L'assedio dell'Alcazar

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L'assedio dell'Alcazar
Mireille Balin e Fosco Giachetti in una foto di scena del film
Paese di produzioneItalia, Spagna
Anno1940
Durata112 min
Dati tecniciB/N
Generedrammatico, guerra
RegiaAugusto Genina
SoggettoAugusto Genina, Alessandro De Stefani e Pietro Caporilli
SceneggiaturaAugusto Genina e Alessandro De Stefani
ProduttoreRenato Bassoli, Carlo Bassoli, Ezio Lavoretti
Casa di produzioneBassoli Film, I.C.I.
Distribuzione in italianoI.C.I.
FotografiaFrancesco Izzarelli, Vincenzo Seratrice e Jan Stallich
MontaggioFernando Tropea
MusicheAntonio Veretti
ScenografiaGastone Medin
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

L'assedio dell'Alcazar è un film del 1940 diretto da Augusto Genina.

Vinse la Coppa Mussolini per il miglior film italiano alla Mostra internazionale d'arte cinematografica.

Rievocazione storica dell'assedio dell'Alcázar, accademia militare di Toledo,[1] e della resistenza dei militari e della popolazione durante la guerra civile spagnola.

Oltre un mese di assedio degli antifranchisti, con la narrazione della vita quotidiana, delle nascite e delle morti, degli stenti delle famiglie terrorizzate e dei militari che s'oppongono ai tentativi del nemico d'entrare nella cinta fortificata. Continui bombardamenti sia dall'aria che da terra, sino all'arrivo delle truppe franchiste.

L'Assedio dell'Alcázar fu girato negli stabilimenti romani di Cinecittà per gli interni ed a Toledo per gli esterni.

Realizzata dai fratelli Bassoli, anche in versione spagnola, la pellicola impiegò un notevole gruppo di attori e comparse, con uno sforzo finanziario non comune. Il regista della seconda unità (Primo Zeglio, marito dell'attrice Paola Barbara) si trovava già a Madrid, in quel periodo, occupato a girare film in lingua spagnola.

Manifesti e locandine

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La realizzazione dei manifesti del film fu affidata ai pittori Anselmo Ballester e Sergio Gargiulo

  • Il bozzetto [1]

Distribuzione

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Il film venne distribuito nel circuito cinematografico italiano il 20 agosto del 1940.

In Spagna il film arrivò nelle sale il 28 ottobre del 1940 con il titolo Sin novedad en el Alcázar[1].

Pur non disponendo di dati ufficiali sugli introiti economici del film (mancanti per quasi tutta la cinematografia italiana degli anni trenta e della prima metà dei quaranta), alcune fonti rilevano che L'assedio dell'Alcazar fu uno dei film di maggior successo del periodo, con un introito economico di oltre 7.000.000 di lire dell'epoca.

«La sorpresa veneziana: il premio veneziano è meritato, per l'impegno con cui il film è stato prodotto e per la solidità della sua struttura. È un film scabro, un film di guerra, robusto e niente affatto raffinato, che ha le radici scrupolosamente affondate nella storia e in una storia recente. La retorica e l'enfasi stanno alla soglia delle rievocazioni di gesta eroiche, di gesta cioè che appena toccate squillano. Ma Genina ha avuto molto tatto non trascurando il lato borghese (ci si permetta la parola) della storia. Poiché ciò che all'interno dell'Alcázar avviene è un po' la vita di una piccola città, con le sue nascite, le sue morti (ma queste tanto più numerose) e le sue storie d'amore. Si è parlato dell'Alcázar come un film corale, un film di folla: ed è vero in parte. Poiché il senso epico dell'opera a nostro avviso si sprigiona anche dal sacrificio e dal dramma singolo e qui sta il pregio del lavoro. Tra i momenti meglio riusciti annotiamo il panico al primo bombardamento, il matrimonio in extremis e gli ultimi combattimenti; pagine cinematografiche che ripagano largamente il lieve impaccio iniziale del film.»

«L'assedio dell'Alcazar aveva in realtà le intenzioni, ma non i risultati, del film epico… nel film di Genina i personaggi, almeno nell'impostazione della storia, hanno una statura da commedia e sembrano tolti da una delle vicende brillanti che costituivano la più vasta produzione del periodo.»

«Costruita su un'esile trama, l'opera raggiunge i suoi effetti più efficaci nelle scene di massa, sia per quanto riguarda la prima parte con espliciti richiami alla cinematografia russa (…), sia per l'accumulazione drammatica ed emotiva del finale con un forte crescendo di tensione. Il tono documentaristico è un ulteriore punto di forza ed è quello che più coinvolge lo spettatore dandogli l'impressione della realtà storica.»

  1. ^ a b (ES) Óscar Esquivias, El Alcázar de Toledo: héroes, traidores y rehenes, su 20minutos.es, 20 Minutos, 9 settembre 2016. URL consultato il 9 settembre 2016.
  2. ^ Cinema del 25 settembre 1940
  3. ^ Da Giarabub a Salò, Milano, Cinema Nuovo, 1965, pp. 11-13
  4. ^ Storia del cinema italiano, vol. 1, Roma, Ed. Riuniti, 1979, pp. 396-397
  • Fernaldo Di Giammatteo, Dizionario del cinema italiano. Dall'inizio del secolo a oggi i film che hanno segnato la storia del nostro cinema, Roma, Editori Riuniti, 1995, ISBN 88-359-4008-7.

Collegamenti esterni

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