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Paulo Innocenti

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Paulo Innocenti
NazionalitàBrasile (bandiera) Brasile
Italia (bandiera) Italia (dal 1931)
Calcio
RuoloAllenatore (ex difensore)
Termine carriera1937 - giocatore
1945 - allenatore
Carriera
Squadre di club1
1921-1923Paulistano? (?)
1923-1924Virtus Bologna21 (0)
1924-1926Bologna13 (0)
1926-1937Napoli213 (6)
Nazionale
1931-193?Italia (bandiera) Italia B4 (0)
Carriera da allenatore
1943Napoli
1945Napoli
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Paulo Innocenti – noto anche come Paolo Innocenti – (Rio Grande do Sul, 11 marzo 1902Napoli, 13 luglio 1983[1]) è stato un allenatore di calcio e calciatore brasiliano naturalizzato italiano, di ruolo difensore.

Il soprannome di Pippone, con cui era noto presso i tifosi, derivava dal suo naso.[1]

Emigrato in Italia nel 1915 con i genitori di origini bolognesi[1], dal 1924 al 1926 giocò per il Bologna dove vinse uno scudetto nella stagione 1924-1925, cui dette il contributo con 12 presenze, in un'epoca in cui non erano consentite sostituzioni[2].

Nel 1926 giunse a Napoli per svolgervi il servizio militare; ingaggiato dalla locale squadra ne fu esentato[1]; giocò quindi sino al 1937 con il Napoli, di cui fu il primo capitano della storia, collezionandovi 213 presenze, compresa la prima partita disputata dall'appena costituita squadra, la sconfitta casalinga del 3 ottobre 1926 contro l'Inter per 3-0[3] e ne segnò anche il primo gol della storia[1], il 17 ottobre 1926, in Genoa-Napoli 4-1[3]. Con la maglia dei partenopei, che fu la sua ultima squadra come calciatore, restò per dieci stagioni, passando dall'era della presidenza di Giorgio Ascarelli a quella del comandante Achille Lauro, in cui la società si piazzò al terzo posto in classifica finale nei campionati 1932-1933[4] e 1933-1934[5], risultato che sarebbe stato eguagliato solo nel campionato 1965-1966[6].

In un'epoca in cui la nazionale poteva contare nel suo ruolo su giocatori come Luigi Allemandi ed Umberto Caligaris[7] debuttò il 12 aprile 1931 in Lussemburgo-Italia B (0-3) in una gara in cui aveva come compagni di reparto difensivo i compagni di squadra nel Napoli Cavanna e Vincenzi, mentre in attacco c'erano Mihalich e Vojak, anche loro compagni di squadra nel Napoli; in gara, secondo il Littoriale, fornì un'ottima prova senza sbagliare un'occasione intendendosi benissimo con il portiere e sventando pure un tentativo di andare a segno degli avversari[8]. In totale collezionò quattro presenze senza segnare reti[9][10].

Nel 1942-1943 subentrò ad Antonio Vojak sulla panchina del Napoli, conducendo la squadra al terzo posto in Serie B; rimase comunque, dopo la fine della carriera, a lavorare per la società partenopea, diventando uomo di fiducia di Achille Lauro ed aprendo un'attività commerciale a Napoli[11], un bar in pieno centro diventato popolare presso i tifosi; nel capoluogo vi restò sino alla morte, avvenuta per infarto, constatata dall'amico, compagno di squadra e collega per molti anni Athos Zontini[3].

Bologna: 1924-1925
  1. ^ a b c d e Gazzetta dello Sport, 14 luglio 1983
  2. ^ Fabio Campisi, Il Bologna è una fede, pagina 10
  3. ^ a b c Carratelli, p.34.
  4. ^ Carratelli, p.50.
  5. ^ Carratelli, p.54.
  6. ^ Carratelli, p.418.
  7. ^ Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, volume 2, pagina 281
  8. ^ Littoriale, 13 aprile 1931, pagina 3 Archiviato il 17 agosto 2014 in Internet Archive. emeroteca.coni.it
  9. ^ Statistiche in nazionale Playerhistory.com
  10. ^ Almanacco del Calcio Panini 1979, pagina 458
  11. ^ Storia del centravanti che diventò un idolo e non se andò mai più Repubblica.it

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