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venerdì 21 agosto 2020

Minestra di Striduli (S-ciopetin)

Degli Striduli, che nei prati intorno alla baita del Gino crescono copiosi, abbiamo già parlato. 


Stavolta ho sostituito la ricetta romagnola, ormai consolidata, con una minestra di mia invenzione. Avevo in mente di fare una riedizione dell'acquacotta viterbese sostituendo le verdure della valle con quelle più delicate della montagna.

In pratica, una volta raccolti, ho tolto pazientemente le foglie dagli steli fino ad averne tre o quattro manciate.


Ho fatto andare della cipolla in olio con striscioline di speck comprato qui a valle (non eccelso a dirla tutta). 


Una volta che il soffritto aveva fatto il suo dovere ho aggiunto abbondanti le patate (due grandi per due). 


Dopo breve rosolatura, aggiunsi le foglie dello stridulo. Siccome il tutto mi sembrava un po' troppo delicato per una serata buia in montagna, ho aggiunto anche un po' di foglie di tarassaco che con il suo amarognolo dette un po' di vigore al tutto. 



Una volta che furono appassite le verdure, salai, aggiunsi l'acqua e portai a cottura sulla stufa a legna. 


 Sul piano di cottura della stufa feci bruscare del pane casereccio che servii con la zuppa.


Condito il tutto con olio a crudo e il pecorino stagionato anch'esso preso nella valle (Caseificio Turnario di Pejo), questo si di eccelsa qualità.




Note Finali
Di sicuro c'è ancora da lavorarci su. Prima di tutto meno liquido, forse più rosolate le patate. In ogni caso lo stridulo è erba delicata che forse è più adatta a trattamenti meno rudi. 
Sia quel che sia la mangiammo con piacere con una bianco (portato da casa) della azienda Agricola Casale Marchese.

sabato 4 giugno 2016

Riso e Cicoria

........la mangeranno con azzimi e con erbe amare..........Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la pasqua del Signore! In quella notte io passerò per il paese d'Egitto e colpirò ogni primogenito nel paese d'Egitto, uomo o bestia; così farò giustizia di tutti gli dèi dell'Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò oltre, non vi sarà per voi flagello di sterminio, quando io colpirò il paese d'Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione, lo celebrerete come un rito perenne............................ (Esodo 12, 8-14)

Al di la di quello che disse il Signore degli eserciti al suo popolo, la cicoria, con il suo amaro, la sua natura proletaria che la fa ritrovare in ogni campo, il suo sapore rude che non lascia nulla alla retorica del cibo, la sua essenzialità, mi evoca una idea di purificazione ed di espiazione.
Aggiungici poi i miei ricordi che la associano a mio padre versione anni cinquanta, che ne andava ghiotto e la raccoglieva dove la trovava. Un tempo quello senza sprechi e senza ipermercati, in cui le morali erano chiare (anche se spesso non condivisibili), gli uomini tutti di un pezzo e le donne degli immaginari erotici, tutte di burro. Come si dormiva bene allora in quei letti che erano ancora di lana (o di crine) e tutto era più severo e austero di oggi. Come profumava allora il pane.

Beh ancora oggi se devo dimenticare una giornata di bagordi gastronomici, una settimana nella quale ho esagerato in tutto, ricorro all'austera cicoria. 
La cicoria deve essere rigorosamente colta in un prato sincero e poi pulita, o, come si dice a Roma, capata, con cura maniacale. Va poi lessata, tagliata in piccoli pezzi e ripassata con olio, aglio e peperoncino e due o tre pomodorini spaccati a metà. Si allunga con l'acqua di cottura e, a seconda di quanto è rude la cicoria, con acqua calda. A parte si cuoce per tre quarti, la giusta quantità di riso rigorosamente integrale (1 parte di riso per 2 di acqua, poco sale grosso, coperto e cotto fino a che l'acqua non scompare).  Il riso bianco o il finto integrale mal si integrerebbero con la rusticità del piatto. Si finisce la cottura del riso insieme alla cicoria. Servire con un filo d'olio e una grattugiata di pecorino o di di ricotta salata, solo se veramente "burina". Da bere Acqua di rubinetto per portare a termine l'espiazione dei precedenti stravizi.