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domenica 1 marzo 2020

"Donna, Domĭna"

Prende il via oggi il progetto "Donna, Domĭna", di Muri Di Versi e Maison Ventidue, di Bologna, per cui sono felice d'essere stata selezionata: la forza e la fragilità di trentuno voci femminili della poesia nazionale e internazionale raccontate dalle matite e i pennelli di altrettante illustratrici.
Da oggi, 1 marzo, tutti i giorni, puntualissimi alle ore 11, seguendo le pagine di cui sopra su Facebook, potrete scoprire cos'è questo concentrato di interpretazioni molteplici e incontri affascinanti.


Oggi ho l'onore di dare il via io al progetto col mio contributo disegnato per il testo assegnatomi di Susana Chávez, poetessa e attivista messicana, conosciuta come autrice dello slogan "Nunca más", non una (morta) di più, usato dagli attivisti per manifestare contro il massacro delle donne di Juárez:





"Donna ascia"

Donna
lontana,
improbabile
mascherata di ragione,
forza senza sangue.
Piccola incantatrice nata dalle sue tempie
che chiamano dubbio.
Profondità dell’intimo che non conosce maniere
accattivante con i suoi silenzi.
Atroce,
irresistibile, il desiderio di mordere la notte
che barcolla tra delusioni
impreziosita da racconti
immobile nella distanza.
Donna istante,
ascia
che trascini,
che tagli lingue e le spargi
nella mano di Dio che si contorce dalle risate con te.
Fuggitiva dalla tua cattura andrò via
sapendo perfettamente
che sei invincibile.


mercoledì 14 agosto 2019

"I segni dell'infanzia", mostra di illustrazione



(Il bel gattone blu in locandina è di Marta Farina)



Il giorno martedì 20 agosto 2019 alle ore 15.30
presso il Cubo di Botta (Palazzo Crepadona) a Belluno,

è stata inaugurata la mostra delle nostre illustrazioni
"I segni dell'infanzia"
allestita per il festival Belluno Kids Festival 2019.

Vi aspettiamo!



La mostra rimarrà aperta dal 20 al 31 agosto secondo gli orari in foto.






*







(uno dei miei lavori)



mercoledì 18 settembre 2013

Lotta creativa

Era proprio settembre, ma del '99 ed io per la prima volta prendevo in mano una tela.
Da sola, non sapevo proprio da dove cominciare. Purtroppo a scuola non mi avevano mai insegnato neppure a mescolare i colori. 
Non so dire perchè, - io in Messico purtroppo non ci sono mai stata - ma dipinsi una versione ridotta del murale di Rufino Tamayo: "Quetzalcóatl y Tezcatlipoca", la lotta cioè tra il giaguaro ed il serpente piumato, (l'originale è conservato nel Museo Nacional de Antropología, a Città del Messico).
Poi per pudore la nascosi dietro ad un armadio e lì rimase fino a quando un'amica a me molto cara l'intravvide per caso, una sera - una sera speciale, allietata da un vino speciale...
Negli anni qualcuno mi chiese anche di acquistarla, ma non fui proprio capace di liberarmene.
Per tanti anni non disegnai nè dipinsi più, ma tutt'oggi, che abbiamo cambiato anche casa, questa tela mi fa ancora compagnia. 
Da qualche mese vi pasteggiamo proprio accanto.




Quetzalcóatl y Tezcatlipoca ... e Salvia.


Non la trovo aggressiva, nè inquietante, ma solo particolarmente energica.
A distanza di tutto questo tempo, ora mi sembra che quel conflitto, come per il mito che rappresenta, abbia davvero anche per me il significato profondo di creazione. 
Una lotta creativa.
Ne sono affezionata tanto per questo.

Oggi ho saputo che una mia illustrazione è stata selezionata per una mostra che amo particolarmente, ma a cui non avevo mai partecipato.
Si tratta della Mostra Internazionale d'Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede (Tv), dedicata quest'anno proprio alle fiabe del Messico.
Potrei starmene zitta, perchè è una piccola cosa, ma questo blog raccoglie tantissime delle mie emozioni. Allora vi dico: la lotta continua, ma io sono felice. Tanto.
- Muchas gracias! -









"Tranquilidad aparente"
 (studio)



venerdì 25 maggio 2012

Pennelli e malumori. Torta con marmellata di fichi


tecnica mista su tela 100x50



Sto così e così . . .
[ma mica male]
tra un puntino e l'altro . . .
ogni tanto dondolo, ogni tanto rotolo giù . . .
dovrei usare puntini più ravvicinati forse

.......................................................................


ma anche imparare a saltare dall'uno all'altro potrebbe avere il suo fascino.

E' il punto e virgola che mi spiazza; allora io faccio merenda.
Tié, e ci mangio letteralmente sopra.
Punto e a capo.


200 gr di farina bianca bio (questa volta bianca ma anche mezza bianca e mezza integrale; il perchè qui)
100 gr di farina di riso
2 cucchiai di olio d'oliva e.v.o. leggero
180-200 gr di succo di mela bio (intendo non concentrato), ben freddo ma altre volte ho usato anche solo acqua (la quantità varia dal tipo di farina usata)
granella di pistacchi per la superficie (oppure mandorle tostate all'interno, mescolate alla marmellata)
la buccia di un limone non trattato (o arancia)
10 gr di cremortartaro
un pizzico di sale

la mia "marmellata" senza zucchero di fichi, susine e mandorle qui q.b.



Mescolare le due farine con il cremortartaro ed il sale. Impastare con l'olio e il succo di mela, cercando di lavorare e riscaldare il meno possibile.
Ne risulterà un impasto molto morbido (da lavorare con delicatezza) che andrà diviso in due parti, sopra e sotto della torta, semplicemente inframmezzata dalla marmellata.



Cuocere in forno caldo a 180° per 30 minuti o q.b. secondo il vostro forno.


mercoledì 31 agosto 2011

2011 Dopo Cristo


La sigla D.C. evoca svariate associazioni d'idee, lasciate alle spalle, nel corso della storia...
Belluno però riserva una sorpresa inaspettata, con questo nome, che fortunatamente guarda in avanti.
Un laboratorio d'arti visive in ambiente dolomitico.
Un frammento di roccia e un detonatore da cui si staccano molteplici schegge che orbitano nel territorio alpino.
Un'imprevedibile stazione artistico culturale, tra acqua roccia e verde.
Un nido per artisti affermati ed emergenti, locali ed internazionali.
Una fucina per sperimentare.
Un laboratorio per forgiare.
Un luogo per accogliere, ci si auspica, anche le scuole, per avvicinare i bambini all'arte contemporanea, come usualmente accade all'estero, ma ancora così raramente invece in italia.

Un motivo in più per venire a Belluno.

Si chiama Dolomiti Contemporanee. (il sito web qui , le indicazioni per raggiungere il luogo fisico qui)


In bocca al lupo al passo intraprendente e lungimirante di questa iniziativa!






foto G. De Donà, A. Montresor, S. Casagrande

ogni luogo può diventare internazionale: è solo da provinciali pensare che non possa esserlo.





giovedì 10 marzo 2011

Prologo. Azione. Epilogo. DoNNe con eNNe.

[Prologo]
Mi illudo di delegare il mare a raccontare questa storia, come se già ogni conchiglia ne cristallizzasse un frangente.
Mi avvolgo nella mia, come un paguro e cerco conforto nella mia stessa paura.
In questi giorni non ci son parole.
Un rimestio senza fine, come il flusso delle onde.

Oggi, per caso (?!) ho trovato questo vecchio filmato relativo ad un lavoro di Heidi Bucher (qui), artista donna, non a caso, (1926-1993).
Purtroppo non ne comprendo il testo, ma fa nulla.



[Azione
]



E ancora un suo schizzo di una labirintica conchiglia e la foto di un bozzolo umano.



Ho pensato d'istinto subito a Nina (qui), quel filo sottile che disegna essenze, sciogliendo matasse aggrovigliate.
Ma non capivo. Ancora non capivo, pur avendole segnalato subito la visione del video.

Solo stasera ho ricominciato a respirare dopo l'apnea che è seguita al nostro incontro e alle tue parole, Nicoletta (v. qui).
Quell'interruzione del respiro nel gesto artistico come nel parto; quel pianto empatico nella commozione adulta, come nella distensione dei polmoni del neonato.
"Non è il mare che dice le parole".
Mi piace credere, N., che il blu, l'azzurro, il rosso siano i primi colori che il bambino percepisce già nel mare amniotico materno.
"Il potenziale cinetico"
Così mi spiego solo ora quanto ti ho detto oggi pomeriggio, quando un particolare cromatico mi ha attratta inspiegabilmente, inducendomi alla sosta davanti ad una tela, con meraviglia, semplicemente perchè prima d'ora non lo avevo mai contemplato, pur contenendolo da sempre.
Rothko optava per forme piatte " perchè distruggono l'illusione e rivelano la verità".
Le scelte degli uomini della nostra vita, abbiam notato tu ed io, hanno optato per il blu e il bianco, (acqua-aria?), tralasciando il rosso.
Noi, donne, madri, invece siamo ancor così piene di rosso, rotondo, bruciante...


[Epilogo]
In questi giorni per me tutto combacia, anche se nessuno, o quasi, capirà. Poco importa.
Non so neppure dove siano i miei pennelli e il mio scanner, per acquisire ed aggiungere qui anche solo uno mio schizzo, non è neppure collegato.
Eppure devo fermare quest'istante per me, per ricordare che non è un'illusione, ma una dichiarazione d'amore: "Ho troppo a cuore sia l'oggetto che il sogno per vederli dissolversi nell'inconsistenza vaporosa del ricordo e dell'allucinazione".
Un eNNesimo grazie.

Stasera solo ho capito, mentre scrivevo, che queste parole rotolano sulla sabbia partecipando anche a questa danza:



lunedì 16 agosto 2010

La forma del mio cuore


Qualcuno di voi forse aveva letto questo mio vecchio post qui
Perchè lo cito nuovamente, vi chiederete.
Mi è accaduto di recente di conoscere Stefania, autrice del bel blog PianoB .
La cosa buffa è che Stefania ed io siamo nate nella stessa zona, cresciute tra le stesse montagne, le nostre case d'origine distano 15 minuti di macchina, ma non c'eravamo mai viste nè parlate prima d'ora. Solo grazie a curiosi giri in rete è accaduto che ci cercassimo e ci incontrassimo a quattr'occhi, proprio ora che i km che ci distanziano sono ben di più.
Lei conosce bene il giapponese e lo usa egregiamente per motivi professionali. La invidio molto, poichè il mondo nipponico mi affascina per più di un motivo... così, tra le altre chiacchiere, mi sono ricordata di una cosa e le ho chiesto una cortesia.



Questo ideogramma, (di cui parlavo nel post sopracitato) è rimasto nel mio cuore per i motivi che già scrissi allora. Se pur segno indelebile, nel tempo però ne ho perso involontariamente il significato letterale della grafia.
Stefania mi ha ri-spiegato dunque che l'ideogramma con cui talvolta mi firmo (qui ad esempio) è kokoro, che in giapponese significa "cuore" ma allo stesso tempo anche anima, animo, spirito, pensiero, idea.
Insomma, quattro brevi tratti per un significato profondo, ha aggiunto.
Mi sono dunque chiesta se non fosse una firma troppo ambiziosa, ma so per certo di aver vissuto allora una splendida esperienza che desidero tenermi stretta, mettendolo ora nero su bianco anche qui.
Non poteva che essere un contatto di cuore a farla riaffiorare con grande emozione. Grazie Stefania!
Kokoro, mi ha detto, è inoltre il titolo originale di un romanzo giapponese che mi ha consigliato:
"Il cuore delle cose" di Natsume Soseki (vedi qui)
Cobrizo questa settimana sta finalmente traslocando, percui la lettura trova spazio in questi dì solo... in robusti scatoloni, ma mi fido del suo consiglio e, mentre io ne rimando la lettura a momenti più tranquilli, ho pensato intanto di girarlo anche a voi, che forse ve ne state in panciolle.


The shape of my heart...

In questi giorni di totale confusione in ogni cm quadrato che mi circonda, non sto più nella pelle per il nostro trasferimento, ma mi sento disorientata e in procinto di una forte scissione...





... But that's not the shape of my heart...

Pare assurdo, lo so, perchè potrebbe sembrare un'irrazionale perdita di tempo al fine dell'obiettivo ultimo, ma ho comunque bisogno di fermarmi qui e ritagliarmi brevi istanti in cui cerco nuovamente una forma.
Oggi, guarda caso, sono nati questi:




perle raku, corno e agata



info qui

mercoledì 30 settembre 2009

Luce-moto-acqua






«Quando ero ragazzino… andavo sempre in piazza San Marco, in piazzetta, a sorvegliare i pittori, a raccogliere la pulitura delle loro tavolozze, raschiata con la paletta… Facevo bottino, tornavo a casa (forse facevo la seconda, la terza elementare) dipingevo con le dita, stendendo… Invidiavo a scuola quelli che facevano quei bei disegni, “inquadrati”, puliti… io invece mi agitavo, sporcavo, segnavo forte». Emilio Vedova

In quella Venezia dove ha abitato e avuto il suo studio per più di cinquant’anni, ora è nata la Fondazione Emilio Vedova. Collocato nei trecenteschi Magazzini del Sale a Venezia prende vita da un affascinante progetto di Renzo Piano del quale il pittore era molto amico.

Se siete a Venezia concedetevi una passeggiata sin lì (l'ingresso tra l'altro è pure gratuito).
In uno spazio lungo più di sessanta metri, dalle maestose pareti in mattoni, verrete affascinati da una sorta di macchina leonardesca, un gigantesco dispositivo robotizzato (simile per funzionamento ad uno skilift) che preleva le grandi opere di Vedova dal magazzino e le presenta allo spettatore in tre serie alternate.

Un genovese e un veneziano insieme, uomini entrambi di mare: “…luce-moto-acqua verso l’aperto… ” in un museo fluttuante, un innovativo spazio espositivo, dove lo spettatore può restare fermo, perché ciò che si muove sono le opere.

Le mie foto rubate col telefonino sono davvero brutte. Voi andateci di persona!
ps: per qualcuno potrebbe essere più piacevole una visita con le cuffiette, per ovviare ai rumori meccanici del dispositivo.



tutte le info QUI





mercoledì 25 marzo 2009

Post-it # 9



Je sais bien que tu as d'autres ambitions.
Je sais bien que tu es triste. Mais ça m'est égal.
Que tu m'aimes, c'est le plus important.
Le reste m'est égal. Je m'en fous.
(Marguerite Duras)







mercoledì 18 febbraio 2009

Post-it # 8

Come un'implosione, una demolizione ha cancellato ogni punto di riferimento. Ora c'è polvere, tanta polvere spessa e pesante, in quel piccolo spazio tra me e il cielo.
Non basta essere architetto per avere un nuovo progetto in testa. Ci vuole speranza, fiducia per ricominciare daccapo.



Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.


Alda Merini




lunedì 9 febbraio 2009

Post-it # 7


Questi post-it nascono sempre così, quasi per caso. Prima il disegno, sempre più facilmente delle parole, che vengono dopo e talvolta vengono peggio, o non vengono proprio...

Lo riguardavo e mi sembrava di non vederci proprio più niente. Pensavo allora ai colori...
Verde acido, il colore della vita, della terra e della natura in continua rigenerazione. Amore, onestà, costanza, bontà d’animo che non chiede nulla in cambio. Colore rilassante che favorisce la riflessione, la calma, sviluppa l’armonia nei nostri pensieri e dà pace ai sensi.
Viola, incontro armonico tra le vibrazioni del rosso e quelle opposte del blu. Il violetto chiude lo spettro di colori visibili ed ha un'alta frequenza vibratoria che stimola il sistema parasimpatico inibendo la secrezione di adrenalina e consentendo pertanto di abbassare al frequenza cardiaca e favorendo quindi la concentrazione e la meditazione.


Ho pensato allora ad un piccolo germoglio, tenero e fragile, ma pieno di vita. E ho visto quelli che mi sono sembrati cuoricini...
Oh sì, ora mi è chiaro! Questa è una dedica per la mia nipotina Viola. Benvenuta piccola!
;-)







venerdì 30 gennaio 2009

Come schiuma di rose




Per domenica le previsioni parlano nuovamente di neve. Eppure io son due giorni che sento profumo di primavera. Nelle mie narici fiori di pesco... il mio cuore batte a mille e i miei occhi, se pur stanchi, non hanno voglia di chiudersi...



Colmo di fiori è il pesco
non tutti diverranno frutti,
splendono limpidi
come schiuma di rose

per l’azzurra fuga delle nubi
come fiori sbocciano i pensieri
cento al giorno
lasciali fiorire
lascia alle cose
il loro corso

non domandare del raccolto
occorrono anche giuoco e innocenza
e fiori in abbondanza
altrimenti il mondo
ci sarebbe angusto

e la vita
priva di piacere.

(Herman Hesse, Il canto degli alberi)

Sono stanchissima ma all'erta...
Infilo perle (rosa davvero), mi distruggo le mani, ma mi par di giocare.





venerdì 23 gennaio 2009

Post-it # 6



...

L'astuccio trasparente di un sospiro,
uscita dalla canna vola in giro,
ballonzolando senza direzione,
per farsi dondolar, come che sia,
dall'aria stessa che la porta via.
Una farfalla bianca, un certo giorno,
vedendo quella palla cristallina,
che rifletteva come una vetrina
tutte le cose ch'essa aveva attorno,
le andò incontro e la chiamò: - Sorella!
Fatti ammirare! Oh, come sei bella!
Son bella, si, ma duro troppo poco.
La vita mia, che nasce per un gioco
come la maggior parte delle cose,
sta chiusa in una goccia. Tutto quanto
finisce in una lacrima di pianto.

("La bolla di sapone" di Carlo Alberto Salustri, alias Trilussa)






lunedì 15 dicembre 2008

Adamo e Eva

Riordino, archivio, cestino...
...poi ricompaiono questi miei. 2001, "Adamo e Eva". Mi fanno sorridere...
Per strane coincidenze leggo qui e mi attira "Il diario di Adamo e Eva" di Mark Twain. Io non lo ho letto, ma mi incuriosisce. E voi?





Post-it # 5




Senza parole





martedì 9 dicembre 2008

Post-it # 4


La forza del candore non sovrasta il verde...

Verde per la speranza
Bianco per la fede
Rosso per la carità

Sarà mica patriottico, quest post-it, senza volerlo? ;-) o parla solo alle virtù teologali ... «Rivestiti della corazza della fede e della carità avendo come elmo la speranza» ?
Non lo so proprio. Forse niente di tutto ciò. Niente di pretenzioso. Solo che stamattina butta così...





giovedì 30 ottobre 2008

Post-it # 3



da Wikipedia:
BEIGE. Il termine deriva dai vestiti creati con il "beige", un tessuto di lana lasciata del suo colore naturale. È stato poi utilizzato per indicare un vasto numero di sfumature chiare dai toni neutri.
"Beige" viene usato, a volte, come simbolo o metafora di noia o apatia.
Altri colori, usati a volte come sinonimi, sono: biscotto, cammello, crema, ecru, fungo, avena e sabbia.

Io amo il color tortora. Credo sia una tinta di altri tempi...
Credo di esserlo pure io.





martedì 21 ottobre 2008