Diocesi di Pavia

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Diocesi di Pavia
Dioecesis Papiensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Milano
Regione ecclesiasticaLombardia
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoCorrado Sanguineti
Vicario generaleLuigi Pedrini
Provicario generaleDante Lampugnani
Presbiteri142, di cui 117 secolari e 25 regolari
1.258 battezzati per presbitero
Religiosi28 uomini, 99 donne
Diaconi6 permanenti
 
Abitanti191.320
Battezzati178.645 (93,4% del totale)
StatoItalia
Superficie782 km²
Parrocchie100 (4 vicariati)
 
ErezioneIV secolo
Ritoromano
CattedraleSanto Stefano e Santa Maria Assunta
Santi patroniSan Siro
Sant'Agostino
IndirizzoPiazza del Duomo 11, 27100 Pavia, Italia
Sito webwww.diocesi.pavia.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Interno della basilica di San Pietro in Ciel d'Oro, con l'abside e l'arca contenente le reliquie di sant'Agostino.
La facciata della basilica di San Michele Maggiore.
Il palazzo vescovile di Pavia.

La diocesi di Pavia (in latino Dioecesis Papiensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Milano appartenente alla regione ecclesiastica Lombardia. Nel 2021 contava 178.645 battezzati su 191.320 abitanti. È retta dal vescovo Corrado Sanguineti.

La diocesi è sommariamente compresa tra il Ticino a ovest, il Po a sud, i colli del Lodigiano a est e il Lambro meridionale a nord. Il suo territorio è costituito dai comuni del Pavese, ad eccezione di Casorate Primo, Siziano e Miradolo Terme, a cui si aggiungono i comuni di Casarile e Binasco nella città metropolitana di Milano.

Sede vescovile è la città di Pavia, dove si trova la cattedrale di Santo Stefano e Santa Maria Assunta, che ricorda nella doppia intitolazione l'esistenza delle due cattedrali medievali (estiva e invernale). A Pavia sorgono pure le basiliche di San Pietro in Ciel d'Oro, che custodisce i resti di sant'Agostino e di san Severino Boezio, e di San Michele Maggiore, chiesa che ospitò nei secoli X - XII le incoronazioni dei re italici.

Parrocchie e vicariati

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Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Pavia.

Il territorio si estende su 782 km² ed è suddiviso in 100 parrocchie, raggruppate in 4 vicariati:

  • Vicariato I della Città
  • Vicariato II della Bassa Pavese o di Belgioioso
  • Vicariato III di Vidigulfo
  • Vicariato IV di Binasco

Le parrocchie di Torrevecchia Pia, Vigonzone e Zibido al Lambro, fino al 1979 appartenenti all'arcidiocesi di Milano, seguivano il rito ambrosiano anziché quello romano. Per esigenze pastorali, con lettera vescovile nel 2006 fu introdotto anche qui ad experimentum il rito romano.

L'attestazione più antica dell'esistenza di una comunità cristiana in Pavia è nella Vita Martini[1], la biografia di san Martino di Tours scritta dal suo discepolo Sulpicio Severo. In essa si narra che Martino, che a quel tempo era ancora fanciullo e viveva a Ticinum (nome latino della città), fuggì di casa e ad ecclesiam confugit (si rifugiò nella chiesa): l'episodio si collocherebbe negli anni intorno al 325-330 (essendo Martino nato nel 316 o 317) e pur con tutte le cautele interpretative del caso, indicherebbe l'esistenza di una "chiesa" (una comunità cristiana o un edificio di culto) a Pavia negli anni immediatamente successivi all'Editto di Milano (313) e al Concilio di Nicea (325)[2].

Il primo vescovo pavese documentato da fonti antiche è Invenzio o Evenzio, che compare tra i vescovi che parteciparono al concilio di Aquileia del 381, guidato da Ambrogio di Milano, il quale inoltre parla di Evenzio nella sua opera De officiis ministrorum, scritta verso il 390.[3]

Secondo la tradizione locale, tuttavia, il fondatore e protovescovo della città fu Siro, vissuto nella prima metà del IV secolo. Una leggenda di epoca tardo-medievale lo identificava con il fanciullo che, nel capitolo 6 del vangelo secondo Giovanni, offre a Gesù i pani e i pesci per il miracolo della loro moltiplicazione: da qui l'iconografia consueta del santo, che lo raffigura in abiti episcopali con ai piedi un cesto contenente, appunto, pani e pesci.[4]

Nel 451 Pavia è menzionata come suffraganea del patriarcato di Aquileia.

Nel VI secolo papa Ormisda concesse al vescovo sant'Ennodio e ai suoi successori il privilegio del pallio, che sarà confermato il 24 agosto 877 da papa Giovanni VIII al vescovo Giovanni II.

Capitale del regno dei Longobardi ariani, Pavia visse per decenni con un duplice episcopato, cattolico ed ariano, situazione che ebbe termine con un atto del re Ariperto I († 661), che pose fine alla gerarchia ariana; in questa occasione il vescovo ariano Anastasio si convertì al cattolicesimo.

Nel 679 il vescovo di Pavia partecipò al concilio provinciale di Milano, indizio molto probabile dell'appartenenza di Pavia alla provincia ecclesiastica milanese.

Verso l'inizio dell'VIII secolo l'elezione del vescovo sant'Armentario suscitò alcuni contrasti per la giurisdizione metropolitica, da cui si deduce che in questo tempo la diocesi di Pavia non era soggetta all'autorità metropolitica dell'arcidiocesi di Milano, probabilmente a causa dell'emancipazione politica durante il dominio longobardo. Forse da questo momento inizierà l'indipendenza ecclesiastica della Chiesa pavese dalla giurisdizione metropolitica di Milano e la sua immediata soggezione alla sede romana[5].

Tra il X e l'XI secolo si formò il territorio dipendente dal vescovo di Pavia con l'acquisizione o la cessione alla mensa episcopale di pievi dotate dello ius baptizandi; in una bolla di papa Onorio III del 1217[6] viene offerta una panoramica delle dipendenze del vescovo all'inizio del XIII secolo.

Nel 1423 fu indetto a Pavia un concilio, che fu poi traslato a Siena, ma le sue conclusioni tacciate di eresia, furono rifiutate e lo stesso concilio non fu riconosciuto come concilio ecumenico.

Subito dopo il Concilio di Trento il vescovo Ippolito Rossi eresse il seminario diocesano. Lo stesso vescovo sostenne vigorosamente e vittoriosamente una controversia con san Carlo Borromeo, che voleva assoggettare la sede di Pavia alla potestà metropolitica dell'arcidiocesi di Milano. Inoltre ebbe da papa Sisto V una nuova conferma delle antiche prerogative della diocesi, fra cui l'uso del pallio.

Il 15 febbraio 1743 papa Benedetto XIV con la bolla Ad supremam equidem[7] concesse ai vescovi di Pavia di aggiungere al proprio il titolo di arcivescovi di Amasea.

Il 1º giugno 1803 fu assegnata come suffraganea alla provincia ecclesiastica milanese e tale fu confermata il 16 febbraio 1820 con la bolla Paternae charitatis di papa Pio VII[8], con la quale si stabiliva che la suffraganeità sarebbe cominciata con la morte del vescovo in carica, Paolo Lamberto D'Allègre, avvenuta nel 1821. Con la stessa bolla Paternae charitatis fu revocata l'unione del titolo di Amasea con quello di Pavia e furono concesse alla diocesi di Lodi cinque parrocchie intorno a Dovera che si trovavano isolate dal resto della diocesi pavese.

Il 2 gennaio 1809 la diocesi rinunciò alle parrocchie piacentine della pieve di Fontana Fredda, con Roveleto di Cadeo, e della pieve di Val Nure o pieve di Revigozzo, con Bettola (San Bernardino e San Giovanni), Bramaiano, Groppoducale, Rigolo, Cogno San Bassano (oggi nel comune di Farini), Leggio, Monte Ossero, Santa Maria, La Costa, Olmo, Vigolo che passarono quindi alla diocesi di Piacenza.[9][10][11]

Il 26 novembre 1817 in forza del breve Cum per nostras litteras dello stesso papa Pio VII la diocesi cedette tutte le parrocchie a destra del Ticino alla diocesi di Vigevano mentre altre parrocchie, quelle nell'Oltrepò, venivano cedute con la bolla Beati Petri del 17 luglio dello stesso anno alla diocesi di Tortona.[12]. Con un'altra bolla del 9 settembre 1820 la parrocchia di Pagazzano, isolata dal resto della diocesi pavese, veniva ceduta alla diocesi di Bergamo.[13]

Il 20 giugno 1859 Pietro Maria Ferrè fu trasferito dalla diocesi di Crema alla sede episcopale di Pavia, ma dopo l'unità incontrò l'opposizione del governo italiano perché nell'elezione erano stati osservati i privilegi della corona austro-ungarica. Il vescovo non poté prendere possesso della sede e ritenne la sede di Crema come amministratore apostolico. La situazione si risolse il 27 marzo 1867, quando fu trasferito alla diocesi di Casale Monferrato.

La diocesi si ingrandì con l'acquisizione dall'arcidiocesi di Milano del vicariato di Chignolo Po, il 10 giugno 1925,[14] e del comune di Torrevecchia Pia, il 15 gennaio 1979.[15] Il 20 gennaio seguente cedette alla diocesi di Lodi le frazioni di Camporinaldo (comune di Miradolo Terme) e di Corte Sant'Andrea (comune di Senna Lodigiana), acquisendo dalla stessa la frazione di Castel Lambro del comune di Marzano e porzioni del comune di Bascapè.[16]

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. Un catalogo di vescovi pavesi, scoperto ex vetere libello ed inserito in un registro del capitolo della cattedrale dal canonico Alessio Beretta (XVI secolo), è ritenuto attendibile e derivante dagli antichi dittici. Così si esprime Lanzoni: «Si può ritenere che il catalogo dell'archivio capitolare di Pavia, benché non anteriore al XVI secolo, derivi da fonte antica e degna di fede… Del resto il catalogo viene largamente confermato dai documenti sincroni».[17]

Calendario liturgico

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Calendario liturgico proprio della diocesi:[34]

Data Celebrazione Grado
7 gennaio San Crispino I, vescovo memoria in Cattedrale
8 gennaio San Massimo, vescovo memoria in San Michele
11 gennaio Sante Onorata, Luminosa, Speciosa e Liberata, vergini memoria in Cattedrale e in San Francesco
13 gennaio Beata Veronica da Binasco, vergine memoria
22 gennaio Sant'Epifanio, vescovo memoria
30 gennaio Sant'Armentario, vescovo memoria in Cattedrale
8 febbraio Sant'Invenzio, vescovo memoria
22 marzo Beato Isnardo da Chiampo, religioso memoria in Santi Gervasio e Protasio
23 marzo Beata Sibillina Biscossi, vergine memoria in Cattedrale
3 aprile Beato Gandolfo da Binasco, religioso memoria a Binasco
12 aprile San Damiano, vescovo memoria
28 aprile Santa Gianna Beretta Molla, laica memoria
4 maggio Beata Vergine Maria "Madre delle Grazie" memoria
7 maggio San Pietro I, vescovo memoria in San Michele
10 maggio Santa Benedetta Cambiagio Frassinello, religiosa memoria
16 maggio San Riccardo Pampuri, religioso memoria
20 maggio San Teodoro, vescovo memoria
22 maggio Santi Lussorio, Cisello e Camerino, martiri memoria in Seminario
30 maggio Sant'Anastasio, vescovo memoria in Cattedrale
Lunedì dopo Pentecoste Corona di Spine di N.S. Gesù Cristo festa in città, memoria in diocesi
20 giugno Sant'Ursicino, vescovo memoria in San Luca
23 giugno San Lanfranco, vescovo memoria
17 luglio Sant'Ennodio, vescovo memoria
25 agosto Anniversario della Dedicazione della chiesa Cattedrale solennità in Cattedrale, festa in diocesi
28 agosto Sant'Agostino, vescovo e dottore della Chiesa, protettore particolare della città e della diocesi solennità in San Pietro in Ciel d'Oro, festa in diocesi
28 settembre Beato Bernardino da Feltre, sacerdote memoria
11 ottobre Sant'Alessandro Sauli, vescovo memoria
12 ottobre San Rodobaldo II, vescovo memoria in Cattedrale
16 ottobre Beato Baldassarre Ravaschieri, sacerdote memoria nel Vicariato IV
23 ottobre San Severino Boezio, martire memoria
25 ottobre Anniversario della Dedicazione della propria chiesa[35] solennità nelle chiese consacrate
26 ottobre San Folco, vescovo memoria in Cattedrale
5 novembre Tutti i Santi della Chiesa pavese memoria
6 novembre Beato Contardo Ferrini, laico memoria
20 novembre Beato Michele Pio da Zerbo e compagni, martiri memoria
9 dicembre San Siro, protovescovo, patrono della città e della diocesi solennità
14 dicembre San Pompeo, vescovo memoria in Santi Gervasio e Protasio

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 191.320 persone contava 178.645 battezzati, corrispondenti al 93,4% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 141.298 141.348 100,0 208 182 26 679 26 697 97
1969 153.000 154.215 99,2 212 179 33 721 39 640 96
1980 150.322 170.322 88,3 190 160 30 791 37 435 104
1990 162.029 162.370 99,8 179 151 28 905 33 348 99
1999 159.689 161.610 98,8 170 132 38 939 54 237 99
2000 162.236 162.897 99,6 176 136 40 921 53 238 99
2001 167.135 168.102 99,4 175 137 38 955 51 689 99
2002 157.226 168.379 93,4 168 131 37 935 43 219 99
2003 167.450 170.458 98,2 166 131 35 1.008 46 246 99
2004 158.711 161.562 98,2 157 129 28 1.010 31 222 99
2013 173.000 185.161 93,4 134 110 24 1.291 5 27 131 100
2016 180.000 192.891 93,3 140 113 27 1.285 4 31 118 100
2019 180.800 193.626 93,4 139 111 28 1.300 5 33 109 100
2021 178.645 191.320 93,4 142 117 25 1.258 6 28 99 100
  1. ^ Patrologia Latina, XX, cc. 95-150
  2. ^ V. Lanzani, Dalle origini della città cristiana all'arrivo dei Longobardi, in "Storia Religiosa della Lombardia", vol. 11: "Diocesi di Pavia", Brescia, La Scuola, 1995, pp. 14-18.
  3. ^ Lanzani cit., p.20
  4. ^ M.P. Billanovich, San Siro. Falsificazione, mito, storia, in «Italia medievale e umanistica», 29 (1986), pp. 1-54; A. M. Orselli, La città altomedievale e il suo santo patrono.(Ancora una volta) il campione pavese, in L'immaginario religioso della città medievale, Ravenna 1980, pp. 243-353. Secondo Francesco Lanzoni l'aver anticipato di tre secoli l'esistenza di san Siro costrinse autori locali ad inserire i nomi di una quindicina di vescovi fittizi per colmare il vuoto temporale venutosi a creare nel catalogo episcopale.
  5. ^ F. Besostri, La città, il re, il vescovo, in «Cultura Religiosa e Scuola», Anno II, n, 3 (luglio-dicembre 2011), pp. 69-84.
  6. ^ Testo della bolla in Cappelletti, op. cit., pp. 454-456.
  7. ^ Testo della bolla in Cappelletti, op. cit., pp. 492-495.
  8. ^ Cappelletti, op. cit.. p. 509.
  9. ^ Eleonora Destefanis e Paola Guglielmotti (a cura di), I territori diocesani di Piacenza e Bobbio (PDF), Diocesi di Bobbio: Formazione e sviluppi di un'istituzione millenaria, Firenze, Reti Medievali E-Book, 2015, p. 15, fig. 2. URL consultato il 25 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2022).
  10. ^ Storia della Diocesi di Pavia (sec. IV - 1989) su Lombardia Beni Culturali
  11. ^ La Pieve di Revigozzo di Val Nure
  12. ^ In questo modo veniva anche meno la particolarità del paese di Sale, fino ad allora diviso tra le diocesi di Tortona e Pavia con parrocchie personali e non territoriali, ossia la popolazione aveva il diritto di far parte della parrocchia, e quindi anche della diocesi, dei propri antenati, senza riguardo al domicilio. Tale situazione derivava dal fatto che Sale era sorto dall'unione di villaggi che appartenevano a diverse diocesi. Si veda la voce "Sale" in C. Goggi, Storia dei comuni e delle parrocchie della diocesi di Tortona, Tortona 1973.
  13. ^ Barbara Oggioni, Pianura da scoprire, Treviglio 2005, p.179.
  14. ^ (LA) Costituzione apostolica Vertit in animarum, AAS 17 (1925), pp. 569-570.
  15. ^ (LA) Decreto Quo aptius del 15 gennaio 1979, AAS 71 (1979), pp. 377-378.
  16. ^ (LA) Decreto Quo aptius del 20 gennaio 1979, AAS 71 (1979), pp. 378-379.
  17. ^ Lanzoni, op. cit., pp. 981-982.
  18. ^ Mauro Bonato, San Profuturo di Pavia, su santiebeati.it. URL consultato il 20 aprile 2020.
  19. ^ La cronologia è incerta; altre date proposte dagli storici sono il 467-497.
  20. ^ Massimo è morto tra la fine del 513 (a novembre 513 Ennodio non era ancora vescovo) e agosto 515 (periodo in cui Ennodio è certamente attestato come vescovo di Pavia). Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, vol. I, 1999, p. 626.
  21. ^ Francesco Corvino, Sant'Anastasio, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 18 gennaio 2024.
  22. ^ Il suo episcopato durò pochi giorni e non prese possesso della diocesi.
  23. ^ Assente nel catalogo episcopale riportato da Gams e dal sito della diocesi.
  24. ^ Mauro Bonato, San Giovanni I di Pavia, su santiebeati.it. URL consultato il 20 aprile 2020.
  25. ^ Storicamente documentato nell'826. Fedele Savio, Gli antichi vescovi d'Italia dalle origini al 1300. La Lombardia. Parte II. Vol. II: Cremona-Lodi-Mantova-Pavia, Bergamo, 1932, p. 387.
  26. ^ Mirella Ferrari, Dungal, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 18 gennaio 2024.
  27. ^ Storicamente documentato nell'849, nell'861 e nell'863. Fedele Savio, Gli antichi vescovi d'Italia dalle origini al 1300. La Lombardia. Parte II. Vol. II: Cremona-Lodi-Mantova-Pavia, Bergamo, 1932, p. 389.
  28. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t Fedele Savio, Gli antichi vescovi d'Italia dalle origini al 1300. La Lombardia. Parte II. Vol. II: Cremona-Lodi-Mantova-Pavia, Bergamo, 1932, pp. 390 e seguenti.
  29. ^ Documentato per la prima volta il 15 luglio 1132.
  30. ^ Il 4 settembre 1443 Bernardo Landriano, vescovo di Asti, fu eletto alla sede pavese, ma non accettò il trasferimento.
  31. ^ Secondo Eubel si dimise il 4 settembre e gli succedette Ippolito.
  32. ^ (ES) Rafael Lazcano, Episcopologio agustiniano, Guadarrama (Madrid), Ed. Augustiniana, 2014, vol. I, pp. 1046-1049.
  33. ^ Nominato vescovo titolare di Formia.
  34. ^ Santi e Beati secondo il Calendario Liturgico proprio della Diocesi di Pavia, su Diocesi di Pavia. URL consultato il 2 gennaio 2024.
  35. ^ Per le chiese di cui si ignora il giorno della dedicazione

Voci correlate

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