Inno di battaglia (film)
Inno di battaglia (Battle Hymn) è un film del 1957 diretto da Douglas Sirk.
È un film di guerra biografico statunitense con Rock Hudson, Martha Hyer, Dan Duryea, Don DeFore e Jock Mahoney. È incentrato sulle vicende del colonnello Dean E. Hess, autore del salvataggio di 950 orfanelli da un orfanotrofio durante la guerra di Corea. Nel film Hess è dipinto come un pastore protestante che si arruola volontario per la guerra di Corea a causa dei suoi sensi di colpa scatenatisi dopo la sua partecipazione alla seconda guerra mondiale. L'omonima autobiografia di Hess fu pubblicata in concomitanza con l'uscita del film.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Il film narra la storia vera del colonnello dell'USAF Dean E. Hess, pilota veterano della seconda guerra mondiale,[1] che durante una missione sull'Europa a bordo di un cacciabombardiere Republic P-47 Thunderbolt, per un guasto al meccanismo di lancio, aveva lanciato in ritardo una bomba colpendo un orfanotrofio in Germania e causando la morte di 37 bambini. Congedatosi al termine del conflitto, fu richiamato in servizio nel 1948 e assegnato alla forza di occupazione americana in Germania.[1] Con l'inizio della guerra di Corea, nel giugno 1950, fu mandato in Corea del sud a dirigere il programma addestrativo "Bout One Project" che prevedeva l'addestramento dei piloti sudcoreani al pilotaggio dei caccia North American P-51 Mustang.[1] Il ricordo dell'incidente avvenuto in Germania lo spinse ad accogliere nell'aeroporto di Taegu tutti gli orfani che potevano trovare posto, che ben presto raggiunsero il migliaio di unità.[1] Preoccupato per l'avanzata delle truppe nordcoreane riuscì ad ottenere dalle autorità militari la disponibilità di 15 quadrimotori Douglas C-54 Skymaster, con cui gli orfani vennero evacuati sull'isola di Jeju.[1]
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Il film, diretto da Douglas Sirk su una sceneggiatura di Charles Grayson e Vincent B. Evans,[2] fu prodotto da Ross Hunter per la Universal International Pictures[3] e girato negli Universal Studios a Universal City in California, nell'aeroporto di Nogales in Arizona e in alcune location a Seul[4][5] dal marzo al maggio 1956 con un budget stimato in 3.900.000 dollari.[6] Il titolo di lavorazione fu By Faith I Fly.[7] Durante le riprese un incidente occorse al regista Sirk che si ruppe la caviglia e che fu sostituito per diverse scene dagli aiuto registi John Sherwood e Marshall Green fino a quando ritornò sul set temporaneamente su una sedia a rotelle.[4] Hess funse da consulente tecnico.
Per la realizzazione del film il regista si avvalse di numerosi tipi di aerei, con i caccia F-51D forniti dal 182nd Fighter Squadron della Texas Air National Guard, mentre nella parte dei caccia Yakovlav nordcoreani furono usati gli addestratori North American T-28A Trojan dell'US Air Force Reserve. Per esigenze tecniche al posto dei quadrimotori C-54 Skymaster furono utilizzati i Fairchild C-119 Flying Boxcar, mentre per le riprese aeree vennero usati un C-119, un B-26 Invader, e un B-25 Mitchell appartenente al collaudatore e stuntman Paul Mantz.
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]Il film fu distribuito con il titolo Battle Hymn negli Stati Uniti dal 14 febbraio 1957 (anteprima a Marietta, Ohio)[7] al cinema dalla Universal Pictures.[3]
Altre distribuzioni:[7]
- in Germania Ovest il 3 marzo 1957 (Der Engel mit den blutigen Flügeln)
- in Francia il 29 marzo 1957 (Les ailes de l'espérance)
- in Svezia l'8 aprile 1957 (Seger i skyn)
- in Finlandia il 19 aprile 1957 (Taisteluhymni)
- in Austria nell'ottobre del 1957 (Schlachtgeschwader 2 einsatzbereit)
- in Portogallo il 22 novembre 1957 (Abnegação)
- in Danimarca il 18 luglio 1958 (De blodige vinger)
- in Turchia il 6 marzo 1959 (Ümit Kanatlari)
- in Canada (Les ailes de l'espérance)
- in Grecia (Amartima kai exileosis)
- in Spagna (Himno de batalla)
- in Brasile (Hino de uma Consciência)
- in Italia (Inno di battaglia)
Critica
[modifica | modifica wikitesto]Secondo il Morandini il film è un "tentativo parzialmente riuscito di far coesistere il classico film bellico con il melodramma esistenziale sulla scorta dell'autobiografia del colonnello Dean Hess".[8] Secondo Leonard Maltin "Hudson regala una prova molto convincente".[9] Critiche furono poste negli stati Uniti perché il film ignorava i ruoli svolti dagli altri due protagonisti del salvataggio, il capellano Russell L. Blaisdell e il St. Sgt. Merle Y. Strang.[1]
Promozione
[modifica | modifica wikitesto]La tagline è: "The true story of Col. Dean Hess, clergyman turned fighter pilot!".[10]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f Sgarlato 2012, p. 39.
- ^ (EN) Inno di battaglia - IMDb - Cast e crediti completi, su imdb.com. URL consultato il 2 marzo 2013.
- ^ a b (EN) Inno di battaglia - IMDb - Crediti per le compagnie, su imdb.com. URL consultato il 2 marzo 2013.
- ^ a b (EN) Inno di battaglia - American Film Institute, su afi.com. URL consultato il 2 marzo 2013.
- ^ (EN) Inno di battaglia - IMDb - Luoghi delle riprese, su imdb.com. URL consultato il 2 marzo 2013.
- ^ (EN) Inno di battaglia - IMDb - Box office / incassi, su imdb.com. URL consultato il 2 marzo 2013.
- ^ a b c (EN) Inno di battaglia - IMDb - Date di uscita, su imdb.com. URL consultato il 2 marzo 2013.
- ^ Inno di battaglia - MYmovies, su mymovies.it. URL consultato il 2 marzo 2013.
- ^ Leonard Maltin, Guida ai film 2009[collegamento interrotto], Dalai editore, 2008, p. 1045, ISBN 88-6018-163-1. URL consultato il 2 marzo 2013.
- ^ (EN) Inno di battaglia - IMDb - Tagline, su imdb.com. URL consultato il 2 marzo 2013.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Periodici
[modifica | modifica wikitesto]- Nico Sgarlato, Inno di battaglia. Un film il cui protagonista è stato l'F-51D Mustang, in Aerei nella Storia, n. 83, Parma, West Ward Edizioni, aprile-maggio 2012, p. 39.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Inno di battaglia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Inno di battaglia, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Inno di battaglia, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Inno di battaglia, su AllMovie, All Media Network.
- (EN, ES) Inno di battaglia, su FilmAffinity.
- (EN) Inno di battaglia, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) Inno di battaglia, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute.
- (EN) Inno di battaglia, su BFI Film & TV Database, British Film Institute (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2018).
- (DE, EN) Inno di battaglia, su filmportal.de.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 226059532 |
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