Rodolfo Morandi
Rodolfo Morandi | |
---|---|
Ministro dell'industria e del commercio | |
Durata mandato | 14 luglio 1946 – 1º giugno 1947 |
Capo del governo | Alcide De Gasperi |
Predecessore | Giovanni Gronchi |
Successore | Giuseppe Togni |
Segretario del Partito Socialista Italiano | |
Durata mandato | 4 dicembre 1945 – 17 aprile 1946 |
Predecessore | Sandro Pertini |
Successore | Ivan Matteo Lombardo |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 8 maggio 1948 – 26 luglio 1955 |
Legislatura | I, II |
Gruppo parlamentare | Partito Socialista Italiano |
Circoscrizione | I: Senatore di diritto II: Lombardia |
Collegio | II: Cremona-Ostiglia |
Incarichi parlamentari | |
| |
Sito istituzionale | |
Deputato dell'Assemblea Costituente | |
Durata mandato | 25 giugno 1946 – 31 gennaio 1948 |
Gruppo parlamentare | Socialista |
Circoscrizione | CUN |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Socialista Italiano |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Professione | Avvocato |
Rodolfo Morandi (Milano, 30 luglio 1902 – Milano, 26 luglio 1955) è stato un avvocato, economista e politico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato nel 1902 a Milano, si laureò in Giurisprudenza ed esercitò la professione forense. La sua formazione fu arricchita da studi di filosofia (in particolare, Hegel e Marx) e di economia. Tra i vari lavori intellettuali di cui fu autore, vi è anche una Storia della grande industria italiana. Fu, inoltre, direttore di collana per le Edizioni Corticelli.
Elemento centrale nella vita di Morandi fu l’impegno politico nel Partito Socialista Italiano, ove fu esponente di punta della corrente di sinistra. Aderì all'antifascismo[1] e, arrestato nell'aprile del 1937, venne processato e condannato a dieci anni dal Tribunale speciale.[2]
I suoi contatti con i gruppi degli esuli antifascisti risalgono al 1928. È di quell'epoca l'adesione di Morandi al movimento di Giustizia e Libertà, da cui si staccò per avvicinarsi sempre più a posizioni socialiste.
Tra gli anni 1934 e 1937, Morandi anima il Centro Interno Socialista e partecipa al gruppo redazionale italiano della rivista Politica socialista, che si pubblicava a Parigi e diffusa clandestinamente in Italia.
La sua attività militante continuò anche in carcere. Inviato al penitenziario per condannati politici di Castelfranco Emilia, Morandi partecipò all'organizzazione di un collettivo di studio dei detenuti dove si mise a disposizione come insegnante e per il quale mise a disposizione tutti i suoi mezzi finanziari.
Nel 1938 gli fu dedicata la tessera del PSI, assieme ad Antonio Pesenti e a Sandro Pertini, prigionieri anche loro nelle carceri fasciste.[3]
Durante la Seconda guerra mondiale prese parte alla Resistenza partigiana e fu membro influente del CLN, in rappresentanza delle brigate Matteotti. Il 27 aprile 1945, in rappresentanza del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, fu nominato presidente del CLNAI (Comitato Nazionale di Liberazione Alta Italia), succedendo ad Alfredo Pizzoni. Il 25 settembre 1945, sotto il governo di Ferruccio Parri, venne nominato componente della Consulta nazionale, assemblea legislativa di natura provvisoria e non elettiva istituita dopo la fine della seconda guerra mondiale allo scopo di sostituire il parlamento del Regno del Sud.
Fu tra il dicembre 1945 e l'aprile 1946, segretario del PSIUP, succedendo a Sandro Pertini.
Direttore della rivista "Socialismo" dal 1945, un anno dopo fu eletto deputato all'Assemblea Costituente tra le file del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria e fu Ministro dell'industria e del commercio dal luglio 1946 al maggio 1947.
Dal luglio 1946 al maggio del 1947, Morandi fu Ministro per l'Industria e il Commercio. Dopo la scissione della componente socialdemocratica nel gennaio 1947, fu favorevole all'alleanza con il Partito Comunista Italiano. Agli inizi degli anni '50 fu vicesegretario nazionale del Partito Socialista Italiano e si dedicò molto al rafforzamento della sua organizzazione sul territorio.
Al Congresso straordinario di Genova (27 giugno-1º luglio 1948) presenta una mozione assieme a Pietro Nenni, posizionata a sinistra e a sostegno della validità, nonostante la sconfitta alle prime elezioni politiche, della politica del Fronte Democratico Popolare.[4]
Nella primavera del 1950 al congresso nazionale della Federazione Giovanile Socialista Italiana, che si svolse a Modena, teorizzò l'adesione al leninismo come sviluppo del marxismo e come superamento della socialdemocrazia e del massimalismo. Morandi diede impulso alla nuova organizzazione capillare del PSI (nuclei di strada, di caseggiato, nuclei aziendali socialisti - i NAS -, ecc.) a partire dal Convegno nazionale di Roma (novembre 1950). Nel 1953 divenne senatore e durante la segreteria di Pietro Nenni fu vicesegretario del PSI.
Morì improvvisamente nell'estate del 1955, dopo aver enunciato al Congresso nazionale socialista di Torino svoltosi poco prima, la teoria dell'incontro tra le masse socialiste e cattoliche. Fu sostituito alla carica di senatore da Mario Grampa.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Storia della grande industria in Italia (1931)
- La democrazia del socialismo (1923)
- Lettere al fratello e Lotta di popolo (1937)
- Democrazia diretta e ricostruzione capitalista (1945)
- Il Partito e la Classe (1948)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ "Alla incessante attività dei comunisti, si affianca [nel 1937] egualmente coraggiosa, quella dei "giellisti", particolarmente a Carrara, a Torino, a Milano. In quest'ultima città esercita una funzione di primo piano il gruppo Morandi-Luzzatto-Venanzi, che si distingue per la sua opera in favore del fronte unico di lotta antifascista." In: Adriano Dal Pont, Alfonso Leonetti et al., Aula IV. Tutti i processi del tribunale speciale fascista, Milano 1976 (ANPPIA/La Pietra), p. 317-318
- ^ Sentenza n. 66 del 13.10.1937 contro Rodolfo Morandi e altri ("Nel 1936-1937 hanno luogo a Milano parecchie manifestazioni a favore della Spagna repubblicana e contro il rincaro della vita. La responsabilità è fatta risalire al Fronte unico antifascista, comprendente comunisti, socialisti e repubblicani. Accertata la diffusione de "Il Nuovo Avanti", "Il Grido del Popolo", l'opuscolo "Echi", manifestini vari. Numerosi gli arresti nell'ambiente culturale ed artistico." - "Costituzione di associazione tendente a mutare la forma del governo, appartenenza alla stessa, propaganda"). In: Adriano Dal Pont, Alfonso Leonetti et al., Aula IV. Tutti i processi del tribunale speciale fascista, Milano 1976 (ANPPIA/La Pietra), p. 327-328
- ^ Tessera del Partito Socialista Italiano del 1938 (GIF), su Fondazione Bruno Buozzi (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2016).
- ^ VECCHIETTI, Tullio in "Dizionario Biografico", su www.treccani.it. URL consultato l'11 giugno 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Aldo Agosti, Rodolfo Morandi: il pensiero e l'azione politica, Bari: Laterza, 1971, 483 p.
- B. P. Boschesi, Il chi è della Seconda Guerra Mondiale, Mondadori Editore, 1975, Vol. II, p. 49
- Olindo D'Agostino, Rodolfo Morandi, l'idea, il movimento il partito, prefazione di Antonio Tajani, Gangemi Editore, 1988, pg.116.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Rodolfo Morandi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rodolfo Morandi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Morandi, Rodolfo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- MORANDI, Rodolfo, in Enciclopedia Italiana, III Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- Morandi, Rodolfo, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Morandi, Rodòlfo, su sapere.it, De Agostini.
- (IT, DE, FR) Rodolfo Morandi, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
- Carmine Pinto, MORANDI, Rodolfo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 76, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012.
- Rodolfo Morandi, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Rodolfo Morandi, su Senato.it - II legislatura, Parlamento italiano.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 113145857817223020018 · ISNI (EN) 0000 0001 1035 3924 · SBN RAVV027742 · LCCN (EN) n81072681 · GND (DE) 122498240 · BNF (FR) cb12401374r (data) · J9U (EN, HE) 987007355155805171 |
---|
- Senatori della I legislatura della Repubblica Italiana
- Senatori della II legislatura della Repubblica Italiana
- Avvocati italiani del XX secolo
- Economisti italiani del XX secolo
- Politici italiani del XX secolo
- Nati nel 1902
- Morti nel 1955
- Nati il 30 luglio
- Morti il 26 luglio
- Nati a Milano
- Morti a Milano
- Antifascisti italiani
- Deputati della Consulta nazionale
- Deputati dell'Assemblea Costituente (Italia)
- Politici del Partito Socialista Italiano
- Ministri dell'industria e del commercio della Repubblica Italiana
- Brigate Matteotti
- Governo De Gasperi II
- Governo De Gasperi III
- Studenti del Liceo classico Giuseppe Parini
- Studenti dell'Università degli Studi di Pavia
- Direttori di periodici italiani