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Laodice di Cappadocia

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Laodice (in greco antico: Λαοδίκη?, Laodíkē; fl. II secolo a.C.), chiamata nella storiografia moderna Laodice di Cappadocia, è stata una principessa pontica, divenuta per matrimonio regina di Cappadocia.

Sorella del re del Ponto Mitridate il Grande, moglie del re della Cappadocia Ariarate VI di Cappadocia e del re Nicomede III di Bitinia, fu madre di due futuri re di Cappadocia, Ariarate VII e Ariarate VIII.

Dopo la morte del marito Ariarate VI, assassinato per mano del nobile Gordius su mandato di suo fratello Mitridate VI il Grande, che nutriva mire espansionistiche sulla Cappadocia, Laodice, per evitare che i figli subissero la stessa sorte del padre, cercò ed ottenne la protezione del re Nicomede III, portando così la Cappadocia sotto la sfera di influenza della Bitinia.

Dopo la morte dei suoi due figli, che sotto la protezione di Nicomede, avevano retto il trono del regno, Laodice sposò Nicomede e sostenne il suo tentativo, di portare la Cappadocia sotto la sfera di influenza della Bitinia con l'aiuto dei romani. Per raggiungere questo scopo si recò di persona a Roma per testimoniare a favore di un impostore, sostenendo che questo, in realtà, era il terzo figlio avuto da Ariarate VI di Cappadocia. Nonostante la sua testimonianza, il senato di Roma rigettò la richiesta.

Giovanni Boccaccio la cita nel suo libro sulle donne illustri "De mulieribus claris".

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