Illbient
Illbient | |
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Origini stilistiche | Trip hop Hip hop Musica d'ambiente Musica industriale Dub |
Origini culturali | New York, metà degli anni novanta |
Strumenti tipici | Giradischi, campionatore, sintetizzatore |
Popolarità | Molto bassa |
Generi correlati | |
Dub - Musica d'ambiente - Trip hop - Experimental dub |
L'illbient è uno stile di musica elettronica. Il termine nasce dalla fusione delle parole "ill" ("figo"/"bello" secondo lo slang dell'hip hop) e "ambient".[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Diffusosi nei quartieri di Williamsburg e del Lower East Side di New York a partire dalla metà degli anni novanta, l'illbient venne inventata da DJ Spooky, i cui album Songs of a Dead Dreamer (1996) e Riddim Warfare (1998) sono contaminati dall'electronica, dall'hip hop, dal reggae e dal dub.[1][2] Nello stesso periodo, l'etichetta Asphodel fruttò le prime antologie di musica illbient fra cui Crooklyn Dub Consortium (1995) e Incursions in Illbient (1996). Fra gli altri artisti che si affiancarono all'illbient vi sono DJ Olive, considerato un altro pioniere dello stile, Mikey Dread, Byzar, Teargas & Plateglass e Sub Dub.[1]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]L'illbient si caratterizza per i paesaggi sonori che combinano groove funky astratti, bassi pesanti e sonorità riconducibili all'ambient, al dub e al jazz. Può anche contenere riferimenti alla jungle e alla musica orchestrale.[2][3][4] Secondo lo scrittore Greg Tate "gli artisti illbient hanno creato un nuovo strumento jazz adottando un approccio enciclopedico all'improvvisazione."[3] Molto simile al trip hop (al punto da essere considerato da alcuni un suo sinonimo), si differenzia da quest'ultimo in quanto è più sperimentale e più distante dai canoni dell'hip hop.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Paul Sullivan, Remixology: Tracing the Dub Diaspora, Reaktion Books, 2013, capitolo "DJ Spooky and Illbient".
- ^ a b (EN) Will Hermes, Garbage Shock - Electronica Clutches the Heart of Indie America, in Spin, ottobre 1996.
- ^ a b (EN) Autori vari, Uptown Conversation: The New Jazz Studies, Columbia University, 2004.
- ^ (EN) Thom Holmes, Electronic and Experimental Music: Pioneers in Technology and Composition, Psychology Press, 2002, p. 254.
- ^ (EN) isbn09780823930432 Chris Weigant, Careers as a Disc Jockey, Rosen Publishing Group, 1999, p. 113.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Mark Katz, Groove Music: The Art and Culture of the Hip-Hop DJ, Oxford University, 2012.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Illbient, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 29 settembre 2017.