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Giochi funebri

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I giochi funebri erano delle feste che si tenevano in età antiche, per celebrare la morte di un personaggio illustre o di un eroe di guerra.

Nella mitologia greca

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Tali giochi, oltre ad essere legati alla religione dell'epoca, erano presi in considerazione anche dai mitografi nella mitologia greca come una sorta di festa in ricordo dei più amati o famosi personaggi. Spesso duravano diversi giorni, ad esempio nove nel caso di Ettore, e vi erano dei premi che andavano a chi vinceva una determinata gara, come nel caso dei giochi in onore di Patroclo vi fu un lebète[1]. Come consuetudine se vi erano guerre in corso esse venivano sospese in segno di rispetto per i morti.

Pareri secondari

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Secondo alcuni mitografi i giochi di Nemea vennero istituiti grazie ad uno dei tanti giochi funebri dell'epoca, tenuti per un bambino chiamato Ofialte.

Giochi celebri

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Molti furono i giochi funebri raccontati anche in raffigurazioni quali dipinti e sculture, fra i più celebri:

  • Giochi funebri per Patroclo, amico di Achille (Iliade, XXIII).[2]
  • Giochi funebri per Pelia, ucciso grazie a Medea.
  • Giochi funebri per commemorare il primo anniversario della morte di Anchise (Eneide, V). La scelta di onorare Anchise rivela il valore che ha, nella cultura e nella mentalità degli antichi Romani, la figura del padre: il genitore, infatti, si identifica con il gruppo familiare e con la sua continuità, con la fedeltà alla tradizione, al costume degli avi (mos maiorum) e alla res publica (lo Stato).[3]

Sui sarcofagi e sulle pitture parietali nelle tombe degli Etruschi sono raffigurati corse con carri, combattimenti di pugilato, incontri di lotta.

  1. ^ Il λέβης (lebète), in greco "caldaia", era un recipiente di bronzo che serviva per riscaldare l'acqua, cuocere le vivande, lavarsi piedi e mani.
  2. ^ Qui le prove menzionate sono otto: la corsa con i carri, il pugilato, la corsa a piedi, lo scontro con le armi, il lancio del disco, il tiro con l'arco e il lancio del giavellotto.
  3. ^ Le specialità atletiche descritte nell'Eneide sono cinque: una regata (l'unica descritta nella letteratura antica), una corsa a piedi, un incontro di pugilato, una gara di tiro con l'arco e il ludus Troiae ("la gara di Troia"), un gioco in cui tre squadre di ragazzini devono dare prova di abilità nel maneggiare le armi e nel cavalcare.

Voci correlate

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