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Pëtr Mironovič Mašerov

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Pëtr Mironovič Mašerov

Primo Segretario del Partito Comunista della Bielorussia
Durata mandato30 marzo 1965 –
4 ottobre 1980
PredecessoreKirill Mazurov
SuccessoreTichon Kiselëv

Deputato del Soviet dell'Unione del Soviet Supremo dell'URSS
LegislaturaIII, IV, V
CircoscrizioneOblast' di Mogilëv (III), RSS Bielorussa (IV), Oblast' di Brest (V)

Deputato del Soviet delle Nazionalità del Soviet Supremo dell'URSS
LegislaturaVII, VIII, IX, X
CircoscrizioneRSS Bielorussa

Dati generali
Partito politicoPartito Comunista dell'Unione Sovietica
UniversitàIstituto pedagogico Kirov di Vicebsk
ProfessioneInsegnante
Pëtr Mironovič Mašerov
Mašerov in uniforme nel 1944
NascitaŠirki, 13 febbraio 1918
MorteDistretto di Smaljavičy, 4 ottobre 1980
Dati militari
Paese servito Unione Sovietica
Forza armata Armata Rossa
Partigiani sovietici
Anni di servizio1941 - 1945
GradoMaggior generale
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneResistenza bielorussa
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Pëtr Mironovič Mašerov (in russo Пётр Миронович Машеров?, in bielorusso Пётр Міронавіч Машэраў?, Pëtr Mironavič Mašėraŭ; Širki, 13 febbraio 1918Distretto di Smaljavičy, 4 ottobre 1980) è stato un politico sovietico.

Durante la Seconda guerra mondiale svolse un ruolo di primo piano nell'organizzazione e la guida del movimento partigiano in Bielorussia, per cui fu insignito del titolo di Eroe dell'Unione Sovietica e dell'Ordine di Lenin.

Nel 1964 fu eletto membro del Comitato Centrale del PCUS[1], dove si inserì nel gruppo di origine bielorussa guidato da Kirill Mazurov[2].

L'anno successivo divenne primo segretario del Partito Comunista della Bielorussia[3], carica che mantenne fino alla morte. Fu definito uno dei «buoni comunisti» cui la popolazione bielorussa ricollega il suo sviluppo economico e sociale del secondo dopoguerra[4]: in questa veste «incarnò la capacità del sistema di promuovere la giustizia sociale»[5] ed enfatizzò l'elemento organizzativo come la chiave del successo del modello di sviluppo prescelto[6].

Considerato tra i dirigenti in predicato di succedere a Brežnev[7], morì nel 1980 a causa di un incidente stradale;[8] toccherà a Michail Gorbačëv il compito di subentrargli nella carica occupata a Mosca.[9]

  1. ^ (DE) Astrid Nahm, Politische Konstruktionsversuche weißrussischer Identität: Zur Bedeutung des Rückgriffs auf Geschichte für die unabgeschlossene weißrussische Nationalstaatsbildung, in Jahrbücher für Geschichte Osteuropas, Neue Folge, vol. 42, n. 4, 1994, p. 543.
  2. ^ (EN) John P. Willerton, Jr., Patronage Networks and Coalition Building in the Brezhnev Era, in Soviet Studies, vol. 39, n. 2, aprile 1987, p. 195.
  3. ^ (EN) Michael E. Urban, Russell B. Reed, Regionalism in a Systems Perspective: Explaining Elite Circulation in a Soviet Republic, in Slavic Review, vol. 48, n. 3, autunno 1989, pp. 413-431.
  4. ^ (EN) Andrew Wilson, Belarus. The Last European Dictatorship, New Haven, Yale University Press, 2011, p. 116.
  5. ^ (FR) Valeri Karbalevitch, Le satrape de Biélorussie. Alexandre Loukachenko, dernier tyran d’Europe, Parigi, François Bourin Éditeur, 2012, p. 65.
  6. ^ Sulle sue dichiarazioni al congresso del PCUS del 1971 in tal senso, v. Paul Cocks, Rethinking the Organizational Weapon: The Soviet System in a Systems Age, World Politics, Vol. 32, No. 2 (Jan., 1980), p. 229.
  7. ^ "Possibilities among the current crop would be Gregory Romanov (56), the first secretary of the Leningrad Party; Vladimir Shcherbitskiy (62), the leader in the Ukraine; Peter Masherov (60), the leader of the Byelorussian Party; and two members of the current secretariat: Vladimir Dolgikh (54), who specializes in industry, and the youngest and newest member of the hierarchy, Mikhail Gorbachev": (EN) William G. Hyland, Brezhnev and Beyond, in Foreign Affairs, vol. 58, n. 1, autunno 1979, p. 62.
  8. ^ Mašerov Pëtr Mironovič.
  9. ^ I 90 di Gorbaciov. L’uomo che fece a braccio di ferro con la storia, su www.avvenire.it, 2 marzo 2021. URL consultato il 27 giugno 2024.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • (RU) Mašerov Pëtr Mironovič, su Spravočnik po istorii Kommunističeskoj partii i Sovetskogo Sojuza 1898-1991. URL consultato il 23 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2017).
Controllo di autoritàVIAF (EN69734892 · ISNI (EN0000 0000 7860 8412 · LCCN (ENn81078906 · GND (DE119253224