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Vincenzo Bichi

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Vincenzo Bichi
cardinale di Santa Romana Chiesa
Ritratto del cardinale Bichi
 
Incarichi ricoperti
 
Nato2 febbraio 1668 a Siena
Ordinato presbitero26 aprile 1699
Nominato arcivescovo11 dicembre 1702 da papa Clemente XI
Consacrato arcivescovo27 dicembre 1702 dal cardinale Fabrizio Paolucci
Creato cardinale24 settembre 1731 da papa Clemente XII
Deceduto11 febbraio 1750 (82 anni) a Roma
 

Vincenzo Bichi (Siena, 2 febbraio 1668Roma, 11 febbraio 1750) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.

Vincenzo Bichi nacque a Siena il 2 febbraio 1668 da una nobile famiglia senese, figlio di Metello Bichi, Marchese di Rocca Albenga, e di Vittoria Piccolomini d'Aragona. Egli era nel contempo nipote del Cardinale Carlo Bichi (1690). La famiglia vantò altri cardinali tra le proprie schiere, come Metello Bichi (1611), Alessandro Bichi (1633) e Antonio Bichi (1657).

In gioventù studiò al Seminario Romano di Roma, passando poi al Seminario Clementino sempre a Roma, giungendo quindi all'Università La Sapienza di Roma ove ottenne il dottorato in utroque iure (30 luglio 1689).

Successivamente, divenne referendario e chierico della Camera apostolica (1695) e ordinato sacerdote il 26 aprile 1699.

Nominato arcivescovo titolare di Laodicea in Frigia l'11 dicembre 1702, divenne assistente al Trono pontificio e quindi fu nunzio apostolico in Svizzera (1703-1709) e Portogallo (1709-1720).

Il 24 settembre del 1731 venne nominato cardinale per mano di Clemente XII, ottenendo il titolo di San Pietro in Montorio dal 31 marzo 1732, passando quindi al titolo di San Lorenzo in Panisperna dal 16 dicembre 1737. Il 29 agosto 1740 optò per il titolo presbiterale di San Matteo in Merulana, passando a quello di San Silvestro in Capite dal 20 maggio 1743.

Il 23 settembre di quello stesso 1743 venne promosso cardinale vescovo della sede suburbicaria di Sabina, optando in seguito per quella di Frascati dal 10 aprile del 1747.

Morì a Roma l'11 febbraio 1750, nel suo palazzo di Via Lata, all'età di 82 anni, venendo esposto alla venerazione pubblica nella cappella papalis della chiesa romana di San Marcello. Alla cerimonia funebre del 13 febbraio di quell'anno intervenne anche Benedetto XIV in persona che celebrò il rito e trasportò la salma nella chiesa di San Vincenzo dove aveva sede la tomba di famiglia del cardinale, che ivi venne tumulato.

Genealogia episcopale e successione apostolica

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La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Arcivescovo titolare di Laodicea in Frigia Successore
Federico Caccia 11 dicembre 1702 - 24 settembre 1720 Giacomo Oddi

Predecessore Nunzio apostolico in Svizzera Successore
Giulio Piazza 5 gennaio 1703 - 14 settembre 1709 Innico Caracciolo di Martina

Predecessore Nunzio apostolico in Portogallo Successore
Michelangelo Conti 14 settembre 1709 - 28 settembre 1720 Giuseppe Firrao il Vecchio

Predecessore Cardinale presbitero di San Pietro in Montorio Successore
Francesco Scipione Maria Borghese 31 marzo 1732 - 16 dicembre 1737 Joseph Dominikus Franz Kilian von Lamberg

Predecessore Cardinale presbitero di San Lorenzo in Panisperna Successore
Pier Luigi Carafa 16 dicembre 1737 - 29 agosto 1740 Giorgio Doria

Predecessore Camerlengo del Collegio Cardinalizio Successore
Francesco Scipione Maria Borghese 26 gennaio 1739 - 2 gennaio 1741 Giuseppe Firrao il Vecchio

Predecessore Cardinale presbitero di San Matteo in Merulana Successore
Giovanni Battista Altieri 29 agosto 1740 - 20 maggio 1743 Fortunato Tamburini, O.S.B.Cas.

Predecessore Pro-prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura di Grazia Successore
- 1º gennaio 1743 - 11 febbraio 1750 -

Predecessore Cardinale presbitero di Silvestro in Capite Successore
Francesco Scipione Maria Borghese 20 maggio - 23 settembre 1743 Antonio Maria Ruffo

Predecessore Cardinale vescovo di Sabina Successore
Annibale Albani 23 settembre 1743 - 10 aprile 1747 Raniero d'Elci

Predecessore Cardinale vescovo di Frascati Successore
Giuseppe Accoramboni 10 aprile 1747 - 11 febbraio 1750 Giovanni Antonio Guadagni, O.C.D.
Controllo di autoritàVIAF (EN89071109 · ISNI (EN0000 0000 6172 0424 · BAV 495/84121 · CERL cnp02011885 · GND (DE106007818X