Strip club
Lo strip club è un locale notturno in cui le spogliarelliste offrono intrattenimento per i clienti, principalmente sotto forma di spogliarello, balli erotici o esotici. In genere, gli strip club seguono lo stile delle discoteche o dei bar, ma possono anche adottare una tendenza teatrale o cabaret.
Gli strip club di stampo statunitense iniziarono ad apparire al di fuori del Nord America dopo la seconda guerra mondiale, arrivando in Asia alla fine degli anni '80 e in Europa nel 1978, dove competevano con i locali inglesi e francesi.[1]
Nel 2005 la dimensione dell'industria degli strip club è stata stimata intorno ai 75 miliardi di dollari,[2] mentre nel 2019 a causa della pandemia di COVID-19 è scesa a otto miliardi,[3] generando il 19% delle entrate lorde nel settore dell'intrattenimento per gli adulti.[4] La redditività di uno strip club è influenzata da diversi fattori: la sua ubicazione, le abitudini di spesa dei clienti, l'arredamento e la presenza di sale VIP.[5]
Lo status giuridico degli strip club si è evoluto nel corso del tempo, con leggi nazionali e locali che sono diventate progressivamente più liberali sulla questione in molti Paesi; tuttavia, alcuni Paesi (come l'Islanda) hanno implementato limiti rigidi e divieti.[6] Questo tipo di locale spesso è oggetto di controversie, facendo parte dell'industria del sesso. Alcuni club sono stati collegati alla criminalità organizzata.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Rachel Shteir, Striptease: the untold history of the girlie show, New York, Oxford University Press, 1964, pp. 31, 39, 263–266, 350, ISBN 978-0-19-512750-8. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ (EN) Sheila Jeffreys, The Industrial Vagina: The Political Economy of the Global Sex Trade, Routledge, 2009, ISBN 978-0-41-541233-9.
- ^ (EN) Strip Clubs Industry in the US - Market Research Report, su ibisworld.com, 2 aprile 2021. URL consultato il 14 settembre 2021.
- ^ (EN) Lewis Perdue, EroticaBiz: How Sex Shaped the Internet, iUniverse, 2002, ISBN 978-0-59-525612-9.
- ^ Katherine Frank, G-Strings and Sympathy: Strip Club Regulars and Male Desire, Duke University Press, 2002, pp. 57–84, ISBN 978-0-82-232972-5.
- ^ (EN) Legislation Bans Stripping in Iceland, su icelandreview.com, 24 marzo 2010. URL consultato il 14 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2010).
- ^ (EN) Chris Coletta, Strip club's ownership shift creates furor over payments, su bizjournals.com, 13 dicembre 2007. URL consultato il 14 settembre 2021.
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