Revolution Radio (album Green Day)
Revolution Radio album in studio | |
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Artista | Green Day |
Pubblicazione | 7 ottobre 2016 |
Durata | 44:37 |
Dischi | 1 |
Tracce | 12 |
Genere | Rock alternativo Pop punk Punk rock |
Etichetta | Reprise |
Produttore | Green Day |
Registrazione | 2016 |
Formati | CD, LP, download digitale, streaming |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | Italia[1] (vendite: 25 000+) Regno Unito[2] (vendite: 100 000+) Stati Uniti[3] (vendite: 500 000+) |
Green Day - cronologia | |
Singoli | |
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Recensione | Giudizio |
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AllMusic[4] | |
Rolling Stone[5] |
Revolution Radio è il dodicesimo album in studio del gruppo musicale statunitense Green Day, pubblicato il 7 ottobre 2016 dalla Reprise Records.
Ha debuttato in cima alla Billboard 200, terzo album del gruppo a raggiungere la vetta della classifica, dopo American Idiot e 21st Century Breakdown.[6]
Temi
[modifica | modifica wikitesto]Secondo le parole di Billie Joe Armstrong, l'album «va dalla vita di un tossico a quella di un giocatore d'azzardo, da una madre single a un soldato secondo il modo in cui tutti noi siamo intrecciati gli uni con gli altri». In effetti questo è un album rivoluzionario per il longevo gruppo, perché è il primo composto dopo la disintossicazione del frontman avvenuta nel 2012, la guarigione dal cancro alle tonsille del chitarrista turnista Jason White, e la guarigione della moglie del bassista Mike Dirnt da un tumore.
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]I primi cenni del fatto che i Green Day stessero lavorando ad un nuovo album risalgono a gennaio 2016, quando il cantante del gruppo pubblicò una foto che lo ritraeva dietro ad un microfono. Il 5 aprile successivo sempre Armstrong pubblicò un video della sua sala prove, per ribadire che il lavoro continuava. Il 1º agosto 2016 il frontman diede un indizio cruciale, scrivendo su un social network "revrad", decifrato subito dai fan più attenti come Revolution Radio; lo stesso giorno, inoltre, venne annunciata la data di uscita del primo singolo dell'album, Bang Bang.
Tracce
[modifica | modifica wikitesto]- Somewhere Now – 4:09
- Bang Bang – 3:25
- Revolution Radio – 3:00
- Say Goodbye – 3:39
- Outlaws – 5:02
- Bouncing Off the Wall – 2:40
- Still Breathing – 3:45
- Youngblood – 2:33
- Too Dumb to Die – 3:24
- Troubled Times – 3:05
- Forever Now – 6:52
- Ordinary World – 3:03
Formazione
[modifica | modifica wikitesto]Classifiche
[modifica | modifica wikitesto]Classifica (2016) | Posizione massima |
---|---|
Australia[7] | 2 |
Austria[7] | 4 |
Belgio (Fiandre)[7] | 2 |
Belgio (Vallonia)[7] | 6 |
Canada[8] | 1 |
Danimarca[7] | 31 |
Finlandia[7] | 5 |
Francia[7] | 13 |
Germania[7] | 2 |
Giappone[9] | 8 |
Grecia[10] | 6 |
Irlanda[11] | 1 |
Italia[7] | 1 |
Norvegia[7] | 8 |
Nuova Zelanda[7] | 1 |
Paesi Bassi[7] | 4 |
Portogallo[7] | 8 |
Regno Unito[12] | 1 |
Regno Unito (rock & metal)[13] | 1 |
Repubblica Ceca[14] | 4 |
Spagna[7] | 6 |
Stati Uniti[8] | 1 |
Stati Uniti (alternative)[8] | 1 |
Stati Uniti (rock)[8] | 1 |
Svezia[7] | 2 |
Svizzera[7] | 2 |
Ungheria[15] | 6 |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Revolution Radio (certificazione), su FIMI. URL consultato l'8 febbraio 2021.
- ^ (EN) Green Day, Revolution Radio, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato il 23 dicembre 2017.
- ^ (EN) Green Day, Revolution Radio, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato il 23 dicembre 2017.
- ^ (EN) Stephen Thomas Erlewine, Revolution Radio, su AllMusic, All Media Network. URL consultato l'11 novembre 2016.
- ^ (EN) Jon Dolan, Review: Green Day Older, Wiser, Mad as Hell in 'Revolution Radio', su rollingstone.com, Rolling Stone, 6 ottobre 2016. URL consultato l'11 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2016).
- ^ (EN) Keith Caulfield, Green Day Earns Third No. 1 Album on Billboard 200 Chart With 'Revolution Radio', su billboard.com, Billboard, 16 ottobre 2016. URL consultato l'11 novembre 2016.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p (NL) Green Day - Revolution Radio, su ultratop.be, Ultratop. URL consultato l'11 novembre 2016.
- ^ a b c d (EN) Green Day – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato l'11 novembre 2016. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
- ^ (JA) レボリューション・レディオ, su oricon.co.jp, Oricon. URL consultato l'11 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2019).
- ^ (EN) Official IFPI Charts – Top-75 Albums Sales Chart – Week: 42/2016, su ifpi.gr, IFPI Greece. URL consultato l'11 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2016).
- ^ (EN) GFK Chart-Track Albums: Week 41, 2016, su chart-track.co.uk, GFK Chart Track. URL consultato l'11 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2016).
- ^ (EN) Official Albums Chart Top 100: 14 October 2016 - 20 October 2016, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato l'11 novembre 2016.
- ^ (EN) Official Rock & Metal Albums Chart Top 40: 14 October 2016 - 20 October 2016, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato l'11 novembre 2016.
- ^ (CS) Hitparáda – Týden 41. 2016., su hitparada.ifpicr.cz, International Federation of the Phonographic Industry. URL consultato l'11 novembre 2016.
- ^ (HU) Top 40 album-, DVD- és válogatáslemez-lista: 2016. 40. hét, su slagerlistak.hu, Hivatalos magyar slágerlisták. URL consultato l'11 novembre 2016.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Revolution Radio, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Revolution Radio, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Revolution Radio, su Metacritic, Red Ventures.