Quartiere San Donato
San Donato ex quartiere | |
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Quartiere San Donato | |
Il Fiera District | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città metropolitana | Bologna |
Comune | Bologna |
Amministrazione | |
Data di istituzione | 1962 |
Data di soppressione | 2016 |
Territorio | |
Coordinate | 44°30′13.68″N 11°22′04.44″E |
Superficie | 15,465 km² |
Abitanti | 31 640 (2021) |
Densità | 2 045,91 ab./km² |
Altre informazioni | |
Prefisso | 051 |
Fuso orario | UTC+1 |
Targa | BO |
Circoscrizione | Quartiere San Donato-San Vitale |
Cartografia | |
San Donato è un ex-quartiere di Bologna, ora zona statistica, accorpato al quartiere San Vitale nel 2016 a formare il quartiere San Donato-San Vitale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Fino alla metà del XX secolo l'area era scarsamente urbanizzata, essendo ai margini di Bologna, al confine con la campagna circostante. Gli insediamenti erano limitati, di carattere rurale e posti per lo più vicino alle parrocchie: la principale, Sant'Egidio, ma anche San Donnino, San Nicolò di Villola, San Sisto (non più esistente), Santa Maria, San Giovanni in Calamosco e Sant'Andrea di Quarto. Si trattava di una zona a forte vocazione agricola, segnata dal corso del torrente Savena, fino al 1776 quando venne deviato.[1][2] Nel 1901 scoppiò in quest'area un'epidemia di malaria.[3]
Già durante il periodo fascista si sviluppò la periferia fuori Porta San Donato, con l'edificazione di case "popolarissime" in via Vezza e del "villaggio dei ferrovieri" di via della Campagna, racchiuso tra i tracciati ferroviari della linea di cintura.[2] Un altro intervento si ebbe con l'erezione di dieci palazzine per i profughi giuliani nel 1949,[4] ma fu solo col boom economico, negli anni tra il 1951 e il 1971, che si ebbe una vera e propria crescita urbanistica dovuta all'esplosione demografica della città.
Nel 1948 aprì la Casa del Popolo del quartiere,[5] mentre l'anno successivo venne varato il piano INA-Casa che prevedeva la progettazione di un grande comparto residenziale popolare nella zona di via Andreini.[6][7] A partire dagli anni '50 larghe parti di campagna furono edificate, spesso tramite operazioni di Edilizia residenziale pubblica: negli anni '60 venne innalzata dallo Istituto Autonomo Case Popolari una vasta area residenziale attorno a San Donnino, dove già nel 1953 era stato costruito il Villaggio per giovani sposi su impulso del cardinale Giacomo Lercaro.[8] Per far fronte alla forte pressione demografica dovuta all'immigrazione dall'Italia centrale e meridionale, lo IACP progettò il nuovo insediamento del Pilastro, realizzato tra il 1966 e il 1970.[2][9]
Nel 1978 iniziarono i lavori del Fiera District, ovvero il centro direzionale cittadino progettato da Kenzō Tange già alla fine degli anni '60. Nel 1983 saranno inaugurate le prime torri, ma i lavori verranno ultimati solamente nel 2011.[10][11]
Storia amministrativa
[modifica | modifica wikitesto]Il quartiere fu istituito nel 1962 e soppresso nel 2016 in luogo del nuovo quartiere San Donato-San Vitale.[12]
Presidenti di Quartiere | |||
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Periodo | Presidente | Lista | Note |
2004 - 2011 | Riccardo Malagoli | PRC/SD | [senza fonte] |
2011 - 2016 | Simone Borsari | PD | [senza fonte] |
Origine del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il quartiere prende il nome dal principale asse stradale che lo attraversa; l'odonimo San Donato deriva dalla chiesa omonima del centro storico della città. Tale via, conosciuta anticamente come Strada Sancti Donati e ora denominata Via Zamboni per il tratto interno alle mura, partiva da Piazza di Porta Ravegnana e passando per Porta San Donato, conduceva verso Granarolo e il contado di nord-est.[13]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di Sant'Andrea di Quarto Superiore
- Chiesa di Sant'Antonio Maria Pucci
- Chiesa di Santa Caterina da Bologna
- Chiesa di San Domenico Savio
- Chiesa di San Donnino
- Chiesa di Sant'Egidio
- Chiesa di San Giovanni Battista di Calamosco
- Chiesa di San Nicolò di Villola
- Chiesa di San Vincenzo de' Paoli
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]abitanti censiti[14]
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Tra l'Ottocento e il Novecento il quartiere sviluppò una vocazione industriale, soprattutto nell'area a ridosso dei Viali di Circonvallazione e nella zona di Sant'Egidio. Al di fuori di Porta San Donato si stabilì già nel 1846 l'officina del gas col gasometro.[15] Altre aziende che si insediarono in zona furono gli Stabilimenti Gazzoni, produttrice dell'idrolitina, e la Curtisa. Successivamente l'espansione urbana dovuta agli interventi di edilizia economica residenziale fecero disperdere gli impianti industriali nel quartiere.[16]
Nel quartiere sono presenti il Centro AgroAlimentare di Bologna (CAAB), inaugurato nel 2000, la Fiera di Bologna, lo stabilimento bolognese di Industria Italiana Autobus (già BredaMenarinibus), la centrale del latte Granarolo[17] e il parco alimentare FICO Eataly World.[18] Ospita inoltre la sede regionale Rai, prospiciente il quartiere fieristico.[19]
Geografia antropica
[modifica | modifica wikitesto]Il quartiere fa parte del Quartiere San Donato-San Vitale dal 2016 e ne è zona statistica. La zona principalmente urbanizzata è quella contigua alla città, posta tra Via Stalingrado e le ferrovie.[20] Altre località sono Calamosco, San Sisto, San Nicolò di Villola e Quarto Superiore.[21]
- Complesso INA-Casa di via Andreini
Il complesso, previsto dal piano INA-Casa, fu progettato dalla Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia secondo matrici urbanistiche di derivazione nord-europea e anglosassone, e innalzato nel 1957. È situato tra la linea ferroviaria di cintura e la via intitolata ad Isabella Andreini, che ne rappresenta l'asse stradale principale. Gli edifici, di altezze contenute, si sviluppano prevalentemente in orizzontale con bassi portici e varchi passanti di collegamento. La disposizione delle strutture crea un sistema di percorsi urbani risultando in ampi spazi verdi che hanno funzione di piazza o dove sono collocati alcuni servizi come le scuole materne.[2][6]
Quartiere fieristico sorto tra il 1964 e il 1965 e poi ampliato secondo i piani dell'architetto giapponese Kenzō Tange durante gli anni '80.[22] È sede oltre che delle infrastrutture fieristiche, di numerosi enti e istituzioni, caratterizzandolo come centro direzionale cittadino.[23]
Quartiere periferico edificato tra la fine degli anni Sessanta e il 1972.[22]
Nucleo di recente formazione, delimitato dalla Linea di cintura a sud, dalla Tangenziale a est e da Viale Europa a nord. Tra gli interventi di urbanizzazione più rilevanti sono da segnalare il Villaggio giovani sposi e le unità abitative IACP progettate da Giorgio Trebbi e Francesco Santini.[24] Fino agli anni '50 era una zona rurale, dove sorgevano solo la chiesa parrocchiale e l'edificio detto Casalone.[25]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Mioli, p.10, 14.
- ^ a b c d Fondazione Villa Ghigi (a cura di), San Donato – Aree verdi del quartiere (PDF) (pieghevole), Comune di Bologna, 2009.
- ^ Epidemia di malaria alle porte della città, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato l'8 gennaio 2023.
- ^ Le palazzine dei profughi giuliani, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato l'8 gennaio 2023.
- ^ La nuova Casa del Popolo di San Donato, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato l'8 gennaio 2023.
- ^ a b Complesso residenziale INA-Casa San Donato, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato l'8 gennaio 2023.
- ^ Il piano INA Casa: nuovi quartieri popolari nella periferia, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato l'8 gennaio 2023.
- ^ Il Villaggio per Giovani Sposi a San Donnino, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato l'8 gennaio 2023.
- ^ Mioli, pp.68-69.
- ^ Kenzo Tange progetta il nuovo quartiere nord, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato l'8 gennaio 2023.
- ^ Le torri del Fiera District, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato l'8 gennaio 2023.
- ^ Nuova riforma dei quartieri, su comune.bologna.it. URL consultato il 29 marzo 2022.
- ^ Mioli, p.7.
- ^ Popolazione residente per età, quartiere e zona al 31 dicembre - serie storica URL consultato in data 15 marzo 2022
- ^ Officina del gas, su storiaememoriadibologna.it. URL consultato il 12 marzo 2022.
- ^ Zona industriale San Donato, su bolognametalmeccanica.it. URL consultato il 12 marzo 2022.
- ^ Mioli, p.89, 130.
- ^ Inaugurazione di Fico, grande parco agroalimentare, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato il 13 marzo 2022.
- ^ La sede regionale rai, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato il 13 marzo 2022.
- ^ Mioli, p.69.
- ^ Mioli, p.70.
- ^ a b Atlante Bolognese, p.73.
- ^ Fiera District e Piano per Bologna-Nord, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 15 marzo 2022.
- ^ Unità San Donato-San Donnino (IACP), su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato l'8 gennaio 2023.
- ^ Atlante Bolognese, p.72.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vincenzo Mioli, S. Donato storia di un quartiere, Bologna, Comune di Bologna, 2003, SBN IT\ICCU\UBO\3007207.
- Atlante Bolognese, testi di Cesare Bianchi, Bologna, Poligrafici editoriali, 1993, SBN IT\ICCU\UBO\0102712.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Zona industriale San Donato, su bolognametalmeccanica.it. URL consultato l'8 gennaio 2023.