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Wikipedia:Scherzi e STUBidaggini/WikiDrago

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WikiDrago
Stato di conservazione
Critico
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
(clade)Amniota
ClasseReptilia
SottoclasseDiapsida
InfraclasseArchosauromorpha
(clade)Archosauria
(clade)Ornithodira
SuperordineDinosauromorpha
(clade)Dinosauria
OrdineSaurischia
SottordineTheropoda
(clade)Neotheropoda
FamigliaDraconidae
GenereDraco
SpecieDraco vicipaedianus
Nomenclatura binomiale
Draco vicipaedianus
V-X, 2014
Sottospecie

Il WikiDrago (Draco vicipaedianus V-X, 2014) è una WikiCreatura mitica che contribuisce spesso tramite modifiche grandiose, drammatiche e audaci. La descrizione tipica è quella di un gigantesco e potente WikiSerpente o di un WikiRettile con capacità magiche o spirituali.

Caratteristiche

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Un cucciolo di WikiDrago ruggisce mentre si appresta a stravolgere la voce su Mercurio.

Il WikiDrago contribuisce molto spesso e con grandiosi edit. Questo deriva spesso da una vasta conoscenza o una lunga notte passata su Google in cerca di riferimenti. Un WikiDrago tende spesso a delegare banalità come la correzione di errori ortografici, o l'aggiunta dei link di riferimento, a WikiElfi, WikiGnomi e ad altri esseri della WikiFauna. Il WikiDrago mira a creare singoli articoli completi o a completare con numerosi edit quelli piccoli.

Il Draco vicipaedianus italicus è presente nell'area compresa tra le Alpi ed il Canale di Sicilia in pochissimi esemplari, dei quali poco si conosce. Tra i rari avvistamenti, ne sono stati segnalati diversi recenti nell'area delle pendici del Vesuvio, mentre da lungo tempo sfuggono all'osservazione sia i WikiDraghi dell'Italia centro-settentrionale, che quelli sardi.

Pur appartenendo formalmente ad un'unica sottospecie, i D. vicipaedianus italicus sono a tutt'oggi oggetto di un approfondito dibattito tra i criptozoologi, in quanto molti di essi ritengono di dover adottare una diversa classificazione. Secondo l'ipotesi più accreditata, essi sarebbero in realtà da distinguere in tre correnti filogenetiche principali: quella tipica dell'Italia centro-settentrionale, cui appartengono numerosi tipi di viverna; quella sarda, riconducibile al tipo unico dello scultone e quella dell'Italia meridionale, cui appartengono invece i Drakontes - δράκοντες (sn. Drakōn - δράκων). Le tre correnti di cui sopra sarebbero, secondo tale ipotesi, distinguibili sulla base della provenienza da tre areali distinti. Le viverne sarebbero riconducibili ad un'origine francamente nordeuropea, in particolare delle isole britanniche; gli scultoni sarebbero invece di provenienza iberica; i Drakontes avrebbero invece un'origine pelagica, riconducibile all'areale della penisola ellenica ed anatolica, e in generale a tutto il Mar Egeo.

I Drakontes

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Un δράκων raffigurato su antico vaso greco.

Alcune ipotesi identificano nei D. vicipaedianus italicus dell'area vesuviana i discendenti dei draghi greci. L'origine ancestrale dei Drakontes è riconducibile ai serpenti marini, dei quali ampie evidenze iconografiche sono riportate sia nella cultura, che nell'arte ellenistica. Degli antichi WikiDraghi marini parla Virgilio nell'Eneide, raccontando la morte di Laocoonte e dei suoi figli. Laocoonte, non credendo nella buona fede dei greci nel lasciare il cavallo di Troia fuori dalle mura della loro città, scagliò una lancia contro il ventre cavo della statua, pronunciando la famosa frase Timeo Danaos et dona ferentes[1][2]. Il suo atto fu punito da Poseidone, cui il cavallo era stato dedicato dai greci, il quale inviò dei serpenti di mare ad uccidere Laocoonte e i suoi figli. Alcuni studiosi moderni individuano in Laocoonte il prototipo del troll (dice la cosa sbagliata al momento sbagliato e finisce stritolato), ma non vi è allo stato alcun accordo su questo punto. Come dato a supporto di questa ipotesi, i criptofilologi citano spesso il brano del poema epico apocrifo "Trolleidos", dove il famigerato Troll del Nord afferma "Timeo drakontes maxime Wiki editantes"[3][4]. Tuttavia, gli studiosi della scuola tradizionale ritengono il poema non affidabile e dunque classificabile come testo F.

Un δράκων raffigurato in un mosaico dell'antica città magnogreca di Kaulon.

Secondo l'ipotesi cosiddetta pelagica i Drakontes sarebbero derivati da un adattamento analogo (ma non omologo, dato che le evidenze anatomo-comparative si riferiscono a due strutture completamente diverse) a quello dei pesci della famiglia Exocoetidae. Gli antichi serpenti di mare avrebbero avuto la capacità di compiere lunghi salti fuori dall'acqua, ad elevata velocità. Per prolungare il tempo di volo avrebbero esteso le squame della sezione dorso-laterale, in modo da generare un aumento di portanza. A lungo andare, la selezione naturale avrebbe favorito gli individui capaci di planare più a lungo, in quanto tale caratteristica consentiva loro di arrivare silenziosamente addosso alla preda da grande distanza.

Laocoonte e i suoi figli stritolati dai serpenti marini.

Differentemente dalle viverne tipiche dell'Italia centro-settentrionale, con le ali risultanti da un adattamento delle zampe anteriori, i WikiDraghi di questa zona sono tetrapodi, con ali dorsali indipendenti dagli arti. Inoltre, mentre le viverne sono verdi, i Drakontes sono di colore invariabilmente azzurro, il che consente loro di mimetizzarsi facilmente con il cielo o con il mare, rendendone così quasi impossibile l'avvistamento. Tale caratteristica li rende estremamente pericolosi per i troll ed altri infestanti, in quanto solo lo spostamento d'aria rende possibile l'individuazione di questi animali prima dell'attacco.

Sulla base delle tracce biologiche rilevate[5], gli studiosi ritengono che i WikiDraghi che abitano in questa zona sfruttino la vicinanza con le caldere vulcaniche per mantenere elevata la propria temperatura corporea. Se verificata, questa ipotesi porterebbe inevitabilmente a classificare i WikiDraghi come Ectotermi, ma fino a questo momento non è stato possibile catturare alcun esemplare vivo.

Evidenze di questo tipo andrebbero a sostanziare alcuni miti tramandati dalle antiche popolazioni di Neapolis. Secondo tali leggende, i WikiDraghi venivano spesso avvistati in occasione delle frequenti eruzioni del Vesuvio mentre volteggiavano sulle colate laviche, per poi abbassarsi improvvisamente in picchiata fino a sfiorarle, ed infine passare a volo radente sul mare. Da ciò gli antichi derivarono la convinzione che i WikiDraghi della zona si nutrissero di lava e bevessero acqua di mare. Alcune variazioni di queste leggende riportano addirittura che lava ed acqua di mare fossero le componenti di base del sangue degli animali, ma naturalmente tale convinzione non ha alcun fondamento scientifico.

Al di là di quanto riportato dagli antichi miti, è accertato che i WikiDraghi di quest'area esibiscano effettivamente un comportamento come quello descritto dalle leggende, ma le moderne teorie tendono ad interpretarlo in maniera razionale. I giovani WikiDraghi sfrutterebbero, infatti, il calore generato dalle colate laviche per indurire la parte ventrale, che alla nascita si presenta più molle e fragile rispetto al resto del corpo. Il successivo volo radente sul mare avrebbe lo scopo di creare un brusco dislivello termico tra l'epidermide e l'ambiente esterno, il che faciliterebbe il processo di cheratinizzazione delle squame ventrali.

Sulla base di questa ed altre evidenze, si ritiene di poter individuare un ramo Vesuvianus, mentre alcuni sostengono addirittura l'esistenza di altre varietà denominate Phlegraeus (il cui areale di distribuzione dovrebbe essere compreso tra i Campi Flegrei e l'isola d'Ischia) ed Aetnaeus (con ipotetico areale compreso tra l'Etna e le Eolie (isola di Vulcano in particolare), con caratteristiche biologiche sovrapponibili. I seguaci della teoria pelagica tendono invece a considerarli come una vera sottospecie, accomunando quindi in un unico gruppo i Drakontes vesuviani, flegrei ed etnei/eoli. Su questa base essi sostengono la necessità di rinominare tale gruppo come Draco vicipaedianus neptunius, nomenclatura che richiama direttamente la discendenza filogenetica dai serpenti sacri al dio del mare.

Viverne e scultoni

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Una viverna in un dipinto di Paolo Uccello.

Differentemente a quanto riportato sui Drakontes, sui quali esiste non solo una ricca serie di documenti storiografici e di leggende ma anche una serie di recenti avvistamenti, sulle viverne e gli scultoni pare che non ci siano evidenze sufficientemente solide. Nonostante questo, secondo teorie di alcuni studiosi, gli scultoni sono in tutto e per tutto identici alle viverne ed i Drakontes se non per il fatto che si aggirano nell'universo di Wikipedia solo in precisi settori, senza vagare qua e là alla ricerca di qualche WikiTroll da stanare.

Incarnazioni

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È da tempo nota l'abilità di alcuni WikiDraghi di assumere le sembianze di esseri umani, in tutto e per tutto assimilabili ad essi. Quando in forma umana, tuttavia, i WikiDraghi possono essere identificati per l'anormale tendenza a contribuire in maniera eclatante a rami diversi delle scienze, delle arti e della letteratura, spesso contemporaneamente.

Tra i personaggi maggiormente sospettati di essere in realtà dei WikiDraghi, il più noto è Leonardo Da Vinci. Tuttavia, a parte le evidenze connesse alle numerose contribuzioni fuori scala effettuate, non esistono prove incontrovertibili.

Anche per altri grandi geni del passato è stato ipotizzato che fossero in realtà WikiDraghi in fase umana. L'esempio più spesso ricordato a tal proposito è quello di Thomas Edison e forti sospetti gravano anche su Richard Feynman, Raimondo di Sangro e Nicolas Flamel.

L'esempio vivente più accreditato di WikiDrago è Elon Musk, la cui natura eclettica di contributore all'evoluzione del pensiero umano rende evidente ai limiti del banale la sua vera identità. Tra gli altri indizi, è clamoroso il fatto che abbia chiamato appunto Dragon una delle astronavi della sua SpaceX.

Tra i personaggi immaginari, l'esempio più noto di WikiDrago è Sheldon Cooper, mentre quello dotato di maggiore capacità di dissimulazione è Jon Snow.

Alcuni gruppi di wikibiologi usano i dati di frequenza di individui sospetti agli eventi che vedono Elon Musk come protagonista, e di binge watching delle serie The Big Bang Theory e Il Trono di Spade per individuare i WikiDraghi.

Istruzioni per giovani WikiDraghi

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Se vi sentite dei WikiDraghi (o delle WikiDraghesse), è un vostro diritto/dovere inserire nel vostro babelfish uno dei seguenti template:

{{WikiSpecie|Drago}}

Quest'utente è un WikiDrago.


{{WikiSpecie|Drago italiano}}

Quest'utente è un WikiDrago italiano.

(se preferisci avere il babelfish di un altro colore clicca qui)

Sottospecie di WikiDrago

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Al momento, sono formalmente documentate solo nove sottospecie di WikiDrago. Il modo più facile per identificarle consiste nell'osservare la lingua della Wiki nella quale si trovano:

Quattro altre sottospecie non descritte sembra siano apparse in Spagna, Germania, Slovenia e Singapore.

  1. ^ Temo i Greci anche quando portano doni
  2. ^ Publius Vergilius Maro, Aeneidos Liber II, 49.
  3. ^ Temo i Drakontes specialmente quando editano Wiki
  4. ^ Fabius Minimus Trolli, Trolleidos Liber XXIII, 71
  5. ^ Impronte di zampe e della zona ventrale su ceneri vulcaniche, nonché rari casi di squame e persino di un dente fossilizzati in un'antica pozza di fanghi eruttivi.