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Bioetica

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La bioetica (dal greco antico ἔθος (o ήθος)[1], "èthos", carattere o comportamento, costume, consuetudine, e βίος, "bìos", vita) è una disciplina che si occupa delle questioni morali legate alla ricerca biologica e alla medicina.

La bioetica ha carattere interdisciplinare e coinvolge la filosofia, la filosofia della scienza, la medicina, la bioetica clinica, la biologia, la giurisprudenza, il biodiritto, la sociologia, la psicologia e la biopolitica, nelle diverse visioni morali atee, agnostiche, spirituali e religiose. Coloro che si occupano di bioetica sono quindi specialisti in varie discipline e vengono chiamati "bioeticisti", o più comunemente "bioetici".[2][3]

Teseo e il Minotauro in uno skyphos beota a figure nere del ~550 a.C.

Origine del termine e definizioni

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La coniazione del termine bioetica è attribuita a Fritz Jahr, che nel 1927, prendendo spunto dall'imperativo categorico kantiano, parlò di «imperativo bioetico», secondo il quale tutti gli esseri viventi hanno diritto al rispetto e devono essere trattati non come mezzi, ma come fine in sé stessi.[4][5]

Van Rensselaer Potter

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Con il significato attuale il termine fu adoperato per la prima volta dall'oncologo statunitense Van Rensselaer Potter (1911-2001)[6], che lo utilizzò nel 1970[7] in un articolo pubblicato sulla rivista dell'Università del Wisconsin "Perspectives in Biology and Medicine" con il titolo «Bioetica: la scienza della sopravvivenza».[8] Nel 1971 lo stesso autore raccoglieva vari articoli su questi argomenti in un libro intitolato Bioethics: Bridge to the future (Bioetica: un ponte verso il futuro) dove scriveva:
«Ho scelto la radice bio per rappresentare la conoscenza biologica, la scienza dei sistemi viventi; e ethics per rappresentare la conoscenza del sistema dei valori umani.»[9]

Potter spiegava il termine bioetica come la scienza che consentisse all'uomo di sopravvivere utilizzando i suoi valori morali di fronte all'evolversi dell'ecosistema[10]. La bioetica doveva essere «un'ecologia globale di vita»[11].

André Hellegers

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I ricercatori del Kennedy Institute, ed in particolare l'ostetrico olandese E. André Hellegers definirono la bioetica come una branca dell'etica dedita allo studio e alla ricerca della biomedicina[12].

In senso più aderente alla filosofia André Hellegers considerava la bioetica come un nuovo aspetto del dialogo socratico, capace cioè di far interloquire la medicina, la filosofia e l'etica alla ricerca di verità condivise.

Questa definizione venne in seguito giudicata troppo riduttiva[13] da Warren Reich, che nella sua Enciclopedia della bioetica elaborò questa definizione globale: «Lo studio sistematico delle dimensioni morali - inclusa la visione morale, la condotta e le politiche – delle scienze della vita e della salute, utilizzando varie metodologie etiche e con un'impostazione interdisciplinare»[14] dove si dava maggiore valore alla morale: si trattava dunque di uno «studio sistematico delle dimensioni morali delle scienze della vita e della salute includendovi anche i problemi sociali e ambientali legati alla salute».[15]

Altre definizioni

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La bioetica viene definita come un'area di ricerca che grazie a diverse discipline su cui si basa pone come «oggetto dei suoi studi l'esame sistematico della condotta umana nel campo della scienza della vita e della salute».[16]

Nella Encyclopedia of Bioethics pubblicata in seconda edizione nel 1995 in 5 volumi dal Kennedy Institute of Ethics della Georgetown University di Washington (Stati Uniti d'America) la bioetica è definita: "Lo studio sistematico delle dimensioni morali - includendo, visione, decisione, comportamento e norme morali - delle scienze della vita e della salute, utilizzando una varietà di metodologie etiche in un contesto interdisciplinare"[17]

Altra definizione che si discosta dalle precedenti è quella che la identifica come un movimento di idee e di valori che continuamente cambiano nel corso della storia[18].

Successivamente T.L. Beauchamp e C. F. Childress parlano di etica biomedica evitando il termine bioetica.

Il filosofo tedesco Hans Jonas sostiene che nel campo della bioetica non possono darsi risposte definitive in quanto ogni valore morale deve commisurarsi sulla mutevole realtà a cui deve essere applicato. Auspica inoltre una piena libertà della ricerca medica fiducioso che essa abbia in sé stessa le capacità di autoregolamentarsi.[19]

Concetti simili alle definizioni precedenti si ritrovano nel movimento transumanista, o per altri versi nella sociobiologia e nella psicologia evoluzionista.

Bioetica e religioni

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Lo stesso argomento in dettaglio: Bioetica e religioni e Creazione (teologia).

Una premessa necessaria, che segna alla radice il dibattito in atto in vari paesi del mondo, è il concetto di Creato. Quasi tutti i credenti di qualsiasi fede religiosa condividono l'idea che ciò che ci circonda viene da un atto di creazione, cioè da un intervento divino, sovrannaturale. Tale impostazione iniziale, come conseguenza, porta alle problematiche che coinvolgono la bioetica, che a loro volta hanno ripercussioni su alcune tra le questioni più significative della vita umana (nascita, sessualità, morte). Sono evidenti quindi le notevoli connessioni di questi temi con la religione ed altrettanto evidenti le cause delle reazioni dei non credenti al riguardo.

Nell'Encyclopedia of Bioethics vengono analizzati molti autori di matrice religiosa, documentandone l'apporto storico e teorico alla nascita e allo sviluppo della riflessione bioetica. Esperti e studiosi di buddhismo, confucianesimo, cristianesimo, ebraismo, induismo, islamismo e taoismo infatti si sono cimentati con questa disciplina sin dai suoi inizi, offrendo, in molti casi, dei contributi di rilievo.

La necessità/giustificabilità/eticità della sperimentazione animale, rispetto alla ricerca scientifica biologica o medica, è oggetto di accese discussioni.

Bioetica e cattolicesimo

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Lo stesso argomento in dettaglio: Bioetica cattolica.

Nei paesi di tradizione cattolica è rilevante il ruolo ricoperto dalla bioetica cattolica. La bioetica cattolica ufficiale - cioè quella contenuta nei documenti del magistero della Chiesa, nelle opere degli autori che risultano in sintonia dottrinale con essi e nella comunità scientifica che ad essa fa riferimento - si muove all'interno del paradigma della sacralità e indisponibilità della vita, sostenendo che la persona umana, come non è la creatrice della vita, così non ne è la proprietaria. All'idea della sacralità e indisponibilità della vita si connettono la proibizione dell'aborto, l'illiceità del suicidio 'consapevole' ed il rifiuto dell'eutanasia. La bioetica cattolica sostiene che ciascun essere umano ha il diritto/dovere alla vita, intendendosi, con questa definizione, la forma di vita umana dal momento del suo concepimento a quello della sua morte naturale.

Bioetica laica

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Alle interpretazioni bioetiche religiose si aggiunge quella laica. Un documento di bioetica laica è quello pubblicato nel 1996 a firma di Flamigni, Massarenti, Mori,[20] e Petroni[21], denominato "Manifesto di bioetica laica"[22]. Una citazione può sintetizzare il paradigma ispiratore del documento: «Noi laici non osteggiamo la dimensione religiosa. La apprezziamo per quanto possa contribuire alla formazione di una coscienza etica diffusa. Quando sono in gioco scelte difficili, come quelle della bioetica, il problema per il laico non è quello di imporre una visione superiore, ma di garantire che gli individui possano decidere per proprio conto ponderando i valori talvolta tra loro confliggenti che quelle scelte coinvolgono, evitando di mettere a repentaglio le loro credenze e i loro valori.» Sul tema si sono espressi anche altri studiosi, come ad esempio Giovanni Fornero[23], che in un suo lavoro cita William Frankena[24] quando scrive: «È dubbio che qualcuno abbia mai realmente creduto che “il semplice vivere” sia un bene degno di essere perseguito, nel senso di ritenere che la vita è un bene in sé, a prescindere da come è connotata».

Il documento si conclude con l'affermazione che: «La visione laica si differenzia dalla parte preponderante delle visioni religiose in quanto non vuole imporsi a coloro che aderiscono a valori e visioni diverse. Là dove il contrasto è inevitabile, essa cerca di non trasformarlo in conflitto, cerca l'accordo locale, evitando le generalizzazioni. Ma l'accettazione del pluralismo non si identifica con il relativismo, come troppo spesso sostengono i critici. La libertà della ricerca, l'autonomia delle persone, l'equità, sono per i laici dei valori irrinunciabili. E sono valori sufficientemente forti da costituire la base di regole di comportamento che sono insieme giusti ed efficaci».

Giovanni Fornero nei suoi lavori[25] parla di due diversi paradigmi per concettualizzare la realtà, come indicato nei singoli aspetti tematici riportati nel prosieguo di questa voce.

Anche Gustavo Raffi ha espresso una propria opinione di una visione laica[26].

Umberto Veronesi, intervenendo nel dibattito bioetico, propone una visione fortemente critica dell'ottica religiosa.[27]

Per alcuni laici, pur nell'eterogeneità e pluralità di questa ' categoria di pensiero, si parla di embrione (frutto della fecondazione) solo dopo un certo numero di divisioni cellulari successive alla formazione dello zigote o dal momento del suo impianto nella mucosa uterina (in altre parole non prima del 14º giorno circa)[28] e si parla altresì di piena dignità umana e di acquisto della capacità giuridica solo dal momento della nascita o comunque non prima del termine entro il quale è consentita l'interruzione volontaria della gravidanza.[29]

Teorie bioetiche vicine a quella laica

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  • La teoria utilitaristica si riferisce al tentativo di massimizzazione della qualità della vita che può essere classificata e valutata dal soggetto interessato.
  • Una teoria bioetica si basa sulla concezione dell'"alleanza terapeutica" fra medico e paziente fondata sul particolare rapporto di fiducia del malato con chi lo cura.
  • La bioetica femminista critica l'astrattezza del concetto di autonomia, che non terrebbe conto dei condizionamenti sociali. Il valore dell'autonomia nasconderebbe la discriminazione e l'oppressione delle donne nella società patriarcale. La cura del malato deve ispirarsi a un principio etico alternativo rispetto a quello proclamato da una bioetica impersonale, disincarnata e tradizionalista.
Lo stesso argomento in dettaglio: Principi di bioetica.

Il modello dei quattro principi di bioetica è stato formulato da Tom Beauchamp e da James Childress nel loro manuale Principi di etica biomedica. Il modello riconosce quattro principi morali che devono essere usati come base per giudicare i problemi di bioetica e che possono essere diversamente pesati in base alle circostanze. I quattro principi sono[30]:

  • Principio di Autonomia: il paziente ha diritto di rifiutare il trattamento e di prendere parte al processo decisionale;
  • Principio di Beneficenza: il personale sanitario deve agire tutelando l'interesse del paziente;
  • Principio di Non Maleficenza o primum non nocere: il personale sanitario non deve causare danno al paziente;
  • Principio di Giustizia: in caso di risorse limitate, i trattamenti devono essere distribuiti tra i pazienti in modo equo e giusto.
Lo stesso argomento in dettaglio: Aborto, Eugenetica, Clonazione, Ingegneria genetica, Trapianto, Tanatologia ed Eutanasia.

La bioetica si è occupata, tra l'altro, delle seguenti questioni riguardanti:

Lo stesso argomento in dettaglio: Legislazioni sull'aborto.

In Italia è in vigore la Legge n.194 del 22 maggio 1978, che al riguardo è molto specifica, fissando limiti e condizioni precise per la sua applicazione. Oggi si discute tuttavia della condizione ontologica dell'embrione e del feto, e si scontrano due concezioni:

  • concezione funzionalistica, secondo la quale la persona si caratterizza dalle funzioni che esplicita.
  • concezione ontologica, identificando l'individuo umano con una realtà in sé sussistente.

Il Comitato nazionale per la bioetica, concordemente ad analoghi pronunciamenti del Consiglio d'Europa, ha definito all'unanimità la questione "identità e statuto dell'embrione umano" in questi termini: «l'embrione è uno di noi»,[31][32] ovvero non è possibile prescindere dalla stretta affinità che lega il materiale biologico frutto della fecondazione, con l'essere umano che da esso prende forma.

Sebbene tutti concordino sulla necessità di accordare la maggior tutela possibile nei confronti del concepito sin dalla fecondazione, rimane però il problema di fissare un limite a questa tutela, nei confronti di altri beni come la vita della donna o il benessere fisico e psichico della madre.

Ingegneria genetica

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Lo stesso argomento in dettaglio: Ingegneria genetica, Progetto Genoma Umano ed Eugenetica.

Tema estremamente delicato, che prende nuova vitalità dai recenti progressi nello studio del genoma umano nell'ambito del Progetto Genoma Umano. Tutte le implicazioni etiche che la manipolazione del DNA comporta sono oggetto di approfondimento e dibattito continuo. Una degenerazione, condannata sia dalla bioetica religiosa che da quella laica, con alcune importanti differenziazioni, è quella dell'eugenetica, che può portare all'aberrazione del tentativo di modificare artificialmente l'essere umano.

Lo stesso argomento in dettaglio: Eutanasia nel mondo.

L'eutanasia non è da confondere con il suicidio (che nessuna legislazione statale punisce con specifiche leggi).

Pratiche anticoncezionali e di sterilizzazione

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Nel documento Il problema bioetico della sterilizzazione non volontaria il Comitato Nazionale per la Bioetica

«[...] affronta il problema della sterilizzazione non volontaria e dei limiti della sua accettabilità etica. Il documento – dopo aver inquadrato il problema nei suoi aspetti storici, tecnici, giuridici e sociali – si sofferma su alcune precisazioni terminologiche. Definita la sterilizzazione come “ogni atto (e in particolare ogni atto medico) volto a provocare la sterilità in un soggetto capace di procreare”, il CNB ne richiama le differenti forme soffermandosi sulle motivazioni che possono stare a fondamento della sterilizzazione antiprocreativa: finalità anticoncezionali, sociali (sterilizzazioni rituali ed eugenetiche), pubbliche (sterilizzazioni demografiche e sanzionatorie). Il CNB ritiene che quando non abbiano dirette motivazioni terapeutiche, le sterilizzazioni volontarie possono incontrare legittime obiezioni di carattere sia medico che etico, tali da giustificare il rifiuto del medico alla prestazione professionale. Vanno sempre ritenute illecite, sul piano giuridico ed etico, le sterilizzazioni forzate, indipendentemente dal soggetto che ne deliberi l'effettuazione o dalle motivazioni. Ne consegue che sono da stigmatizzare: - la sterilizzazione rituale, poiché il rispetto dovuto a tutte le culture non implica l'accettazione di pratiche che incidano in modo coattivo e irreversibile sulla corporeità della persona umana, sottraendole una dimensione essenziale alla sua identità; - la sterilizzazione penale a carico di individui che abbiano compiuto reati di carattere sessuale, richiamando i principi della difesa dell’integrità del corpo del reo e della non discriminazione tra vita innocente e vita colpevole; - la sterilizzazione demografica, ritenendo che le politiche realizzate ricorrendo a tecniche direttamente o indirettamente coattive, siano bioeticamente condannabili, in quanto offese alla dignità umana e ai diritti fondamentali della persona; - la sterilizzazione eugenetica, in particolare a carico di disabili, in quanto non rispettosa della dignità della persona del disabile, essendo motivata dall'intento di rendere più agevole od economica l'attività di accudimento del malato stesso. [33]»

Sperimentazione sulle cellule staminali embrionali

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Tali interventi possono riguardare molti aspetti della medicina, ed occorre un'analisi delle tipologie attualmente oggetto di discussione

  • Una tipologia di interventi riguarda l'impiego per la terapia o la prevenzione di gravi malattie delle cellule staminali embrionali che secondo alcuni devono essere sostituite con l'utilizzo di staminali dell'adulto.

Dichiarazione anticipata di trattamento o Testamento biologico

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Lo stesso argomento in dettaglio: Dichiarazione anticipata di trattamento.

La terminologia è controversa. Per le motivazioni sopra esposte:

  • Un cattolico non accetta il termine testamento, perché ritiene che la vita è data da Dio, e non è un bene disponibile.
  • Un laico invece accetta tale termine poiché, come detto precedentemente, intende la vita nella sua qualità, non nel semplice essere in vita.

Critiche alla bioetica

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Mariachiara Tallacchini in Fuga dalla bioetica[34] considera positivo l'impatto che la bioetica ha avuto negli anni sessanta e settanta, nell'introdurre per la prima volta un approccio interdisciplinare e nel considerare la responsabilità sociale della scienza, avanzando quindi istanze democratiche di partecipazione. In tale prospettiva la bioetica costituiva anche una riflessione generale sulla scienza.

In seguito la bioetica, secondo Tallacchini, sarebbe stata istituzionalizzata e burocratizzata, fino a tendere a riprodurre il punto di vista del potere (o dei vari poteri), mediato da una quantità di commissioni che deciderebbero cos'è giusto e cosa non lo è. La bioetica sarebbe stata così degradata "a luogo di amministrazione di valori governativi".

In questo senso lo stesso Comitato nazionale di bioetica italiano è oggetto di critiche da più parti a causa delle modalità di selezione dei suoi membri, che sono di nomina governativa, e perciò, al di là dei criteri di merito scientifico e accademico, soggetti a possibili influenze secondo il variare delle maggioranze governative. Altro motivo di critica riguarda la modalità di formazione del consenso all'interno del comitato stesso: si ritiene infatti, da parte di alcuni, che l'adozione di testi a maggioranza sia estranea al compito di un organismo come questo, puramente consultivo e che dovrebbe giungere alla formazione di un consenso unanimemente condiviso e quindi basato su criteri di "oggettività e laicità" (anziché su scelte ideologiche o religiose di fondo).[35]

La bioetica è anche accusata di escludere o di dare un'importanza minima nelle sue valutazioni ai fattori culturali, individuali e sociali.[36]

Istituzioni bioetiche

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Il National Center for Bioethics in Research and Health Care della Tuskegee University a Tuskegee nell'Alabama
Lo stesso argomento in dettaglio: Bioetica cattolica § Istituzioni bioetiche cattoliche.

Il Comitato nazionale per la bioetica è sorto nel 1990 come organo consultivo della Presidenza del Consiglio dei ministri.

In ambito universitario, la bioetica è stata inserita come insegnamento nelle facoltà di Medicina (Storia della medicina) e di Filosofia (Filosofia morale). Nel 2001 è nata la prima Facoltà di Bioetica, presso il Pontificio ateneo Regina Apostolorum di Roma.

Un Comitato internazionale di bioetica è stato istituito dal 1993 come organismo dell'UNESCO[37].

In Canada è stata fondata la Canadian Bioethics Society.[38]

  1. ^ Riferito a ήθος il termine etica acquista il significato di principi che influiscono sulla collettività
  2. ^ Marshall P, Koenig BA. Accounting for culture in a globalized bioethics. Journal of Law, Medicine & Ethics. 2004;32:252–266.
  3. ^ Cfr. Accademia della Crusca Archiviato il 25 dicembre 2010 in Internet Archive.
  4. ^ F. Lolas, Bioethics and animal research: A personal perspective and a note on the contribution of Fritz Jahr, Biol. Res., Santiago, 41 (1), 119-123, 2008 Disponibile online su [1], ultimo accesso, 15 gennaio 2010. doi: 10.4067/S0716-97602008000100013.
  5. ^ H. M. Sass, Fritz Jahr's 1927 concept of bioethics, Kennedy Institute Ethics Journal, 17(4), Dec 2007, 279-295.
  6. ^ Enciclopedia Italiana Treccani alla voce "Bioetica"
  7. ^ Già nel 1968 il filosofo D. Callahan auspicava per un «aumento della qualità della vita» e per la «sopravvivenza della specie umana» la nascita di una scienza capace di stabilire «un ponte fra scienze naturali e comportamenti umani»
  8. ^ Gadler E. Nota storica van Rensslaer Potter e la nascita della Bioetica. Problemi di bioetica 1989 5. pp. 61-63
  9. ^ Bioethics. Bridge to the future, Englewood Cliffs (N. J.) 1971, p. 5
  10. ^ Carlo Petrini, Bioetica, ambiente, rischio: evidenze, problematicità, documenti istituzionali nel mondo p. 20, Rubbettino Editore srl, 2003, ISBN 978-88-498-0772-1.
  11. ^ Sandro Spinsanti. Intervista a Van Potter. L'arco di Giano 4. 233-245.
  12. ^ Walters R. Bioethics as a field of ethics. In contemporary issues in Bioethics p 49. Wadsworth. Belmont. California.
  13. ^ Reich W.T. How Bioethics got its name. 1993 p. 49. Hastings center Report. special supplement. 23 5-7.
  14. ^ Edizioni Reich W.T. Encyclopedia of Bioethics. 1995 MacMillian. New York p. XXI.
  15. ^ Sandro Spinsanti. Intervista a Reich W.T. L'arco di Giano 7. 219.
  16. ^ Luciana Rita Angeletti, valentina Gazzaniga, Storia, filosofia ed etica generale della medicina terza edizione p. 163, Elsevier Masson, 2008, ISBN 978-88-214-3091-6.
  17. ^ in W. T. Reich (a cura di), Encyclopedia of Bioethics, Mac Millan, New York 1995 (II edizione), Vol, 1, p. XXI.
  18. ^ Elio Sgreccia, Paolazzi Carlo, Manuale di bioetica quarta edizione p. 20, Vita e Pensiero, 2007, ISBN 978-88-343-1290-2.
  19. ^ Hans Jonas, Il principio responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica. p. 291, Einaudi, 1997.
  20. ^ Maurizio Mori, presidente della Consulta di bioetica
  21. ^ Angelo Petroni, docente di Filosofia della scienza, Università di Torino
  22. ^ Manifesto di bioetica laica – Carlo Flamigni, Armando Massarenti, Maurizio Mori, Angelo Petroni
  23. ^ Giovanni Fornero, Bioetica Cattolica e Bioetica Laica, p. 134
  24. ^ Importante pensatore statunitense, nato nel 1908 e morto nel 1994, autore, tra l'altro, di Etica. Una introduzione alla filosofia morale, pubblicata in Italia da Libreria Universitaria
  25. ^ Giovanni Fornero: Bioetica cattolica e bioetica laica (B. Mondadori, Milano 2005, n. ed. 2009); Laicità debole e laicità forte. Il contributo della bioetica al dibattito sulla laicità (B. Mondadori, Milano 2008).
  26. ^ Il Resto Del Carlino - Rimini - Grande Oriente d'Italia, al Palacongressi la Gran Loggia 2010 Archiviato il 29 marzo 2010 in Internet Archive.
  27. ^ «La religione impedisce di ragionare» - Corriere della Sera
  28. ^ http://www.radioradicale.it/scheda/192658/il-card-tettamanzi-e-umberto-veronesi-a-confronto-su-la-liberta-delle-idee-scienza-vita-e-diritti%7C Per Umberto Veronesi "non c'è vita senza pensiero"
  29. ^ Infatti in Italia c'è una proposta di legge per anticipare tale riconoscimento, vedi [2] Archiviato il 18 febbraio 2013 in Internet Archive.
  30. ^ R Gillon, Medical ethics: four principles plus attention to scope, in British Medical Journal, vol. 309, n. 184, 1994, DOI:10.1136/bmj.309.6948.184.
  31. ^ Gino Concetti, L'embrione uno di noi. Riflessione etico-giuridica, ed. VivereIn, 1997
  32. ^ Giovanni Berlinguer, Bioetica quotidiana, Giunti Editore, 20/lug/2010, p.34
  33. ^ Comitato Nazionale per la Bioetica
  34. ^ M. Tallacchini, “Fuga dalla bioetica”, in L. Boella (a cura di), Bioetica dal vivo, Aut Aut, novembre-dicembre 2003, pp.107-118
  35. ^ Bioetica: Coscioni critica il programma del Comitato Nazionale Archiviato il 23 febbraio 2015 in Internet Archive.
  36. ^ Hedgecoe AM., Critical bioethics: Beyond the social science critique of applied ethics., in Bioethics, vol. 18, 2004, pp. 120–143.
  37. ^ International Bioethics Committee
  38. ^ (EN) Canadian Bioethics Society. Working Group on Conditions for Bioethics in Canada Archiviato il 27 giugno 2009 in Internet Archive.
  • Giovanni Fornero, Bioetica cattolica e bioetica laica, B. Mondadori, Milano 2005, n. ed. 2009
  • Ramon Lucas Lucas, Antropologia e problemi bioetici, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2001
  • Ramon Lucas Lucas, Bioetica per tutti, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2002
  • Sebastiano Serafini, La bioetica in Italia. Da una storia di battaglie etico-politiche a spiragli di dialogo tra pensiero cattolico e pensiero laico, Studium, Roma 2019, pp. 564.
  • Sandro Spinsanti, Etica bio-medica, ed. Paoline, Cinisello Balsamo (MI), 1987

Voci correlate

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