo di numerose franchigie e privilegi; tra questi il singolare diritto di tutti i barbaniesi di non poter essere imprigionati e di venire processati esclusivamente in paese.

Al 1326 risale la prima visita pastorale da parte del Vescovato di Ivrea.[11] Dai verbali risultano due parrocchie: una dedicata a san Giuliano di Brioude e costruita extra moenia, l'altra, definita "antiquissima", Sancta Maria de Rucha Veteri, era ubicata dove sorgeva l'antico villaggio celtico. Numerose le cappelle, tra le quali quella dedicata a sant'Antonio abate, di proprietà della Comunità.[11]

Nell'ultimo ventennio del XIV secolo nel Canavese scoppiò la rivolta del Tuchinaggio, che vide la popolazione insorgere contro lo strapotere dei feudatari locali. La comunità di Barbania partecipò attivamente, essendo in perenne contrasto con i confinanti conti di Valperga.[12]

Un documento risalente al 1447 testimonia le richieste della comunità di poter edificare una domum fortem sive fortalicum (casa forte o fortezza), avente una specifica funzione di magazzino: il ricetto venne così ad assumere il classico assetto quattrocentesco.

In seguito i Savoia iniziarono a vendere titoli di nobiltà. I Barbaniesi, orgogliosi di non aver mai dovuto sopportare feudatari, raccolsero il denaro necessario ed acquisirono la signoria del loro paese.[10]

Dagli inizi del Quattrocento fino a tutto il Settecento la Comunità di Barbania, forte dell'appoggio di Casa Savoia, ebbe frequenti scontri con i conti di Valperga e i paesi ad essi soggetti per la proprietà dei fertili pascoli lungo il torrente Malone chiamati "Pasquarole".[10] Si trattò di una vera campagna militare portata avanti per generazioni dalla Badìa, un corpo armato formato di borghigiani volontari.[13]

Alla fine del XVI secolo visse a Barbania, dove morì nel 1615, il medico Giovanni Pietro Urceglio, autore di numerosi testi medici, poesie e opere in prosa.[14]

Barbania ha dato i natali a Bernardino Drovetti.

Dopo l'otto settembre 1943 tra i residenti si formò un gruppo aderenti alla Resistenza; nel settembre 1944 la frazione Boschi fu teatro di un eccidio perpetrato da truppe nazi-fasciste, che la incendiarono per rappresaglia e fucilarono sette civili inermi.

Lo stesso argomento in dettaglio: Eccidio di Boschi di Barbania.

Il 21 febbraio 1945 i nazi-fascisti fucilarono sulla piazza del capoluogo dieci partigiani che avevano catturato alcuni giorni prima.

Lo stesso argomento in dettaglio: Strage di Barbania.

Lo stemma del Comune di Barbania è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 7 maggio 1954.[15]

«Di azzurro, al torrione di argento, murato di nero, aperto e finestrato del campo, fondato su una terrazza di verde e accostato in capo da tre stelle di sei raggi del secondo, male ordinate. Ornamenti esteriori da Comune.»

Monumenti e luoghi d'interesse

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Chiesa di san Giuliano martire
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Giuliano (Barbania).

Ai rifacimenti settecenteschi vanno sommati gli ampi lavori di ristrutturazione compiuti a partire dal 1870. L'interno a tre navate affrescate, conserva diverse cappelle di patronato delle famiglie più antiche. Notevole nella sua grandiosità, spicca l'altare maggiore, tutto in marmi policromi, sormontato da un grande crocifisso. Fra i quadri conservati merita una menzione quello riproducente San Carlo in atto di adorare la Sindone. Nella chiesa è presente anche una scultura lignea risalente al XV secolo raffigurante la Madonna seduta e incoronata.

Torre Porta del Libero Comune
Il "ciochér" era l'unico accesso al ricetto medievale

Costruita in pietre e legno a partire dall'XI secolo, venne ricoperta da una cortina di mattoni verso il 1500.

Nel XVIII secolo fu aggiunto un tetto in coppi per adibirla (fino al 1950 circa) a torre campanaria, benché sia lontana duecento metri circa dalla chiesa parrocchiale.

Chiesa di Rua Veder

La piccola chiesa era considerata antichissima già nel XIV secolo. Ora dedicata a Maria assunta in cielo, viene comunemente chiamata chiesa di Ravede, deformazione del nome medievale: Sancta Maria de Rucha Veteri.[11][16]

Cappella di san Sisto

Edificata nella frazione di Zaccaria, nel XIV secolo apparteneva all'Ospizio del Gran San Bernardo sotto il titolo di San Siro e passò successivamente ai Cavalieri di Malta.[11] Ora è di proprietà privata.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[17]

Il paese è balzato all'onor di cronaca nel giugno 2018 grazie ad un servizio televisivo[18] dove si è evidenziato che a Barbania si riscontra una straordinaria percentuale di parti gemellari: i gemelli sono il 4,6%, contro una media italiana di circa 1,3%.

Etnie e minoranze straniere

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Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Barbania sono 70[19], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[20]:

  1. Romania, 43

Qualità della vita

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Barbania è il comune italiano con la più alta percentuale di parti plurimi; nel 2018 i gemelli erano 74, il 46,25 per mille della popolazione, un dato superiore del 50% a quello medio. Non si conoscono le cause del fenomeno.[21]

Tradizioni e folclore

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Il lunedì il priore uscente passa le consegne al successore

La festa patronale di Barbania si svolge da secoli l'ultima domenica di agosto e il lunedì successivo.

Affonda le sue radici nelle tradizioni celtiche: lo dimostrano innanzitutto i simboli utilizzati, tra cui si notano i bindéj (lunghi nastri colorati), i caritin (pani a forma di gallo, sole e luna infissi nelle armi di rappresentanza) e la Carità (grosso pane ornato di fronde); questi simboli sono riscontrabili in feste delle medesime origini, come ad esempio le Bahio occitane e le danze degli spadonari in valle di Susa.[16][22][23]

  • Scuola materna statale "Baretto"
  • Scuola primaria "Pietro Audogianotti"
  • Biblioteca comunale

Dalla metà del XIX secolo è attiva la Banda musicale di Barbania.

La cucina barbaniese poco si differenzia da quella tipica canavesana, se non per limitate integrazioni con quella delle Valli di Lanzo; un esempio significativo è la presenza sia del salame di patate che del salame di turgia. Due ricette locali si discostano da quelle classiche: i canestrelli (che vengono detti "oféle") e le cipolle ripiene, (chiamate "saule ënciorgnaté").

Geografia antropica

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Nel comune sono presenti le frazioni Boschi, Colli, Fandaglia, Gianotti, Perrero, Piana, Seita, Vignali, Zaccaria; le località Ingleisa, Fatarià, Mulino e le cascine Cavaiera, Tintina e Rotonda.

Infrastrutture e trasporti

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Barbania è attraversata dalla S.P. 34 di Rocca Canavese.

Il servizio pubblico comprende la linea GTT Forno-Torino e il bus a chiamata Provibus, circolare per Cirié.

Amministrazione

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Municipio di Barbania

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
18 giugno 1985 10 maggio 1990 Ettore Andreis lista civica Sindaco [24]
10 maggio 1990 24 aprile 1995 Ettore Andreis Democrazia Cristiana Sindaco [24]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Ettore Andreis centro Sindaco [24]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Ettore Andreis centro-sinistra Sindaco [24]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Giovanni Drovetti centro Sindaco [24]
8 giugno 2009 25 maggio 2014 Giovanni Drovetti lista civica Sindaco [24]
25 maggio 2014 27 maggio 2019 Giovanni Drovetti lista civica La tua Barbania Sindaco [24]
27 maggio 2019 in carica Giuseppe Drovetti lista civica Insieme per Barbania Sindaco [24]
  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Barbania", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  5. ^ Sito del Comune, su comune.barbania.to.it. URL consultato il 5 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  6. ^ Giuseppe Seita, Barbania, storia, notizie, documenti, Minerva s.n.c., Torino, 1981
  7. ^ Giuseppe Calligaris, Un'antica cronica piemontese inedita. Loesccher, Torino, 1889.
  8. ^ AA.VV., Il Piemonte paese per paese, Ed. Bonechi, 1993, Firenze.
  9. ^ L'esistenza della chiesa è certa, ma essa non è identificabile con gli edifici religiosi attuali
  10. ^ a b c Archivio di Stato di Torino.
  11. ^ a b c d Ilo Vignono, Visite pastorali in diocesi di Ivrea negli anni 1329 e 1346, Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa onlus, Vicenza 1980
  12. ^ Stanislao Cordero di Pamparato, Il Tuchinaggio e le imprese di Facino Cane nel Canavese, in Eporediensia, Pinerolo, 1900.
  13. ^ Giuseppe Cesare Pola Falletti di Villafalletto, Le gaie compagnie dei giovani del vecchio Piemonte - Miglietta, Casale Monferrato 1937
  14. ^ Goffredo Casalis, Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Ed. Maspero, Torino, 1855, vol. XXVII, pp. 442-443.
  15. ^ Barbania, decreto 1954-05-07 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su dati.acs.beniculturali.it, Archivio Centrale dello Stato, Ufficio araldico, fascicoli comunali, busta 270, fascicolo 4249.6.
  16. ^ a b Eleonora Dalla Gassa e Federico Fiandro, Un paese, una festa, La Grafica Nuova, Torino 2004
  17. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 31-12-2019.
  18. ^ Raiplay
  19. ^ Dato Istat al 31 dicembre 2017, su demo.istat.it. URL consultato il 27 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2017).
  20. ^ Dati superiori alle 20 unità
  21. ^ Carlotta Rocci, Settantaquattro gemelli su 1600 abitanti ..., su Torino.Repubblica.it, 25 giugno 2018. URL consultato il 7 dicembre 2021.
  22. ^ Jan Peire de Bousquier, Bahio de l'Ubac de Fraise, Soulestrelh, 1981
  23. ^ Beò de Blins 2006 - dépliant tratto da Novel Temp - Lou temp Novel n. 6 e 7/78, Soulhestrel.
  24. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/
  • Eleonora Dalla Gassa e Federico Fiandro, Un Paese, una Festa, La Grafica Nuova, Torino, 2004.
  • Giuseppe Cesare Pola Falletti di Villafalletto, Le gaie compagnie dei giovani del vecchio Piemonte, Miglietta, Casale Monferrato, 1937.
  • Giovanni Ferreri, Brevi cenni su Barbania Canavese, Doyen, Torino, 1904.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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