19 novembre 2018

Photo Vogue Festival


Mi arriva una telefonata.
E' la mia amica Lorenza che mi racconta come una favola quello che sta facendo negli ultimi giorni, del lavoro bellissimo che sta organizzando, di un progetto in cui le hanno chiesto di raccontare la nostra Puglia, della grande emozione che questo le sta dando.
Mi dice che le hanno chiesto di parlare dell'altra Puglia, di quella emozionale, non di quella che tutti conoscono nei noti (anche se bellissimi) percorsi turistici e nelle tappe obbligatorie per chi arriva per la prima volta qui.
In fondo è quello che anch'io cerco nei miei viaggi. Io che di solito farei un giro sui pullman turistici il primo giorno giusto per dire 'l'ho visto', e poi mi perderei alla ricerca della gente che mi parla di se, dei vicoli, delle abitudini, dei piatti di casa, dei loro alberi, delle loro tradizioni e cosi via, perchè solo così posso portarmi dentro qualcosa di vero di un luogo.
E mi dice che, ogni volta che si parlava di cibo, di luoghi dell'anima, di un posto dove mangi sotto un ulivo o ti senti raccontare la ricetta della focaccia, quella della mamma mia, le venivo in mente io, le risate con mio marito, il nostro trullo perso nella campagna di Noci. E, aggiunge, 'possiamo venire da te e facciamo due foto due, e intanto cuciniamo e mangiamo davvero e ci raccontiamo le nostre storie davvero?'
Poi scopro che tutto questo è organizzato da Pugliapromozione e Vogue Italia, in occasione del Photo Vogue Festival e mi sembra una cosa più grande di me.
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3 novembre 2016

Il 1650 e la favola della Valle dei Mulini.

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Io ci credo alle favole. E ci credo perchè so che sono possibili. O forse sono io che risco a vedere nelle storie di grandi progetti,  una certa magia. Se volete ve ne racconto una, l’ultima che ho ascoltato e che ho anche vissutto con gli occhi sgranati e con la gioia nel cuore.

In un luogo non lontano da qui, Gragnano, esisteva ed esiste ancora  una valle attraversata dall’acqua del torrente Vernotico, nato dalle sorgenti della Forma sul versante napoletano dei Monti Lattari. Fin dal 1200 cominciarono a sorgere tanti mulini, sapientemente posizionati in punti in cui il torrente creava dei salti di quota o delle accellerazioni del corso d’acqua, tali da garantire l’energia sufficiente per far funzionare le macine. Col passarre degli anni i mulini crebbero di numero e grazie al loro incessante lavoro tutti i comuni circostanti, fino a Napoli, erano riforniti di farina. Grazie anche al clima favorevole di questa valle poterono nascere e fiorire un gran numero di pastifici che da allora resero famoso in tutto il mondo il nome di Gragnano.

Nel corso del tempo però molti mulini furono abbandonati e dimenticati. Un giorno, passeggiando su uno di quei ponti un giovane imprenditore, conosciuto e apprezzato da tutti i cultori della pasta artigianale di tutto il mondo, guardò con nostalgia uno di quei mulini. Li, da bambino, aveva giocato e aveva respirato la magia della farina che diventa pasta. E così, gli balenò in mente un’idea, forse pazza, sicuramente visionaria. Tornò a casa, ne parlò con la sua famiglia, e insieme decisero di portare avanti questa scommessa.

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E così grazie alla Famiglia Zampino, nasce ‘Il 1650’, nella Valle dei Mulini, nuova sede del Pastificio Gentile. Tutta da vedere e ammirare con gli occhi e con il cuore. E’una struttura di 850 mq, articolata e complessa, che si sviluppa su tre piani, rispettosa della struttura originale, del 1650 appunto, da cui il nome.

Al piano terra c’è la sala produzione, profumata di semola e di buono, dove ogni giorno, vengono prodotti circa 20 quintali di pasta. Poi l’area espositiva, dove si possono acquistare tutti i prodotti del pastificio e l’area degustazione, dove è possibile assaggiare semplici ricette che esaltano la bontà della pasta Gentile. Al primo piano ci sono le celle di essiccazione, dove la pasta, grazie allo storico metodo Cirillo, giunge lentamente al giusto punto di essiccazione. All’esterno, ai piedi del costone della montagna, c’è un bellissimo giardino pensile che domina la valle e l’orto biologico della signora Maria, dove nascono i prodotti che poi verranno trasformati dalle sue mani in conserve e ricette. Al secondo piano ci sono altre celle di essiccazione e gli uffici. Passeggiando in questa struttura si respira ancora l’aria del passato che, grazie al sapiente e innamorato recupero, fatto dal bravo arch. Carlo De Angelis, torna a rivivere con rinnovato fascino.

(c) 2016 Luciano Furia 

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Il 22 ottobre è stato tagliato il nastro, per l’inizio di questa nuova avventura e io ero la, a vivere il loro sogno e la scommessa vinta. Vi lascio alcune foto per condividere con voi questa bellissima novità.

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Un grazie sincero al sig. Natale, alla Sig.ra Maria, ad Alberto e a Pasquale, a tutta la famiglia Zampino per il loro graditissimo invito.

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1 ottobre 2015

Seppie gratinate al limone

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E’ qui. L’autunno è arrivato. E lo ringrazio, perchè mi sta portando di nuovo il respiro. Polmoni che si riempiono grati di quest’aria fresca e le gambe che tornano a camminare più leggere. L’agenda si riempie di nuovi incontri e ora scrivo con la pioggia che suona per me e la valigia che mi aspetta. Ho poco tempo oggi, vado a Parma per un evento molto bello. E’ il Parma Home Restaurant, dove parlerò con eminenti relatori all’Università, nella ‘Padellata Mediatica’, per esplorare cosa sta succedendo nel mondo del web e non solo, dove di cibo se ne parla, si straparla, si esagera e ….. Insomma sarà sicuramente un incontro che mi insegnerà molto. Ne riparleremo durante e anche dopo di sicuro. Di sicuro servirà anche a me per chiarirmi un pò le idee sulla direzione che prenderà il mio blog. Come quando ci si ferma per un momento a meditare e nel frattempo si ascoltano i consigli di persone che ne sanno più di te.

Intanto la dieta continua e si vedono i primi risultati. Sono contenta dei piatti che riesco a creare in maniera veloce e sono davvero efficaci, oltre che buoni. Anche questo modo di cucinare, fa parte della mia attuale esigenza interiore e anche ricerca personale verso l’'essenzialità.

Sono semplici seppie, molto profumate e veloci da preparare. Da gustare solo con un pò di verdura fresca di contorno e con una coppetta di frutta dolce e profumata. Io ho mangiato il melone bianco.

Devo scappare e per ora non posso restare qui.

Ecco la ricetta.

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Seppie gratinate al profumo di limone.

(Per me sola)

- due seppie

- un cucchiaio abbondante di pan grattato

- uno spicchio di aglio

- un mazzetto di prezzemolo

- limone

- poco sale e pepe

- un cucchiaio di olio extravergine di oliva

tagliare le seppie a tagliatelle.

In una ciotola mescolare il pangrattato, l’aglio tritato, il prezzemolo tagliuzzato, il sale, il pepe, e la scorza grattugiata del limone. Aggiungete mezzo cucchiaio di olio. Laltra metà la metterete sulla carta da forno con cui fodererete una teglia.

Adagiate le seppie, cospargetele con il pangrattato aromatico, e cuocete in forno a 200 gradi finchè sarà evaporata tutta lacqua delle seppie e il pane sarà dorato.

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19 settembre 2015

Il tempo della musica. Europa Jazz Festival e Talos Festival. La magia del Jazz.

jazz Dai,  oggi vi regalo una storia. Una storia fatta di musica, non importa quale. La musica ha un dono particolare. Quella di modificare gli stati d’animo. O di sostenerli e completarli quando si accorda perfettamente con l’emozione che si prova in quel momento. E quindi se ti senti triste, ma proprio triste, ti senti meno solo se ascolti una musica triste come te, perchè sai che ti capisce. Quando arriva la malinconia all’improvviso, la musica giusta ti fa compagnia. E se sei allegro puoi ballare e cantare all’infinito con lei, che sa suonare le corde giuste per farti gioire. E non importa se la capisci o no. In qualche modo lei ti entra dentro.

Tanti anni fa, ma proprio tanti, tanto che meglio non pensare a quanti, nacque un’idea dalla mente accesa ed entusiasta di alcuni miei amici, tra cui un musicista, Pino Minafra, e un poeta/scrittore, Vittorino Curci accompagnati da parecchi altri ‘appassionati’. Organizzare un jazz festival nel mio paese. Non jazz leggero, o almeno non solo quello, ma soprattutto quello vero, quello che solo pochi capiscono, quello di ‘nicchia’, quello che devi proprio amarlo e capirlo per poter andare a sentirlo. Sembrava una follia, tanto che Ciccillo, padre del poeta, disse che ‘per capire quella musica bisognava aver fatto almeno cinque anni di manicomio’. Pochissimi soldi e entusiasmo da batticuore. E pur di esserci ci proponemmo anche come svuotacestini. Pur di esserci. E così cominciò quell’avventura, che ogni anno durava almeno 4/5 giorni, durante i quali i nostri compiti erano: andare a prendere con macchina e benzina propri all’aeroporto i musicisti che ci erano stati affidati e accompagnarli per ogni istante della giornata e a volte anche della notte, fino al momento della partenza. Eravamo la loro ombra, a disposizione delle loro stravaganti creatività, tipo cercare una mucca da portare sul palco, fare da blocco alla porta per non disturbare la concentrazione e la meditazione prima dell’esibizione, rimediare tutto l’occorrente anche per vestirsi quando non arrivavano i bagagli, caricare quanta più gente possibile sulle nostre macchine per andare a giocare a pallone sulla spiaggia ecc….

Avremmo potuto scrivere un libro per ogni festival con le storie delle loro vite, della loro musica, delle cose che succedevano impreviste, ma non l’abbiamo mai fatto. Eravamo impegnati a godere del momento. Dei ritmi estenuanti dei programmi quotidiani, della gente che anno dopo anno arrivava da ogni dove, dell’unico grande momento condiviso che la musica ci regalava. E anche chi non la capiva quella musica, chiudeva gli occhi e si lasciava attraversare, e vi assicuro che dopo, qualcosa dentro era si cambiato. E delle notti trascorse in una pizzeria dove, con strumenti improvvisati, si arrivava anche a cantare e suonare musica napoletana, a dispetto delle diverse provenienze geografiche.  E le ore notturne trascorse a parlare e parlare, sotto aperti cieli di stelle. E quanti abbracci, quante mani strette, quanta gente magnifica è passata su quei palchi e nelle macchine di noi volontari. Avremmo pagato noi per questo privilegio. E ogni anno si aspettava che la musica tornasse.

E così l’Europa Jazz Festival ci ha regalato 5 giorni ogni anno, per 5 anni di puramagiafolliamusicaejazz.

E come tutte le storie belle, per mille e nessuna ragione, finì.

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Ognuno prese la sua strada, continuando a suonare il proprio strumento e tenendo sempre stretti i sottili fili delle amicizie di quel magico tempo. Voltandosi ogni tanto indietro.

Pino ha continuato con altri progetti sempre legati alla sua musica, nel suo paese. E ha creato il Talos Festival, il cui ‘’intento è da sempre quello di riunire la tradizione pugliese con lo spirito europeo in una prolifica contaminazione multiculturale.’

Perchè ne scrivo qui e ora (Guarda un pò…..Hic et nunc era il nome dell’associazione che partorì l’Europa Jazz Festival’)?

Perchè la musica ha bisogno di tutti per poter sopravvivere e perchè Pino, dopo una pausa forzata non dovuta alla sua volontà, ha deciso di continuare a crederci e ha pensato ad un progetto di crowfunding, per poter raccogliere fondi sufficienti a sostenere l’idea.

Io lo sosterrò di sicuro.

E se per un pò vi ho fatto sognare e desiderare di esserci, bè allora potrete voi stessi realizzare questo sogno. Volete esserci? Fate in modo che la musica continui…..

Andate qui---> Sostieni Talos, contribuite per quello che potete e vediamoci li per ascoltare insieme la magia.

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20 luglio 2015

Cos’è #FoodcampPuglia.

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18 luglio, ore 13,30

Bari, una fornace, in questa torrida estate, mi accoglie sorprendendomi con mille parcheggi a disposizione, tutti per me. E’ la prima volta in vita mia che mi capita. E allora scelgo il posto proprio di fronte a Frulez, un luogo magico, dove fra un pò, sono sicura, sognerò cose belle, assaggiando cose buone e fresche.

Ho qui un appuntamento, con Paola Sucato (la mitica Ci_polla), Francesca Singerfood D’Agnano, Flavia di Cucina Mancina e tante, tante altre persone speciali che ormai ‘da mò’ che vivono sul web, e popolano, animandola, una vita parallela in cui tutte si conoscono  e parlano la stessa lingua.

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Paola, milanese nell’aspetto, nei modi e nei ritmi, ma dal cuore pugliese (che si vede ad ogni languida inquadratura che fa della nostra/sua Monopoli, e delle friselle che mangia), ha fortemente voluto un incontro fra Foodblogger pugliesi, qui a Bari. Dopo un primo stupore e tra un’incertezza e l’altra (chiamato anche ‘tiremmolla’), si è formato il gruppo. Da una parte i ‘relatori’ (parola troppo seria, considerata la professionalità molto gioiosa ed entusiasta dell’evento, ma non me ne viene un’altra ora), e i foodblogger venuti li, apposta apposta per ascoltare. Ma fino alla fine c’è stato uno splendido interscambio e tutti sono diventati relatori, tanto tutti foodblogger lo eravamo già prima.

Devo elencare i punti dell’incontro in sequenza perchè è stato bello tutto e non voglio dimenticare niente e nessuno.

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1) ‘Foodstorytelling aziendale: persone, luoghi e vendita. Una narrazione online’, di Francesca D’Agnano, la nostra bellissima Singerfood che ci ha spiegato come si ‘racconta’ un prodotto attraverso la sua storia e le persone che l’hanno creato.

2) ‘Ci SEO o ci fai? Quando farsi trovare sui motori di ricerca non è un gioco da ragazzi’, rocambolesca lezione via skype con la grande Valentina Novembre che, nonostante un piccolo malore è stata con noi, per insegnarci a capire i meccanismi della ricerca sul web. Cose a noi sconosciute di cui avevamo davvero sete.

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3) ‘Una cucina che si sente. Dalle ricette alla voce. Dalla voce al podcast’ di Marileda Maggi, che ci ha aperto un mondo nuovo. Mille spunti per ricette raccontate, con la nostra voce, senza l’ausilio delle immagini. Parole che fanno desiderare il cibo…. Il tutto raccontato da lei, bellissima voce e personalità travolgente.

4) ‘Strumenti di analisi per foodblogger’ di Daniele Rutigliano. E chi lo sapeva che c’era tutto un mondo di analisi per capire come si muove la ricerca in rete? Google analitycs, ha meno segreti ora. Spero che organizzi un bel corso il nostro Daniele, perchè il suo aiuto e le sue conoscenze sarebbero di grande aiuto per ‘muoversi’ meglio con i nostri blog. Se ce la facciamo ad organizzarlo, vi faccio sapere.

5) ‘Chi se la piglia sta Puglia?’ di Nick di Fino. Un’arrabbiata analisi su quello che offriamo della nostra Puglia, condizionati più dall’idea che hanno ‘gli altri’ di noi, che sta lentamente trasformando la nostra terra. Durante questo intervento, che in realtà si è dovuto quasi fermare all’inizio, si è scatenata una fervida discussione, sostenuta dall’orgoglio pugliese che è venuto fuori in maniera prepotente. Ed è stata creata e issata la bandiera del ‘trullo senza piscina’, di cui sicuramente un giorno vi parlerò.

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6) ‘Dressing mania: il segreto dietro un piatto’ Showcooking di Francesco Gravina, cuoco creativo di Frulez, che ci ha preparato in diretta, facendolo sembrare semplice, due piatti fantastici, ‘Filetto di salmone marinato e arance’, Hamburger vegano con verdure e maionese veg’, di cui vi riporto le immagini che ho scattato e pubblicato senza alcun filtro. Presentazione meravigliosa di Flavia Giordano di Cucina Mancina.

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7) ‘Instamood: percorsi per immagini. Raccontare e raccontarsi in cucina’. di Anna Gentile, la sottoscritta. Mi sono divertita a raccontare come nascono le mie foto di food, privilegiando set imperfetti, attimi rubati alla preparazione, confidando nella comunicazione delle mie emozioni attraverso le immagini, senza l’ausilio delle parole.

Tanti gli amici presenti, da Spezio, alla mia principessa Roberta Longo, a Marina di Amula Cucina Creativa’, e tante amiche foodblogger che sono venute anche da lontano per condividere questo incontro che tanto ci ha dato.

Nasceranno sicuramente grandi cose, tra cui la voglia di imparare e crescere e sapersi muovere meglio con il nostro blog. Questa è la sensazione che mi è rimasta dentro.

Peccato per chi non ha potuto/saputo cogliere l’occasione. Ma questo è solo il primo …. Ce ne saranno altri e vi avviserò!

Grazie Paola, grazie a tutte.

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10 aprile 2015

Il Mediterraneo in Terrazza. Social Eating a Roma

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Vita ballerina la mia. E ballata a ritmo allegro, non lento.

E rieccoci in ballo per una nuova avventura. L’ho accennata, lanciata poco tempo fa su facebook, ma ora qui ve ne parlo in maniera più dettagliata, anche perchè la data è prossima e i fuochi sono già accesi.

Ormai mi muovo tra Roma e la mia amata terra di Puglia e chi mi conosce sa che non posso stare mai ferma. Come quei bambini che non possono essere ‘scolarizzati’ perchè non sanno stare mai seduti nel banco per più di 10 minuti. Ecco io sono così. Troppe cose belle ci sono nella vita, tutte da imparare, da scoprire, di cui gioire. E io che ho sempre gli occhi aperti, sgranati sul mondo che mi circonda, e la curiosità di un bambino piccolo, non posso che sentirmi sempre ‘imprisciata’ (rallegrata) nell’organizzare le cose che desidero. E condividerle con tutti.

Nelle belle serate passate con gli amici romani, ci siamo ritrovati molte volte a parlare della cucina della terra, della cucina di una volta, quella semplice, e della fortuna di essere nata in un posto baciato dal sole e dal clima mite del mediterraneo. E così è nata l’idea di poter organizzare una cena con persone amiche e … non ancora amiche. Persone che si vogliono conoscere e condividere il piacere di una buona tavola mediterranea,  e di due chiacchiere leggere e allegre tra amici. E dove? E perchè non scegliere una bella terrazza romana, aperta se fa caldo o chiusa se tira il ponentino? una bella terrazza con veranda a vetri, con piante e, all’occorrenza, anche un caminetto? Insomma una terrazza romana inverno/estate, da animare con i nostri incontri e i miei piatti tipici.

E così è nata la mia prima cena di social eating, ‘IL Mediterraneo in Terrazza’, organizzata per il 16 aprile prossimo, cioè giovedi prossimo per l’esattezza. Preparerò per chi avrà il piacere di cenare con noi, friselle e bruschette, Purè di fave con mille contorni, un secondo di verdura a sorpresa e dolce con vincotto di fichi.(*)    E vi farò conoscere dei vini della mia terra, le cui storie vi faranno sognare. Se per il 16 non ce la fate, fatemelo sapere, perchè è già in programma un’altra data. Per le prenotazioni e maggiori informazioni sul contributo potete contattarmi alla mia mail annagentiledg@yahoo.it. Oppure sulla pagina facebook dell’evento. Ci sono solo 10 posti e già delle prenotazioni. Quindi fate in fretta. Vi aspetto.

(*) In caso di irreperibilità di alcuni ingredienti, mi riservo la possibilità di variare i piatti riportati in locandina, assicurando sempre la tipicità delle ricette.

Dopo la cena…. le foto!!!

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7 aprile 2015

Et voilà…… il mio corso di Pasticceria Francese

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Qualche giorno fa i miei abbracci erano molto ambiti. Perchè ero circondata da un profumo davvero buono. Profumo di zucchero e bacche di vaniglia, di crema chantilly, di creme agli agrumi, di sfoglie e frolle e caramello e mou. E abbracciarmi portava felicità. La stessa felicità che io ho provato e vissuto per due giorni quando ho deciso di seguire un corso di pasticceria francese organizzato dall’Istituto Eccelsa (*). Ogni tanto, in preda alla mia voglia di imparare, mi iscrivo e seguo alcuni dei tanti corsi che organizzano. Sono fantastici! sempre interessantissimi, con postazioni singole, come piace a me, con tutta l’attrezzatura che serve e con docenti preparatissimi e serissimi che ti tengono incollata con le loro spiegazioni per 8 ore al giorno, per due giorni, e ti fanno mettere ‘le mani in pasta’ e ti insegnano davvero tanto. Belli tutti i corsi che organizzano, rivolti sia agli esperti nel settore con corsi di specializzazione, che ai semplici appassionati di cucina che vogliono partecipare a corsi amatoriali, ma di alto livello. E poi soprattutto ora che, oltre ad essere la sede della Federazione Italiana Cuochi (F.I.C), è anche la sede della Federazione Italiana Pasticceria Gelateria e Cioccolateria (F.I.P), è diventata davvero un serio punto di riferimento per chi vuole fare di quest’arte la sua professione.

rita collageCosì ho conosciuto Rita Busalacchi (**), ex collaboratrice del notissimo Luca Montersino e grande appassionata di pasticceria francese. Siciliana doc, è riuscita a coniugare grande professionalità, autorevolezza e simpatia travolgente, in due giorni di corso. Chiarissima nelle spiegazioni, tanto da far sembrare naturale qualsiasi procedimento complicato, fortemente motivante nei momenti di incertezza (miei), capace di alleggerire con simpatia i momenti di stanchezza, è riuscita a dare un ritmo serrato a questo corso, permettendoci di imparare davvero tante cose, facendoci stupire del nostro stesso risultato. Rita è una donna davvero speciale. Quando parla della sua esperienza francese, dei grandi maestri pasticceri da cui ha imparato l’arte della raffinatezza nei dolci, le si illuminano di entusiasmo i suoi bellissimi occhi azzurri. Sono occhi capaci di sognare i suoi, sia quando parla del suo lavoro che è la sua passione, che quando parla della sua terra, la Sicilia, ricca di profumi e sapori unici. E così siamo stati ‘catturati’ dalle sue belle lezioni. Volete un’idea del nutrito programma di lavoro che abbiamo seguito? Abbiamo imparato a preparare:

tartetatincollage tartecollage - un’originale Tarte Tatin, profumata di mele e caramello,

tartecitroncollage tartecitroncollage1 - la Tartre citron-meringue con crema al limone e meringa italiana,

agrumi1  10425391_10205327439738804_8357462166139312949_n- la torta Profumi di Sicilia con crumble di mandorle, Biscuit al limone e crema all’arancia e limone

ciocc collage - la Torta Sinfonia di cioccolato, con sucrèe al cioccolato, biscuit al cioccolato e cremoso al cioccolato e Chantilly al cioccolato bianco e vaniglia

pist collage pist collage1 - la Torta Dolce pistacchio, con biscuit Trocadero al pistacchio, gelèe al lampone e crema pasticcera

ecl collage ecl collage1 - gli Eclair alla nocciola, con ganache montata e croccante alla nocciola

choux collagechoux collage1  - Pate a choux e craquelin per le Religieuse

sh collage sh collage2 - la Saint’Honorè di croccante sfoglia e choux ripieni di crema e tuffati nel caramello

Insomma, si sente il profumo????

Grande corso, grande pasticcera e grande scuola. Se vi è venuto il desiderio, c’è ancora un’altra data disponibile, il 29-30 aprile p.v. E potrete vivere anche voi la mia stessa esperienza… profumata e dolce.

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(*)ECCELSA è stata riconfermata, anche per il 2015, unica sede formativa ufficiale per il sud Italia della Federazione Italiana Cuochi (F.I.C.), l’ente di categoria che associa cuochi professionisti, chef patron, ristoratori, docenti e allievi degli istituti alberghieri sul territorio nazionale. Un importante riconoscimento per ECCELSA, al quale si affianca il prestigio di avere in programmazione percorsi formativi consigliati dalla F.I.C. stessa.

Da pochi giorni, ECCELSA è diventata anche sede formativa ufficiale regionale della Federazione Italiana Pasticceria Gelateria e Cioccolateria (F.I.P.), unica per la provincia di Bari, Brindisi e Taranto. Una collaborazione nata per promuovere nuove e interessanti attività a livello formativo e informativo legate al mondo dell’arte dolce, di cui ECCELSA è espressione. Una collaborazione che nasce dalla condivisione di intenti e valori tra cui la formazione di alto livello per i professionisti, l’organizzazione di eventi, la promozione e lo sviluppo del comparto artigianale tipico italiano. Un contesto d’eccellenza all’interno dei quali i corsi di pasticceria ECCELSA hanno ottenuto il riconoscimento di “Corsi Consigliati da F.I.P.”. La F.I.P. è un comparto della Federazione Internazionale Pasticceria Gelateria Cioccolateria operante nel settore dell’arte dolce. Con una presenza radicata su tutto il territorio italiano, annovera fra i propri associati pasticceri, gelatieri, cioccolatieri e cuochi e mira a unire le diverse realtà esistenti per rafforzarne la collaborazione e ottenere la crescita di tutto il settore e dei prodotti Made in Italy.

(**) Rita Busalacchi, nata a Palermo, inizia il suo percorso formativo nel mondo dolce presso la Boscolo Etoile Academy dopo aver conseguito una laurea quinquennale all’università di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche di Palermo.
Da sempre appassionata di pasticceria e di chimica, trova il modo di unire le sue due passioni quando nel 2011 incontra lo chef Luca Montersino, con cui inizia una collaborazione professionale. Le sue conoscenze chimiche, combinate alle forti tecniche e basi di pasticceria dello chef Montersino, danno vita alla stesura di ricettari e di due libri pubblicati nel 2012, «I Marzagiochi» e «Peccati Mignon», nei quali sono stati fatti studi approfonditi su materiali gelificanti alternativi.
Oltre alla forte passione per la chimica, coltiva da anni una grande passione per la pasticceria francese sulla quale basa molti dei suoi studi e, nell’estate del 2014, consegue due importanti esperienze lavorative presso la Michalak Masterclass (chef pasticcere di Alain Ducasse) e presso il rinomato laboratorio di Pierre Hermè a Parigi.

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19 dicembre 2014

Corsi, corsi e corsi…… e se ve ne regalaste uno?

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E’ tempo di corsi. E la cosa mi piace. Tutti vogliono imparare a cucinare. Molti stanno riscoprendo il piacere di mettere ‘le mani in pasta’. La sensazione piacevole di sguazzare in una nuvola di farina, e di assorbire i profumi buoni dei pani cucinati nel proprio forno, mentre si sorseggia un buon vino e si ascolta la propria canzone preferita…. E così succede che mi chiedano di organizzare corsi per imparare a fare i dolci antichi di Natale, e di raccontare le storie ad essi legate. E poi ancora di parlare dei pani che arricchiscono la tavola del pranzo delle feste. E io con loro organizzo, spiego, mostro, cuciniamo insieme… e la cosa mi piace sempre di più.

E poi succede anche che mi invitino a cucinare in altre cucine, magari a Milano dove, dal fermento di una città sempre in movimento nascono delle idee davvero interessanti. Chi mi segue su Fb e vive con me quasi in diretta tutte le cose che faccio durante le mie giornate, mi ha visto preparare in compagnia di alcune amiche foodblogger, gnocchi di farina di castagne, creme di funghi profumati, cialde al parmigiano, con grande divertimento nostro, del pubblico che ha assaggiato, della giuria che ha giudicato, del bravo cuoco che ci ha guidato molto abilmente, nonostante i nostri caratteri ‘abbastanza’ esuberanti e anche delle responsabili della Smartbox che ci hanno invitato per lanciare questa nuova, interessantissima idea regalo. Qui potete vedere il video realizzato, dove si respira la stessa aria allegra che abbiamo respirato noi. Smartbox ha ideato dei pacchetti regalo davvero interessanti che possono soddisfare i desideri di tutti, per chi vuole regalare Soggiorni, Soggiorni e Benessere, Soggiorni e Sapori, Benessere, Gourmet, Sport e Svago.

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Il pacchetto che hanno regalato a noi prevedeva questa gustosa #smartboxexperience in compagnia dello chef Gualtiero Villa che nella scuola Cucina In a Milano, ci ha insegnato tre ricette da sballo. Quella che abbiamo preparato noi E CHE CI HA FATTO VINCERE IL PRIMO PREMIOOOOOO. ve la riporto di seguito. assaggiatela e vedete se non ne vale la pena venire qui ad imparare.

E se prima e/o dopo il corso volete riposare in un hotel dalla magica atmosfera charmante, vi consiglio di prenotare qui

E ora la ricetta:

Gnocchi di patate e castagne in salsa di funghi e cialda di parmigiano

PATATE PER GNOCCHI g 1000

FARINA BIANCA g 150

FARINA DI CASTAGNE g 200

PARMIGIANO E MIX DURO g 50

FUNGHI DI STAGIONE g 150

CASTAGNE COTTE g 100

OLIO EXTRAVERGINE, SALVIA, PREZZEMOLO, SALE, PEPE, NOCE MOSCATA O

ALTRA SPEZIA A PIACERE, BURRO, AGLIO, CIPOLLA

Lessare le patate con la pelle in abbondante acqua fredda e sale.

Pelarle e passarle fintanto che sono calde, aprirle su un tavolo e lasciarle

freddare poi cospargere le due farine, il giusto sale pepe e spezia prescelta.

Amalgamare prima tutti gli ingredienti formando de grossi blocchi poi iniziare

ad impastate in modo veloce ma completo.

Dall’impasto ottenuto ricavare dei cilindri che spezzetteremo in piccoli pezzi

arrotolandoli poi sui rebbi di una forchetta.

Bollire gli gnocchi per pochi minuti e condirli spadellandoli con la salsa ai funghi.

Servire sulla cialda di parmigiano.

Cialda di parmigiano: su carta da forno stendere una cucchiaiata di parmigiano o

grana grattugiato ( volendo con spezie ) infornare a 200° per circa 5 minuti o

fino a quando risultino leggermente dorate. Togliere e dare la forma desiserata.

Salsa funghi: mondare i funghi e nel caso, lavarli e scolarli.

Fare un fondo di cipolla e aglio tritati, rosolare a fuoco vivace in olio

extravergine, unire salvia, castagne cotte e sminuzzate e funghi. Sempre a fuoco

vivace rosolare, aggiustare di sale pepe ed aggiungere un trito di prezzemolo.

Bagnare con poco brodo ed unire una noce di burro. Fermare la cottura.

milano14

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