Tra le cose che aspettano
Tra le cose che aspettano | |
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Autore | Emilio Zucchi |
1ª ed. originale | 2007 |
Genere | Poesia |
Lingua originale | italiano |
«Tortore calme sopra la grondaia/ dopo le gocce limpide. Settembre,/ delicato e gentile, /dimentica ogni cosa, anche la febbre/ della terra, anche il crollo/ dei frutti,/ di troppa vita pieni, per resistere [1]»
Tra le cose che aspettano è una raccolta poetica del poeta italiano Emilio Zucchi.
Essa è strutturata in due sezioni dal titolo "Periferia di Parma" (suddivisa in tre sottosezioni) e da "Appennino" (suddivisa in due sottosezioni). Le poesie alle pp. 17, 46, 51, 53, 57, 63 e 67 sono state precedentemente pubblicate sulla rivista Poesia (rivista 1988) edita da Crocetti Editore nel maggio del 2004, mentre le poesie alle pp. 18, 19, 20, 21, 22, 23, 26, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35 e 36 erano già apparse su "Almanacco dello specchio di Arnoldo Mondadori Editore nel 2005. Le rimanenti poesie sono tutte inedite.
Nella prefazione al testo, il critico Maurizio Cucchi[2] scrive: " La sua voce è potente, il sentimento delle cose profondo...splendide sono le poesie..."
Ogni lirica di questa raccolta, come scrive Ottavio Rossani[3],... è esemplare per rigore espressivo, fluidità del verso, critica civile, sobrietà dei toni."
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Emilio Zucchi, Tra le cose che aspettano, prefazione di Maurizio Cucchi, Bagno a Ripoli (Firenze), Passigli Editori, 2007, pag. 41, ISBN 978-88-368-1050-5.
- ^ Tra le cose che aspettano, Passigli Editori, Città di Castello, 2007, in prefazione, pag. 8
- ^ Ottavio Rossani sul Corriere della sera il 24/05/2008
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Tra le cose che aspettano (Scheda libro), su ibs.it, Internet Bookshop Italia. URL consultato il 3 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2012).
- Emilio Zucchi, Tra le cose che aspettano, su cacopardo.it. URL consultato il 3 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2012). Recensione di Domenico Cacopardo su l'Unità del 6 gennaio 2008