Fata dai capelli turchini

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Fata dai capelli turchini
Gina Lollobrigida in una foto de Le avventure di Pinocchio, sceneggiato televisivo di Luigi Comencini
Lingua orig.Italiano
AutoreCarlo Collodi
1ª app.1883
Interpretata da
Voci orig.
Voci italiane
Caratteristiche immaginarie
Specieumana - spirito
SessoFemmina

La fata dai capelli turchini è un personaggio immaginario del romanzo Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi. Nell'adattamento cinematografico di Walt Disney, si chiama fata azzurra (Blue Fairy) e in altre occasioni è stata chiamata fata turchina o fata madrina.

Insieme al Grillo Parlante e a Mastro Geppetto, la Fata è uno dei personaggi positivi della storia di Collodi, e svolge un ruolo determinante nell'educazione di Pinocchio.

Ruolo nella storia

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«In questa casa non c'è nessuno. Sono tutti morti... sono morta anch'io !; aspetto la bara che venga a portarmi via ...»

Pinocchio ritrova la fata in un'illustrazione originale del libro

La Fata, «una bella bambina, coi capelli turchini e il viso bianco come un'immagine di cera, gli occhi chiusi e le mani incrociate sul petto», fa la sua prima apparizione nel capitolo XV alla finestra della sua casa nel bosco, quando Pinocchio tenta disperatamente di sfuggire al Gatto e la Volpe travestiti da assassini. «Con una vocina che pareva venisse dall'altro mondo», dice al burattino che sono tutti morti in quella casa, compresa lei, che sta aspettando la bara per essere portata via; nel capitolo seguente viene spiegato che la Bambina è in realtà «una buonissima Fata, che da più di mille anni abitava nelle vicinanze di quel bosco».

Nel capitolo XVI la Fata si impietosisce alla vista di Pinocchio impiccato alla Quercia Grande, così ordina ad un falco di liberare il burattino ed al Can-barbone Medoro di portarlo alla sua casa con una carrozza, e consulta tre stimati medici (il Corvo, la Civetta e il Grillo Parlante) per sapere le condizioni del burattino: il Grillo-parlante riesce a farlo rinvenire.

Nel capitolo XVII la Fata, appena si accorge che Pinocchio ha la febbre, gli porge un bicchiere d'acqua con dentro una medicina, che il burattino inizialmente si rifiuta di bere poiché amara; la Fata prova a convincerlo offrendogli una pallina di zucchero e Pinocchio continua a rifiutare, ma si spaventa ed accetta quando la Fata fa entrare quattro conigli neri con una bara per portarlo via. Una volta guarito, Pinocchio racconta alla Fata la sua versione delle peripezie che ha passato, e il suo naso comincia improvvisamente ad allungarsi per la moltitudine di bugie: infatti la Fata afferma che «Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito! Perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l'appunto è di quelle che hanno il naso lungo.»

Nel capitolo XVIII dopo aver lasciato piangere il burattino per una mezz'ora per la lezione avuta, la Fata chiama un migliaio di picchi per ridurre le dimensioni del naso ed annuncia a Pinocchio che Geppetto era stato avvertito di dove si trovava e che sarebbe arrivato a momenti. Il burattino è al colmo della felicità e decide di correre incontro al babbo nel bosco, ma incontra nuovamente il Gatto e la Volpe che lo convincono a seguirli, facendogli credere che dalle monete che possiede possa far crescere un albero pieno di zecchini d'oro per potergliele rubare.

Nel capitolo XXIII Pinocchio, dopo altre avventure, torna nel luogo del bosco dove abitava la fata, ma al posto della casa bianca trova una piccola pietra di marmo su cui è scritto che ella è morta di dolore per essere stata abbandonata dal burattino.

Nel capitolo XXIV Pinocchio giunge a nuoto, assetato e affamato, nell'isola del paese delle Api Industriose e accetta di portare una brocca d'acqua a casa di una «buona donnina» che gli ha promesso come ricompensa «un bel piatto di cavolfiore condito coll'olio e coll'aceto» e «un bel confetto pieno di rosolio». Giunto a casa, dopo essersi sfamato, riconosce improvvisamente nella buona donnina la Fata dai capelli turchini, che si era finta morta e che da bambina era diventata donna. Il burattino, che ora considera la Fata come una mamma e non più come una sorella, le promette di diventare un bravo ragazzo e di frequentare la scuola, e lei accetta di adottarlo.

Successivamente la Fata, nel capitolo XXIX, punisce Pinocchio che aveva marinato la scuola, aveva rischiato di finire prima in prigione e poi mangiato dal pescatore verde ed era rimasto per tutta la notte con un piede incastrato nella porta di casa a cui aveva dato un calcio, con una colazione composta da cibi di gesso, cartone ed alabastro. In seguito, quando Pinocchio si pente di ciò che ha fatto e riprende a comportarsi bene, lo perdona e, alla fine dell'anno scolastico, quando risulta il più bravo della scuola, gli annuncia che l'indomani sarebbe diventato un ragazzo come gli altri. Per festeggiare l'avvenimento la Fata organizza una festa per tutti gli amici e i compagni di scuola di Pinocchio, il quale però, mentre si reca ad invitare tutti gli amici, viene convinto da Lucignolo, il più scapestrato dei compagni di classe, a fuggire nel Paese dei balocchi.

Nel capitolo XXXIII Pinocchio, trasformato in somaro, intravede tra il pubblico del Circo dove si esibisce «una bella signora, che aveva al collo una grossa collana d'oro, dalla quale pendeva un medaglione. Nel medaglione c'era dipinto il ritratto d'un burattino». Riconoscendo la Fata, Pinocchio prova a chiamarla, ma dalla bocca gli esce un raglio; il domatore gli dà una bacchettata sul muso, e per il dolore Pinocchio si distrae, riguarda tra il pubblico si accorge che la Fata è sparita; avendo perso la concentrazione, inciampa e rimane zoppo.

Nel capitolo XXXIV Pinocchio, ancora nelle vesti di asino, viene gettato in mare da un uomo che lo ha acquistato e vorrebbe affogarlo ed utilizzare la sua pelle come membrana di tamburo, ma riemerge ritornato nelle vesti di burattino e racconta che la Fata aveva mandato un banco di pesci voraci che hanno mangiato il corpo di somaro che lo rivestiva. Si getta quindi in mare per sfuggire all'uomo, che lo vuole vendere al mercato per fare legna da ardere, e vede su uno scoglio bianco una capretta dal manto azzurro che gli fa segno di avvicinarsi. Pinocchio la riconosce come la Fata, ma sfortunatamente poco prima di raggiungerla viene inghiottito dal Pesce-cane.

Nel capitolo XXXVI Pinocchio e Geppetto, appena fuggiti dal ventre del Pescecane e approdati a terra, si rifugiano in una capanna di paglia e scoprono che il proprietario della stessa è il Grillo Parlante: infatti una capretta dal pelo turchino gliela aveva regalata il giorno prima, dicendo: «Povero Pinocchio... oramai non lo rivedrò più... il Pescecane a quest'ora l'avrà bell'e divorato!...». Da queste parole Pinocchio capisce che la capretta era realmente la sua cara Fata. Cinque mesi dopo, mentre si reca al mercato per comprare dei vestiti, Pinocchio incontra la Lumaca, cameriera della Fata, che lo informa delle pessime condizioni, di salute ed economiche, della stessa. Pinocchio quindi le dona tutti i suoi soldi affinché li porti alla Fata e si ripromette di aiutarla ancora. Quella stessa notte la Fata appare in sogno a Pinocchio, «tutta bella e sorridente», e dopo avergli dato un bacio gli dice: «Bravo Pinocchio! In grazia del tuo buon cuore, io ti perdono tutte le monellerie che hai fatto fino a oggi. I ragazzi che assistono amorosamente i propri genitori nelle loro miserie e nelle loro infermità, meritano sempre gran lode e grande affetto, anche se non possono esser citati come modelli d'ubbidienza e di buona condotta. Metti giudizio per l'avvenire, e sarai felice.» Appena si sveglia, Pinocchio si accorge di essere diventato un ragazzo in carne ed ossa, e si trova in tasca un portamonete d'avorio con un biglietto su cui legge che la Fata restituisce i quaranta soldi e lo ringrazia della sua bontà, ma al posto dei quaranta soldi di rame, che Pinocchio aveva affidato alla Lumaca, si trova nel portamonete quaranta monete d'oro.

Nella cultura di massa

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Va rilevato che il colore "turchino" è in italiano il blu scuro (blu di Prussia, blu sabaudo) e non è da confondere con il colore turchese. Un "cielo turchino" è un cielo blu scuro come si ha subito prima che cali la notte. La fata dai capelli turchini ha dunque i capelli molto scuri, di un blu quasi nero, e così viene rappresentata nell'illustrazione a china dell'edizione originale del libro che appare in questa pagina. La frequente confusione, in italiano, tra "turchino" e "turchese", il colore della pietra simile al celeste, ha però, spesso, fatto cambiare colore di capelli alla fata di Collodi.

Carlo Lorenzini, "assistendo al processo di Firenze del 1879 contro Anna Kuliscioff (rinchiusa alle Murate), restò affascinato dalla sua autodifesa dinanzi al Tribunale penale: e per sua ammissione nel ritratto della Fata dai capelli turchini si ispirò proprio ad Anna"[1]. L'ex-arcivescovo di Bologna Giacomo Biffi sostenne che semmai la fata turchina era ad immagine della Vergine"[2].

Di diverso avviso il sincretista, filosofo e storico delle religioni Elémire Zolla. In Uscite dal mondo, definisce il Pinocchio di Collodi come un racconto iniziatico ispirato a Le Metamorfosi di Apuleio, dove la figura della fata turchina deriverebbe dal culto di Iside.[3][4]

Nel 1976 il giornalista e studioso Nicola Rilli pubblica il libro Pinocchio in casa sua per la casa editrice fiorentina Giorgi & Gambi[5]. Nel volume, dove si cerca di ricostruire un itinerario dei luoghi e dei volti che avevano ispirato Carlo Lorenzini, tra Firenze e Sesto Fiorentino, viene dedicato ampio spazio al personaggio della Fata dai Capelli Turchini. Secondo Rilli, ad ispirare il personaggio fu Giovanna Ragionieri, figlia del giardiniere impiegato a Villa Bel Riposo, la residenza estiva del Lorenzini, situata a Castello sotto la medicea Villa La Petraia, allora parte del comune di Sesto Fiorentino, adesso comune di Firenze.[6] A conferma della genesi di Pinocchio e dei suoi personaggi tra il Quartiere 5 di Firenze e il Comune di Sesto Fiorentino[7][8][9][10][11], una serie di iniziative celebrative a carattere istituzionale, tra cui quella dell'allora presidente del quartiere Stefania Collesei, che nel 2008, anno della ristampa del volume di Rilli per le edizioni NTE, ha creato un itinerario in 12 tappe tra memoria storica e memoria popolare che include anche i luoghi dove ha vissuto Giovanna Ragionieri, morta a 94 anni nel 1962 nella casa di Castello dove abitava, ubicata vicino a Villa Bel Riposo.[12] [13]

Sul personaggio della fata e su Giovanna Ragionieri, torna anche Giuseppe Garbarino[14], che nel suo volume del 2014 intitolato Pinocchio svelato, raccoglie sulla scia di Rilli gli articoli pubblicati dalla stampa nazionale e internazionale alla fine degli anni cinquanta, quando si cominciò a parlare della connessione tra la Ragionieri e il personaggio collodiano.[15] Debitore del lavoro di Rilli è anche il documentario realizzato nel 1995 da Leandro Giribaldi intitolato Pinocchio. il pescecane e il mare all'Osmannoro[16][17], girato nei luoghi tra Firenze e Sesto dove Lorenzini aveva concepito parte dei personaggi di Pinocchio e che include un'intervista a Piero Faggi, nipote di Giovanna Ragionieri, la fata dai capelli turchini, realizzata proprio nei luoghi dove aveva vissuto.[18][19]

Nel documentario di Giribaldi, viene riportato un frammento audio dell'intervista rilasciata dalla stessa Giovanna Ragionieri, allora novantenne, al giornalista di Radio Monteceneri, Gianfranco Pancani. Il servizio fu trasmesso il 24 dicembre del 1956 e durante l'intervista, la Ragionieri racconta della relazione amichevole tra la sua famiglia e Carlo Collodi e di come fosse trattata al pari di una figlia dallo stesso scrittore fiorentino.[20] Stefano Pernice e Lorenzo Pecchioni fanno la stessa cosa di Giribaldi in un documentario del 2006 distribuito in DVD e intitolato Pinocchio a Firenze, dove tra gli altri viene intervistato anche il nipote di Giovanna Ragionieri.[21]

Nel 2011, l'autorevole quotidiano britannico Daily Mail pubblica un articolo sui luoghi fiorentini che hanno ispirato il Pinocchio di Collodi, in calce viene citata Giovanna Ragionieri come ispirazione diretta per il personaggio della Fata dai capelli turchini.[22]

Edoardo Bennato in Burattino senza fili ha dedicato La Fata, il 3° brano del disco, alla femminilità

E forse è per vendetta/e forse è per paura/o solo per pazzia/ma da sempre/tu sei quella che paga di più/Se vuoi volare ti tirano giù/E se comincia la caccia alle streghe,/la strega sei tu...

Versione Disney

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La Fata nella versione Disney.

Nel film Disney Pinocchio del 1940, la Fata è molto differente rispetto al libro, e nell'originale il suo nome è Blue Fairy (tradotto nell'edizione italiana del film come "Fata Azzurra"). In particolare, nel film la fata, che discende dalla "stella dei desideri" dà vita a Pinocchio per premiare la bontà di Geppetto che vorrebbe un bambino vero, e ha molto meno importanza nell'educazione della marionetta, avendo affidato il compito al Grillo Parlante. Inoltre viene mostrata con un vestito azzurro ma con i capelli biondi anziché turchini. Il suo viso assomiglia a quello di Biancaneve. Dopo aver istruito Pinocchio su come diventare un bambino vero lo soccorre solo una volta, liberandolo dal carrozzone di Mangiafoco ma ricordandogli che se continuerà a comportarsi male rimarrà di legno. A metà film una colomba brillante (forse la Fata) consegna al grillo e a Pinocchio una lettera in cui dice che Geppetto è stato inghiottito da una balena ed è nella pancia di questa in fondo al mare. In ultimo, per aver salvato il padre, la Fata tramuta Pinocchio in bambino (si ode solo la voce di lei) e premia anche il Grillo per averlo guidato bene (un lampo di luce crea una medaglia sugli abiti dell'insetto).

Nello sceneggiato televisivo del 1972, la Fata (Gina Lollobrigida) ha i capelli viola ed è stata la moglie del falegname Geppetto, morta da molti anni e diventata uno spirito-fata; abita in una splendida casa sul lago, una specie di bellissima anticamera del Paradiso, la quale può anche svanire quando lei, già morta, viene per un po' richiamata completamente in Paradiso. Torna poi sulla Terra come spirito-fata, ed inoltre, come magia bianca, sa aprire le porte chiuse a chiave, come fece a casa di Geppetto che dormiva, incantando Pinocchio appena costruito perché prendesse vita, e facendo finire anche la tormenta di neve.

Interpreti principali

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Nel film del 1996 Le straordinarie avventure di Pinocchio, ulteriormente diversa in origine è la commessa Leona, che Geppetto ama ma del quale sposa il fratello, e proverà insieme a Geppetto a guidare Pinocchio. Alla fine della storia si mette insieme al cognato Geppetto. Muore prima dell'inizio del sequel del 1999 diventando una bambina dai capelli turchini che Pinocchio è il solo a vedere.

Anno Film Interpreti Note
1911 Pinocchio, regia di Giulio Antamoro Lea Giunchi Film muto (Italia)
1940 Pinocchio, prodotto dalla Disney Evelyn Venable (voce), doppiata in italiano da Lydia Simoneschi Film d'animazione (USA)
1947 Le avventure di Pinocchio, regia di Giannetto Guardone Mariella Lotti doppiata da Lydia Simoneschi Film (Italia)
1957 Pinocchio, regia di Paul Bogart Fran Allison Film musicale TV (USA). Trasmesso il 13 ottobre 1957
1965 Pinocchio, regia di Nick Havinga Jodi Williams Film musicale TV (USA)
1967 Turlis Abenteuer, regia di Walter Beck e Ron Merk Marianne Wünscher Film (Germania East)
1968 Pinocchio, regia di Sid Smith Anita Gillette Film musicale TV (USA)
1971 Le avventure erotiche di Pinocchio (The Erotic Adventures of Pinocchio), regia di Corey Allen Dyanne Thorne Film (USA). Commedia "a luci rosse", liberamente ispirata al racconto di Collodi
Un burattino di nome Pinocchio, regia di Giuliano Cenci Vittoria Febbi (voce) Film d'animazione (Italia)
1972 Le avventure di Pinocchio, miniserie TV (Italia, 1972) Gina Lollobrigida Miniserie TV (Italia)
1978 Pinocchio, regia di Barry Letts Rhoda Lewis Miniserie TV (GB), prodotta dalla BBC e trasmessa dal 3 al 24 dicembre 1978
1987 I sogni di Pinocchio (Pinocchio and the Emperor of the Night), regia di Hal Sutherland Rickie Lee Jones (voce) Film-sequel d'animazione (USA). La fata è nominata "fata madrina"
2000 Geppetto, regia di Tom Moore Julia Louis-Dreyfus Film musicale TV (USA)
2002 Pinocchio, regia di Roberto Benigni Nicoletta Braschi Film (Italia)
2007 Bentornato Pinocchio, regia di Orlando Corradi Emanuela Rossi (voce) Film d'animazione (Italia)
2009 Pinocchio, regia di Alberto Sironi Violante Placido Miniserie TV (Italia-GB)
2012 C'era una volta (Once Upon a Time) Keegan Connor Tracy Numerosi episodi della serie TV (USA, 2012-2018)
2019 Pinocchio, regia di Matteo Garrone Alida Baldari Calabria (bambina)
Marine Vacth (adulta, doppiata da Domitilla D'Amico)
Film (Italia)
2022 Pinocchio, regia di Robert Zemeckis Cynthia Erivo Film (USA)
2022 Pinocchio di Guillermo del Toro Tilda Swinton Film ( USA). Il personaggio ha due controparti: lo Spirito del Bosco e sua sorella Morte
  1. ^ Giuseppe Barbalace, Alle radici del femminismo, Mondoperaio 8-9/2016, p. 107.
  2. ^ Ibidem, nota 4.
  3. ^ Claudio Gargano, “Pinocchio”: una lettura archetipica del film di Garrone e della favola di Collodi, su Mar dei Sargassi, 22 dicembre 2019. URL consultato il 12 maggio 2021.
  4. ^ Il burattino framassone - Intervista a Silvia Ronchey (La Stampa), su gianfrancobertagni.it. URL consultato il 12 maggio 2021.
  5. ^ Pinocchio in casa sua: i luoghi di Pinocchio a Firenze, Sesto Fiorentino e dintorni, su abcschool.com. URL consultato il 12 maggio 2021.
  6. ^ Sulle tracce della “Fatina” di Sesto, su intoscana.it, 10 dicembre 2013. URL consultato il 12 maggio 2021.
  7. ^ Luoghi d’ispirazione collodiani tra Firenze e Sesto, su tuttatoscana.net, 6 novembre 2015. URL consultato il 12 maggio 2021.
  8. ^ (EN) No lie: Pinocchio's life had roots in reality, su NBC News. URL consultato il 12 maggio 2021.
  9. ^ Pinocchio di Garrone, Itinerario tra le location del film, su Cineturismo. URL consultato il 12 maggio 2021.
  10. ^ “Collo di pollo ripieno”: i segreti di Pinocchio a Intrecci d’estate, su corrierespettacolo.it, 14 luglio 2014. URL consultato il 12 maggio 2021.
  11. ^ Firenze, sulle tracce dei veri luoghi di Pinocchio. URL consultato il 12 maggio 2021.
  12. ^ Sulle tracce di Pinocchio, su Il Reporter, 19 maggio 2008. URL consultato il 12 maggio 2021.
  13. ^ La fata turchina viveva a Firenze, su corrierefiorentino.corriere.it. URL consultato il 12 maggio 2021.
  14. ^ Elena Andreini, Pinocchio alla Biblioteca tra verità nascoste e curiosità svelate, su Piana Notizie, 25 febbraio 2014. URL consultato il 12 maggio 2021.
  15. ^ Pinocchio… uno di noi, il nuovo libro che parla della vera storia del Burattino di Firenze, su eventi-firenze.it. URL consultato il 12 maggio 2021.
  16. ^ Leandro Giribaldi e Stefano Ballerini, Pinocchio, il pescecane e il mare all'Osmannoro : stravaganti considerazioni sul burattino e il suo creatore : Sesto Fiorentino e dintorni / regia Leandro Giribaldi ; soggetto e sceneggiatura Leandro Giribaldida un'idea di Stefano Ballerini, Leandro GiribaldiComune di Sesto Fiorentino, 1995. URL consultato il 12 maggio 2021.
  17. ^ Pinocchio ieri ed oggi: i luoghi e la storia in due film a Firenze il 12 aprile, su Indie-eye - Cinema - Rivista di Critica Cinematografica, 9 aprile 2010. URL consultato il 12 maggio 2021.
  18. ^ Pinocchio e il mare all'Osmannoro, su corrierefiorentino.corriere.it. URL consultato il 12 maggio 2021.
  19. ^ La Nazione, Alla Mediateca "Pinocchio ieri ed oggi: i luoghi e la storia", su La Nazione. URL consultato il 12 maggio 2021.
  20. ^ Giovanna Ragionieri, l'intervista di Gianfranco Pancani su Radio Monteceneri del dicembre 1956. URL consultato il 12 maggio 2021.
  21. ^ Pinocchio a Firenze DVD, su dvdweb.it. URL consultato il 12 maggio 2021.
  22. ^ Alice Bianchi-clark, Follow your nose around Florence to Piazza Pinocchio, su Mail Online. URL consultato il 12 maggio 2021.
  • Carlo Collodi, Le Avventure di Pinocchio, in Opere a cura di D.Marcheschi, 2006, Milano, Mondadori.
  • Michele Capitani, Pinocchio. Le ragioni di un successo, pagg. 49-61, 2010, Civitavecchia, editrice Prospettiva.
  • Elsa Guggino, Fate, sibille e altre strane donne, 2006, Sellerio, Palermo.
  • Claudio Risé, Moidi Paregger, Donne selvatiche, 2002, Milano, Frassinelli.
  • Nicola Rilli, Pinocchio a casa sua, 1976, Firenze, Giorgi & Gambi editori.
  • Giuseppe Garbarino, Pinocchio Svelato, 2014, Firenze, Ab Edizioni e Comunicazioni.
  • Anna Soldani, Il segreto di Pinocchio. La storia della "vera" Fatina e dei luoghi del burattino. Con un epistolario inedito. Con scritti di Claudia Bertocci, Maurizio Bruschi, Giulio M. Manetti, Florence Art Edizioni, Firenze, 2020.

Voci correlate

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