Natsuzuki
Natsuzuki | |
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L'unità alla fine del 1945: notare l'assenza di una delle torri principali | |
Descrizione generale | |
Tipo | Cacciatorpediniere |
Classe | Akizuki |
Proprietà | Marina imperiale giapponese |
Ordine | 1941 |
Cantiere | Sasebo |
Impostazione | 1º maggio 1944 |
Varo | 2 dicembre 1944 |
Completamento | 8 aprile 1945 |
Destino finale | Ceduto al Regno Unito nel 1947, demolito nel 1948 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 2744 t A pieno carico: 3759 t |
Lunghezza | 134,22 m |
Larghezza | 11,58 m |
Pescaggio | 4,11 m |
Propulsione | 3 caldaie Kampon e 2 turbine a ingranaggi a vapore Kampon; 2 alberi motore con elica (52000 shp) |
Velocità | 33 nodi (62,7 km/h) |
Autonomia | 8300 miglia a 18 nodi (15372 chilometri a 34,2 km/h) |
Equipaggio | 290 |
Equipaggiamento | |
Sensori di bordo | Sonar Type 93 Radar Type 22 e Type 13 |
Armamento | |
Armamento |
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Note | |
Dati riferiti all'entrata in servizio, tratti da:[1][2][3] | |
Fonti citate nel corpo del testo | |
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Il Natsuzuki (夏月? lett. "Luna estiva")[4] è stato un cacciatorpediniere della Marina imperiale giapponese, dodicesima e ultima unità della classe Akizuki. Fu varato nel dicembre 1944 dal cantiere navale dell'arsenale di Sasebo ma, sotto bandiera nipponica, non partecipò ad alcuna azione di rilievo; dopo la fine della guerra passò al Regno Unito, che in ogni caso se ne disfece nel 1948.
Servizio operativo e fato
[modifica | modifica wikitesto]Il cacciatorpediniere Natsuzuki fu ordinato nell'anno fiscale edito dal governo giapponese nel 1941. La sua chiglia fu impostata nel cantiere navale dell'arsenale di Sasebo il 1º maggio 1944 e il varo avvenne il 2 dicembre dello stesso anno; fu completato l'8 aprile 1945.[5] Il comando fu affidato al capitano di fregata Shigeru Nishino e la nave fu assegnata all'11ª Squadriglia cacciatorpediniere, dipendente dalla Flotta Combinata e demandata all'addestramento delle nuove unità in tempo di guerra.[6]
Il 25 maggio fu assegnato alla 41ª Divisione cacciatorpediniere già formata dai gemelli Fuyuzuki, Yoizuki e Suzutsuki (quest'ultimo inutilizzabile per danni gravi); il reparto era inquadrato nella 31ª Squadriglia di scorta, sempre dipendente dalla Flotta Combinata.[6] In questa prima metà dell'anno il Natsuzuki era stato rapidamente dotato di altre venti bocche da fuoco da 25 mm, tutte su affusti singoli sul ponte di coperta, e quasi sicuramente aveva incrementato il carico utile di bombe di profondità a settantadue.[7] Il 16 giugno, tuttavia, incappò in una mina e subì danni gravi, tali da costringerlo a ormeggiarsi a Sasebo per lente riparazioni; fu spostato a Moji e qui lo colse la fine della guerra. Consegnato alle autorità d'occupazione statunitensi, che provvidero a rimuovere ogni arma e attrezzatura militare, il 5 ottobre successivo fu rimosso dalla lista del naviglio in servizio con la Marina imperiale:[6] due delle sue torrette con pezzi Type 98 da 100 mm furono rimosse da militari e tecnici americani per essere inviate negli Stati Uniti, allo scopo di esaminarle.[8] Dato il suo stato di avaria, il Natsuzuki non fu inserito inserito nel vasto programma di rimpatrio del personale militare e civile giapponese dagli ex territori occupati.[9] Durante le battute finali della vasta operazione, le potenze vincitrici decisero il destino del cacciatorpediniere e dell'altro naviglio leggero giapponese catturato; la spartizione avvenne nel corso di quattro incontri al quartier generale dello SCAP: durante la terza riunione, del 15 agosto 1947, il pur danneggiato Natsuzuki fu assegnato al Regno Unito in conto di riparazione di guerra. La cessione divenne effettiva il 25 e la nave avrebbe dovuto essere indirizzata a Singapore, punto di raccolta per le unità ricevute da Londra, ma in realtà fu lasciata in Giappone per una serie di motivazioni – prima di tutto le sue condizioni, ma anche perché, proprio in agosto, il British Iron & Steel Board aveva fatto presente che in Estremo Oriente non sembravano esserci le strutture adeguate per demolire e smaltire le navi ex nipponiche che stavano ingombrando la rada di Singapore (la Royal Navy, infatti, non aveva alcun interesse a mantenerle in servizio). Fu quindi valutata la possibilità di spostare l'eterogenea flottiglia in Gran Bretagna e procedere alla demolizione, oppure di smantellare le navi in Giappone e importare i rottami ma, alla fine, le attività furono eseguite proprio a Singapore.[10]
Un'eccezione fu rappresentata dal Natsuzuki, al quale i britannici non dettero neppure un nuovo nominativo. Il cacciatorpediniere fu trainato alle strutture della ditta Uraga, nella prefettura di Tokyo, e lì fu demolito nel corso del 1948.[9]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Stille 2013, Vol. 2, pp. 30, 32-34, 38.
- ^ (EN) Materials of IJN (Vessels - Akizuki class Destroyers), su admiral31.world.coocan.jp. URL consultato il 20 ottobre 2020.
- ^ (EN) Japanese Ships Name, su combinedfleet.com. URL consultato il 20 ottobre 2020.
- ^ Stille 2013, Vol. 2, p. 32.
- ^ a b c (EN) IJN Tabular Record of Movement: Natsuzuki, su combinedfleet.com. URL consultato il 20 ottobre 2020.
- ^ Stille 2013, Vol. 2, pp. 33-34.
- ^ (EN) Japan 10 cm/65 (3.9") Type 98, su navweaps.com. URL consultato il 20 ottobre 2020.
- ^ a b Dodson 2020, p. 297.
- ^ Dodson 2020, pp. 201-202, 214.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Aidan Dodson, Serena Cant, Spoils of War. The Fate of Enemy Fleets after the Two World Wars, Barnsley, Seaforth Publishing Ltd. (Pen & Sword Books Ltd.), 2020, ISBN 978-1-5267-4198-1.
- Mark E. Stille, Imperial Japanese Navy Destroyers 1919-1945, Vol. 2, Oxford, Osprey, 2013, ISBN 978-1-84908-987-6.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Natsuzuki
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) IJN Tabular Record of Movement: Natsuzuki, su combinedfleet.com.
- (EN) Materials of IJN (Vessels - Akizuki class Destroyers), su admiral31.world.coocan.jp.