Ippocrate di Siracusa
Ippocrate (Cartagine, ... – presso il fiume Anapo, 212 a.C.) è stato tiranno di Siracusa dal 214 al 212 a.C. con il fratello Epicide.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio primogenito di una cartaginese e del figlio di un siracusano esiliato da Agatocle, da giovane con il fratello servì valorosamente l'esercito di Annibale e da lui fu mandato in ambasciata dal tiranno di Siracusa Geronimo.[1] Entrambi riuscirono a convincere il giovane sovrano a rinunciare all'alleanza con i Romani.[2]
L'assassinio del tiranno[3] e la rivolta che seguì impaurì i due cartaginesi, che prima chiesero di tornare in patria, poi compresero che avrebbero potuto trarre dei giovamenti da quella situazione. Dopo l'assassinio del generale Adranodoro, presero il potere.[4] In città però tornò a prevalere il partito filoromano, e i due furono costretti a rifugiarsi a Lentini.[5] Lì li attaccò Marco Claudio Marcello[6] che, a causa di una presunta strage compiuta dai suoi soldati nella città, si inimicò nuovamente i siracusani, che acclamarono Ippocrate ed Epicide nuovi tiranni.[7]
Marcello iniziò l'assedio di Siracusa,[8] che fu difesa coraggiosamente da entrambi e poi dal solo Epicide, mentre Ippocrate era andato a difendere altre parti dell'isola grazie al sostegno di Imilcone, sbarcato ad Eraclea Minoa con le truppe cartaginesi.[9] Imilcone sbarcò, infatti, con 25.000 fanti, 3.000 cavalieri e 12 elefanti, una quantità di soldati superiore a quella con cui aveva tenuto la flotta al promontorio di Pachino. Egli era stato inviato da Annibale in soccorso di Ippocrate.[10] Giunto ad Eraclea, ricevette la resa di Agrigento e, poco dopo, si congiunse ad Ippocrate che, con la sua armata di 10.000 fanti e 500 cavalieri, aveva deciso di accamparsi presso Akrillai.[11] E mentre i Siracusani stavano fortificando il loro campo, giunse Marcello, che tornava da Agrigento, già occupata dal nemico, e non si aspettava di incontrare un esercito siracusano.[12] Tuttavia temendo di poter essere attaccato da Imilcone, marciava con l'esercito in formazione, pronto a difendersi da un possibile assalto improvviso.[13] Il caso volle che quella cautela utilizzata contro un possibile attacco dei Cartaginesi servì al comandante romano per avere la meglio contro i Siracusani. Questi ultimi infatti vennero sorpresi mentre erano ancora intenti a preparare gli accampamenti. La fanteria venne assalita praticamente inerme, mentre la cavalleria riuscì a rifugiarsi da Ippocrate ad Akrillai, dopo brevi scaramucce.[14] Grazie all'esito di questa battaglia, molti tra i Siculi abbandonarono il proposito di allontanarsi dai Romani e Marcello poté far ritorno a Siracusa.[15]
Dopo pochi giorni che Marcello era tornato nell'accampamento romano davanti a Siracusa, anche Imilcone, che si era congiunto con Ippocrate, pose gli accampamenti nei pressi del fiume Anapo, a circa otto miglia dalla città (pari a 12 km circa).[15] Dopo la strage compiuta dei Romani ad Henna, Ippocrate si rifugiò a Murgantia ed Imilcone ad Agrigento, dopo aver inutilmente avvicinato ad Henna l'esercito.[16]
E mentre questi fatti accadevano all'interno della Sicilia, Marcello si era adoperato per conquistare quasi interamente Siracusa (212 a.C.). A resistergli rimaneva solo l'Isola di Ortigia e il quartiere dell'Akradina.[17] Ippocrate ed Imilcone attaccarono così le forze romane, riportando però una sconfitta.[18] Rifugiatisi sulle rive del fiume Anapo, furono vittime di una grave pestilenza che decimò le truppe ed uccise i due generali.[19]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Polibio, VII, 2, 3.
- ^ Polibio, VII, 4, 4-9.
- ^ Polibio, VII, 7, 3.
- ^ Livio, XXIV, 27.1-3.
- ^ Livio, XXIV, 29.6-11.
- ^ Livio, XXIV, 30.1-2.
- ^ Polibio, VIII, 3, 1; Livio, XXIV, 31-32.
- ^ Livio, XXIV, 33.
- ^ Livio, XXIV, 35.
- ^ Livio, XXIV, 35.3-5.
- ^ Livio, XXIV, 35.6-8.
- ^ Livio, XXIV, 35.9.
- ^ Livio, XXIV, 35.10.
- ^ Livio, XXIV, 36.1.
- ^ a b Livio, XXIV, 36.2.
- ^ Livio, XXIV, 39.10.
- ^ Livio, XXV, 25.
- ^ Livio, XXV, 26.3-5.
- ^ Livio, XXV, 26.13-14.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- (GRC) Appiano di Alessandria, Historia Romana (Ῥωμαϊκά), VII e VIII. Versione in inglese qui Archiviato il 20 novembre 2015 in Internet Archive..
- (LA) Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, III.
- (LA) Orosio, Historiarum adversos paganos libri VII.
- (GRC) Plutarco, Vite parallele: Marcello.
- (GRC) Polibio, Storie (Ἰστορίαι), VIII. Versioni in inglese disponibili qui e qui.
- (GRC) Strabone, Geografia, V. Versione in inglese disponibile qui.
- (LA) Tito Livio, Ab Urbe condita libri.
- (LA) Tito Livio, Periochae, vol. 24.
- Fonti storiografiche moderne
- Giovanni Brizzi, Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio, Bologna, Patron, 1997, ISBN 978-88-555-2419-3.
- André Piganiol, Le conquiste dei romani, Milano, Il Saggiatore, 1989.
- Howard H.Scullard, Storia del mondo romano. Dalla fondazione di Roma alla distruzione di Cartagine, vol.I, Milano, BUR, 1992, ISBN 9788817119030.