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Paolo Panelli

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Paolo Panelli nel 1971 a Speciale per noi

Paolo Panelli (Roma, 15 luglio 1925Roma, 19 maggio 1997) è stato un attore, comico e conduttore televisivo italiano.

Paolo Panelli, Delia Scala e Nino Manfredi in Canzonissima (1959)

Ha iniziato la sua carriera teatrale dopo essersi diplomato presso l'Accademia nazionale d'arte drammatica di Roma e aver mosso i primi passi sul palcoscenico come attore nel teatro di rivista. Ha debuttato nel 1946 con Il giardino dei ciliegi e ha lavorato al Teatro Piccolo di Roma fino al 1951, dedicandosi sempre di più al mondo della radio e a quello della televisione che gli diede il grande successo popolare, assieme all'interpretazione delle commedie musicali della ditta Garinei e Giovannini: Buonanotte Bettina (1955-1956), L'adorabile Giulio (1957-1958) e Un trapezio per Lisistrata (1958-1959). Nel 1959 vinse il Microfono d'argento come miglior personaggio televisivo dell'anno, per la conduzione di Canzonissima, assieme a Delia Scala e Nino Manfredi. Dello stesso programma condusse anche l'edizione del 1968, insieme a Mina e a Walter Chiari.

È stato ospite in trasmissioni televisive e radiofoniche di successo, come Studio Uno e il programma radiofonico Gran varietà e quello omonimo televisivo di Rete 4, Gran varietà, nei personaggi del "tassinaro", di Cecconi Bruno (Ceccon Brown) e Menelao Strarompi. In esse ha mostrato le sue doti di attore comico, a volte dissacrante, con i suoi personaggi macchiettistici, interprete della romanità ma anche dei vizi dell'italiano medio. Negli anni ottanta partecipa, insieme alla figlia Alessandra, allo spettacolo teatrale Per quanto, su testi di Stefano Viali, e alla trasmissione radiofonica Varietà, varietà, anche come conduttore.

Lavorò a fianco della moglie, Bice Valori, e con lei fu il protagonista di innumerevoli trasmissioni televisive sin dal 1952, anno in cui i due attori si sposarono, restando insieme fino alla morte di lei; tra queste vanno ricordate Pep - Piccola Enciclopedia Panelli, del 1963, Speciale per noi, del 1971, e Ma che sera, del 1978. Alla radio partecipò, con la moglie, alla prima edizione del programma Più di così..., nel 1977. Nel 1961 recitò nella commedia musicale Rinaldo in campo di Garinei e Giovannini, con Domenico Modugno, Delia Scala, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, nella parte di "Chiericuzzu", in cui lui, attore comico, dà una grande prova, anche di attore drammatico, nel momento della morte del personaggio.

È stato interprete, come caratterista, di numerose pellicole tra le quali Noi duri (1960) di Camillo Mastrocinque, L'assassino (1961) di Elio Petri, Il conte Tacchia (1982), Sing Sing e Questo e quello (1983) di Sergio Corbucci, Grandi magazzini (1986) di Castellano e Pipolo, Splendor (1989) di Ettore Scola, con cui ottenne una candidatura come miglior attore non protagonista ai David di Donatello 1989. Notevole anche la sua partecipazione al film Parenti serpenti di Mario Monicelli (1992). Ne Il conte Tacchia, interpretando il ruolo del padre del protagonista (Enrico Montesano), svolge il lavoro di falegname, nella realtà suo importante hobby. Nel 1992 partecipò a Magazine 3, insieme a Oreste De Fornari, Gloria De Antoni e Daniele Luttazzi. Termina la propria carriera nelle due stagioni (1995-1996) del telefilm Pazza famiglia di Enrico Montesano.

Paolo Panelli morì il 19 maggio 1997, all’età di 71 anni, per un edema polmonare.[1] I funerali vennero celebrati il 21 maggio presso la chiesa di Santa Maria Regina Apostolorum, nel quartiere Prati a Roma, dove ha vissuto per molti anni, alla presenza di amici e colleghi del cinema e del teatro; successivamente è stato tumulato nel cimitero Flaminio-Prima Porta. Alla sua morte, il collega Gigi Proietti ha scritto in sua memoria un sonetto, dal titolo In morte di Paolo Panelli.

Paolo Panelli in compagnia della moglie, Bice Valori, abbraccia il regista Antonello Falqui

Paolo Panelli partecipò a numerose serie della rubrica pubblicitaria televisiva Carosello:[2]

Prosa radiofonica Rai

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  1. ^ Addio Paolo Archiviolastampa.it
  2. ^ Marco Giusti, Il grande libro di Carosello, II edizione, Sperling e Kupfer, ISBN 88-200-2080-7

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