Vai al contenuto

Michael Cimino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo attore, vedi Michael Cimino (attore).
Michael Cimino nel 2003
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior film 1979
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior regista 1979

Michael Cimino (New York, 3 febbraio 1939Beverly Hills, 2 luglio 2016) è stato un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e scrittore statunitense.

Nonostante il fatto che nessuna delle sue opere successive riuscì a raggiungere il successo di pubblico de Il cacciatore, film che nel 1978 gli donò la gloria, lo stile di Cimino ha comunque lasciato il segno: le sue inquadrature e i movimenti che imprimeva alla macchina da presa riuscivano infatti a creare uno straordinario impatto visivo.[1]

Michael Cimino nacque a New York il 3 febbraio del 1939[2][3] in un'abbiente famiglia altoborghese di origini italiane (entrambi i genitori erano italo-americani di seconda generazione[4][5]). Cresciuto a Westbury,[6] sull'isola di Long Island (nello stato di New York), trascorre l'adolescenza da ragazzo ribelle e teppista (è invischiato con delinquenti e piccoli criminali, è coinvolto in risse e resta fuori casa a ubriacarsi per nottate intere[7][8]), e sin da giovanissimo si dedica agli studi di architettura, pittura, musica e letteratura.

Nel 1956 consegue il diploma presso la Westbury High School, per poi laurearsi in Arti grafiche presso la Michigan State University di East Lansing, e consegue un dottorato di pittura presso l'Università Yale. Nel 1962 Cimino si arruola nell'esercito per sei mesi prima di tornare a studiare pittura e cominciare a realizzare per la televisione numerosi documentari e spot pubblicitari di successo. Studia all'Actors Studio nel corso di recitazione di John Lehne, insegnante di Al Pacino, Dustin Hoffman e Meryl Streep.

Nel 1971 si trasferisce a Hollywood entrando nel mondo del cinema dapprima come co-sceneggiatore di film come 2002: la seconda odissea e Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan. Nel 1974, sempre grazie a Clint Eastwood (insieme al quale scrive la sceneggiatura) e alla partecipazione di un giovane Jeff Bridges, debutta come regista con Una calibro 20 per lo specialista, che ottiene un buon successo.

Ma è nel 1978, con la sua seconda pellicola, Il cacciatore, di cui è anche sceneggiatore, che Cimino entra prepotentemente nella storia del cinema. Il film riscuote un enorme successo di critica e pubblico, vince 5 Premi Oscar (su 9 candidature ricevute), tra i quali quelli per il miglior film e la miglior regia, ed eleva Cimino a regista di grande prestigio. Considerato uno dei massimi capolavori del cinema mondiale e bellico, benché non sia ritenuto propriamente un film di guerra, nel 1996 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Dopo tale enorme affermazione, la United Artists gli concede carta bianca per il film successivo, I cancelli del cielo (1980). La pellicola riceve tuttavia molte critiche negative e si rivela un disastro commerciale che costringe a una battuta d'arresto la carriera di Cimino e porta lo studio cinematografico addirittura alla bancarotta.[9]

Negli anni ottanta il regista riesce a realizzare tra molte difficoltà solo tre film. Il primo è L'anno del dragone, affresco sulla mala cinese, adattato dal regista con Oliver Stone e con Mickey Rourke protagonista. E proprio Stone dice di Cimino:

«Lui non dorme mai. È una personalità ossessiva. È il più faraonico dei registi con i quali ho mai lavorato. (...) Il suo sguardo è fisso sul futuro, sulla storia. Non dà importanza alle sottigliezze.»

Gli altri due film diretti da Cimino negli anni ottanta sono Il siciliano, sulla vita del bandito Salvatore Giuliano, e Ore disperate, remake dell'omonimo film di William Wyler del 1955. Nessuno di questi film raggiunge il grandissimo successo de Il cacciatore. Nel 1996 Cimino torna per la penultima volta dietro la cinepresa e gira Verso il sole, film che ha come protagonista Woody Harrelson e che viene presentato in concorso al 49º Festival di Cannes: un lavoro strano che all'apparenza può essere visto come un film di strada e di inseguimento, una sorta di road-movie, ma in realtà è un viaggio profondo, tragico, verso quelle radici dell'America spesso dimenticate e tanto care al regista. Negli ultimi vent’anni della sua vita Cimino realizza una cinquantina di sceneggiature, tutte scartate. Nel 2001 pubblica un ottimo romanzo dal titolo Big Jane, con protagonista una ragazza che attraversa gli Stati Uniti e finisce per combattere in Corea: ad oggi rimane la sua ultima opera completa. Tra i vari progetti bloccati vi era un complesso adattamento de La condizione umana di André Malraux, basato sulla fallita insurrezione comunista di Shangai del 1927.

Nel 2015 gli viene assegnato il Pardo d'onore al Locarno Film Festival.[10][11] Cimino ha affiancato ai numerosi progetti cinematografici l'attività di romanziere. Ha scritto tre libri, l'ultimo dei quali, Big Jane, è stato pubblicato anche in italiano. Il regista muore nella sua casa di Beverly Hills il 2 luglio 2016, a 77 anni; la polizia lo trova senza vita nel suo letto dopo che i suoi amici non riuscivano a contattarlo da un paio di giorni.[12]

Sceneggiatore

[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Cimino, Michael, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 3 luglio 2016.
  2. ^ (EN) Michael Cimino - Biography and Filmography - 1939, su hollywood.com (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2016).
  3. ^ Heard 2006, p. 26.
  4. ^ Andrews 1991, p. 249.
  5. ^ (EN) Ben Lawton, America Through Italian/American Eyes: Dream or Nightmare?, in Anthony Julian Tamburri, Paolo Giordano e Fred L. Gardaphé (a cura di), From the Margins: Writing in Italian Americana, 2ª ed., Purdue University, 2000, ISBN 1557531528.
  6. ^ Bliss 1985, p. 268.
  7. ^ (EN) Nancy Griffin, Last Typhoon Cimino Is Back, in The New York Observer, 10 febbraio 2002 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2011).
  8. ^ (EN) John Wakeman, World Film Directors, 2 (1945-1985), New York, The H. W. Wilson Company, 1988, pp. 214-219, ISBN 0824207637.
  9. ^ Il misterioso Michael Cimino, su ilpost.it, 31 agosto 2012. URL consultato il 3 luglio 2016.
  10. ^ Michael Cimino a Locarno per il Pardo d’onore Swisscom, su Locarno Film Festival. URL consultato il 16 marzo 2024.
  11. ^ Locarno, Cimino mattatore, su rsi. URL consultato il 16 marzo 2024.
  12. ^ (EN) Andrew Dalton, ‘Deer Hunter,’ ‘Heaven’s Gate’ director Michael Cimino dies, in The Washington Post, 3 luglio 2016. URL consultato il 3 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2016).
  13. ^ Condiviso con Barry Spikings, Michael Deeley e John Peverall.
  14. ^ a b Condivisa con Deric Washburn, Louis Garfinkle e Quinn K. Redeker.
  15. ^ Condivisa con Douglas Trumbull e Deric Washburn.
  16. ^ Condiviso con Oliver Stone.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN85135116 · ISNI (EN0000 0001 2141 9570 · SBN RAVV088678 · LCCN (ENn85054094 · GND (DE118876732 · BNE (ESXX1305808 (data) · BNF (FRcb13738660v (data) · J9U (ENHE987007272006905171 · NDL (ENJA00964569