Pietro Alberici (medico)
Pietro Alberici, o Pietro d'Alberico (fl. XII secolo), è stato un anatomista italiano, uno dei primi studiosi dell'anatomia e medicina moderna.
Ovidio Montalbani nel 1664 lo annovera come fratello del famoso Ugo Alberici da Porta Ravegnana, dottore d'arti liberali e giureconsulto della scuola dei glossatori,[1] e li definisce entrambi fondatori o restauratori dello studium di Filosofia e Medicina di Bologna;[2] Michele Medici secondo le sue ricerche, anche se con molti dubbi storiografici, seppur riconoscendone la fama, scrisse invece che gli studi medici e anatomici sarebbero stati avviati a Bologna già prima del XII secolo.[3][2]
Alessandro Macchiavelli lo attribuisce al 1131, mentre Giovanni Pasquale Alidosi lo menziona nel Catalogo de' dottori bolognesi, per l'anno 1164:[2]
«Petrus Alberici et medicus ac qui primus docuisse fertur humanum cerebrum cellulis ita constare ut quae mentem perpetuo agunt imaginationes ita intus illas collocari ut per somnum deinde recentior veteriorem propellendo noviter tamquam sub oculis ponat et proferat»
«Pietro Alberici, medico che si dice sia stato il primo ad insegnare che le cellule cerebrali umane sono così evidenti che le immaginazioni che agiscono sulla mente sono sempre poste in essa affinché attraverso il sonno, le nuove, spingendo le più vecchie, siano collocate e scorrano sotto gli occhi»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ ALBERICO di Porta Ravegnana, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ a b c Michele Medici, Compendio storico della Scuola anatomica di Bologna dal rinascimento delle scienze e delle lettere a tutto il secolo 18. con un paragone fra la sua antichita e quella delle scuole di Salerno e di Padova, Bologna, Tipografia governativa della Volpe e del Sassi, 1857, pp. 6-7.
- ^ Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei (a cura di), Atti dell'Accademia Pontificia de' Nuovi Lincei pubblicati conforme alla decisione accademica del 22 dicembre 1850 e compilati dal segretario, XII, Roma, Tipografia delle belle arti, 1858-1859, p. 45.