Martina Rosucci
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Martina Rosucci (1992 – vivente), calciatrice italiana.
Citazioni di Martina Rosucci
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Ho sempre avuto un carattere molto forte, non mi sono mai fatta mettere i piedi in testa. Da piccola ero più maschiaccio io dei maschi. Ai giardini o nella scuola calcio, per me giocare contro di loro era un piacere. Anzi, potessi, giocherei ancora contro i ragazzi. E lo consiglio a tutte le bambine...[1]
- [Sulla maglia azzurra] È la più bella maglia che si possa indossare, la più importante, quella che ti regala più emozioni. Sei incaricato di rappresentare il tuo paese [...], in Europa e nel mondo, di onorarlo e di renderlo quanto meno orgoglioso di te. Essere dei prescelti è un grande privilegio, ma anche un'enorme responsabilità e ci vanno sacrificio, dedizione e costanza per mantenere questo ruolo.[2]
- Da bambina quando [mio fratello gemello] Matteo entrava in campo seguivo la partita attaccata alla rete di recinzione, per guardarlo giocare da vicino. Ogni volta che usciva il pallone, sistematicamente correvo a raccoglierlo per potere essere io a calciarlo in campo, tanto che il mister [...], colpito da tanta passione, mi offrì di provare con la squadra. Da allora non ho più smesso di giocare a calcio.[3]
- [«Che cosa significa per una tifosissima della Juve giocare con la maglia bianconera?»] Quando mi è stato detto che la Juventus avrebbe fatto la squadra femminile mi sono venuti i brividi. Indossiamo la stessa maglia di grandi campioni e ora anche le bambine possono avere un sogno, avere degli idoli al femminile.[4]
- [«In tutta la tua carriera in quali ruoli hai giocato?»] Ho cominciato da ala destra ed anche da attaccante, ai Mondiali U20 ad esempio ero il centravanti. Poi mi mangiavo troppi gol [ride, ndr] quindi mi hanno arretrata a centrocampo.[5]
- Quando non potevo più giocare [a calcio] con i maschi, non volevo inizialmente giocare con le ragazze per cui mi sono fermata per un anno provando tutti gli sport (pallavolo, recitazione, di tutto). Non mi scorderò mai un giorno, finita la scuola, ero in cucina ed ero infelice perché mi mancava il calcio. Lì ho capito che doveva spingermi a continuare, con mia mamma che mi ha detto di andare a giocare perché mi rendeva felice.[6]
- [Nel 2019, «adesso voi calciatrici siete sotto i riflettori, ma la notorietà è arrivata tardi.»] L'interesse dei media nei nostri confronti c'è, ma è ancora agli inizi. Certo, fino a poco fa mancava del tutto. Però anche noi probabilmente non eravamo pronte: prima eravamo semplici sportive. Ora siamo atlete. [«Cosa significa essere atlete?»] Avere la testa a quello che fai da quando ti svegli a quando vai a dormire. Quindi, ti riposi, ti alleni tanto, ti alimenti bene. Sai di avere delle responsabilità. Sai che le bambine ti prendono come esempio. Devi avere un certo atteggiamento mentale. Per alcune è naturale assumerlo. In altre deve formarsi.[7]
- [«C'è un modo femminile di giocare a calcio?»] No, non c'è genere. C'è un modo di giocare a calcio che parte dall'anima, parte da dentro. Il calcio è passione. Se tu osservi i giocatori riesci a capire tanto del loro carattere. I 90 minuti della partita sono lo specchio della vita. Ci sono tante fasi, tante emozioni e c'è un'interpretazione, diversa per ognuno. [«Però vi lamentate molto meno dei maschi. Prendete le botte, vi rialzate e continuate senza troppe storie.»] [ride, ndr] Sì, ma questo succede in generale nella vita. È una prerogativa femminile.[7]
- [«Cosa significa la Juve per te?»] È il grande amore che si trova solo una volta nella vita.[8]
- Sono gelosa di questa città, mi arrabbio con chi ne parla male. Se Torino non ti piace vuol dire che non la conosci. È una città misteriosa e introspettiva. Si respira molta Storia, non è la classica città alla moda ma è cambiata molto dopo le Olimpiadi [del 2006]. [...]. C'è una magia che si respira. Ha bisogno di sentirsi viva, quando ci sono gli eventi Torino si fa sentire pronta. Ed è di un'eleganza incredibile, la amo di notte [...]. E poi c'è la Juve.[9]
- Non mi piace fare paragoni tra [calcio] maschile e femminile, perché secondo me non sono mai positivi. Credo che anche i ragazzi giochino con passione nonostante i guadagni. Anche loro hanno tanti momenti in cui soffrono che noi non vediamo. Noi siamo pure, traspare quello che viviamo, ogni gol è una festa. Se segna una compagna che non segna da tanto è una doppia festa. C'è un'umanità che è in noi che non so se derivi dal fatto di essere donna. Cercheremo di portare avanti questa purezza e questa voglia di emozionare che è spontanea.[9]
- Ricordo me bambina al Delle Alpi a farmi sventolare gli occhi di bianco e nero. Ricordo una telefonata in cui mi si chiede: "vuoi giocare nella Juventus" ed io sconvolta e incredula che domando: "ma la Juve quella vera?" Mi hanno detto di aver segnato il primo gol della storia della Juventus Women, ma io non me ne sono accorta perché quando ho visto la maglia appesa in spogliatoio col mio nome non ci ho capito più nulla. La Juventus è il presente che continua a farsi strada, facendomi innamorare ogni istante come fosse la prima volta. Far parte della Juventus vuol dire avere l'ambizione di essere ogni giorno la migliore versione di se stessi. Ed io posso esserlo solo se ho la Juventus con me.[10]
Intervista di Gaia Piccardi, corriere.it, 22 giugno 2015.
- All'estero, dove il calcio femminile è cosa seria, il match è un evento: le giocatrici vanno dal parrucchiere, si truccano, entrano in campo depilate, con la fascetta vezzosa per i capelli e la manicure fresca. Io pure. Quando gioco in azzurro, poi, rappresento l'Italia. E voglio essere bella.
- Correre per 90', affrontare i contatti fisici, cadere e rialzarsi non ingentilisce il fisico. Qualcuna ha le cosce grosse. Ma il punto è un altro: qualsiasi bambina è passata dai giardinetti e ha tirato calci a un pallone. A chi non è piaciuto? Il calcio è lo sport più bello del mondo. Ecco perché io lo consiglio anche alle femmine.
- [Sul lesbismo nel calcio femminile] Ce n'è... Ma è vero com'è vero che il calcio maschile è pieno di gay. Solo che gli uomini sono più protetti e meno disposti ad ammetterlo. Non riusciremo mai ad uscire da questo moralismo bigotto. Rispetto all'Europa, siamo una società molto indietro. Le calciatrici straniere si sentono libere di twittare foto con la fidanzata, baci lesbici... Sai che casino scoppierebbe da noi?
Intervista di Denise Dellagiacoma, redbull.com, 25 marzo 2016.
- Nel calcio femminile non si può vivere di rendita come in quello maschile.
- La rivalità è figlia di ambienti competitivi e di alto livello ed è solo positiva perché spronante. Se è presente all'interno di un gruppo che combatte per lo stesso obiettivo, allora è un problema di gruppo, che siano maschi o femmine.
- Mi sento molto donna fuori dal campo, tengo particolarmente alla mia immagine. Anche se lo spirito è un po' maschiaccio.
- Ammiro molto Claudio Marchisio. È un centrocampista come me e mi piace molto il suo modo di giocare, oltre che la sua umiltà e la sua applicazione al servizio della squadra. E poi è juventino, la mia squadra del cuore.
(ES) Intervista di David Menayo, marca.com, 21 febbraio 2018.
- Giocare con la Juventus è un sogno che avevo nel cassetto fin da bambina. Mi è sempre stato insegnato a credere nei sogni, e quando ho avuto l'opportunità di realizzarlo, non ho esitato. Non avevo nessuna ragione per lasciare il Brescia, la squadra che mi ha formato e che porterò sempre nel cuore [...], ma ne avevo molte per scegliere la Juventus.
- Jugar en la Juventus es un suelo que tenía guardado en el cajón desde que era niña. Siempre me enseñaron a creer en los sueños y cuando tuve la oportunidad de hacer realidad el mio no lo dudé. No tenía una sola razón para dejar el Brescia, equipo que me ha formado y que siempre llevaré en mi corazón [...], pero muchas para elegir la Juventus.
- [Sono] un centrocampista che ama essere nel vivo del gioco e avere la palla tra i piedi; mi piace attaccare gli spazi per creare sorpresa e scompiglio nella squadra avversaria; mi piace lottare su ogni pallone; sono più testa che talento.
- [Soy] una centrocampista a la que le gusta intervenir en el juego y tener la pelota; me gusta buscar espacios para crear movimiento y hacer estragos en el equipo rival; me gusta pelear cada pelota; soy más cabeza que talento.
- Alessandro Del Piero è stato colui che mi ha fatto innamorare del calcio; non solo per le sue qualità tecniche ma anche per il grande uomo che ha dimostrato di essere.
- Alesandro Del Piero fue quien hizo que me enamorara del fútbol; no sólo por sus habilidades técnicas sino por el gran hombre que ha demostrado ser.
- Siamo donne prima che calciatrici. Essere sportive o avere gambe più muscolose del normale non significa che non possiamo essere belle donne.
- Somos mujeres antes que futbolistas. Ser deportista o tener piernas más musculadas que lo normal no significa que no podamos ser mujeres hermosas.
Intervista di Valeria Ancione, corrieredellosport.it, 9 aprile 2019.
- [Sugli inizi] Facevamo danza classica [io e mio fratello], io ero una schiappa e lui bravissimo [...] Ma siccome lo prendevano in giro perché danzava, mia mamma ci ha portato via tutti e due. Così mio fratello è passato al calcio, giocava nel Torino e io andavo a vedere i suoi allenamenti. Ogni volta che mi arrivava una palla, la rinviavo col piede. Allora un giorno il mister mi ha detto "dai vieni anche tu a giocare". Ed eccomi qua.
- Io sono una che sogna. Sono malata di ambizione. E non è bella cosa perché non me la godo appieno, ma solo sul momento, e ho bisogno subito di una nuova sfida, qualcosa di grande che mi stimoli [...] Da una parte è una cosa positiva, perché mi fa dare sempre qualcosa di più, dall'altra no perché non mi rilasso mai.
- Il calcio in generale mi emoziona tutto: le dinamiche di gruppo, di spogliatoio, l'obiettivo, unirsi per raggiungerlo, risolvere le difficoltà, la comunicazione. La partita, gli allenamenti li considero una piccola vita. Il calcio è uno sport di relazioni e per me sono importanti. Per questo sono così invasata, perché vedo nel calcio una vita in miniatura.
- Preferisco passare la palla, essere nel vivo del gioco, avere responsabilità. Il centrocampista è la sintesi della relazione, perché sei al centro di tutto, e tieni i collegamenti con tutti e fra tutti. Il ruolo è un po' come sei tu: io sono una responsabile, mi piace aiutare gli altri, ascoltare, e forse questo ruolo qui mi descrive. Se uno è in difficoltà, io vado lì e gli chiedo "oh cosa hai?", mica lo lascio in pace. Sono una che anche in campo chiacchiera, non sto zitta un attimo. No, non è un caso se sono centrocampista.
Da un'intervista a Tuttosport; citato in tuttocalciofemminile.com, 7 dicembre 2022.
- Montemurro mi ha aiutata in particolare ad accrescere la fiducia? Assolutamente, ero arrivata a un punto della mia crescita in cui non sentivo di poter andare oltre nella conoscenza di me stessa. Lui mi ha dato delle armi per diventare una giocatrice europea, per sentirmi bene a un alto livello. Io mi sento una giocatrice essenziale, nel senso di quelle che non spiccano per la giocata: ecco lui ha dato valore all'essenzialità del calcio, all'altruismo dei movimenti senza palla.
- Il nuovo ruolo [di difensore] può allungarmi la carriera? Lo spero, ci ho pensato in effetti. Credo che le persone intelligenti siano quelle che cambiano con il cambiamento. Quello di centrocampista resta il mio ruolo preferito, lo sottolineo, ma faccio volentieri anche il difensore.
- L'emozione di quando i tifosi [juventini] mi invocano quale "Regina di Torino"? Io in realtà sono una che preferisce stare in mezzo alla plebe, infatti un po' mi vergogno... ma mi fa anche un piacere immenso perché sento il loro calore e credo che loro sentano il mio e sentano la riconoscenza che ho perché ci seguono davvero in tutta Italia e ora anche in Europa. Poi certo aiuta anche il fatto che questa sia da sempre la mia squadra del cuore.
Note
[modifica]- ↑ Dall'intervista di Guido Barucco, L'altra metà del calcio, parla Martina Rosucci: "Usciamo dal dilettantismo. Sogno un top club in Italia, il Mondiale...", gianlucadimarzio.com, 13 novembre 2014.
- ↑ Dall'intervista di Francesca Di Giuseppe, Martina Rosucci: "Il problema del calcio femminile italiano è il dilettantismo", postcalcium.it, 16 aprile 2015.
- ↑ Da Intervista a Martina Rosucci "Pallone Azzurro 2014" per la Nazionale Femminile, figc.it, 21 aprile 2015.
- ↑ Dall'intervista di Ivana Crocifisso, Gemella del gol, La Stampa, 16 dicembre 2017.
- ↑ Dall'intervista social #AskMartina sul profilo ufficiale @JuventusFCWomen, twitter.com, 22 febbraio 2018.
- ↑ Da un'intervista a Juventus TV; citato in Rosucci: «Quando mi ha chiamato la Juve non ho capito più niente», juventusnews24.com, 9 ottobre 2019.
- ↑ a b Dall'intervista a Starbene nº 49, 19 novembre 2019; citato in Sabrina Barbieri, Intervista a Martina Rosucci, centrocampista della Nazionale, starbene.it.
- ↑ Dall'intervista social #AskMartina sul profilo ufficiale @JuventusFCWomen, twitter.com, 4 gennaio 2021.
- ↑ a b Dall'intervista di Pierluigi Pardo al Nitto ATP Fan Village; citato in Mauro Munno, Rosucci all'ATP Fan Village: «Voglio arrivare al top con la Juventus Women», juventusnews24.com, 15 novembre 2021.
- ↑ Citato in Agnelli 100, juventus.com, 24 luglio 2023.
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