Vai al contenuto

Il padrino - Parte III

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il padrino - Parte III
Vincent Corleone (Andy García) con suo zio don Michael Corleone (Al Pacino)
Titolo originaleThe Godfather Part III
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1990
Durata162 min (versione cinematografica)
170 min (edizione restaurata, 2007)
159 min (Director's Cut - 30º anniversario: Il padrino, Epilogo: La morte di Michael Corleone)
Rapporto1,85:1
Generedrammatico, gangster, giallo
RegiaFrancis Ford Coppola
SoggettoFrancis Ford Coppola, Mario Puzo
SceneggiaturaFrancis Ford Coppola, Mario Puzo
ProduttoreFrancis Ford Coppola
Produttore esecutivoFred Fuchs, Nicholas Gage
Casa di produzioneParamount Pictures, Zoetrope Studios
Distribuzione in italianoUIP
FotografiaGordon Willis
MontaggioLisa Fruchtman, Barry Malkin, Walter Murch
Effetti specialiLawrence J. Cavanaugh
MusicheCarmine Coppola, Nino Rota
ScenografiaDean Tavoularis, Alex Tavoularis, Gary Fettis
CostumiMilena Canonero
TruccoFabrizio Sforza
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il padrino - Parte III (The Godfather Part III) è un film del 1990 co-scritto, diretto, co-ideato e prodotto da Francis Ford Coppola e interpretato da Al Pacino, Andy García, Talia Shire, Diane Keaton e Sofia Coppola. Terza e ultima parte della trilogia de Il padrino, iniziata con Il padrino (1972) e Il Padrino - Parte II (1974).

Il film ha ricevuto sette candidature ai premi Oscar ed è l'ultima della narrazione sulla famiglia Corleone, che vede il suo definitivo tramonto alla fine degli anni settanta.

New York, 1979: Michael Corleone, da anni tornato a New York, è ormai miliardario e gode della fama di persona rispettabile. Indebolito dal diabete, la sua attenzione è rivolta in una sincera attività volta a guadagnarsi onorabilità sociale e a estraniare definitivamente la propria famiglia dal mondo della mafia, mentre nel frattempo cerca di garantire la sicurezza di sua figlia Mary, presidente onoraria della Fondazione Andolini Corleone, impegnata nell'opera di rinascita culturale e sociale della Sicilia. Cerca invano di convincere il figlio Anthony a lavorare con lui, ma il figlio, con l'appoggio della madre, sceglie di intraprendere la carriera di cantante lirico. Vincent Mancini, figlio illegittimo di Sonny, irascibile e violento come il padre, entra al servizio dello zio Michael con l'appoggio della zia Connie, sorella di Michael.

Michael, dopo avere ricevuto dall'arcivescovo Gilday una bolla papale con un titolo onorifico conferitogli dal papa Paolo VI in virtù delle sue opere benefiche, investe seicento milioni di dollari nella Banca Vaticana, per entrare nella Internazionale Immobiliare e assumerne il controllo. La società è controllata dal Vaticano insieme ad altri ed è un affare assai lucroso che gli assicurerebbe un enorme patrimonio. Tale investimento serve all'arcivescovo Gilday per evitare il rischio di una bancarotta fraudolenta causata dalle manovre di un gruppo di avidi uomini d'affari cattolici, guidati dal potente Licio Lucchesi, un influente uomo politico italiano, che guida la maggior parte dei clan mafiosi in Italia. L'uomo è anche alla guida del corrotto banchiere svizzero Frederick Keinszig.

Michael scopre ben presto di essersi infilato in un brutto impiccio. Forze occulte pongono ostacoli alla sua presa di controllo dell'Internazionale Immobiliare e, mentre partecipa a una riunione a Atlantic City con gli altri boss italoamericani per annunciar loro di volersi ritirare dal gioco e dedicarsi ai suoi nuovi affari completamente legali, si svolge un attentato compiuto con un elicottero in cui vengono uccisi quasi tutti i presenti, al quale scampano sia il capo della famiglia Tattaglia Don Osvaldo "Ozzie" Altobello, amico di vecchia data di Vito e padrino di battesimo di Connie, sia Michael, grazie all'intervento di Vincent e Al Neri.

Mentre Michael ha una grave crisi diabetica, Vincent, con l'approvazione di Connie (ma contro i voleri di Michael), uccide Joey Zasa, il mandante apparente dell'attentato, e la situazione della malavita newyorkese precipita nel caos. Nel frattempo Don Altobello cerca di convincere Michael ad accettare le condizioni di Gilday, ma l'altro rifiuta, conscio che la sopravvivenza del primo potrebbe non essere stata una coincidenza. Giunto a Palermo per assistere al debutto nell'opera di Anthony, Michael scopre tramite Vincent, che ha finto di volerlo tradire, che Don Altobello era complice di Zasa e che tutto era in realtà manipolato da Lucchesi, il quale vuole impedirgli di entrare nella Internazionale Immobiliare per mantenerne il controllo. Il papa è l'unico che può esprimere il voto decisivo, quindi, non potendo agire altrimenti, Michael si reca a raccontare la verità sulla truffa a un importante cardinale, Lamberto, noto per la sua saggezza e onestà. L'ecclesiastico crede alle parole del boss e lo convince, inoltre, a fare la prima confessione da più di trent'anni: inizialmente restio, Michael alla fine accetta e, scoppiando in lacrime, confessa i propri peccati, esternando tutto il rimorso per le proprie azioni, soprattutto l'omicidio di Fredo. Alla morte di Paolo VI Michael scopre che Lamberto, eletto con il nome di Giovanni Paolo I, ha deciso di avviare un'indagine sulla truffa segnalatagli e di ratificare il contratto con la famiglia Corleone: ciò ovviamente è un'ottima notizia per la Famiglia, ma Michael capisce che presto il nuovo papa potrebbe essere assassinato.

Anche la vita di Michael è in pericolo, poiché Altobello si è nel frattempo recato nel paese di Montelepre, dove ha assoldato un sicario siciliano, Mosca, noto per la sua infallibilità. Nonostante il soggiorno in Sicilia offra a Michael e Kay l'occasione per riconciliarsi, quando don Tommasino, eterno amico dei Corleone, viene assassinato da Mosca, Michael comprende che tutto il suo operato per estraniare la famiglia dal crimine è stato vano. Non potendo proseguire, cede il comando al nipote, che per l'occasione assume il nome di Don Vincenzo Corleone, e si ritira a vita privata, giurando a Dio di non avere mai più a che fare con il crimine. La sera del debutto di Anthony al Teatro Massimo di Palermo, Vincent manda sicari a eliminare Frederick Keinszig, che viene soffocato e impiccato a un ponte, e l'arcivescovo Gilday, che viene crivellato da Al Neri, mentre Connie Corleone avvelena don Altobello con alcuni cannoli e Calò, braccio destro di Tommasino, uccide Lucchesi conficcandogli nel collo i suoi stessi occhiali. Purtroppo tutto questo non avviene abbastanza tempestivamente da impedire che l'assassinio ai danni del papa, tramite l'avvelenamento del suo , venga attuato. All'uscita del Teatro Massimo Mosca spara contro Michael, ma riesce solo a ferirlo e a colpire per errore la figlia di quest'ultimo, Mary, che rimane uccisa.

Bagheria, 1997: Michael, ormai solo e abbandonato da tutti, è tornato a vivere in Sicilia. Nella quiete della stessa villa dove cinquant'anni prima era morta Apollonia Vitelli, Michael muore provando dolore al rimorso di una vita sbagliata.

Lo stesso argomento in dettaglio: Personaggi de Il padrino.

Dopo la realizzazione di Il padrino - Parte II, nel 1974, per Francis Ford Coppola la narrazione sulla famiglia Corleone si poteva considerare conclusa ma, cionondimeno, l'idea di un terzo film prese comunque piede già a pochi anni di distanza dalla sua uscita, per la volontà esplicita della Paramount di volere sfruttare almeno un'altra volta il fresco successo della saga. Già nel 1978 lo scrittore Mario Puzo si era mostrato disponibile a stenderne almeno un trattamento da cui iniziare i lavori, che vedesse Anthony Corleone, figlio di Michael, come protagonista. Tuttavia nel 1986 Puzo scrisse invece un copione avente per protagonista un personaggio del tutto inedito, Vincent Mancini, figlio illegittimo di Sonny Corleone, per il quale si pronosticava la scritturazione di Nicolas Cage, nipote dello stesso Coppola.[1]

Data la mancanza di interesse dimostrata dal regista italoamericano per questo terzo capitolo, la Paramount si mosse alla ricerca di un suo rimpiazzo, vagliando una vasta rosa di nomi, come Martin Scorsese, Michael Cimino, Michael Mann, Richard Brooks, Dan Curtis e perfino Sylvester Stallone, il quale arrivò a redigere una propria versione della storia da presentare ai produttori, ambientata vent'anni dopo il primo capitolo e vertente sulla Guerra fredda e sulla vicenda politica dei Kennedy, che avrebbe inoltre visto tra gli interpreti principali, oltreché naturalmente lo stesso Stallone, John Travolta e Eddie Murphy. Alla fine qualunque trattativa imbastita saltò quando Coppola cambiò idea e decise di riprendere in mano il progetto;[2][3] il motivo principale del ripensamento repentino di Coppola era attribuibile all'ormai lungo periodo di forte dissesto finanziario-produttivo in cui il regista si ritrovava a operare dopo lo scarsissimo successo riscosso dall'ambizioso Un sogno lungo un giorno (1982), per il cui gravoso insuccesso si era ritrovato talmente sommerso dai debiti da dovere vendere i suoi stessi studi di produzione.

Al Pacino venne nuovamente ingaggiato per il ruolo di Michael: tuttavia l'attore chiese sette milioni di dollari come compenso, mentre Coppola e la produzione non intendevano aumentare la loro offerta di cinque milioni.[4] Solamente quando Coppola minacciò di rimuovere totalmente il personaggio di Michael, Pacino accettò i 5 milioni della Paramount. Oltre a Pacino, Diane Keaton, Talia Shire e Richard Bright sono gli unici personaggi della saga a tornare per il terzo capitolo. La sceneggiatura originale prevedeva pure la presenza del personaggio di Tom Hagen, che doveva essere di nuovo interpretato da Robert Duvall, però l'attore chiese un compenso di cinque milioni di dollari e, dopo il rifiuto oppostogli dalla Paramount Pictures, per colmare il vuoto lasciato da Duvall venne creato appositamente il personaggio di B.J. Harrison, il nuovo avvocato della famiglia Corleone. Tuttavia secondo Coppola l'assenza di Hagen pesò parecchio sulla trama del film.

Il nuovo ingresso nel cast è Andy García nel ruolo di Vincent Mancini, figlio illegittimo di Sonny Corleone. Sofia Coppola ottenne la parte di Mary Corleone all'ultimo istante, quando l'attrice designata, Winona Ryder, se ne tirò fuori:[5] Ryder, proprio un giorno dopo l'inizio delle riprese, abbandonò improvvisamente il progetto asserendo di non potere sostenere la mole di lavoro richiestole dopo avere già recitato da protagonista, nel corso di quell'anno, in altri tre film.[6] Sofia aveva già preso parte, in ruoli marginalissimi, ad alcune pellicole del padre, e tra queste era stata (da neonata) Michael Francis Rizzi, il figlio di Connie e Carlo Rizzi, in Il padrino e una piccola immigrata sulla nave che conduce il futuro don Vito Corleone in America in Il padrino - Parte II, tuttavia la sua assegnazione al ruolo di Mary in qualità di sostituta "era stata contestata da molti sul set e anche alla Paramount".[6]

Don Tommasino doveva essere di nuovo interpretato da Corrado Gaipa, ma l'attore morì prima dell'inizio della produzione, venendo sostituito perciò da Vittorio Duse. Frank Sinatra si offrì di interpretare don Altobello, ma per ragioni di compenso il ruolo venne affidato a Eli Wallach. In un piccolo ruolo compare anche Catherine Scorsese, madre del regista Martin Scorsese.[7]

Il personaggio di Willy Cicci, già comparso nei precedenti capitoli della saga, stando al copione originale sarebbe dovuto ricomparire come uno degli antagonisti principali dei Corleone. Poiché l'attore che lo interpretava, Joe Spinell, morí prematuramente appena un anno prima dell'inizio delle riprese, Coppola lo rimpiazzò con il personaggio di Joey Zasa.

L'ingresso del Teatro Massimo di Palermo, con la scalinata dove avviene l'assassinio della figlia di Michael Corleone.

Quando i protagonisti arrivano in Sicilia la scena si apre con una visuale dal viale alberato che conduce al tempio di Segesta, anche se in realtà nel film il luogo viene individuato, con una scritta in sovraimpressione, nella città di Bagheria.

Le scene ambientate a Corleone, in verità, furono girate a Forza d'Agrò a Savoca e Motta Camastra in provincia di Messina.[8]

La scena durante la quale Mosca e Spara uccidono Don Tommasino è stata girata a Nunziata, una frazione del comune di Mascali, nei pressi della chiesa della Madonna del Carmine.[9]

Altre scene molto importanti vennero girate nel Castello degli Schiavi (Fiumefreddo di Sicilia) e nel Castello Scammacca (Acireale) in provincia di Catania.

La Villa più volte ripresa dove i Corleone alloggiano in Sicilia è Villa Malfitano a Palermo.

Le scene ambientate nella Città del Vaticano in realtà furono girate all'interno del Palazzo Farnese sito nel piccolo paese di Caprarola in provincia di Viterbo, dato che la Santa sede non concesse l'ingresso delle riprese per la produzione del film.

Le riprese si svolsero tra il 27 novembre 1989 e il 25 maggio 1990, con una pausa durante le feste di Natale.[10]

La mafia e la Cavalleria rusticana

[modifica | modifica wikitesto]

L'opera lirica che fa da sottofondo alla parte finale del film è la Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, tratta dall'omonima novella di Giovanni Verga. L'intermezzo dell'opera fa da colonna sonora anche alla famosa sequenza in cui scorrono al rallentatore i titoli di testa di Toro scatenato, il film in cui Martin Scorsese indaga il machismo, l'orgoglio e la gelosia degli italo-americani. La musica dello spettacolo è presente nella storia raccontata da Coppola sia nel culmine dell'azione finale sia nell'epilogo, dove l'intermezzo accompagna la morte solitaria del vecchio padrino.

Quest'opera lirica nel film è cantata dal baritono Angelo Romero.

Questa opera lirica, così come la novella originaria, mette in scena la forma più pura ed edificante di uno dei miti sulla Sicilia: un mito non privo di affinità con quella che è stata per un secolo e mezzo l'ideologia ufficiale della mafia siciliana. Si pensava infatti che la mafia non fosse un'organizzazione, ma un senso spavaldo dell'orgoglio e dell'onore profondamente radicato nell'identità di ogni siciliano. La nozione di cavalleria rusticana si contrapponeva frontalmente all'idea che la mafia potesse avere una storia, una qualunque storia, nel senso proprio del termine.

L'immaginario intorno a questo intreccio tragico incentrato sul triangolo lui-lei-l'altro, con sottofondo la terra esotica assolata, passionale e abitata da cupi contadini dalla pelle scura, ha alimentato per un secolo l'idea che non esistesse alcuna differenza tra la mafiosità e l'identità siciliana[11]. Non sembra essere proprio un caso che Coppola abbia scelto proprio questo spettacolo come contraltare alla fine del potere della famiglia Corleone, anche se la scelta è stata indubbiamente influenzata anche dalla popolarità internazionale dell'opera e della sua ambientazione in una mitica Sicilia ottocentesca.

Si deve rilevare come nel film non sia stata rispettata la scansione lineare dei numeri musicali, e conseguentemente il corretto sviluppo della vicenda dell'opera. Infatti la scena della preghiera collettiva, "Inneggiamo il Signor non è morto", doveva essere posizionata subito dopo l'aria di Alfio "Il cavallo scalpita", e non, come invece avviene nel film, dopo la scena in cui quest'ultimo viene sfidato a duello da Turiddu, "Compare Turiddu avete morso a buono".

Riferimenti a vicende reali

[modifica | modifica wikitesto]

In questo terzo e ultimo film della saga dei Corleone, la storia di Michael si incrocia anche con gli intrighi vaticani: quelli dell'arcivescovo Paul Marcinkus, di Roberto Calvi, il banchiere di Dio, per arrivare al presunto assassinio del papa Giovanni Paolo I, morto pochi giorni dopo avere aperto i dossier sulle finanze vaticane, sebbene nel 1979, anno in cui è ambientato il film, erano già morti sia il papa Paolo VI sia Giovanni Paolo I, ed era già stato eletto il papa Giovanni Paolo II. Naturalmente queste vicende sono fatte attraverso personaggi di finzione perfettamente sovrapponibili ai loro omologhi, ma con nomi inventati (Gilday/Marcinkus) e mediante la ricostruzione puntuale di alcuni eventi (il finto suicidio di Keinszig/Calvi sul Ponte dei Frati Neri a Londra).

Secondo quanto afferma il regista Coppola l'ispirazione per la vicenda vissuta da Michael Corleone in questa pellicola deriva da quella che coinvolse Charles Bluhdorn, proprietario della Paramount Pictures ai tempi della produzione del primo Padrino, il quale era socio del bancarottiere italiano Michele Sindona nella Generale Immobiliare (che nel film diventa l'Internazionale Immobiliare), la cui proprietà gli fu ceduta dal Vaticano[12]. Sempre secondo il regista[1], la figura di Licio Lucchesi si identifica a sua volta con la figura di Giulio Andreotti - la frase che Calò sussurra a Lucchesi prima di ucciderlo, "Il potere logora chi non ce l'ha", venne effettivamente pronunciata da Andreotti[13], in risposta a un'osservazione di Berlinguer sulla sua prolungata permanenza al potere ("Il potere logora", aveva detto il leader comunista). Vi sono inoltre altre coincidenze sui nomi scelti per il film che avvalorano queste corrispondenze con fatti e persone: per esempio il nome di Lucchesi, Licio, è probabilmente ispirato a Licio Gelli, mentre il cognome Keinszig assomiglia a quello di Manuela Kleinszig, compagna del faccendiere Flavio Carboni e coinvolta nelle indagini sulla misteriosa morte di Calvi.

Colonna sonora

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Il padrino - Parte III (colonna sonora).

La colonna sonora, come i primi due capitoli, venne composta da Carmine Coppola, senza però la presenza di Nino Rota (deceduto nel 1979).

Distribuzione

[modifica | modifica wikitesto]

Il film uscì, allo stesso tempo, nelle sale statunitensi e italiane il 25 dicembre 1990.

Edizione italiana

[modifica | modifica wikitesto]

L'edizione italiana del film è stata curata dalla società United International Pictures e con l'adattamento dei dialoghi da parte di Alberto Piferi; il doppiaggio, invece, venne eseguito presso gli studi della International Recording con la partecipazione della C.D.C. sotto la direzione di Manlio De Angelis, anche lui dialoghista del film.[14]

Nell'edizione italiana del terzo capitolo furono cambiati i doppiatori di Talia Shire e Richard Bright che passano rispettivamente da Rita Savagnone ad Anna Rita Pasanisi e da Antonio Guidi a Sergio Matteucci.

La première si tenne a New York il 20 dicembre 1990, mentre il film uscì negli USA il giorno successivo in circa 1900 sale.[15] In Italia arrivò l'8 marzo 1991.[15] Fu il più costoso della saga, con un budget di $54.000.000 di dollari; nel suo primo week-end di programmazione incassò $19.558.558 di dollari[16] Al termine della sua programmazione, Il padrino - Parte III a livello mondiale incassò $136.766.062 di dollari.[16]

Alla sua uscita il film ottenne recensioni positive dalla critica e dal pubblico, ma non eccellenti come i precedenti due capitoli entrati nella storia del cinema.[17] Nella classifica Rotten Tomatoes, il 66% dei votanti ha dato al film un parere positivo (i primi due avevano ottenuto entrambi quasi il 100%)[18]. Roger Ebert, nella sua recensione, disse: "Non è possibile capire questo film senza aver visto i primi due"; tuttavia Ebert valutò positivamente il film, assegnandogli un voto di 3,5 stelle su 4.[19] Inoltre difese la performance di Sofia Coppola affermando: "Non si può sapere che tipo di prestazione Coppola avrebbe ottenuto da Winona Ryder. Credo che Sofia Coppola porti una qualità alla sua Mary Corleone, quella vulnerabilità e semplicità che credo siano appropriati per questo ruolo".[19]

Gene Siskel lo inserì nella sua lista dei dieci migliori film del 1990 (n°10). Tuttavia ammise che il finale "è la parte più debole del film", criticando il trucco di Al Pacino definendolo "scarso". A differenza di Ebert, Siskel criticò Sofia Coppola dicendo: "Un altro problema del film è la performance di Sofia Coppola, che è fuori dal suo campionato di recitazione qui".[20] In fase di analisi critica dopo l'uscita del film " (...) la performance di Sofia venne unanimemente ritenuta il punto debole della pellicola. Coppola si farà, poi, perdonare da Winona Ryder affidandole il ruolo di Mina nel successivo Dracula:[5] la figlia del regista, che ottenne anche un Razzie Award alla peggior attrice non protagonista, nonché un premio speciale come peggior esordiente del decennio.

Leonard Maltin ha assegnato un voto di tre stelle su quattro al film dicendo che la pellicola è "magistralmente diretta", tuttavia criticando anch'egli la prestazione di Sofia Coppola, da lui stesso definita un "fatale autogol".[21][22] Secondo altri critici, Sofia Coppola potrebbe essere definita come l'elemento peggiore del film; pare infatti, che l'attrice e regista sia stata costretta a ridoppiare circa il 20% del suo dialogo originale, a causa dei pessimi riscontri ottenuti da alcuni screening test, prima dell'uscita ufficiale del film. Molti criticarono la performance della Coppola, definendola addirittura un elemento che peggiorava la qualità di una pellicola che ad anni di distanza, viene ancora definita come un'opera incompresa del regista. Sofia Coppola ammise, durante alcune interviste, che la più grande sfida del ruolo per lei, fosse stata rimuovere il suo accento e pronunciare correttamente la parola "Corleone".[23]

Riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]

Versioni alternative

[modifica | modifica wikitesto]

The Godfather Saga, (in italiano, The Godfather: 1901-1959), è il film montato in ordine cronologico con i primi due film della saga. Un'operazione fatta nel 1977 da Coppola per finanziare il suo film Apocalypse Now. Fu fatta soprattutto per la tv e il mercato VHS. La durata è di 434 minuti. Nel 1992 solo per il mercato VHS (cinque cassette) fu fatta un'ulteriore versione cronologica, Godfather Trilogy 1901-1980, comprendente anche la Parte III, con scene inedite, per una durata complessiva di 583 minuti. In questa versione Il padrino - Parte III ha una durata di 170 min, circa otto minuti in più della versione originale.

Il padrino, Epilogo: La morte di Michael Corleone

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2020, in occasione del 30º anniversario dell'uscita nelle sale del film, il regista Coppola ha annunciato una nuova versione ufficiale del film intitolata Il padrino, Epilogo: La morte di Michael Corleone (in originale, The Godfather, Coda: The Death of Michael Corleone), nuova edizione modificata e restaurata del film. La nuova versione include un inizio e una conclusione diversi, oltre che inquadrature diverse e una nuova partitura musicale. Questa versione, della durata di 159 minuti, è stata definita da Coppola come "una conclusione più appropriata per Il padrino e Il padrino - Parte II", rendendo così la vecchia versione non più canonica.[24][25][26]

Dopo l'uscita del terzo film Coppola ha rivelato che l'idea di un Padrino - Parte IV è stata discussa a lungo, ma alla fine non è andata in porto a causa della morte dello scrittore Mario Puzo, prima che si avesse la possibilità di stendere una sceneggiatura definitiva. La quarta parte avrebbe dovuto seguire lo schema di Il padrino - Parte II, di nuovo con Robert De Niro nel ruolo di Don Corleone negli anni trenta alla fine del Proibizionismo, e avrebbe narrato la sua faida con i boss Al Capone e Salvatore Maranzano e anche con la mafia irlandese. Avrebbe inoltre introdotto la storia di un giovane Santino Corleone, pronto a entrare nei ranghi della famiglia. Mentre la storia parallela sarebbe stata ambientata negli anni ottanta/novanta, con Vincent Mancini devastato per la morte della cugina Mary, tanto da intraprendere una furiosa guerra lunga dieci anni fino a perdere l'onorabilità e il rispetto della famiglia.[27] La morte di Puzo, avvenuta nel 1999, ha bloccato definitivamente il progetto, e il materiale della sceneggiatura del Padrino - Parte IV è stato poi inglobato e ampliato dallo scrittore Ed Falco nel romanzo del 2012 La famiglia Corleone.[28]

  1. ^ a b The Godfather Part II DVD commentary featuring Francis Ford Coppola, [2005]
  2. ^ How Sylvester Stallone Almost Made The Godfather: Part III, su mentalfloss.com.
  3. ^ (EN) Nina J. Easton, Paramount's Epic 'Godfather III' Struggle : The Studio's Mancuso Pushes the Film to Completion; 18 Coppola Scripts Later, the $55-Million Sequel Opens, su Los Angeles Times, 25 dicembre 1990. URL consultato il 25 giugno 2021.
  4. ^ Copia archiviata, su cineblog.it. URL consultato il 15 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2016).
  5. ^ a b Francis Ford Coppola, Dino Audino Editore, 1996 - monografia a cura di Francesco Costa, prefazione di Valerio Caprara
  6. ^ a b Lawrence Grobel, Io, Al Pacino, p. 112, Sperling & Kupfer 2006
  7. ^ Coppola Family Cameos, su Destination Hollywood. URL consultato il 22 agosto 2013.
  8. ^ The Godfather part III, su forzadagro.org.
  9. ^ Scena de il "Padrino parte 3” girata a Nunziata di Mascali (Catania), su mascali8.com, 19 dicembre 2019. URL consultato il 17 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2020).
  10. ^ (EN) The Godfather: Part III (1990) Release Dates, su imdb.com.
  11. ^ John Dickie Cosa Nostra: storia della mafia siciliana, edizione mondolibri 2004, pp.XI-XVI
  12. ^ Paolo Mereghetti, Francis Ford Coppola: «Voglio fare il mio ultimo film sulle cose che stiamo scoprendo nella pandemia», su Corriere della Sera, 12 aprile 2020. URL consultato il 6 dicembre 2023.
  13. ^ Aldo Giannuli, Il noto servizio: Le spie di Giulio Andreotti, Castelvecchi, 30 ottobre 2014, p. 344, ISBN 978-88-6826-629-5.
  14. ^ Il padrino - Parte III, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net. Modifica su Wikidata
  15. ^ a b Il padrino - Parte III (1990) - Informazioni sull’uscita - IMDb. URL consultato l'8 luglio 2024.
  16. ^ a b Il padrino - Parte III (1990) - Informazioni sull’uscita - IMDb. URL consultato l'8 luglio 2024.
  17. ^ The Godfather: Part III Reviews [collegamento interrotto], su Metacritic. URL consultato il 10 agosto 2011.
  18. ^ The Godfather, Part III (1990), su Rotten Tomatoes, Flixster.
  19. ^ a b Roger Ebert, The Godfather, Part III Movie Review (1990), su rogerebert.com, 25 dicembre 1990. URL consultato il 22 agosto 2013.
  20. ^ YouTube, su youtube.com, YouTube. URL consultato il 18 febbraio 2015.
  21. ^ The 63rd Academy Awards (1991) Nominees and Winners, su oscars.org. URL consultato il 2 agosto 2011.
  22. ^ Academy Awards, Retrieved March 2009, su search.oscars.org. URL consultato il 4 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2012).
  23. ^ cinema.everyeye.it, Il Padrino III, Sofia Coppola fu costretta a ridoppiare il film, dopo alcune brutte recensioni, su cinema.everyeye.it. URL consultato il 21 marzo 2023.
  24. ^ Il Padrino: Parte III, arriva in sala la director's cut! Coppola: 'Avrà un nuovo finale', su Everyeye Cinema. URL consultato il 15 novembre 2020.
  25. ^ Il Padrino Coda: la nuova edizione di Il Padrino - Parte III da dicembre in Blu-ray, ecco tutte le informazioni, su Cinema - BadTaste.it, 15 novembre 2020. URL consultato il 15 novembre 2020.
  26. ^ Link al trailer ufficiale del canale YouTube di Paramount Entertainment Italia., su youtube.com.
  27. ^ Andy Morris, The Godfather Part IV, in GQ, 16 marzo 2011. URL consultato il 27 agosto 2015.
  28. ^ Craig Wilson, Prequel lays out life before 'The Godfather', USA Today, 6 maggio 2012. URL consultato il 12 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2013).

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN316753504 · LCCN (ENn92093284 · J9U (ENHE987009950832605171
  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cinema